Che Riina vuoti il sacco, niente benefici se non collabora pienamente con la giustizia.
Fonte: Antimafia Duemila – Toto’ Riina vuole chiedere la grazia.
Il boss dei boss Totò Riina ha chiesto al cappellano del carcere di Opera, dove è detenuto, di intercedere presso l’arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi, affinché appoggi una sua domanda di grazia. Lo rivela il Corriere della Sera.
Per il suo avvocato, Luca Cianferoni, quella del 79enne capo della cupola mafiosa, condannato per attentati come quelli dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, è un’iniziativa personale.
“Non sono a conoscenza di questa iniziativa – ha dichiarato il legale al quotidiano milanese – che a quanto capisco è di tipo assolutamente personale”.
Riina non ha ancora formalizzato la sua richiesta. Ma le sue intenzioni sono osservate con grande attenzione: il direttore del carcere milanese ha subito avvertito il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che ha informato la Procura nazionale antimafia, diretta da Piero Grasso.
Il boss ha scontato 17 anni di carcere ed è detenuto in regime di 41 bis, cioè di carcere duro. Il suo avvocato Luca Cianferoni ritiene che il suo stato di salute “decadente” – il capomafia ha avuto già diversi problemi cardiaci – si potrebbe pensare di attenuare queste condizioni di detenzione.
Fonte: Maggiani Chelli: Riina collabori con la giustizia. Solo cosi’ possibile alleggerire 41 bis
Il capo di “Cosa nostra”, Salvatore Riina, ci riprova. Questa volta pare pensare alla richiesta di grazia con l’aiuto della Chiesaattraverso l’arcivescovo di Milano.
“E’ malato ed ha 79 anni” lamenta il suo avvocato. Al di là del fatto che della richiesta di grazia il legale non sa nulla, questi suggerisce: si potrebbe pensare ad un alleggerimento del 41 bis e di tutto il sistema detentivo per alleviare le pene dell’anziano boss.
Pare di essere ritornati ai tempi in cui “Totò u’ curto”, tritolo alla mano, chiedeva, attraverso il suo “papello”, alleggerimenti del 41bis. Allora li chiedeva a suon di massacri di bambini e ragazzi, di bombe sotto le chiese. Oggi il lupo si è dipinto le zampette di agnello mentre lancia comunque i suoi messaggi e così noi non gli crediamo.
Anche noi vorremmo un alleggerimento delle condizioni di vita dei nostri invalidi all’80%, maledettamente giovani per non poter più lavorare. Ma a riguardo sono tutti quanti girati dall’altra parte e i giornali non lo scrivono.
Collabori con la giustizia Salvatore Riina, dia la possibilità ai giudici di mandare in galera i “mandanti esterni a cosa nostra” per la strage di via dei Georgofili, così oltre a contribuire ad una grande azione di giustizia verso di noi, e verso l’Italia, potrà passare il resto dei suoi giorni fuori dal regime di 41 bis.
Cordiali salutiGiovanna Maggiani Chelli
Vice Presidente Portavoce
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
Fonte: Rita Borsellino: ‘Richiesta Riina sembra segnale per qualcuno’
“Questa richiesta è talmente inverosimile da non potere essere considerata vera. Del resto Totò Riina ci ha abituato ormai alle sue dichiarazioni tanto estemporanee quanto paradossali”.
E’ questo il commento a caldo di Rita Borsellino in merito alla notizia della presunta richiesta di grazia fatta da Totò Riina.
La sorella di Paolo Borsellino spiega: “A me pare più un segnale, un messaggio lanciato a qualcuno, tutto da interpretare, piuttosto che una richiesta verosimile. Riina non ha mai mostrato alcun segno di pentimento o di revisione delle sue azioni, pertanto ritengo che questa richiesta non abbia alcun senso”.
A.B.Tratto da: livesicilia.it