di
Marco Pizzuti
Premessa
Pochi lo sanno ma il sistema con cui viene creato il denaro (il c.d. signoraggio) e il mercato del credito a livello mondiale può essere legittimamente definito il gioco di prestigio più remunerativo che sia mai stato concepito nella storia. Le banche centrali infatti seppur mascherate da enti pubblici dietro altisonanti denominazioni nazionaliste come “Banca Centrale Europea ” o “Banca d’Italia ” sono in realtà società private detenute dal cartello di speculatori più potente e vorace del mondo, ovvero dall’elite globale. Le grandi banche centrali (eccetto formalmente la Banca D’Inghilterra) sono tutte società per azioni completamente in mano a poche esclusive famiglie di banchieri che sono liberi di determinare l’andamento dei cicli economici secondo i loro interessi. Si tratta del segreto meglio nascosto alle masse attraverso il controllo dell’informazione politica, mediatica e universitaria. E ad eccezione delle monete metalliche, che rappresentano solo una infima parte del valore monetario in circolazione ( la cui produzione e coniatura supera spesso il valore nominale ad esse legalmente attribuito), tutto il resto del denaro e del credito viene ora creato dalle banche . Pertanto, i dollari americani su cui è stata stampata la dicitura “Federal riserve” vengono prestati al popolo e al governo USA da speculatori privati [1]. Inoltre, sia le banconote che le monete metalliche costituiscono assieme, meno del 3 per cento dell’offerta monetaria globale poiché il restante 97 per cento viene creato sotto forma di prestiti dalle banche commerciali [2]. Tutto ciò potrebbe essere considerato perfettamente normale se la moneta prodotta dai banchieri e prestata allo stato per coprire il debito pubblico corrispondesse ad una effettiva contropartita materiale di beni, ma così non è affatto. La sovranità monetaria appartiene allo stato e al popolo per costituzione , pertanto, i pezzi di carta stampati da aziende private acquistano valore legale solo in quanto sono le leggi emesse dai “rappresentanti del popolo” ad attribuirgliene. Lo stato quindi potrebbe tranquillamente produrre da solo la moneta (e il credito elettronico) di cui ha bisogno al mero costo di stampa e senza indebitarsi con gli interessi (senza cioè provocare l’aumento del debito pubblico e delle tasse). Eppure nel corso del tempo le nostre corrotte classi politiche hanno trasferito impunemente la sovranità monetaria dal popolo ad una cricca di spregiudicati banchieri privati. Il risultato di questo trasferimento di funzioni vitali per il controllo dell’economia di un paese è che la nazione e le sue istituzioni continuano ad indebitarsi con i membri di una esclusivissima elite. Ciò significa che i banchieri privati che possiedono i maggiori pacchetti azionari delle banche centrali (come la FED americana o la BCE europea), delle grandi corporation e dei mass-media controllano di fatto e di diritto sia i cicli del mercato (e della borsa modiale) che la politica. Nel corso del tempo il debito pubblico nei confronti dei banchieri è aumentato spaventosamente conferendo sempre più potere di controllo sulla cosa pubblica all’elite. E paesi come l’America un tempo indicata universalmente come la culla del benessere deve ai suoi usurai somme ogni anno maggiori che stanno per trasformare il c.d. “sogno americano” in un vero e proprio incubo. Da oltre vent’anni infatti, il tenore di vita della classe media americana ha registrato un costante declino: gli stipendi sono rimasti fermi o sono calati, mentre le opportunità e le certezze che prima davano per scontate sono cominciate a svanire. Per la maggior parte delle famiglie una sola busta paga non è più sufficiente a pagare a saldare i conti; servono ormai due o più stipendi per potersi permettere una casa e una famiglia. E senza una radicale inversione delle attuali tendenze, è improbabile che i giovani lavoratori raggiungano mai un tenore di vita pari a quello dei loro genitori. Buoni impieghi con prospettive future sono sempre più difficili da trovare e la qualità dell’istruzione è sempre peggiore. Le tasse continuano ad aumentare con una previdenza sociale prossima al collasso mentre le pensioni private legate alle solite grandi banche fanno affari d’oro senza offrire alcuna adeguata assistenza ai non abbienti. C’è un clima crescente d’incertezza ed instabilità economica. Nel frattempo la nostra classe politica discute su un ginepraio di ricette economiche che fanno di tutto tranne che affrontare i problemi reali che affliggono i popoli. Le radici del malessere economico vanno infatti cercate nel sistema di gestione dell’attuale sistema monetario e nell’occulto meccanismo di produzione del credito. Occorre quindi puntare il dito contro i poteri forti ma la verità è che nessuno dopo Kennedy ha più avuto il coraggio di farlo.
I proprietari delle banche centrali sostengono tuttavia di gestire onestamente la moneta quando in realtà quest’ultima continua a perdere valore ogni giorno che passa a scapito di chi lavora faticosamente per salari sempre più miserabili a tutto vantaggio dei pochi speculatori che la producono e ne regolano l’afflusso. E a dispetto di quanto affermato da questi ultimi attraverso le catene dei giornali, delle televisioni e dei loro portavoce politici, l’elite finanziaria globale nel corso del tempo non ha fatto altro che generare cicli economici sempre peggiori causando l’abbassamento qualitativo del nostro stile di vita per poi attribuirne le colpe alla corruzione della casta politica. Ma anche se è vero che i c.d. “rappresentanti del popolo sono”, come noto ai meno sprovveduti, solo uomini di potere che appena ottenute le loro cariche di palazzo tanto bramate pensano unicamente ad accumulare privilegi e ricchezze, il fatto di cui non si parla mai a livello mediatico è che la corruzione dai grandi numeri (quella cioè che arreca veramente danno ai conti dello stato) viene alimentata proprio dai poteri forti che dirigono gli organi legislativi dai loro Yachts. Più lo stato sperpera e si indebita attraverso guerre (o c.d. “missioni di pace”) e politiche economico-sociali sbagliate e maggiormente diviene ostaggio dei suoi usurai. Poichè come anzidetto la produzione del denaro è divenuta ormai esclusivo monopolio privato degli azionisti delle Banche Centrali che lo prestano allo Stato ed cittadini con l’aggiunta di un interesse illegittimo. Per questo motivo il denaro viene chiamato anche moneta-debito, e ciò proprio in quanto basato esclusivamente sull’ingiustifato indebitamento del popolo a favore di poche privilegiatissime famiglie di banchieri. Il denaro che tutti abbiamo in tasca insomma è solo carta straccia fatta stampare da uomini d’affari privati (i veri signori del mondo) senza alcuna reale copertura di beni a garanzia di essi esattamente come fossero le banconote utilizzate dal famoso gioco da tavolo “Monopoli”. E il fatto che ad esse sia stato conferito corso legale per legge dai nostri rappresentanti politici non significa affatto che sia stata rispettata la sovranità popolare sulla moneta. Costoro infatti hanno tradito la Costituzione ed ingannato il popolo tenendolo all’oscuro della truffa perpetrata a suo danno. Del resto sono la stessa natura istituzionale della moneta e la sua pubblica funzione a legittimare esclusivamente lo stato a disporne la creazione. Il valore del denaro stampato in realtà dovrebbe venire attribuito direttamente alla collettività senza alcuna voce di debito (”Euroschiavi“, di Antonio Miclavez e Marco Della Luna, Macroedizioni) mentre la sua produzione avrebbe dovuto essere stata rigidamente vincolata alla effettiva copertura di beni reali quali forza lavoro e risorse. In tal modo la tecnica del signoraggio potrebbe essere finalmente sfruttata dallo stato esclusivamente per perseguire scopi pubblici e sociali a tutto vantaggio delle nazioni.
“Dividendo gli elettori attraverso il sistema dei partiti politici, possiamo fare spendere le loro energie per lottare su questioni insignificanti. Di conseguenza, con un’azione prudente abbiamo la possibilità di assicurarci quello che è stato pianificato così bene e portato a termine con tanto successo.”
USA Banker’s Magazine (Rivista dei banchieri americani), 25 Agosto 1924
Un caso per tutti
Per spiegare ciò che succede veramente dietro le quinte della c.d. economia di libero mercato può essere preso ad esempio un eloquente caso giudiziario americano; Nel 1969 una giuria del Minnesota (USA) si trovò a decidere la causa intentata dalla “First National Bank of Montgomery ” contro Jerome Daly portando alla luce alcuni dei retroscena più salienti del c.d. signoraggio bancario [3]. La banca chiedeva il pignoramento della casa dell’imputato in quanto su di essa gravava una ipoteca di 14.000 dollari. Ma cionostante Jerome Daly presentò opposizione al provvedimento esecutivo sulla base del fatto l’istituto di credito non aveva mai versato alcun effettivo corrispettivo di quel debito. Il “corrispettivo” infatti (ovvero la cosa scambiata) è un elemento essenziale per la validità di un contratto e J. Daly che era un avvocato lo sapeva bene. Egli sosteneva pertanto che la banca non aveva scambiato vero denaro per il suo prestito e che quindi sia il negozio giuridico che l’ipoteca erano da ritenersi nulli. Gli atti processuali furono verbalizzati dal giudice ausiliario Bill Drexler nel massimo dello stupore per l’apparente assurdità della teoria difensiva avanzata dall’imputato. Ma quando venne chiamato a testimoniare il signor Morgan , ovvero il presidente della banca in questione, la causa cominciò a prendere una direzione inaspettata. Tutti i presenti in aula rimasero sorpresi quando Morgan ammise candidamente che la banca creava abitualmente “dal nulla” il denaro per i propri prestiti e che si trattava di una procedura bancaria standard. E a quel punto fu lo stesso giudice Martin Mahoney a commentare: “A me sembra un imbroglio ” tra i cenni d’assenso dei giurati. Nel suo memorandum, il giudice Mahoney affermò inoltre quanto segue: “Il querelante ha ammesso che, in collaborazione con la Federal Reserve Bank di Minneapolis, … l’intera somma di 14.000 dollari in denaro alla base del presunto diritto di credito vantato fu creata nei propri registri con annotazioni contabili e che questa era il corrispettivo utilizzato sia per avvalorare la distinta datata 8 maggio 1964 che l’Ipoteca emessa nella stessa data. Come se non bastasse il signor Morgan riconobbe che non esisteva alcuna legge o statuto degli Stati Uniti che gli avesse concesso il diritto di farlo. Il giudice sentenziò quindi che affinchè la distinta in questione potesse ottenere validità legale occorreva l’esistenza di un legittimo corrispettivo a suo fondamento.
Grazie al coraggio e alla correttezza espressa da tutti i membri dell’organo giudicante la corte respinse così la richiesta di pignoramento da parte della banca e l’imputato conservò la propria abitazione. La vittoria di Daily però era sestinata ad avere implicazioni enormi anche nel disvelamento pubblico dei meccanismi che regolano la scandalosa truffa del signoraggio. Inutile quindi aggiungere che il giudice Mahoney morì sei mesi dopo il processo in un misterioso incidente [4] . Da allora sono passati circa quarant’anni e qualche breccia nell’informazione di regime è stata aperta. Più di qualcuno ha cominciato ormai a comprendere che i banchieri estendono il credito senza alcun reale corrispettivo e che pertanto i loro prestiti (se la giustizia non fosse al loro servizio) dovrebbero essere dichiarati giuridicamente nulli. Se lo facessimo l’impero dell’elite finanziaria globale crollerebbe nel giro di pochi giorni ed è quindi chiaro che non ci permetteranno di farlo. Questo è il motivo per cui dal giorno di quella storica sentenza nessun canale d’informazione di livello nazionale e nessun giudice o politico ha più osato smascherare i poteri forti. Successivamente alla clamorosa sentenza del caso Daily molti altri imputati hanno tentato di evitare le inadempienze sul prestito utilizzando lo stesso modello di difesa ma con scarsi risultati. Ed ecco infatti cosa ebbe ad affermare un giudice in via non ufficiale: “Se vi lascio fare questo – a voi e chiunque altro – farebbe crollare l’intero sistema … non posso permettervi di andare a curiosare dietro il bancone … non andremo dietro al sipario ![5]”. Di tanto in tanto però qualcuno rompe il silenzio e quando si tratta di personaggi molto in vista le loro dichiarazioni tornano a far tremare le banche.
“Io credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre libertà di quanto non lo siano gli eserciti permanenti. Essi hanno già messo in piedi un’aristocrazia facoltosa che ha attaccato il Governo con disprezzo. Il potere di emissione deve essere tolto via dalle banche e restituito al popolo, al quale esso appartiene propriamente.”
Thomas Jefferson
Autorevoli rivelazioni scomode
Sir Josiah Stamp , fu presidente della Banca d’Inghilterra e il secondo uomo più ricco del Regno Unito negli anni ‘20 del secolo scorso. Egli in un discorso ufficiale alla University of Texas nel 1927 ebbe a dichiarare: “Il sistema bancario moderno fabbrica denaro dal nulla . Il procedimento è forse il gioco di prestigio più strabiliante che sia mai stato inventato. Le attività bancarie sono state concepite nell’ingiustizia e nate nel peccato … i banchieri possiedono la terra . Toglietegliela da sotto i piedi ma lasciate loro il potere di creare denaro e con un guizzo di inchiostro creeranno abbastanza denaro per ricomprarsela … togliete loro questo grande potere e tutte le enormi fortune come la mia svaniranno, e allora questo sarà un mondo migliore e più felice in cui vivere … ma se volete rimanere schiavi dei banchieri e pagare il costo della vostra schiavitù, continuate a permettere loro di creare denaro e di controllare il credito .”
Robert H. Hemphill , responsabile del Credito presso la Federal Reserve Bank di Atlanta al tempo della Grande Depressione, scrisse nel 1934: “Noi siamo completamente dipendenti dalle Banche commerciali. Qualcuno deve prendere a prestito ogni dollaro che abbiamo in circolazione, in contanti o a credito . Se le Banche creano abbondante denaro sintetico, noi siamo ricchi; altrimenti, facciamo la fame. Non abbiamo assolutamente un sistema monetario durevole . Avendo una visione globale della cosa, la tragica assurdità della nostra posizione senza speranza è quasi incredibile, ma è così. Si tratta del tema più importante sul quale le persone intelligenti possano indagare e rifletterci sopra [6] “.
Graham Towers , governatore della banca centrale canadese dal 1935 al 1955, ammise: “Le banche creano denaro. Servono a questo … il processo produttivo per creare denaro consiste nell’inserire una voce in un registro. Tutto qui … ogni volta che una Banca concede un prestito … viene creato nuovo credito bancario, denaro nuovo di zecca [7]” .
Robert B. Anderson , Segretario del Tesoro sotto la presidenza Eisenhower , rilasciò la seguente intervista alla rivista U.S. News and World Report (pubblicata sull’edizione del 31 agosto 1959): “Quando una banca concede un prestito, essa aggiunge semplicemente al conto di deposito del mutuatario presso la banca l’ammontare del prestito. Il denaro non è preso dal deposito di nessun altro, non è stato versato in precedenza alla banca da nessuno. Si tratta di nuovo denaro, creato dalla banca per essere utilizzato dal mutuatario ”.
L’origine storica della riserva frazionaria
Nell’Europa medioevale il bene di scambio più prezioso era costituito dalle monete d’oro e da porzioni del metallo nobile allo stato grezzo o lavorato. Ma ciononostante lo smercio e la custodia dell’oro presentavano enormi difficoltà pratiche a causa del suo considerevole peso specifico e dalla costante minaccia dei briganti. Questa situazione spinse la maggior parte delle persone benestanti a depositare le proprie monete presso gli orafi/usurai (prototipo dei poteri forti moderni) di origine ebraica (ai cristiani erano vietati i prestiti contro interesse) che disponevano delle casseforti più sicure delle città. Gli orafi a loro volta, emettevano delle comode ricevute cartacee a garanzia del deposito effettuato che potevano essere negoziate dal titolare al posto delle ingombranti monete che rappresentavano. Si trattava quindi del modo più comodo, rapido e sicuro per disporre dei propri soldi. Tali promesse di pagamento venivano poi utilizzate anche quando i clienti si rivolgevano a questi liberi professionisti solo per ottenere un prestito in danaro. E dal momento che i banchieri medioevali (c.d. orafi) sapevano bene che solo una bassissima percentuale di creditori (compresa tra il 10 e il 20 per cento del totale) sarebbe tornata a riscattare materialmente il valore dei propri titoli cartacei, cominciarono a vendere contro interesse note di credito non garantite da nessun patrimonio effettivamente posseduto. Nacque così il concetto di riserva frazionaria (ovvero la quota minima di copertura) con cui gli orafi/usurai riuscivano a lucrare prestando denaro creato dal nulla. Con questo sistema i banchieri medioevali potevano prestare impunemente il denaro molte volte in più di quanto avrebbero potuto effettivamente. E in quei rari casi in cui si trovarono a dover restituire più oro di quanto avevano nei forzieri venivano sostenuti dagli altri usurai di origine ebraica che in questo modo riuscivano a garantire una lucrosa efficienza del sistema. La prima conseguenza dell’uso di questa tecnica (la riserva frazionaria) fu la messa in circolazione di molto denaro in forma cartacea (ovvero ricevute dei prestiti in oro) che non rispecchiava affatto l’effettiva riserva aurifera disponibile. Ad un tasso di interesse del 20 per cento, lo stesso oro prestato cinque volte produceva un rendimento del 100 per cento ogni anno, su oro che gli orafi in realtà non possedevano affatto. Pertanto si trattava solo di una truffa ben congeniata con cui la casta ebraica usuraia riuscì ad acquisire in breve tempo le più grandi ricchezze del continente europeo. Ma mentre gli orafi/usurai creditori prestavano denaro creato dal nulla, i loro debitori erano chiamati a pagare interessi e debiti che divenivano reali per vincoli di legge. E così alla fine accadeva che questi speculatori risultavano creditori di somme ben maggiori di quelle di cui poteva effettivamente disporre l’intera cittadina. Una situazione che vide spesso i cittadini ricorrere sempre a nuovi prestiti di carta moneta per coprire i propri investimenti innescando il dirottamento della ricchezze della città (e alla fine, dell’intero paese) all’interno dei forzieri degli orafi mentre il popolo si copriva gradualmente di debiti [8].
Le banche moderne
Nel diciannovesimo secolo le dinastie dei grandi orafi/usurai medioevali si erano ormai riorganizzate da tempo nel nuovo status di banchieri moderni e vennero autorizzate dai soliti “politici amici” ad emettere banconote con valore legale in quantità fino a dieci volte superiori alle proprie riserve aurifere. Tutto ciò continuava ad essere reso possibile grazie al collaudato trucco contabile (questa volta autorizzato per legge) della “riserva frazionaria ”. In tal modo quindi solo una frazione dei depositi complessivamente gestiti dalla banca venivano effettivamente mantenuti come “riserva” per far fronte alla domanda di oro o di soldi contanti da parte dei depositanti. Ma nel 1913 i grandi banchieri internazionali si fecero ancora più furbi e con il pretesto di dare maggiore stabilità al sistema economico riuscirono a monopolizzare l’emissione del denaro americano grazie alla creazione di una unica grande banca centrale a cui venne riconosciuto l’esclusivo diritto di stampare nuova moneta per il popolo e il governo USA. Attraverso l’istituzione della Federal Riserve (c.d. FED) i super banchieri di origine ebraica divennero così gli unici in grado di manipolare artificialmente l’andamento del mercato semplicemente estendendo o restringendo le condizioni di credito del circuito bancario. Le banconote emesse dalla Fed al semplice costo di stampa, divennero poi la base dell’offerta monetaria nazionale e appena vent’anni dopo l’America si trovò ad affrontare la più grave depressione speculativa della sua storia. Il drammatico crollo dei mercati azionari del ’29 infatti venne provocato proprio da quei banchieri della FED che avevano promesso di garantire la stabilità economica. L’offerta di denaro venne bloccata dalla banca cantrale mediante l’introduzione di norme talmente restrittive nella gestione del credito che le piccole e medie banche concorrenti furono costrette a chiudere i battenti insieme alla stragrande maggioranza delle imprese rimaste a corto di liquidità. I banchieri della FED poterono così impadronirsi delle aziende fallite o in fallimento a prezzi stracciati mentre il loro uomo alla Casa Bianca, il Presidente Franklin Roosevelt (gran maestro massone) approvò una legge (nel 1933) con cui sganciava la banca centrale dall’obbligo di conversione del valore dei dollari in oro (c.d. gold standard) come pretesto per risollevare il mercato dalla depressione. Terminata la “grande abbuffata” degli speculatori, la FED tolse le norme restrittive sul credito che avevano ingrassato i suoi conti e ridotto in miseria l’America. Oggi la Federal Reservecui hanno bisogno sono costretti ad indebitarsi emettendo delle obbligazioni (come i classici buoni del tesoro) a garanzia di pari importo, oltre naturalmente al pagamento degli interessi. In questo modo il debito dello stato nei confronti dei suoi strozzini privati continua a crescere inesorabilmente finendo per stringere la cosa pubblica nel loro abbraccio mortale (enti pubblici svenduti alle banche per far fronte al debito pubblico). E tutto ciò nonostante il fatto che lo stato potrebbe tranquillamente stamparsi da solo la sua moneta! Le masse dovrebbero capire una volta per tutte che s sfrutta ancora la tecnica della “riserva frazionaria” e senza avere più neppure l’obbligo di detenere alcuna copertura aurifera. Viceversa gli stati per ottenere i prestiti di e ad un gruppo senza scrupoli (non esiste categoria di persone al mondo più spregiudicata dei banchieri) viene consentito di stampare il denaro di una nazione, esso userà poi questo denaro per assicurarsi il controllo dei media (manipolazione dell’opinione pubblica) e dei politici (con corruzione e minacce) assumendo inevitabilmente anche il controllo sul popolo stesso.
“datemi il controllo della moneta di una nazione e non mi importa di chi farà le sue leggi”
Mayer Amschel Rothschild (attualmente la sua discendenza controlla la FED)
The Jewish Encyclopedia Volume X, 1905 (P. 494)
Speculare con l’inflazione
Un altro strumento legale di speculazione in mano ai banchieri che esercitano di fatto la sovranità monetaria è l’inflazione. Ed è sufficiente verificare alcuni dati dell’economia USA (ma vale per tti gli stati) per rendersi conto di quanto sia insostenibile l’attuale situazione. Il c.d. “M3”, ovvero l’indicatore della massa monetaria prodotta per gli Stati Uniti balzò dai 3.700 miliardi di dollari del 1988 ai 10.300 miliardi del 1992, data in cui la Fed smise di pubblicizzare queste cifre. La decisione di non rendere pubbliche queste informazioni (citaz. John Williams da “Shadow Government Statistics”http://www.shadowstats.com) ebbe il chiaro scopo di occultare la realtà scandalosa di questi dati. Se infatti osserviamo l’andamento del mercato nel corso del tempo scopriamo subito che con il passare degli anni il costo dei beni aumenta in quanto la creazione di nuovo denaro ne svaluta implicitamente il valore favorendo ingiustamente chi lo produce (il quale ne può disporre in qualità illimitate a costo zero) a scapito di chi lo ha guadagnato lavorando onestamente. Una maggior quantità di denaro che compete per gli stessi beni fa inevitabilmente aumentare i prezzi sottraendo così ai popoli sempre più potere d’acquisto dal loro denaro (almeno il 100% in 14 anni). E come se non bastasse talvolta le banche centrali stampano moneta senza che sia neppure possibile verificarne il quantitativo effettivamente emesso in quanto, come avviene ad esempio con l’Euro, le banconote sono addirittura prive di numerazione progressiva . I numeri stampati su queste ultime infatti sono codici con altre funzioni ed è quindi persino materialmente possibile che la BCE stampi più biglietti di quanti ne dichiari effettivamente (“Euroschiavi”, p.248) . Ciononostante, la colpa dell’inflazione sfrenata viene sempre attribuita al governo di questa o quella fazione politica (il c.d. teatrino della politica) distogliendo l’attenzione pubblica dai reali problemi dell’economia globale (e spesso ignorati persino dai politici). La verità è che la rete di massoni che occupa come un esercito trasversale le poltrone della politica ha approvato da tempo le leggi che favorivano i loro padroni banchieri derubando al popolo una delle sue funzioni più importanti, la sovranità monetaria. Pertanto la crescita del debito pubblico e dell’inflazione sono ormai divenuti inarrestabili finendo per “costringere” (ovvero agevolare) i corrotti politici di turno a privatizzare gli enti pubblici e a tagliare la spesa sociale. In questo modo, l’assistenza sanitaria, le pensioni e qualsiasi altra forma di previdenza pubblica passeranno presto nelle mani dei banchieri illuminati che stanno preparando l’avvento del nuovo ordine mondiale.
Nel 1816 Thomas Jefferson scriveva a John Madison (10° presidente americano, 1841-45): “..se il popolo americano permetterà mai alle banche private di gestire l’emissione della sua moneta, allora, alternando inflazione e deflazione, le banche e le società finanziarie che cresceranno intorno ad esse, spoglieranno il popolo di ogni proprietà, sinchè i suoi figli si sveglieranno senza un tetto nel continente che i loro padri conquistarono… Credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per la nostra società che eserciti in armi… il potere di emissione dovrebbe esser tolto alle banche e restituito allo Stato , a cui esso propriamente appartiene”.
Lascia o raddoppia
Poiché l’offerta monetaria è creata dalle banche stesse queste ultime devono continuamente immettere nuove banconote sul mercato per pagare l’interesse dovuto ai banchieri. E ciò significa che 1 dollaro prestato al tasso d’interesse del 5 per cento si traforma in 2 dollari dopo appena 14 anni. Di conseguenza l’offerta della moneta deve necessariamente raddoppiare ogni 14 anni solamente per coprire l’interesse dovuto sul denaro prestato! Le cifre dichiarate dalla Federal Reserve confermano infatti che dal 1959 in poi (anno in cui la Fed ha iniziato a fornire i dati), la massa monetaria (o M3) è più che raddoppiata ogni 14 anni [10]. Ciò significa che dopo appena 14 anni le banche convogliano in interessi tanto denaro quanto ne era presente nell’intera economia 14 anni prima . Questo tributo viene pagato in termini di debito pubblico e di svalutazione del potere d’acquisto dei cittadini con una truffa legalizzata dai loro burattini politici . La sovranità monetaria spetta al popolo in quanto è la collettività stessa a riconoscere con le sue leggi valore a dei pezzi di carta un valore intrinseco che altrimenti non avrebbero. Pertanto è chiaro che la privatizzazione del denaro è la causa fondamentale della povertà, della schiavitù economica, dei governi senza fondi e di una classe dominante oligarchica che si oppone ad ogni tentativo di farle allentare la stretta dei banchieri sulle redini del potere. Il problema può essere risolto solamente invertendo il processo che lo ha creato facendo emettere il denaro necessario al fabbisogno pubblico direttamente dallo stato in forma di credito e non di debito come è avvenuto sino ad ora. Il vero padrone della ricchezza prodotta dalla nazione sono i cittadini e non certo i banchieri. Il Parlamento deve riprendersi la sovranità monetaria e cominciare a far battere moneta ai funzionari dello stato nel più rigoroso rispetto dei programmi di bilancio. Per evitare nuovi episodi di corruzione sulla spesa pubblica (fino ad ora utilizzata come fondo cassa per mafia e clienteralismo) gli amministratori dello stato (deputati e dirigenti) dovranno rispondere penalmente e civilmente dei progetti di spesa rispettivamente approvati quanto della loro corretta esecuzione. Contestualmente deve essere abolito l’uso della “riserva frazionaria” da parte dei banchieri privati (mentre rimane esclusiva prerogativa dello stato) limitando le banche a prestare solo la moneta di cui effettivamente dispongono. Se infatti il potere di creare denaro (e quindi ricchezza) ritornasse al governo, il debito pubblico potrebbe essere rapidamente estinto insieme alle tasse più ingiuste ed esose.
La nazionalizzazione di facciata della Banca d’Inghilterra
Peraltro, il fatto che una banca centrale venga formalmente nazionalizzata non significa affatto che la sovranità monetaria sia effettivamente tornata nelle mani dello stato. Un caso esemplare in tal senso è quello rappresentato dalla Banca d’Inghilterra che seppur nazionalizzata nel 1946 ha lasciato i guadagni e tutto il potere decisionale reale nelle mani dei soci azionisti privati. Anche in Gran Bretagna infatti sono sempre le banche private a creare il 97 per cento dell’offerta monetaria sotto forma di prestiti [9].
Nascita della banca centrale americana

John Pierpont Morgan 1837-1913 Paul Moritz Warburg 1868-1932 John Davison Rockefeller 1839-1937
Nei primi anni del ‘900, il mondo dell’alta finanza era già stato completamente egemonizzato da quattro famiglie di origine ebraica, i Rockefeller, i Morgan, i Warburg e i Rothschild . Queste ultime esercitarono pressioni sul governo americano affinchè disponesse per legge la costituzione di una unica grande banca centrale di loro proprietà, la Federal Reserve. Un progetto ambizioso che però doveva fare i conti con una opinione pubblica non disposta a correre i gravi rischi di una concentrazione monetaria nelle avide mani di pochi rinomati speculatori. E per fare in modo che il popolo “digerisse” un provvedimento del genere i grandi banchieri generarono un problema economico insormontabile a cui offrire la loro soluzione. J. P. Morgan, considerato un luminare della finanza si servì così della sua enorme influenza nel mondo bancario per diffondere voci incontrollate sull’insolvenza e l’imminente fallimento dei grandi istituti di credito (citaz. Dossier “Zeitgeist the movie” , 2007, 3 parte) . Morgan sapeva infatti che ciò avrebbe provocato un’isteria collettiva generalizzata e la corsa dei risparmiatori a ritirare in massa il denaro dai propri conti. Le banche furono allora costrette a far rientrare tutti i crediti che fino ad allora avevano concesso costringendo i beneficiari a vendere le proprie proprietà innescando una spirale di bancarotte, sequestri di beni e disordini sociali. Successivamente al disastro, lo storico di origine ebraica Frederick Lewis Allen dichiarò quanto segue sulla celebre rivista “Life” : “Gli interessi dei Morgan hanno avuto la meglio dal panico del 1907 guidandone astutamente la diffusione” (ibidem) . E come previsto e programmato dai banchieri, al panico del 1907 seguì l’apertura di una inchiesta del Congresso a capo della quale venne nominato il senatore Nelson Aldrich, un uomo di fiducia dei cartelli bancari che entrò a far parte della famiglia Rockefeller. La commissione diretta da Aldrich propose poi l’istituzione di una banca centrale ufficialmente “deputata” ad impedire che si verificassero altri crack finanziari come quello del 1907! I banchieri internazionali avevano fatto il loro gioco e il popolo stava per cadere in trappola. Pleonastico quindi aggiungere che la proposta venne accettata dal congresso e istituita in gran fretta dal Presidente massone Woodrow Wilson il 23 dicembre del 1913 (citaz. http://en.wikipedia.org/wiki/Warburg_family). Ma per capire esattamente come si arrivò a tanto bisogna fare un passo in dietro nella storia ed esaminare i retroscena. Nel 1910 ci fu un incontro segreto nella tenuta di J. P. Morgan sull’isola di Jekill al largo della costa della Georgia e fu li che in realtà venne redatta la proposta di legge per far nascere la banca centrale americana a cui in seguito diedero il nome sibillino (si volle così lasciar intendere alle masse che si trattava di una istituzione Federale, cioè pubblica) di “Federal” Reserve.
Il provvedimento normativo in questione si chiamò “Federal Riserve Act” ma venne scritto dai banchieri e non dai legislatori del congresso. L’incontro venne tenuto segreto sia ai membri del governo che all’opinione pubblica e i membri che parteciparono alla stesura dell’atto normativo adottarono addirittura dei nomi in codice (citaz. “Zeitgeist The Movie”, 2007, parte 3) . Una volta approntata la legge venne trasmessa al senatore Nelson Aldrich , (il referente politico dei banchieri) affinché la facesse approvare dal Congresso. Nel 1913 venne eletto Presidente il massone Woodrow Wilson con il forte sostegno dei poteri forti che gli finanziarono la campagna elettorale in cambio della promessa che una volta a capo del governo avrebbe firmato il “Federal Reserve Act” (ibidem). E fu così che il 23/12/1933, ovvero nel pieno delle festività natalizie, venne approvata l’istituzione della banca centrale mentre il giorno della vigilia, (era appunto il 24/12/1933) si passò all’approvazione del suo scandaloso regolamento. E’ bene ricordare che tutto ciò avvenne proprio quando la maggior parte dei membri del congresso era a casa con la propria famiglia e che W. Wilson non si fece alcuno scrupolo nel promulgarlo in legge esecutiva (avrebbe invece potuto tranquillamente porre il veto). Tuttavia, alcuni anni dopo questi fatti, fu lo stesso Presidente a rendersi conto di essere stato usato come un burattino dichiarando rammaricato: “La [nostra] grande nazione industriale è controllata dal suo sistema creditizio. Il nostro sistema creditizio è concentrato nelle mani dei privati. La crescita e le attività della nazione sono quindi nelle mani di pochi uomini, i quali per forza di cose, a causa dei loro stessi limiti, frenano, controllano, distruggono la genuina libertà economica. Siamo diventati uno dei governi peggiori, uno dei più controllati e dominati del mondo civilizzato. Non più un governo basato sulla libertà di opinione, non più un governo degli ideali e del voto di maggioranza, bensì un governo basato sul giudizio e le costrizioni di piccoli gruppi dominanti”. Ed infatti, il membro del Congresso Louis McFadden affermò quanto segue subito dopo l’approvazione del “Federal Reserve Act”: “Qui è stato fondato un sistema bancario mondiale…un sovra-stato controllato dai banchieri internazionali che agiscono assieme per schiavizzare il mondo secondo i propri interessi. La Fed ha usurpato il governo”. Viceversa i mass media dissero alla gente che la banca centrale era indispensabile se si voleva raggiungere la stabilità economica e che quindi inflazione e crisi economiche erano ormai solo incubi del passato. Ma se da una parte i giornalisti si prodigavano ad annunciare al popolo l’avvento di una nuova era iniziata all’insegna della c.d. “Financial stability”, dall’altra, l’impietoso tribunale della storia dimostrò il contrario. Una volta assunto il controllo assoluto della moneta, la FED cominciò infatti a porre in atto una serie di azioni speculative che gli di “sbranare” letteralmente il libero mercato. Tra il 1914 e il 1919 ad esempio, la FED aumentò l’offerta di moneta del 100% che si tradusse in un’ampia apertura di credito che coinvolse anche le banche minori e i loro clienti. Successivamente però diede corso alla seconda parte del piano, e così nel 1920 ritirò improvvisamente una notevole quantità del denaro in circolazione costringendo i piccoli istituti di credito a far rientrare i crediti concessi provocando per l’ennesima volta bancarotte e prelievi di massa agli sportelli. In questo modo, oltre 5400 banche esterne al sistema della FED vennero spazzate via mentre i suoi spregiudicati banchieri consolidarono definitivamente il loro monopolio sull’economia. Visto ciò che era successo, il membro del Congresso Lindbergh dichiarò nel 1921: “Tramite il Federal Reserve Act viene creato il panico in modo studiato. Quello attuale è il primo caso di panico scientemente programmato , concepito allo stesso modo di un’equazione matematica”. L’ondata di panico del 1920 tuttavia fu solo una piccola avvisaglia di ciò che i banchieri stavano progettando, ovvero le prove generali di una crisi dall’impatto sociale devastante. E così tra il 1921 e il 1929 la FED aumentò di nuovo la massa monetaria in circolazione provocando ancora una volta una rapida espansione. Contestualmente fece la sua comparsa sul mercato azionario un nuovo tipo di prestito “molto vantaggioso” denominato “prestito a margine ”. Si trattava di un prodotto finanziario che consentiva all’investitore di versare solo il 10% del prezzo di un titolo mentre il restante 90% veniva prestato da un intermediario. Uno specchietto per le allodole che consentiva a chiunque di possedere 1000 dollari di azioni spendendone solo 100! Ed infatti un simile tipo di prestito si diffuse molto rapidamente durante tutti i “ruggenti” anni ’20. Ma proprio quando tutti sembravano far soldi investendo sui titoli azionari venne fuori il “trucco”. Il pagamento del prestito per il restante 90% del valore di un titolo poteva cioè essere richiesto in qualsiasi momento e doveva essere saldato entro 24! Questa facoltà dell’intermediario di richiedere improvvisamente il pagamento venne a sua volta denominata “chiamata di margine addizionale” e il suo esercizio normalmente determina la vendita dei titoli acquistati a credito. Insomma il prestito a margine non era che l’ennesima truffa al popolo per scatenare al momento opportuno un’ondata di insolvenze e fallimenti. E così, J.D. Rockefeller e Bernhard Barack pochi mesi prima dell’ottobre del 1929 e altri “insider” si defilarono silenziosamente dal mercato. Giunto il 24 ottobre del 1929, i finanzieri Newyorkesi cominciarono quindi a tirar su le loro reti, ovvero a reclamare il pagamento dei c.d. prestiti a margine. Ed esattamente come programmato, l’improvvisa richiesta di denaro provocò una massiccia ondata di vendite di questi titoli e la corsa agli sportelli bancari per prelevare moneta e saldare i debiti. Tutto ciò provocò il crollo di oltre 16.000 banche! Consentendo ai soliti grandi banchieri di acquistare aziende e istituti di credito falliti a prezzi stracciati. Non ancora soddisfatti, i banchieri della FED invece di aumentare la quantità di moneta in circolazione per consentire la ripresa dell’economia americana ormai in ginocchio, la diminuì ulteriormente alimentando la più grande depressione economica della storia d’America. Indignato per la situazione, Louis McFadden, un acerrimo oppositore dei cartelli bancari diede inizio alle procedure d’impeachment contro il Consiglio della FED affermando quanto segue a proposito della crisi del ’29: “Si è trattato di un evento attentamente pianificato. I banchieri internazionali hanno cercato di generare una condizione di disperazione dalla quale sarebbero emersi come i nostri padroni assoluti”. Non può quindi sorprendere il fatto che dopo avere subito due tentativi di assassinio, McFadden sia stato avvelenato durante un banchetto prima che riuscisse ad attivare la procedura dell’impeachment. E come se non bastasse, dopo la sua morte i banchieri della FED fecero abolire anche il “Gold Standard” , ovvero l’accordo che garantiva la convertibilità in oro della moneta. Ci riuscirono grazie al pretesto di far uscire l’America dalla grande depressione e alla conseguente approvazione di un provvedimento datato 5 aprile 1933. Quest’ultimo obbligava infatti gli americani a consegnare al Tesoro tutto l’oro di cui ancora disponevano a pena di 10 anni di reclusione per i trasgressori! Subito dopo venne abrogato il “Gold Standard” e la moneta divenuta non convertibile divenne mera carta straccia! Valida per legge. E l’unica cosa idonea a condizionarne il valore d’acquisto è la quantità che ne viene immessa in circolazione. Pertanto, chi ne regola la massa di produzione ne stabilisce anche l’effettivo potere d’acquisto e attraverso la manipolazione scientifica di esso può speculare sulle crisi economiche provocate a danno delle nazioni. Ciò che la gente deve capire è che la FED e tutte le banche centrali più potenti del mondo (ovvero le uniche in grado di determinare l’andamento economico globale) sono in mano ad una infima elite di banchieri privati “illuminati” che prestano soldi creati dal nulla gravati da interesse ai vari governi. Le banche centrali inoltre, grazie alla complicità e alla sudditanza della classe politica godono ormai di uno status giuridico incostituzionale, sono considerate insomma enti sovranazionali non soggetti ad alcun potere di controllo da parte delle istituzioni pubbliche!
La Federal Income Tax

I coniugi Brown
Nel 2007 i telegiornali e i grandi media italiani cominciarono a diffondere alcuni servizi giornalistici sulla storia di due “obiettori fiscali” americani che si erano barricati in casa armati per non pagare la “Federal Income Tax”
(http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/08_Agosto/15/stati_uniti_evasori_barricati_casa.shtml ) .
Tutti questi reportage però non spiegavano affatto l’effettivo fondamento di una simile protesta e pretendevano di far apparire la coppia di coniugi come persone che avevano semplicemente “perso la testa” aggiungendo poi che l’FBI evitava di provocare una sparatoria solo per buon senso. Si tratta di un classico esempio con cui i media deformano e occultano le informazioni per manipolare la pubblica opinione a favore dello status quo. Ecco infatti come riportarono la notizia alcuni importanti quotidiani italiani:
“ Il mix di rivolta antisistema che i Brown sono riusciti a creare ha dell’incredibile, giovani no global amanti delle teorie della cospirazione vanno a braccetto con miliziani di ultradestra che promettono di accorrere in aiuto carichi di pistole e fucili automatici se ci sarà l’assalto dei federali” –
La Repubblica, 23 luglio 2007 (http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/esteri/evasori-usa/evasori-usa/evasori-usa.html ) .
“Resta comunque la faccenda imbarazzante del «circo», che sta esasperando la popolazione di Plainfield e mette in ridicolo le autorità. Di tanto in tanto, con la dovuta cautela, gli uomini dell’FBI tentano di avvicinarsi alla villa per «ragionare», ma vengono accolti da una raffica di fucilate (legali) di avvertimento e devono tornare indietro. Gli ordini, come è ragionevole, sono di evitare gli spargimenti di sangue e di tentare con ogni mezzo la strada della persuasione: o il pagamento delle tasse con gli interessi, o i cinque anni di carcere. Ma la strana coppia non ci pensa neppure”.
Il Corriere della Sera, 17 agosto 2007
(http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/08_Agosto/15/stati_uniti_evasori_barricati_casa.shtml )
Ma se invece di credere a certe castronerie andiamo ad approfondire cosa c’è dietro questa storia scopriremo “l’arcano”. Edward Brown Lewis e sua moglieElaine infatti costituiscono in realtà solo la punta di un iceberg composto da centinaia di migliaia di cittadini americani “Tax Protestor” che si rifiutano di pagare una tassa incostituzionale per i debiti illegalmente contratti con i banchieri privati della Federal Reserve. E la verità quindi è che il Congresso USA oltre ad avere approvato il “Federal Reserve Act” ha introdotto anche una tassa federale sul reddito totalmente illegittima solo per pagare gli interessi alla FED. Una salasso pecuniario che viene ugualmente riscosso grazie all’ignoranza della popolazione in materia e alla complicità di media e istituzioni. Ma nonostante i grandi canali d’informazioni non lo dicano, l a federal income tax è illegale a tutti gli effetti in quanto si tratta di una tassa diretta non proporzionale che viola il principio costituzionale americano secondo cui tutte le imposte dirette devono essere proporzionali. E come se no bastasse non è mai stato raggiunto neppure il numero legale degli stati necessario alla ratifica dell’emendamento (citaz. “Zeitgest The Movie”, 2007, parte 3) , un fatto questo citato anche in alcune sentenze giudiziarie recenti come questa: “Se esaminate il 16° emendamento attentamente, scoprirete che non fu mai ratificato da un numero sufficiente di Stati” – sentenza della Corte Distrettuale USA, giudice James C. Fox, 2003. Ciononostante con la suddetta tassa viene detratto circa il 25% del reddito medio del lavoratore e di conseguenza occorrono almeno tre mesi l’anno per adempiere a questa tassa “obbligatoria”. Soldi che poi sono destinati a pagare l’interesse sulla moneta emessa in modo fraudolento dalla Federal Reserve, ovvero, che finiscono direttamente nelle tasche della cupola dei banchieri internazionali. E anche se i governi USA assicurano la legalità della Federal Income Tax, non esiste alcuno statuto o legge che impone il pagamento di questa tassa. Una realtà che emerge chiaramente dalle parole di Joe Turner , un ex avvocato costituzionalista americano che si licenziò dal suo compito istituzionale proprio per questo motivo: “Ovviamente mi aspettavo che esistesse di sicuro una legge, da potere indicare nel testo giuridico, che obblighi alla compilazione della dichiarazione dei redditi. Certo che esiste, pensavo. Ma non riusciiì a trovare lo statuto che obbligasse esplicitamente una persona, o per lo meno io non lo trovai e così anche molte persone che conosco, e così non ebbi altra scelta se non quella di licenziarmi. Da quando mi sono licenziato, non ho più compilato una dichiarazione dei redditi.” (citaz. “Zeitgest The Movie”, 2007, parte 3) . A conferma delle sue affermazioni esiste anche la testimonianza di Sherry Jackson, un’altra autorevole costituzionalista: “Basandomi sulle ricerche ancora in corso che iniziai durante l’anno 2000, non ho trovato quella legge. Ho domandato al Congresso, a molti agenti dell’IRS [agenzia delle entrate USA], agli assistenti del Commissario dell’IRS….Ma non possono rispondermi, perché se lo fanno, il popolo americano saprebbe che tutto questo è una frode. Non compilo una dichiarazione dei redditi dal 1999” (ibidem) . La Federal Income Tax insomma, non è altro che uno dei raggiri concepiti dell’elite per ridurre progressivamente in schiavitù l’intera nazione americana. Vale infatti la pena ricordare che allo stato attuale il popolo americano è gravato dal debito pubblico più oneroso del mondo e che le guerre in cui viene coinvolto con i pretesti più assurdi e puerili (portare la pace e la democrazia, sconfiggere il terrorismo etc. etc.) non servono ad altro che alimentare potere e controllo dell’elite.
Il liberismo selvaggio promosso dall’elite
Stando alle teorie economiche liberiste attualmente più accreditate, qualsiasi funzione pubblica direttamente svolta dallo stato è destinata ad essere costosa, inefficiente e di pessima qualità. La soluzione che queste propongono è allora sempre la stessa, liberalizzare. Ovvero vendere ai privati (quindi ai grandi banchieri che monopolizzano il mercato) tutti gli enti pubblici delegando a questi anche lo svolgimento dei servizi dello stato mediante le classiche gare d’appalto (il cui risultato viene frequentemente aggiustato dai soliti comitati d’affari). Ma se fino ad oggi una simile ricetta si prefigura effettivamente come la migliore ciò lo si deve semplicemente al fatto che l’elite si è adoperata da secoli per impedire che lo stato funzioni. Ma in realtà per far divenire efficienti gli enti pubblici sarebbe sufficiente applicare ad essi le stesse condizioni lavorative adottate dalle società private, premiando cioè i meritevoli e licenziando i fannulloni. I manager dello stato inoltre dovrebbero essere i primi a dover rispondere con i propri beni personali dei deficit di gestione di cui sono responsabili secondo regole molto più severe di quelle applicate fino ad ora. L’amministrazione della cosa pubblica insomma dovrebbe avvenire secondo la regola della responsabilità diretta, sia per quanto riguarda i vantaggi che per quanto concerne gli svantaggi. Occorre insomma creare le condizioni per cui un pubblico incarico di rilievo non sia più considerato un privilegio per i soliti personaggi corrotti ma per far questo sarà indispensabile gravarlo di norme così severe da allontanare i furbi e fare largo ai capaci.
Falsi in bilancio a norma di legge!
Grazie alle leggi approvate nel corso del tempo dalla nostra corrotta casta politica, le Banche centrali sono state autorizzate a registrare come voce passiva (quindi come un debito) del proprio bilancio l’intero valore nominale del denaro da loro stampato (a costi irrisori) e poi prestato allo stato dietro corrispettivo (obbligazioni di stato e tasso d’interesse). Ma in realtà esso costituisce a tutti gli effetti un incremento patrimoniale e quindi si tratta solo di una colossale truffa e di una elusione fiscale perfettamente legalizzate e accettata per tradizione da tutti i governi delle nazioni. Questo sistema truffaldino nasce tuttavia da una precisa ragione storica su cui è necessario tornare con una breve sintesi. Nel periodo in cui le banche emettevano ancora denaro in base alle proprie riserve aurifere che ne garantivano la convertibilità in oro, i banchieri ascrivevano giustamente all’attivo la riserva aurea posseduta e al passivo (quindi come debito), la quantità di denaro emesso. E poiché la banca emittente era tenuta a garantire tale convertibilità in oro, le banconote costituivano effettivamente un debito per la banca, ossia una passività (a cui si aggiungeva il costo di stampa). Ma da quando la convertibilità in oro delle banconote è stata soppressa, il denaro emesso dalle banche centrali non possono più costituire in alcun modo un debito. Pertanto le banconote così prodotte dovrebbero poter costituire solo una voce attiva su cui pagare le tasse, ovvero l’esatto contrario di ciò che le banche centrali fanno figurare nei propri bilanci. I banchieri classificano inoltre tali importi alla voce “attività ” quando più gli fa comodo. Se infatti dichiarassero sempre tale denaro come passività non potrebbero giustificare la richiesta di pagamento degli interessi che pretendono dallo stato (quindi al popolo attraverso le tasse). Di fronte a questo problema fondamentale per la prosperità economica delle nazioni, i partiti politici, i sindacati e le istituzioni (eccezion fatta per qualche magistrato) restano completamente inerti per timore dei poteri forti, ma perlopiù sono complici attivi che ricevono privilegi e denaro in cambio della loro omertà. Ma ciononostante, l’aver tolto la sovranità monetaria dallo stato per trasferirla a un soggetto privato come la Banca Centrale Europea o la Fed americana è un atto palesemente contrario a tutte le costituzioni che proclamano solennemente la sovranità popolare. Pertanto la cessione con legge ordinaria delle sue funzioni essenziali a dei soggetti privati dovrebbe essere dichiarata nulla ed inefficace dalla magistratura. Esistono tuttavia correnti di pensiero a conoscenza del signoraggio che ne sostengono la legittimità. Per costoro infatti il trasferimento della sovranità monetaria a soggetti terzi si pone come un provvedimento necessario in quanto la casta politica (ormai sinonimo di corruzione) è totalmente inaffidabile e consegnare la sovranità monetaria nelle sue mani genererebbe sicuramente disastri economici da iperinflazione poiché tenderebbe a stampare sempre nuovo denaro solo per accontentare l’elettorato. Si tratta però solo di dottrine economiche propagandate dagli autorevoli portavoce della stessa elite per far credere alla gente che la cessione della sovranità monetaria ai loro funzionari sia il “male minore”. In realtà infatti i banchieri privati che governano la ricchezza del mondo non la potranno mai gestire a favore del popolo perché ciò sarebbe contro i loro interessi. Più lo stato si indebita e più loro ci guadagnano in termini di soldi e potere. Pertanto, l’elite come dimostra il materiale esplosivo raccolto in questo volume è praticamente all’origine di tutti i peggiori mali del mondo, compreso il lavaggio del cervello delle masse da essa perpetrato attraverso il monopolio dei mezzi d’informazione. Ciononostante esistono ancora persone che per ignoranza e/o ingenuità sono ancora disposte a credere alla favola che l’attuale sistema sia la migliore soluzione!
Indipendenza, segretezza e impunibilità dei banchieri
Le masse sono state tenute all’oscuro persino del fatto che le banche centrali godono di assoluta indipendenza e autonomia dalle autorità politiche dei popoli sovrani e che i loro alti funzionari sono protetti da garanzie di impunibilità addirittura superiori a quelle concesse a qualsiasi altro parlamentare democraticamente eletto. Tutte le riunioni e le decisioni importanti in tema di politica monetaria avvengono quindi nel massimo riserbo senza che nessun organo giudiziario dello stato possa effettuare intercettazioni o indagini sul corretto svolgimento delle attività bancarie! La Federal Reservenon ha un proprio bilancio e non è neppure soggetta a revisione contabile americana ad esempio (la banca centrale) controlla l’intero sistema monetario USA senza dovere rendere conto a nessuno del proprio operato. Il suo potere è pressoché illimitato poiché nessuna commissione governativa ha il potere di controllare il corretto e onesto svolgimento di una funzione pubblica così importante. La Fed infatti
(citaz. “Euroschiavi ”, Marco Della Luna e Antonio Miclavez, Arianna Editrice)!
Per quanto concerne invece la BCE, sappiamo che essa è di proprietà degli azionisti delle banche centrali private dei Paesi aderenti. Si tratta quindi di un soggetto privato che come espressamente stabilito nel trattato di Maasticht viene sottratto ad ogni controllo da parte degli organi istituzionali dell’Unione Europea. Pertanto, con la sigla del celebre accordo si è finito per considerare la BCE alla stregua di un soggetto sovranazionale ed extraterritoriale. La perdita delle sovranità monetaria e legislativa per gli Stati membri in campo monetario , (parte essenziale della sovranità nazionale) da parte degli Stati europei, è stata stabilita in maniera irrevocabile dagli artt. 105 e 117 del Trattato di Maastricht.
Il Protocollo sul SEBC all’art. 7, ricalcando l’art. 107 del Trattato, stabilisce infatti: “-Indipendenza – Conformemente all’articolo 107 del trattato, nell’esercizio dei poteri e nell’assolvimento dei compiti e dei doveri loro attribuiti dal trattato e dal presente statuto, né la BCE, né una Banca centrale nazionale, né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni o dagli organi comunitari, dai Governi degli Stati membri né da qualsiasi altro organismo. Le istituzioni e gli organi comunitari nonché i Governi degli Stati membri si impegnano a rispettare questo principio e a non cercare di influenzare i membri degli organi decisionali della BCE o delle Banche centrali nazionali nell’assolvimento dei loro compiti”.
Il medesimo Protocollo stabilisce anche il diritto di segretezza (ossia di non rendere pubbliche le ragioni di ciò che decidono sulla testa dei cittadini europei) per i signori della BCE:
“10.4. Le riunioni hanno carattere di riservatezza. Il Consiglio direttivo può decidere di rendere pubblico il risultato delle proprie deliberazioni”. Peraltro, l’art. 12 del Protocollo, che si intitola beffardamente “Responsabilità degli organi decisionali “, non prevede in realtà alcuna responsabilità.
L’art. 16 del Protocollo sancisce invece la perdita di sovranità monetaria degli Stati in favore dei banchieri centrali europei: “Conformemente all’articolo 105 A, paragrafo 1 del trattato, il Consiglio direttivo della BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote all’interno della Comunità. La BCE e le Banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla BCE e dalle Banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nella Comunità”. In tal modo è stata illegalmente attuata la cessione in via definitiva di poteri sovrani del popolo ad un soggetto controllato da privati e da interessi privati, il quale si situa al di fuori e al disopra di qualsiasi sovranità politica pubblica. L’art. 11 della nostra costituzione consente limitazioni (e non cessioni) della sovranità nazionale solo in favore di altri stati (e la BCE non è uno stato né organo di altri stati) a condizioni di parità (mentre le quote nella BCE non sono paritarie) ai soli fini di assicurare “la pace e la giustizia tra le Nazioni” (mentre gli interessi dei banchieri privati vanno notoriamente in senso opposto). Del resto è necessario sapere che tutte le più potenti banche centrali del mondo sono controllate dalla stessa elite globale e che godono sostanzialmente degli assurdi privilegi di cui si è detto sinora (impunità, immunità, irresponsabilità, segretezza, indipendenza). Una lista di società private che comprende persino il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale (“Euroschiavi ”, Marco Della Luna e Antonio Miclavez, Arianna Editrice, p.191) .
Signoraggio secondario e indebitamento globale
Come sinteticamente illustrato fino a questo punto, le banche private detengono ormai il potere sovrano di produrre materialmente il denaro dal nulla (c.d. signoraggio primario), di fissare il tasso di sconto e di decidere unilateralmente la politica monetaria delle nazioni compreso il potere, ancora più vasto di creare denaro creditizio (credito elettronico) attraverso il c.d. signoraggio secondario . E per avere una idea più precisa su ciò che questo comporta, basti ricordare che solo la massa di denaro creditizio emessa con dei banali impulsi elettrici dalle banche a spese della collettività corrisponde ormai ad una somma globale pari ad oltre cinque volte il valore di tutti i beni esistenti al mondo (citaz. “Euroschiavi”, M. Della Luna e Antonio Miclavez, Arianna Editrice) . Il che vuol dire che il denaro è un debito scoperto per almeno l’80% e che il sistema bancario nel suo complesso è creditore almeno 5 volte dell’intero valore commerciale del pianeta . Pertanto, in un siffatto stato di cose non c’è posto per poter contemplare una reale sovranità democratica del popolo e delle sue istituzioni governative. Ma ciononostante, le masse non possono reagire in quanto sono tenute sotto controllo con la più completa disinformazione dai palazzi di potere e dalle loro complici istituzioni. E poiché come tristemente noto l’esclusiva fonte d’informazione della stragrande maggioranza della popolazione è la televisione, le nazioni non si accorgono minimamente di ciò che accade realmente continuando a vivere prigionieri del più grande reality della storia, il mondo dell’informazione ufficiale . Un luogo virtuale dove viene dato ampio spazio al teatrino della politica su falsi problemi o questioni di secondaria importanza. Un villaggio globale dove i suoi abitanti possono tranquillamente dedicare tutte le proprie facoltà mentali a seguire le partite di pallone, le telenovele o trasmissioni come “Chi vuol essere miliardario? ” e “Il Grande Fratello” .
I conti segreti del governo invisibile
Come esaurientemente illustrato nello strepitoso volume “Euroschiavi” di Marco Della Luna e Antonio Miclavez, l’alta finanza ha creato dei paradisi bancari come Euroclear e Clearstream dove vige il segreto assoluto, conti su cui è possibile far comparire e scomparire il denaro occultandone la fonte di provenienza. Esiste infatti una lunga lista di banche che dispongono di conti presso queste società (“Euroschiavi ”, pgg. 256-7), come esistono molte interessanti ricostruzioni su come i profitti da signoraggio monetario vengano utilizzati per costituire fondi in paesi stranieri (tra cui l’Iraq) allo scopo di finanziare la c.d. “democratizzazione” o forze “amiche”, come pure insurrezioni, colpi di stato, etc. (ibidem).
L’onorevole A. Di Pietro ammette l’esistenza del signoraggio
Nonostante le pressioni esercitate dai poteri forti per mantenere l’assoluto riserbo sulla questione in modo da far apparire dei pazzi quei pochi che hanno il coraggio di parlarne apertamente, di tanto in tanto accade che qualche politico inciampi sul tema del signoraggio. E’ successo di recente all’onorevole Antonio Di Pietro (fondatore del partito “Italia dei valori” ), il quale incalzato dalle imbarazzanti domande di un telespettatore ha candidamente ammesso in televisione (intervista condotta dal giornalista Angelo Morini per Canale Italia il 25 gennaio 2006) che il signoraggio bancario è: “Scandaloso, peggio di una rapina anche perché legalizzato” (citaz. “Euroschiavi” , p.249-250).
L’onorevole T. Bontempo denuncia la cospirazione del silenzio alla Camera dei Deputati
Un altro episodio interessante sul signoraggio ha visto come protagonista l’Onorevole Teodoro Buontempo del partito di “Alleanza Nazionale” . Durante la seduta n. 168 del 12/06/2007 alla Camera dei Deputati infatti, il suddetto deputato ha denunciato l’esistenza di sentenze della magistratura che hanno condannato le banche per signoraggio e che ciononostante la notizia non è stata fatta trapelare da nessun canale d’informazione ufficiale. L’On. Buontempo ha poi aggiunto che i suoi colleghi della Camera si guardano bene dall’affrontare il problema per paura dei poteri forti.
Il testo dell’intervento alla Camera dei Deputati dell’On. T. Bontempo: “C’è una sorta di ipocrisia e di vergogna a non voler mai affrontare il problema del signoreggio, c’è come un timore, una paura pure a discuterne seppure pochi sanno che la Magistratura ha condannato la Banca D’Italia a risarcire i cittadini che hanno fatto ricorso contro il signoraggio, questo privilegio e la Banca D’Italia ha dovuto pagare. Ma questa è una notizia che resta segreta, non la fanno conoscere!”
Le imbarazzanti rivelazioni dell’europarlamentare G. Chiesa
Tra gli Onorevoli più coraggiosi troviamo anche l’europarlamentare Giulietto Chiesa (partito socialista europeo) il quale durante una conferenza ed una successiva intervista ha affermato quanto segue: “..Dopo l’accordo mondiale del commercio siglato nel 1995 che ha conferito a enti come le multinazionali, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale un potere reale sovranazionale, che ruolo e che spazio possono avere i governi nel riuscire a definire una politica che vada nella direzione dei diritti umani? …Quello che deve essere chiaro su questi organi sovrannazionali, è che in questi anni di globalizzazione il controllo sulla vita politica, economica e sociale del pianeta è passata di mano. I veri protagonisti sono diventati le banche centrali insieme alle grandi organizzazioni finanziarie uscite dagli accordi di Bretton Woods, cioè l’OMC (l’organizzazione mondiale del commercio) il FMI e la Banca Mondiale…Queste strutture agiscono in funzione della razionalità finanziaria del capitale internazionale, punto. Sono organizzazioni totalmente prive di legittimazione democratica che sfuggono al controllo così come il controllo di tutti i governi è stato baipassato dalle banche centrali che agiscono in totale autonomia…La Banca Centrale Europea prende le decisioni senza consultare nessuno poiché è stato sancito il principio che le banche sono indipendenti dai governi. Questa è la questione chiave per cui noi (le nazioni) abbiamo perduto il controllo sull’economia e sulla finanza mondiale”.
L’onorevole ha poi spiegato più specificatamente cosa è il signoraggio: “Il signoreggio esiste ed è una questione molto chiara che consiste nel fatto che le banche centrali non sono di proprietà pubblica mentre tutta la gente è convinta che lo siano solo in quanto stampano il denaro. Le banche producono la moneta e la prestano agli stati che si indebitano nei confronti dei banchieri privati per ottenerla. Credo che il Signoraggio bancario sia all’origine del disastro economico mondiale in cui stiamo precipitando…non credo si possa realizzare alcun programma di risanamento senza affrontare il problema del Signoraggio bancario”.
Schiavi delle banche
L’attuale corsa al ribasso delle condizioni sociali della popolazione provocata dal debito pubblico e dalle strategie di potere dei banchieri porterà le masse a ricorrere sempre maggiormente ad indebitarsi con le finanziarie fino al punto in cui non saranno più in grado di saldare il conto. E una volta che avremo esaurito ogni possibilità di solvenza molto probabilmente ci verranno concessi altri finanziamenti solo per garantirci il necessario per non costituire un problema di ordine sociale ma essere allo stesso tempo obbligati a lavorare per le banche. Quando ciò accadrà saremo passati dalla manipolazione mentale alla schiavitù materiale. Del resto parte di questo incubo è già divenuto realtà e basta rifletterci un attimo per averne la conferma. Operai, impiegati e pensionati cominciano ad non arrivare più alla fine del mese e sono costretti a ricorrere sempre più spesso alle rate. Una volta raggiunto il massimo livello d’indebitamento potranno dimezzarlo raddoppiandone il periodo di pagamento ma in questo modo non faranno altro che posticipare il momento della loro insolubilità totale. Tutto ciò che vediamo intorno a noi appartiene già all’elite. Le strutture pubbliche sono gravate dal debito pubblico e la loro costruzione quanto il loro funzionamento dipendono dalla solvibilità dello stato, le stragrande maggioranza delle abitazioni, delle autovetture, dei motocicli, e di ogni altro bene dipende ormai quasi esclusivamente dalla concessione di un mutuo, di un prestito o di un finanziamento. E sono veramente pochi gli imprenditori che oggi possono fare a meno di avere una banca alle spalle. Il denaro in forma cartacea invece finirà con l’essere definitivamente sostituito dal credito elettronico, in questo modo ogni nostra operazione contabile verrà registrata e potrà essere sempre monitorata da un “grande fratello”, senza contare che nessuno potrà più vivere decentemente senza possedere una carta di credito. Se la sovranità monetaria non verrà tolta dalle mani degli speculatori privati dipenderemo completamente dalle banche. E siccome il sistema bancario mondiale è fondato su una struttura piramidale dove il gruppo di vertice controlla direttamente o indirettamente i capitali e gli istituti di credito minori non ha più alcuna importanza a quale banca o finanziaria ci rivolgeremo, in quanto non avremo alcuna reale via d’uscita. La concorrenza tra un gruppo bancario e l’altro in realtà è solo fittizia ed ha l’esclusiva funzione di aggirare le norme antimonopolio. Ciò però non significa che i dipendenti degli istituti di credito ne siano al corrente, e anzi, al contrario la quasi totalità di essi ignora completamente quale sia la strategia globale messa in atto dai grandi banchieri.

La vera faccia della globalizzazione
Ciò che l’elite presenta al mondo come una nuova era di fraterno avvicinamento tra i popoli mediante l’abbattimento delle frontiere e la condivisione di un unico grande mercato globale nasconde in realtà l’ambizioso progetto di una dittatura di casta sull’intera umanità. Più della metà della ricchezza mondiale è infatti concentrata sui conti bancari di meno del 2% della popolazione e le disuguaglianze sociali seguitano ad aumentare a livello esponenziale anche nei paesi più ricchi dove la c.d. classe media praticamente non esiste quasi più. La creazione di un unico grande mercato globale servirà all’elite solo per concentrare ancora maggiormente tutte le risorse del pianeta nelle loro mani. La ricchezza e il benessere insomma, invece di diffondersi in “senso orizzontale” sulla generalità della popolazione come vorrebbero farci credere vengono dirottati verso le tasche della solita cupola di finanzieri che oltre ad incamerare i soldi che paghiamo con le tasse per il debito pubblico possiedono già anche i pacchetti azionari di maggioranza di tutte le grandi Corporation! Si tratta quindi di una globalizzazione che viene sviluppata creando “isole” di sfrenato benessere in un oceano di povertà ed emarginazione sociale sempre crescente. Un processo già in atto da molti anni teso ad applicare il modello delle grandi metropoli come Rio de JaneiroJean Ziegler , parlamentare elvetico e Relatore speciale per la Commissione sui diritti dell’uomo delle Nazioni Unite nel volume “La privatizzazione del mondo”. Nella sua opera Ziegler esplora infatti la storia della globalizzazione e il vero ruolo svolto dai grandi banchieri dietro le quinte della politica ufficiale facendo luce sull’effettivo funzionamento dell’attuale sistema economico globale. “I signori del mondo in doppiopetto e bombetta” sono in realtà degli spregiudicati predatori posti saldamente alla guida del mercato capitalista il cui vero motore è costituito dalla loro stessa insaziabile avidità. Costoro accumulano patrimoni immensi devastando la natura, innescando guerre, provocando fame e insurrezioni che vengono poi sottaciute attraverso la corruzione della classe politica e il controllo dei media. L’elite globale per gestire questi traffici si serve di paradisi fiscali come le Isole Cayman (il “Principato di Sealand” è addirittura una ex piattaforma militare di appena 550 mq in acque internazionali) o delle c.d. “ società di compensazione ” (con cui è possibile intestare a banche o grandi imprese conti di corrispondenza anonimi a loro discrezione) come Clearstream, (ex Cedel), Euroclear etc. etc..
La traccia delle operazioni effettuate sui conti (e a volte il conto stesso) di queste società definite giustamente paradisi fiscali impropri, viene cancellata in giornata (solitamente entro un’ora dalla conclusione della transazione) non lasciando alcuna prova dei movimenti eseguiti. Il loro disegno di potere prevede inoltre il progressivo smantellamento delle pubbliche funzioni e di tutte le garanzie sociali attraverso la formidabile leva del debito pubblico. Nel frattempo milioni di abitanti indigenti vivono concentrati nelle favelas edificate intorno a lussuosissimi e sfarzosi quartieri per pochi eletti. Globalizzazione in realtà vuol dire “concentrazione” di tutte le economie in unico mercato monopolizzato dalle grandi Corporation dei banchieri in cui non sarà più possibile esercitare alcuna forma di libera concorrenza.
Indice ordinato della Bibliografia
1) Wright Patman, A Primer on Money (Government Printing Office, preparato per il sottocomitato per la Finanza Interna, Camera dei Rappresentanti, Comitato banche e valute, 88° Congresso, seconda sessione, 1964).
2) vedi Federal Reserve Statistical Release H6, “Money Stock Measures ,” http://www.federalreserve.gov/releases/H6/20060223 (23 febbraio 2006); “United States Mint 2004 Annual Report,” http://www.usmint.gov; Ellen Brown, Web of Debt, http://www.webofdebt.com (2007), capitolo 2.
3) “A Landmark Decision,” The Daily Eagle (Montgomery, Minnesota: 7 febbraio 1969), ristampato in parte in P. Cook, “What Banks Don’t Want You to Know,” www9.pair.com/xpoez/money/cook (3 giugno 1993).
4) vedi Bill Drexler, “The Mahoney Credit River Decision,” http://www.worldnewsstand.net/money/mahoney-introduction.html.
5) G. Edward Griffin, “Debt-cancellation Programs,” http://www.freedomforceinternational.org (18 dicembre 2003).
6) nella prefazione del libro di Irving Fisher, 100% Money (1935), ristampato da Pickering and Chatto Ltd. (1996).
7) citato in “Someone Has to Print the Nation’s Money . . . So Why Not Our Government?”, Monetary Reform Online, ristampato da Victoria Times Colonist (16 ottobre 1996).
8) Chicago Federal Reserve, “Modern Money Mechanics” (1963), in origine scritto e distributo gratuitamente dal Public Information Center of the Federal Reserve Bank of Chicago, Chicago, Illinois, ora disponibile su Internet all’indirizzo http://landru.i-link-2.net/monques/mmm2.html Patrick Carmack, Bill Still, The Money Masters: How International Bankers Gained Control of America (video, 1998), testo su http://users.cyberone.com.au/myers/money-masters.html.
9) James Robertson, John Bunzl, Monetary Reform: Making It Happen (2003), http://www.jamesrobertson.com, pagina 26.
10) Consiglio di amministrazione della Federal Reserve, “M3 Money Stock (serie sospesa),” http://research.stlouisfed.org/fred2/data/M3SL.txt.
LA FONTE DEL POTERE II
I Soci azionisti della Banca d’Italia
Gruppo Intesa (27,2%),
BNL (2,83%)
Gruppo San Paolo (17,23%)
Monte dei Paschi di Siena (2,50%)
Gruppo Capitalia (11,15%)
Gruppo La Fondiaria (2%)
Gruppo Unicredito (10,97%)
Gruppo Premafin (2%)
Assicurazioni Generali (6,33%)
Cassa di Risparmio di Firenze (1,85%)
INPS (5%)
RAS (1,33%)
Banca Carige (3,96%)
Altri azionisti privati (5,65%)
La lista delle banche private che controllano la FED
La banca centrale americana (FED) è di proprietà di dodici grandi banche dell’alta finanza ebraica [1] a cui fa sempre capo un governatore di origine ebraica come l’attuale Ben Shalom Bernanke e il suo predecessore Alan Greenspan .
1 – I nomi degli istituti di credito azionisti della FED
Rothschild Bank di Londra
Kuhn Loeb Bank di New York
Warburg Bank di Amburgo
Israel Moses Seif Banks d’Italia
Rothschild Bank di Berlino
Goldman, Sachs di New York
Lehman Brothers di New York
Warburg Bank di Amsterdam
Lazard Brothers di Parigi
Chase Manhattan Bank di New York
La lista delle banche private che controllano la Banca Centrale Europea (BCE)
Come si può notare dall’elenco che segue, la BCE è posseduta da altre banche private che sono controllate a loro volta dagli stessi grandi casati di banchieri azionisti della FED, ovvero la banca centrale americana.
Banca Nazionale del Belgio (2,83%)
Banca centrale del Lussemburgo (0,17%)
Banca Nazionale della Danimarca (1,72%)
Banca d’Olanda (4,43%)
Banca Nazionale della Germania (23,40%)
Banca nazionale d’Austria (2,30%)
Banca della Grecia (2,16%)
Banca del Portogallo (2,01%)
Banca della Spagna (8,78%)
Banca di Finlandia (1,43%)
Banca della Francia (16,52%)
Banca Centrale di Svezia (2,66%)
Banca Centrale d’Irlanda (1,03%)
Banca d’Inghilterra (15,98%) (Non ha l’euro)
Banca d’Italia (14,57%)
Fonte: http://www.disinformazione.it/banchecentrali.htm
Dalle pensioni pubbliche alle assicurazioni private
Se la sovranità monetaria non tornerà presto nelle mani dello stato, il debito pubblico diverrà inestinguibile (oggi pari al 108% del PIL) e per far fronte al montare delle tasse e ai continui tagli della spesa sociale (ospedali, scuole, previdenza etc.), la popolazione sarà costretta ad indebitarsi fino al collo. Già oggi infatti le nuove generazioni che si affacciano al mercato del lavoro andranno in pensione con il metodo contributivo che comporta un trattamento pensionistico assai meno favorevole di quello precedente (ovvero il c.d. metodo retributivo). In tal modo i lavoratori vengono spinti implicitamente a rivolgersi a fondi pensioni totalmente privati o comunque integrativi (alla ricerca di condizioni migliori) che faranno confluire molti capitali nei forzieri dei soliti grandi gruppi bancari a cui fanno riferimento queste assicurazioni.
L’assassinio di Abraham Lincoln

Abraham Lincoln
Il presidente Lincoln invece di finanziare la Guerra Civile americana ricorrendo ai soliti prestiti dei banchieri internazionali (che pretendevano il pagamento di tassi d’interesse tra il 24% e il 36%) fece stampare la moneta di cui aveva bisogno in modo gratuito direttamente allo stato. Lincoln evitò in questo modo di far sprofondare la nazione nella spirale del debito pubblico provvedendo alla messa in circolazione di oltre 400 milioni di dollari non gravati da debito e da interessi, ovvero i c.d. “green-backs ” . Con questi soldi vennero pagati i soldati, gli impiegati degli S.U. e tuute le forniture di guerra. Ma i banchieri internazionali come i Rothschild che fino a quel momento stavano finanziando entrambi gli schieramenti in guerra non potevano certo tollerare che qualcuno scoprisse le loro carte. Così poco tempo dopo l’approvazione del provvedimento del 1865 che dava via libera ai green-backs di Lincoln (1865) il Presidente fu barbaramente assassinato da John Wilkes Booth, era il 14 aprile del 1865 . Per cancellare ogni prova del coinvolgimento dei poteri forti nella vicenda anche quest’ultimo venne a sua volta tolto di mezzo da Judah P. Benjamin, un massone di alto grado e agente dei Rothschild (http://www.mardigrassecrets.com ) . Successivamente alla sua morte tornò tutto come prima, il governo revocò la legge sulle Banconote di stato e mise fine al denaro esente da debito ed interesse di Lincoln. L’elite fece poi approvare una nuova legge bancaria nazionale e tutto il denaro tornò ad essere gravato da interesse.
“Abbiamo dato al popolo di questa repubblica la più grande benedizione che abbia mai ricevuto, una moneta propria per pagare i suoi debiti…”
Abramo Lincoln
Il discorso con cui John Fitzgerald Kennedy si appellò al popolo
John Fitzgerald Kennedy per cercare di estirpare l’elite dalle sedi del potere si rivolse direttamente al popolo con il seguente storico discorso:
“La parola segretezza è ripugnante in una società aperta e libera e noi come popolo, ci siamo opposti intrinsecamente e storicamente alle società segrete, ai giuramenti segreti e alle riunioni segrete. Siamo di fronte ad una cospirazione monolitica e spietata di livello mondiale basata soprattutto su mezzi segreti per espandere la sua sfera d’influenza. Sull’infiltrazione anziché sull’invasione, sulla sovversione anziché sulle elezioni, sull’intimidazioni anziché sulla scelta. E’ un sistema che ha reclutato ampie risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina affiatata efficiente, che combina operazioni militari, diplomatiche, di intelligence, economiche, scientifiche e politiche. Le sue azioni non vengono diffuse ma tenute segrete. I suoi errori non vengono messi in evidenza ma vengono nascosti, i suoi dissidenti non sono elogiati ma ridotti al silenzio. Nessuna spesa viene contestata, nessun segreto viene rivelato. Ecco perché il legislatore ateniese Solone decretò che evitare le controversie fosse un crimine per ogni cittadino. Stò chiedendo il vostro aiuto nel difficilissimo compito di informare e allertare il popolo americano . Convinto che con il vostro aiuto l’uomo diverrà ciò ciò che è nato per essere: libero e indipendente” (Dossier Zeitgeist, 2007, parte 2) .
Il link da cui scaricare il documento originale: http://www.zeitgeistmovie.com/
L’assassinio di J. F. Kennedy

John Fitzgerald Kennedy
A ritentare l’ardua impresa di liberare il popolo dalla sudditanza nei confronti dei banchieri privati ci pensò un grande presidente USA, John Fitzgerald Kennedy . Anche lui però, esattamente come il suo storico predecessore venne assassinato per avere osato mettersi contro i piani dell’elite. Nel 1963 infatti, un decreto presidenziale virtualmente sconosciuto alle masse, ovvero l’Ordine Esecutivo 11110 venne firmato da J. F. Kennedy per impedire alla Federal Reserve Bank di continuare a prestare soldi gravati da interesse al Governo Federale degli Stati Uniti. Con un semplice autografo, il presidente Kennedy stava quindi per porre fuori combattimento la Federal Reserve Bank e con essa l’elite globale che controlla l’alta finanza. Se il suo audace progetto fosse andato in porto prima che fossero riusciti ad assassinarlo con la farsa del terrorista solitario , tutti gli altri paesi del mondo avrebbero presto seguito l’esempio americano liberando l’umanità dai suoi peggiori parassiti. Come risultato del suo provvedimento vennero quindi stampati più di 4 miliardi di dollari direttamente dal Dipartimento del Tesoro ma ben poche di esse fecero in tempo ad entrare in circolazione a causa della sua morte. La nuova moneta statale approvata da Kennedy era stata emessa come valuta non gravata da interesse e priva di debito ma con la copertura delle riserve d’argento in possesso della Tesoreria degli Stati Uniti. Egli tentò in questo modo di sostituire le Banconote della Federal Reserve emesse dalla banca centrale privata con delle Banconote di proprietà degli Stati Uniti stampate dalla tesoreria statale americana. I suoi provvedimenti di politica estera e monetaria si rivelarono essere gli unici effettivamente in grado di porre fine al problema del debito pubblico , ovvero far rapidamente cessare la guerra con il Vietnam (una delle ennesime guerre volute dall’elite proprio per indebitare il popolo americano) e restituire il pieno esercizio della sovranità monetaria allo stato . Il suo impegno per far abbandonare il Vietnam all’esercito americano entro il 1965 congiuntamente all’ordine esecutivo 11110 avrebbero distrutto i profitti e il controllo dei banchieri sulle nazioni. Ecco spiegato il vero motivo per cui il Presidente Kennedy venne assassinato il 22 novembre del 1963 e le sue “banconote del popolo” furono immediatamente tolte dalla circolazione. Un delitto che finì per costituire anche l’ennesimo monito di avvertimento per tutti i presidenti che lo avrebbero succeduto a non interferire sui meccanismi di controllo della creazione della ricchezza. Kennedy insomma condivise lo stesso amaro destino di A. Lincoln e la macchina su cui viaggiava il giorno della sua morte portava “guarda caso” il nome di quest’ultimo. Si trattava infatti di una Lincoln! J.F. Kennedy proveniva da una famiglia tradizionalmente appoggiata dall’elite e quindi conosceva tutti i retroscena più oscuri dell’economia, della guerra e della politica. Anche lui infatti venne eletto grazie ai voti sporchi della mafia e la sua campagna elettorale fu finanziata dai soliti “generosi mecenati” dell’alta finanza. Kennedy si avventurò così in un pericoloso “doppiogioco” con l’elite per accedere alla stanza dei bottoni e tentare poi di cambiare il corso della storia.
“La storia testimonia che i cambiavalute hanno usato ogni sorta di inganno, macchinazione, frode e violenza possibile al fine di mantenere il controllo sui governi per gestire il denaro e la sua emissione.”
Il Presidente USA James Madison (Port Comway, 16 marzo 1751 – Port Comway, 28 giugno 1836)
La dinamica dell’omicidio e i depistaggi del processo
I rapporti tra J.F. Kennedy e la CIA si dimostrarono pessimi sin dai primi giorni della sua ascesa alla Casa Bianca. Il presidente sapeva bene che Allen Dulles, ovvero l’allora capo della Cia era un uomo di fiducia dei poteri forti (in quanto direttamente imparentato con i Rockefeller e uomo d’affari dell’alta finanza) e per questo motivo ne ordinò la rimozione insieme ai suoi vicedirettori Charles P. Cabell Richard Bissell dichiarando così guerra aperta ai servizi segreti e all’elite. Allen Dulles infatti era stato uno dei finanziatori di Hitler per conto dell’elite (citaz.“E la verità bi renderà liberi”, p.315) e con il suo licenziamento Kennedy cercò di neutralizzare il pericolo costituito dai servizi segreti americani frantumandone e riorganizzandone le unità divisioni operative sotto il controllo di suo fratello Robert in qualità di ministro della Giustizia. Non può stupire quindi il fatto che l’assassino del presidente Kennedy venne rapidamente attribuito dalla CIA a Lee Harvey Oswald nonostante esistessero le prove del contrario. L’inchiesta condotta dal procuratore distrettuale di New Orleans, Jim Garrison dimostrò infatti che Oswald non poteva essere ritenuto in alcun modo responsabile di quel delitto (“E la verità vi renderà liberi” , p.309) poiché come rivelarono le riprese cinematografiche amatoriali effettuate da Abraham Zapruder , Kennedy venne colpito a morte da proiettili provenienti dal lato anteriore della macchina e non da quello posteriore (ibidem). Di conseguenza Oswald non avrebbe mai potuto centrare il Presidente dal magazzino di libri dove si era appostato secondo la ricostruzione ufficiale. La verità è che l’assassinio di Kennedy non fu opera di un pazzo solitario come i media e le istituzioni ci hanno voluto far credere, ma il lavoro di una squadra di cecchini professionisti ben addestrati e coordinati tra loro. Oswald infatti, appena si rese conto di essere stato incastrato dai sevizi segreti si dichiarò pronto a fare luce sull’intera vicenda in Tribunale, ma prima che riuscisse a parlare venne freddato da un ebreo mafioso di nome Jack Ruby (il cui vero nome era Jacob Rubenstein ). Il coinvolgimento della cupola dell’alta finanza ebraica in questo secondo omicido su commissione cominciò così ad appalesarsi in quanto il mafioso più potente d’America era l’ebreo Meyer Lansky (il cui vero nome era Majer Suchowliński ) . Quest’ultimo fu uno dei promotori del progetto che portò alla costruzione di Las Vegas(http://it.wikipedia.org/wiki/Meyer_Lansky ). Tra i suoi soci d’affari vi erano dunque tutti i personaggi di spicco della mafia italiana come Al Capone o Lucky Luciano . Jack Ruby venne a sua volta ucciso (o comunque fatto scomparire di scena) in seguito per insabbiare tutti i retroscena che avrebbero potuto condurre ai veri mandanti degli omicidi. e lavorò attivamente per i servizi segreti

Marilyn Monroe
Ogni volta che situazione si faceva pericolosa Lansky riparava in Israele (“E la verità vi renderà liberi”, p.318) dove godeva di coperture politiche sicure. E fu proprio uno dei suoi uomini, un certo Mickey Cohen infiltrato nei circoli hollywoodiani a presentare Marilyn Monroe a J. F. Kennedy (“E la verità vi renderà liberi”, p.318) per usarla come agente informatore dell’elite globale (ibidem) . Del resto, l’ebreo M. Cohen oltre ad avere avuto una relazione con l’attrice era specializzato nel compromettere sessualmente le stelle del cinema per poi ricattarle (ibidem) . Ma naturalmente anche lei venne successivamente tolta di mezzo con la messa in scena di un suicidio per overdose (“Marilyn Monroe storia di un omicidio” , Donald H. Wolfe, Sperling & Kupfer) . Cohen peraltro era uno dei collaboratori più stretti di Menachim Begin (noto terrorista divenuto poi Presidente d’Israele, lo stato dei Rothschild) e per tale motivo sfruttò M. Monroe come “cavallo di troia” per arrivare alla mente di Kennedy e poi riferire informazioni di prima mano ai servizi segreti israeliani. Uno degli incontri tra M. Cohen e M. Begin è stato poi così descritto da Jimmi Fratianno , (un capo della mafia) detto “spione”: “Dopo il breve discorso (di Cohen), cominciammo a camminare su e giù per la stanza e il rabbino di Mickey ci presenta a un tizio chiamato Menachin Begin, che è il boss dell’Irgun, un’organizzazione criminale clandestina della Palestina. Questo tizio porta una fascia nera al braccio e ci dice che è ricercato per avere fatto esplodere una bomba in un hotel dove uccise circa cento persone. E’ un maledetto fuggitivo (citaz. Ovid Demaris, “The last mafioso ”, Bantam Books, New York, 1981, p.32 – anche in “Final Judgement ” di Michael Collins Piper, p.159) ”.

Meyer Lansky
Il procuratore distrettuale Jim Garrison per cercare di inchiodare i veri assassini del presidente chiamò allora a deporre come imputato Clay Shaw (uomo d’affari e agente della CIA). Ad accusarlo si era fatto avanti un supertestimone che purtroppo venne assassinato prima che potesse parlare al processo (“E la verità vi renderà liberi” , p.306) . Clay Shaw fu quindi dichiarato innocente ma in seguito emerse che aveva sempre lavorato per la CIA e che era stato addirittura direttore della “Permindex ”, una società di facciata del Mossad (servizi segreti israeliani/ Rothschild) che operava come “unità omicidi” (“E la verità vi renderà liberi ”, p.309) . Garrison denunciò inoltre la circostanza che tutti i testimoni oculari dell’assassinio furono minacciati quando esposero una versione dei fatti che non collimava con la versione ufficiale. Inutile aggiungere che durante tutto il corso delle sue indagini, Jim Garrison venne costantemente criticato sia dai principali mass-media che dagli uomini delle istituzioni controllati dall’elite (ibidem) . Peraltro molte delle persone che rilasciarono la loro deposizione alla Commissione Warren che aveva assunto il controllo sulle indagini affermarono che le loro dichiarazioni erano state alterate (ibidem) ! Si trattò quindi di un omicidio di stato che godeva di coperture politiche e istituzionali di primo piano, un assassinio che portava la firma dell’elite. Ma nonostante l’ostruzionismo e i continui depistaggi a cui dovette far fronte, ci sono alcuni episodi del caso Kennedy che dimostrano il coinvolgimento dei servizi segreti nell’omicidio oltre ogni ragionevole dubbio. Dopo l’attentato infatti, il corpo di Kennedy venne imbarcato su un aereo da Dallas per essere trasportato fino a Whashington dove venne effettuata l’autopsia. Il patologo incaricato di eseguire l’autopsia venne circondato da pubblici ufficiali durante l’esame del corpo e il cervello del presidente (indispensabile per appurare la direzione da cui giunsero le pallottole) sparì “incredibilmente” dall’obitorio. Molte altre persone a conoscenza di fatti scomodi legati all’attentato perirono di morte prematura in incidenti automobilistici, sparatorie o nei classici strani suicidi che si verificano spesso durante indagini di questo tipo. La seconda commissione di inchiesta ufficiale (l’HSCA) dimostrò inoltre la presenza di un secondo tiratore dalla collinetta (testimoniata da ben 51 persone), rimasto non identificato che confermò l’ipotesi del complotto (http://it.wikipedia.org/wiki/Jack_Ruby ) . Il figlio di Howard Hunt , noto agente Cia coinvolto nello scandalo WatergateDealey Plaza quando Kennedy fu assassinato (ibidem) . Ed infatti sono state scoperte delle fotografie che lo riprendono insieme a James Earl Ray (lo stesso assassino di Martin Luther King) e Frank Sturgis (ibidem) . Ma allora chi poteva avere condotto una simile operazione di copertura e depistamento delle indagini se non proprio gli stessi uomini dei servizi segreti al servizio dei poteri forti? , dichiarò inoltre che suo padre era nella
L’assassinio di Robert Kennedy

Robert Francis Kennedy
Anche Robert Kennedy, ovvero il fratello del Presidente seguì lo stesso tragico destino. Robert era stato il braccio destro di JFK come ministro della giustizia del suo governo e quindi conosceva tutti i retroscena dell’assassinio. E quando Robert si candidò a divenire il nuovo presidente degli Stati Uniti vincendo le elezioni primarie del 1968, l’elite lo tolse di mezzo con il solito stratagemma del folle terrorista solitario. E come da copione, successivamente all’omicidio di Robert Kennedy venne aperta l’ennesima inchiesta governativa volta ad insabbiare l’esistenza del complotto.
(citaz. http://www.luogocomune.net/site/modules/sections/index.php?op=viewarticle&artid=2 ).
La “disgrazia” aerea di John Kennedy junior e di sua moglie

John Kennedy jr.
Ufficialmente il figlio di JFK e sua moglie perirono in un normale incidente aereo. Tuttavia la popolare rivista americana “National Examiner” pubblicò un articolo che può far luce su quanto accadde veramente (citaz. http://www.signoraggio.com/signoraggio_se_jfk_fosse_qui.html) . Secondo il noto tabloid infatti, alcune settimane prima che John Jr. morisse in volo insieme alla moglie Carolyn, John Jr rivelò ad amici e conoscenti la sua intenzione di scoprire chi aveva ucciso suo padre (ibidem) . E dal momento che John Jr. e la su famiglia erano ancora molto popolare ed influenti in America è evidente che stava correndo grossi rischi a rilasciare simili dichiarazioni. Peraltro, John era anche proprietario e coofondatore della rivista “George ” (http://en.wikipedia.org/wiki/George_(magazine) ), un mensile che stava riscuotendo molto successo sul pubblico americano. Attraverso la sua rivista gli sarebbe stato davvero molto semplice fare “chiasso” sulla riapertura di un caso che fece tremare i poteri forti. E’ quindi evidente che esisteva più di un ottimo movente per determinarne la morte. Tom Schauf in qualità di ex istruttore di volo ha riesaminato la dinamica dell’incidente aereo in cui sarebbe rimasto coinvolto John Kennedy Jr. ed è giunto alla conclusione che non può essersi trattato di un incidente. Le sue ricerche sono state raccolte nel volume : “America’s Hope: To Cancel Bank Loans Without Going to Court” (La Speranza Americana : Cancellare Il Prestito Bancario Senza Finire in Tribunale ) in cui descrive tutte le anomalie del caso, compreso il fatto che i corpi delle vittime sono stati fatti cremare in tutta fretta.
Schiavi delle banche
L’attuale corsa al ribasso delle condizioni sociali della popolazione provocata dal debito pubblico e dalle strategie di potere dei banchieri porterà le masse a ricorrere sempre maggiormente ad indebitarsi con le finanziarie fino al punto in cui non saranno più in grado di saldare il conto. E una volta che avremo esaurito ogni possibilità di solvenza molto probabilmente ci verranno concessi altri finanziamenti solo per garantirci il necessario per non costituire un problema di ordine sociale ma essere allo stesso tempo obbligati a lavorare per le banche. Quando ciò accadrà saremo passati dalla manipolazione mentale alla schiavitù materiale. Del resto parte di questo incubo è già divenuto realtà e basta rifletterci un attimo per averne la conferma. Operai, impiegati e pensionati cominciano ad non arrivare più alla fine del mese e sono costretti a ricorrere sempre più spesso alle rate. Una volta raggiunto il massimo livello d’indebitamento potranno dimezzarlo raddoppiandone il periodo di pagamento ma in questo modo non faranno altro che posticipare il momento della loro insolubilità totale. Tutto ciò che vediamo intorno a noi appartiene già all’elite. Le strutture pubbliche sono gravate dal debito pubblico e la loro costruzione quanto il loro funzionamento dipendono dalla solvibilità dello stato, le stragrande maggioranza delle abitazioni, delle autovetture, dei motocicli, e di ogni altro bene dipende ormai quasi esclusivamente dalla concessione di un mutuo, di un prestito o di un finanziamento. E sono veramente pochi gli imprenditori che oggi possono fare a meno di avere una banca alle spalle. Il denaro in forma cartacea invece finirà con l’essere definitivamente sostituito dal credito elettronico, in questo modo ogni nostra operazione contabile verrà registrata e potrà essere sempre monitorata da un “grande fratello”, senza contare che nessuno potrà più vivere decentemente senza possedere una carta di credito. Se la sovranità monetaria non verrà tolta dalle mani degli speculatori privati dipenderemo completamente dalle banche. E siccome il sistema bancario mondiale è fondato su una struttura piramidale dove il gruppo di vertice controlla direttamente o indirettamente i capitali e gli istituti di credito minori non ha più alcuna importanza a quale banca o finanziaria ci rivolgeremo, in quanto non avremo alcuna reale via d’uscita. La concorrenza tra un gruppo bancario e l’altro in realtà è solo fittizia ed ha l’esclusiva funzione di aggirare le norme antimonopolio. Ciò però non significa che i dipendenti degli istituti di credito ne siano al corrente, e anzi, al contrario la quasi totalità di essi ignora completamente quale sia la strategia globale messa in atto dai grandi banchieri.
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La vera faccia della globalizzazione
Ciò che l’elite presenta al mondo come una nuova era di fraterno avvicinamento tra i popoli mediante l’abbattimento delle frontiere e la condivisione di un unico grande mercato globale nasconde in realtà l’ambizioso progetto di una dittatura di casta sull’intera umanità. Più della metà della ricchezza mondiale è infatti concentrata sui conti bancari di meno del 2% della popolazione e le disuguaglianze sociali seguitano ad aumentare a livello esponenziale anche nei paesi più ricchi dove la c.d. classe media praticamente non esiste quasi più. La creazione di un unico grande mercato globale servirà all’elite solo per concentrare ancora maggiormente tutte le risorse del pianeta nelle loro mani. La ricchezza e il benessere insomma, invece di diffondersi in “senso orizzontale” sulla generalità della popolazione come vorrebbero farci credere vengono dirottati verso le tasche della solita cupola di finanzieri che oltre ad incamerare i soldi che paghiamo con le tasse per il debito pubblico possiedono già anche i pacchetti azionari di maggioranza di tutte le grandi Corporation! Si tratta quindi di una globalizzazione che viene sviluppata creando “isole” di sfrenato benessere in un oceano di povertà ed emarginazione sociale sempre crescente. Un processo già in atto da molti anni teso ad applicare il modello delle grandi metropoli come Rio de JaneiroJean Ziegler , parlamentare elvetico e Relatore speciale per la Commissione sui diritti dell’uomo delle Nazioni Unite nel volume “La privatizzazione del mondo”. Nella sua opera Ziegler esplora infatti la storia della globalizzazione e il vero ruolo svolto dai grandi banchieri dietro le quinte della politica ufficiale facendo luce sull’effettivo funzionamento dell’attuale sistema economico globale. “I signori del mondo in doppiopetto e bombetta” sono in realtà degli spregiudicati predatori posti saldamente alla guida del mercato capitalista il cui vero motore è costituito dalla loro stessa insaziabile avidità. Costoro accumulano patrimoni immensi devastando la natura, innescando guerre, provocando fame e insurrezioni che vengono poi sottaciute attraverso la corruzione della classe politica e il controllo dei media. L’elite globale per gestire questi traffici si serve di paradisi fiscali come le Isole Cayman (il “Principato di Sealand” è addirittura una ex piattaforma militare di appena 550 mq in acque internazionali) o delle c.d. “ società di compensazione ” (con cui è possibile intestare a banche o grandi imprese conti di corrispondenza anonimi a loro discrezione) come Clearstream, (ex Cedel), Euroclear etc. etc..
La traccia delle operazioni effettuate sui conti (e a volte il conto stesso) di queste società definite giustamente paradisi fiscali impropri, viene cancellata in giornata (solitamente entro un’ora dalla conclusione della transazione) non lasciando alcuna prova dei movimenti eseguiti. Il loro disegno di potere prevede inoltre il progressivo smantellamento delle pubbliche funzioni e di tutte le garanzie sociali attraverso la formidabile leva del debito pubblico. Nel frattempo milioni di abitanti indigenti vivono concentrati nelle favelas edificate intorno a lussuosissimi e sfarzosi quartieri per pochi eletti. Globalizzazione in realtà vuol dire “concentrazione” di tutte le economie in unico mercato monopolizzato dalle grandi Corporation dei banchieri in cui non sarà più possibile esercitare alcuna forma di libera concorrenza.
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Indice ordinato della Bibliografia
1) Wright Patman, A Primer on Money (Government Printing Office, preparato per il sottocomitato per la Finanza Interna, Camera dei Rappresentanti, Comitato banche e valute, 88° Congresso, seconda sessione, 1964).
2) vedi Federal Reserve Statistical Release H6, “Money Stock Measures ,” http://www.federalreserve.gov/releases/H6/20060223 (23 febbraio 2006); “United States Mint 2004 Annual Report,” http://www.usmint.gov; Ellen Brown, Web of Debt, http://www.webofdebt.com (2007), capitolo 2.
3) “A Landmark Decision,” The Daily Eagle (Montgomery, Minnesota: 7 febbraio 1969), ristampato in parte in P. Cook, “What Banks Don’t Want You to Know,” www9.pair.com/xpoez/money/cook (3 giugno 1993).
4) vedi Bill Drexler, “The Mahoney Credit River Decision,” http://www.worldnewsstand.net/money/mahoney-introduction.html.
5) G. Edward Griffin, “Debt-cancellation Programs,” http://www.freedomforceinternational.org (18 dicembre 2003).
6) nella prefazione del libro di Irving Fisher, 100% Money (1935), ristampato da Pickering and Chatto Ltd. (1996).
7) citato in “Someone Has to Print the Nation’s Money . . . So Why Not Our Government?”, Monetary Reform Online, ristampato da Victoria Times Colonist (16 ottobre 1996).
8) Chicago Federal Reserve, “Modern Money Mechanics” (1963), in origine scritto e distributo gratuitamente dal Public Information Center of the Federal Reserve Bank of Chicago, Chicago, Illinois, ora disponibile su Internet all’indirizzo http://landru.i-link-2.net/monques/mmm2.html Patrick Carmack, Bill Still, The Money Masters: How International Bankers Gained Control of America (video, 1998), testo su http://users.cyberone.com.au/myers/money-masters.html.
9) James Robertson, John Bunzl, Monetary Reform: Making It Happen (2003), http://www.jamesrobertson.com, pagina 26.
10) Consiglio di amministrazione della Federal Reserve, “M3 Money Stock (serie sospesa),” http://research.stlouisfed.org/fred2/data/M3SL.txt.