Archivi del giorno: 12 novembre 2009

Antimafia Duemila – Da Tanzi a Vittorio Emanuele: i soliti condonati

L’ennesima prova che il governo è dalla parte del crimine…

Fonte: Antimafia Duemila – Da Tanzi a Vittorio Emanuele: i soliti condonati.

di Gianni Barbacetto – 11 novembre 2009
Politici e colletti bianchi, liberi tutti. La legge che nascerà dall’accordo raggiunto ieri tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini riuscirà a centrare l’obiettivo principale, e cioè liberare il presidente del Consiglio dai suoi processi.

Ma otterrà, come effetto collaterale, la salvezza di tanti imputati eccellenti e, in prospettiva, l’impunità permanente di uomini dei partiti, amministratori pubblici, imprenditori, finanzieri, banchieri. Le nuove norme stabiliranno infatti che, per gli incensurati, il tempo massimo del processo dovrà essere di sei anni, due per ognuno dei tre gradi di giudizio. Saranno esclusi i reati di mafia, terrorismo e di grave allarme sociale, come rapina, omicidio ed estorsione. In compenso, un codicillo renderà la norma applicabile ai processi iniziati, purché siano in primo grado. Così saranno azzerati i due processi in corso a Milano che hanno per imputato Berlusconi, sei volte prosciolto per prescrizione, ma ancora tecnicamente incensurato: quello sulla corruzione del testimone David Mills (il tempo scadrà il 13 marzo 2010) e quello sui diritti Mediaset (tempo scaduto tra pochi giorni, il 21 novembre 2009).

Per il resto, il risultato sarà comunque che la mannaia della prescrizione si abbatterà sulla gran parte dei processi complessi con molti imputati. A partire da quello per il crac Parmalat, con Calisto Tanzi principale imputato, fino a quello Why not iniziato a Catanzaro da Luigi De Magistris. A rischio tutti i processi sulla pubblica amministrazione. E anche quelli, sempre più frequenti, per fatti che avvengono all’estero (con la possibilità per la difesa di chiedere rogatorie anche durante il dibattimento), come quello dell’imprenditore della Cogim Leopoldo Braghieri, accusato a Milano di aver ottenuto appalti corrompendo un funzionario dell’Onu. Vittorio Emanuele, recentemente rinviato a giudizio, può tranquillamente aspettare la prescrizione, visto che la sola udienza preliminare è durata un anno. Già fuori tempo massimo il dibattimento di primo grado sulle tangenti Eni-Agip, nato dalle indagini di Henry Woodcock, che è in corso a Potenza da ben quattro anni. «Dicono di volere, con questa norma, abbreviare i processi», spiega un magistrato in servizio a Roma, «ma in realtà abbreviano solo i tempi di prescrizione, mentre i processi saranno allungati a dismisura dalla norma del nuovo codice di procedura che impedirà al giudice di rifiutare prove e testimoni manifestamente superflui. Così la durata del dibattimento sarà consegnata nelle mani dell’imputato». Nel di giustizia di Milano, un procuratore aggiunto formula l’ipotesi di un colletto bianco che abbia organizzato truffe, come capita, in diverse parti d’Italia: processato in tre o quattro sedi giudiziarie diverse, avrebbe la garanzia dell’impunità, perché in ognuna di esse risulterebbe incensurato. «Nascerà la nuova figura dell’incensurato a vita», dice un altro giudice, «perché l’imputato, grazie alla prescrizione, uscirebbe pulito dal primo processo e poi, via via, dagli eventuali processi successivi: sempre incensurato, dunque sempre prescritto, dunque sempre incensurato e così via…».

Le nuove norme («incostituzionali», secondo un altro procuratore aggiunto di Milano) inaugureranno la giustizia a due velocità, con processi rapidi e a prescrizione garantita per gli eterni incensurati, e processi invece lunghi, con probabile condanna finale, per gli imputati dei reati di strada, per i cosiddetti recidivi e delinquenti professionali o abituali. In realtà, però, anche qualcuno di questi potrà sperare di farla franca.

Racconta infatti un magistrato di Milano: «I casellari giudiziari dei tribunali vengono aggiornati in ritardo. E non esiste un sistema nazionale unificato per conoscere i carichi pendenti. Così già oggi concediamo la sospensione condizionale della pena a condannati che non la meriterebbero, perché già raggiunti da condanne non ancora registrate o registrate in sedi giudiziarie non prese in considerazione. Risultare incensurati, in Italia, non è poi così difficile».

Il partito di Sandokan | Pietro Orsatti

Fonte: Il partito di Sandokan | Pietro Orsatti.

Camorra – Sei pentiti, centinaia di pagine di verbali e riscontri, uno scenario raggelante, un vortice di affari, voti, appalti. Anche la crisi rifiuti e la gestione dell’emergenza entrano nell’inchiesta. Era Schiavone a controllare tutto. Il pentito racconta che anche «, Coronella e facevano parte del “nostro tessuto camorristico”»

di Pietro Orsatti su Terra

Si gioca sul filo delle testimonianze dei collaboratori di la richiesta di custodia cautelare per il sottosegretario Nicola . Una richiesta che coinvolgerebbe, alla lettura del documento consegnato alla giunta per le Autorizzazioni della Camera, anche altri esponenti di spicco dello scenario politico campano e nazionale. Sono sei i collaboratori di che hanno parlato di : Domenico Frascogna, Michele Froncillo, Carmine Schiavone, Dario De Simone, Michele Orsi e Gaetano Vassallo. E proprio dalle dichiarazioni di Vassallo, considerato il “colletto bianco” del clan dei , emergono le accuse più circostanziate: «Ho agito per conto della famiglia Bidognetti quale loro referente nel controllo della società Eco4 spa gestita dai fratelli Orsi. Sono di fatto loro socio. All’epoca era Bidognetti Aniello la persona a gestire gli affari del clan… era stata fissata una tangente mensile pari a 50mila euro, con la previsione ulteriore dell’assunzione di cinquanta persone scelte dal clan. Posso dire che la società Eco4 era controllata dall’onorevole e anche l’onorevole aveva svariati interessi in quella società. Presenziai personalmente alla consegna di 50mila euro in contanti da parte di Orsi Sergio all’onorevole , incontro avvenuto a casa di quest’ultimo a Casal di Principe». E Vassallo continua, riportando altri particolari: «Bidognetti Raffaele, alla mia presenza e alla presenza di Di Tella Antonio, riferì che gli onorevoli Italo , Nicola , Gennaro Coronella e facevano parte del “nostro tessuto camorristico”». Quindi se trema, anche altri esponenti del centrodestra temono di essere trascinati nella polvere dal crollo dell’ormai probabilmente ex candidato alle prossime in . Non è un caso che Italo , nella prima mattinata di ieri, abbia smentito categoricamente di essere coinvolto nella vicenda e ha comunque ribadito la propria solidarietà a . Non sono accuse da sottovalutare anche per il modo in cui sono state formulate.
Comprensibile, questa alzata di scudi. è l’emergente del Pdl in , un pezzo del governo, non certo un oscuro parlamentare arrivato dalla provincia. Secondo i magistrati che lo stanno inquisendo, invece, il sottosegretario ha contribuito «con continuità e stabilità, sin dagli anni 90, a rafforzare vertici e attività del gruppo camorrista da cui riceveva puntuale sostegno elettorale in occasione delle ». Attraverso la Eco4. Racconta sempre Vassallo che « sapeva che ero socio della Eco4 e dei miei rapporti con la famiglia Bidognetti. Quando mi aggiudicai il servizio di raccolta dei rifiuti nel comune di San Cipriano con la Setia sud, Bidognetti mi disse che dovevo convocare le maestranze per sostenere alle provinciali». È proprio questo sostegno, cercato e ottenuto attraverso scambi di appalti e posti di e proseguito secondo l’accusa per anni, che avrebbe consolidato il peso politico (e soprattutto elettorale) di . E come era prevedibile si riapre anche lo scenario dello scandalo rifiuti a . E sempre in relazione alla Eco4, come ci racconta ancora il pentito: «I siti da utilizzare per l’ampliamento della discarica vennero scelti da Francesco Schiavone su indicazione dei fratelli Orsi. La stessa procedura è stata utilizzata per i depositi delle ecoballe. In poche parole, tutto il sistema della gestione dei rifiuti, sia di quelli solidi che di quelli speciali, nelle sue diverse fasi (trasporto, smaltimento, raccolta) era completamente gestito e controllato dalla criminalità organizzata e ciò sia nel periodo in cui la gestione fu affidata ai privati, sia nel periodo in cui la gestione è passata al pubblico». E assunzioni e commesse sarebbero sempre state determinate dalle esigenze politiche di .

SCARICA IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO DEL GIP Cosentino ordinanza