Due giornalisti coraggiosi (esistono ancora per fortuna in Italia) si sono recati nel Kosovo “liberato” dalla Nato e dall’Onu e, ovviamente, dall’Italia ai tempi di D’Alema. La situazione che descrivono è, se possibile, peggiore di prima dell’intervento. L’unico risultato certo è l’ennesima base americana disseminata nel mondo. In Kosovo, come dicono Romano e Ciulla, la mafia è necessaria per mantenere il controllo, organica al potere. Lo stesso copione dello sbarco degli americani in Sicilia nel 1943. Allora gli Alleati insediarono i mafiosi nelle amministrazioni per controllare il territorio e costruirono le loro basi militari. Nulla è cambiato.
Intervista a Giuseppe Ciulla e Vittorio Romano, autori di “Lupi nella nebbia”:
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