Il piano nazionale degli inceneritori

Inceneritore

Da :http://www.pressante.com/ambiente-e-salute/1162-il-piano-nazionale-degli-inceneritori.html

…il club degli inceneritoristi italiani), che propone di ricoprire il suolo patrio di nuovi inceneritori di rifiuti urbani e assimilati: per l’esattezza, 100 impianti da 170.000 tonnellate all’anno ciascuno, per soddisfare il fabbisogno del paese. In subordine, solo 80, oppure, tanto per cominciare, 35 da 250.000 tonnellate all’anno nel periodo 2008-2015 e 15 (totale 50) entro il 2020. Ovviamente, per bruciare rifiuto senza quel trattamento preliminare – prescritto dall’Ue – che estrae dalla frazione indifferenziata solo la parte combustibile non altrimenti recuperabile, il cosiddetto Cdr (combustibile derivato dai rifiuti); trattamento che l’Anida considera un costo superfluo, dato che gli inceneritori possono bruciare tutto. Con il prezzo attuale del petrolio, il Cdr e’ diventato conveniente per impianti di altro tipo (cementifici, altoforni, fornaci, centrali termoelettriche e persino navi), che se lo disputano come additivo al combustibile di base, rischiando di lasciare a secco gli inceneritori.

E’ la linea di condotta adottata 7 anni fa in Campania dal gruppo Fibe-Impregilo, che, per non cedere a altri il Cdr che avrebbe dovuto estrarre dai rifiuti campani, sui quali contava di lucrare i ricchi incentivi cosiddetti Cip6 destinati al futuro inceneritore di Acerra, ha riempito le campagne della regione con 8 milioni di tonnellate di “ecoballe”; che non sono Cdr, ma rifiuto indifferenziato malamente imballato e accatastato in discariche non a norma e che, dato il loro dubbio contenuto, la normativa europea proibisce anche di bruciare in un inceneritore.

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Ma la reintroduzione a tappeto del Cip6 e’ soprattutto l’obiettivo non dichiarato dell’Anida e delle imprese che essa rappresenta, che sanno bene che senza sostanziosi incentivi un inceneritore non e’ in grado di andare avanti. Perche’ oltre che nocivo per la salute – la cancerosita’ delle sue emissioni e’ comprovata – e deleterio per l’ambiente – spreca, con rendimenti energetici risibili, oltre all’energia contenuta nei materiali che brucia anche quella consumata per produrli – l’inceneritore e’ un disastro anche in termini economici e puo’ funzionare solo se lautamente sovvenzionato. Con tanti saluti per il mercato e le sue regole: quelle a cui nessun fautore dell’incenerimento sosterra’ mai di volersi sottrarre. Infine, il documento dell’Anida non dice chi siano i “diversi partiti politici che hanno sostenuto la necessita’ e l’utilita’ della termovalorizzazione dei rifiuti urbani durante la campagna elettorale dell’aprile scorso”. Ma basta andare a vedere da chi sono partite le proposte e le iniziative per estendere gli incentivi Cip6 per rendersi conto che su questo punto c’e’ stata, gia’ in campagna elettorale, un’intesa cosiddetta bipartisan tra i partiti dell’attuale maggioranza e quelli dell’attuale opposizione. Un’intesa per di piu’ segreta, o mai dichiarata, che puzza di tangenti, o comunque di spartizione dei benefici a spese del contribuente e dell’utente elettrico.

E, cosa che desta maggiore orrore, un’intesa che si e’ consolidata prendendo a pretesto le sofferenze inflitte per oltre dieci anni alla popolazione campana, accusata di essere precipitata nel marasma attuale per neghittosita’ nei confronti della raccolta differenziata, o addirittura per complicita’ con la camorra, che agli impianti “moderni” preferirebbe le vecchie discariche. Invece di riconoscere che all’origine della crisi campana c’e’ solo la decisione del gruppo Fibe-Impregilo, e di chi lo ha assecondato, di accumulare quanta piu’ monnezza indifferenziata possibile da destinare ai futuri inceneritori; in violazione del decreto Napolitano che li obbligava a produrre vero Cdr da destinare a impianti di altre regioni: per lo meno fino a quando l’inceneritore di Acerra non fosse entrato in funzione. Una storia che oggi ci viene riproposta – alla grande; e per tutto il paese – dal Pnt dell’Anida.

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