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ComeDonChisciotte – RIPUDIAMO IL DEBITO

Fonte: ComeDonChisciotte – RIPUDIAMO IL DEBITO.

DI VALERIO LO MONACO
ilribelle.com

Al momento nel quale andiamo in stampa, se non già da tempo, dovrebbe essere chiaro a tutti – e certamente lo è ai lettori del Ribelle – che le misure prese – meglio, non prese – dai vari governi e soprattutto a livello europeo per tentare in qualche modo di superare lo stato di crisi nel quale abbiamo iniziato a entrare decisamente da qualche anno, non sono adatte alla situazione. Di più, sono nella migliore delle ipotesi insufficienti ma, molto più probabilmente, del tutto controproducenti.

Finanza e politica a essa collegata – e di converso tutti noi che subiamo e l’una e l’altra senza poter fare nulla – si sono buttate a capofitto nel creare l’ultima bolla possibile per cercare, per un po’ di tempo, di mantenere in piedi una impalcatura sistemica destinata matematicamente al collasso. Il che significa esattamente l’opposto di ciò che chi guida i popoli dovrebbe fare. A misure di lungo corso, sebbene drastiche, si è preferito utilizzare manovre di piccolo cabotaggio. La maggior parte di queste, peraltro, sulle spalle di tutti i cittadini.

Parliamo naturalmente della bolla del debito pubblico della quale abbiamo già accennato lo scorso mese.

Tutti i Paesi sono indebitati con Banche e altri Paesi che hanno acquistato i titoli. La ratio alla base dei titoli pubblici venduti promettendo interesse è la fede nel fatto che in un futuro non meglio precisato, vi sia così tanta crescita economica da poter non solo ripagare i debiti contratti, ma anche gli interessi.

Si dà il fatto, però, che oltre a varare politiche di portata mondiale, in pratica, su un atto di fede, la cosa non possa funzionare per due motivi, il primo logico il secondo matematico. La parte logica impone convincersi che non si può crescere all’infinito in uno spazio finito. La parte matematica che non è possibile, in una direttrice in evidente discesa, sperare in una non meglio precisata – e infatti non è precisata affatto – ripresa dell’economia al fine non solo di far cambiare direzione verso un segno positivo della crescita, ma talmente tanto da poter ripagare anche i debiti e gli interessi sui debiti.

A questo si aggiunge che, nello stesso momento in cui si parla ormai tranquillamente – ah, gli ultimi arrivati… – di crisi sistemica, ciò che si fa non è, come logica vorrebbe, il varo di norme in grado di cambiare il sistema, quanto continuare imperterriti a fare né più né meno di ciò che si è sempre fatto e che ha portato al collasso attuale.

Si sa – scrive Serge Latouche – che i drogati siano i primi sostenitori della droga. Ma il fatto è che ciò comporta conseguenze anche per chi dalla “droga” vorrebbe stare alla larga.

Naturalmente, questa l’aggravante, al sistema si sacrifica tutto. La vita e il futuro delle persone che attualmente vivono sulla faccia della terra e quelle che verranno dopo di noi. A vantaggio, naturalmente, dei soliti noti.

La stessa Bce presta alle Banche tutto il denaro di cui fanno richiesta al solo 1% di interesse, ciò non gli impedisce, però, di prestarlo alla Grecia al 6%. Come dire, naturalmente, il favore lo faccio alle Banche, alle quali presto denaro a costo irrisorio, mentre ai cittadini greci (ed europei in genere) cerco di succhiare tutto il succhiabile, per via diretta o per via indiretta.

A chiudere il cerchio, per chi fosse ancora poco convinto di quanto scritto, il fatto che sperare in una ripresa economica quando le economie private sono in profonda crisi (tagli degli stipendi, dei servizi, disoccupazione, crisi sociale) grazie a dove ci ha portato il sistema, e grazie ai tagli che “l’Europa” impone ai vari Stati per uscire dalla crisi del debito che il sistema stesso crea, è un po’ come sperare che partendo da Roma si arrivi a Milano, in automobile, quando la velocità di crociera cala, il serbatoio è agli sgoccioli, e i distributori sono chiusi oppure non ci venderanno un solo litro di benzina perché materialmente non abbiamo il denaro per acquistarlo.

Un atto di fede, appunto, più adatto a un pellegrinaggio che a una direttrice politica.

Le misure da prendere sarebbero invece molto diverse e drastiche, e imporrebbero un rovesciamento del sistema finanziario, industriale e capitalistico che dirige il mondo (di queste misure parleremo il prossimo mese). Inutile sperare, in ogni caso, che la cosa possa essere sostenuta proprio da quei dracula finanziari, industriali e capitalistici che in questo momento stanno facendo, pur in periodo di crisi, un lauto pasto banchettando sulla vita dei popoli europei.

Le scelte, per farla breve, dovrebbero insomma essere politiche. O meglio, ancora prima, metapolitiche. Ovvero decidere in che direzione sarebbe bello e giusto che andasse il mondo, e di conseguenza prendendo decisioni politiche, anche se impopolari, al fine di indirizzare il tutto in tal modo. Per esempio, una cosa su tutte, relegare l’economia al ruolo che dovrebbe avere, e certamente non quello centrale e supremo che ha ora e che ha portato allo stato attuale delle cose.

I singoli Paesi, in teoria (ci torneremo a breve) possono molto poco. Ammesso e concesso che vogliano e siano in grado di farlo. Dovrebbe pensarci l’Europa, per quanto riguarda il nostro continente. Ma l’Europa non c’è, o meglio, non c’è mai stata. Anche sostenendo (e noi, al contrario di Ciampi, Draghi, Prodi & Co., oltre che tutti gli esponenti politici attuali, non lo sosteniamo) che ci debba essere una moneta unica, il punto è che la moneta senza una politica economica e ancora di più senza una politica generale per un grande spazio come l’Europa, ovvero la condizione attuale, non c’è mai stata né, su queste basi, ci sarà, è inutile.

Il massimo che si è riusciti a fare in Europa, al momento, è stato pendere dalle labbra della Bce, che impone, oltre allo scandaloso signoraggio bancario (e dunque l’attentato alla sovranità monetaria degli stati) delle politiche economiche restrittive ai vari Stati che essa stessa (e le Banche e la finanza) ha concorso a indebitare.

Breve inciso: è ridicolo e avvilente anche solo fare qualche accenno allo stato pietoso della politica nel nostro misero paese – per farlo basta leggere, o meglio saltare a piè pari, la prima metà dei quotidiani italiani – per capire che nessuno Stato europeo, men che meno il nostro dove operano “politici” del calibro di Berlusconi, Alfano, D’Alema & Co. (che si stanno preparando per le meritate ferie d’Agosto mentre il mondo crolla) sono in grado di prendere alcun tipo di decisione che possa davvero essere definita politica.

Il punto è insomma chiaro: gli Stati – tutti – sono oberati di debiti (chi più chi meno) e le Banche sono piene di titoli che non verrano – per logica e matematica, come avevamo detto prima – onorati. Tutti sono indebitati con tutti senza nessuna speranza di poter avere indietro nulla. O quasi.

Inoltre, e questa la cosa più importante, i cittadini di tutti gli Stati (ora la Grecia, la Spagna e il Portogallo, domani l’Italia e dopodomani tutti gli altri a seguire) stanno subendo e subiranno sempre in misura maggiore il salasso economico della crisi e delle misure imposte.

Dal punto di vista economico (e sociale) insomma, ci stiamo dirigendo verso la catastrofe.

Il tutto per salvare questo sistema e per salvare l’Euro. Totem funesto che ci è stato imposto e che ci viene posto come ultimo baluardo da tenere in piedi. Non fosse che per tenerlo in piedi stiamo buttando in schiavitù le nostre vite e quella dei nostri figli e dei nostri nipoti.

Una via d’uscita c’è: il ripudio del debito. L’uscita dall’Euro.

Tecnicamente molto semplice. Eticamente sacrosanto, visto quanto ci ha fatto di male sino a ora e ce ne farà. E di fatto anche auspicabile, malgrado ciò che la cosa comporta, se si raffronta l’operazione allo schianto al quale stiamo comunque andando incontro. Le bancarotte sovrane sono in ogni caso dietro l’angolo. E sono inevitabili.

Il Paese che per primo ripudierà il debito darà scacco matto ai “signori del mondo” che, di fatto, dipendono non altro che dalla buona volontà di chi ha debiti nel continuare a pagarli. Siamo noi debitori, al momento, ad avere il coltello dalla parte del manico, se solo avessimo la voglia e la capacità di utilizzarlo nei confronti di chi attenta la nostra vita da decenni.

Il trucco del debito, che di questo si tratta, sta in piedi infatti solo fino a che c’è qualcuno che comunque continua a pagare interessi (e a subire tagli alle proprie vite). Nel momento in cui si dice basta, i creditori rimangono con il cerino in mano. Tutti gli “attivi” che segnano ora sui propri libri, ovvero di crediti che devono esigere da noi, diverrebbero di colpo dei “passivi” irrecuperabili. Tratteremmo da “delinquenti” con quei “delinquenti” che fino a ora ci hanno succhiato le vite.

Certo, la cosa comporta in ogni caso momenti durissimi per i popoli. Immaginiamo una Grecia che decidesse di ripudiare il debito e di uscire dall’Euro. Farebbe fallire le Banche, nazionalizzerebbe il sistema finanziario ed economico (e la Bce lo prenderebbe in quel posto), la moneta tornerebbe di Stato, ovvero propria, e ricomincerebbe tutto da capo. La nuova Dracma sarebbe fortemente svalutata. Fatto dolorosissimo per la popolazione greca, ma solo temporaneamente. Perché quella nuova moneta – propria moneta, e non della Bce e di chi la possiede, ovvero dei privati – diverrebbe presto competitiva. Sacrifici e perdita di ricchezza monetaria imponente, sulle prime. Ma con un futuro davanti. Futuro che ora invece non c’è.

E se la cosa si estendesse? Sarebbe in pratica una guerra mondiale dei creditori contro i debitori. Ma delle due l’una, i governi dei vari Paesi dovranno scegliere presto, in ogni caso, tra ripudiare i debiti e uscire dall’Euro oppure dissanguare le proprie popolazioni per ripagare i debiti. Brutalmente: scegliere se fare gli interessi delle Banche o quelli dei popoli. Probabilmente faranno quelli delle Banche finché sarà possibile. Dopo di allora, però, sarà inevitabile il ripudio.

Vorrei ricordare, a chi storce il naso di fronte a una soluzione così drastica, che ci sono dei precedenti piuttosto autorevoli. E per inciso, provengono proprio da chi può sembrare più insospettabile. Il ripudio del debito ha una tradizione molto antica proprio negli Stati Uniti. Nel decennio del 1840, Maryland, Pennsylvania, Illinois, Indiana, Michigan, Arkansas, Louisiana e Florida ripudiarono totalmente e in modo permanente il proprio debito pubblico, dopo il panico del 1837 e 1839 creato con un boom infazionistico dalla Second Bank of United States.

Specie per quei Paesi che hanno un debito detenuto da stranieri, dunque, sarebbe un bel colpo: da un giorno all’altro, a pagare il conto sarebbe proprio chi la crisi ha creato, ovvero chi detiene quei debiti pubblici. E certamente non sarebbero i cittadini a pagare il prezzo più alto. Di fronte a uno schianto inevitabile, dunque, dopo un prosciugamento inutile delle proprie esistenze, non è forse più logico, e comunque meno utopistico, ripudiare il debito con tutto ciò che esso comporta, ma con qualche prospettiva di salvezza?

Beninteso: nessuno lo farà finché non sarà costretto. E in questo è il male. Perché prendere quella decisione lì quando si sarà con le spalle al muro e dopo aver subito anni e anni di tagli e prosciugamenti – cosa comunque inevitabile – sarà molto, ma molto peggio che farlo ora, dove qualche margine di riuscita c’è.

Però, anche facendo sacrifici (comunque destinati a una rinascita) non sarebbe male, ripudiare il tutto, e lasciare lor signori con tante cambiali con le quali potrebbero solo asciugarsi le lacrime, o no?

Valerio Lo Monaco
www.ilribelle.com
10.06.2010

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ComeDonChisciotte – PRECIPITATI NEL CAOS: L’EUROPA ALLA VIGILIA DELLA CONFERENZA DEL BILDERBERG

Fonte: ComeDonChisciotte – PRECIPITATI NEL CAOS: L’EUROPA ALLA VIGILIA DELLA CONFERENZA DEL BILDERBERG.

DI OLGA CHETVERIKOVA
en.fondsk.ru

Il gruppo Bilderberg si riunirà dal 4 al 7 giugno a Sitges (nella foto), una località turistica a 30 km da Barcellona. Come al solito, le informazioni al riguardo ci vengono fornite da James Tucker e Daniel Estulin i quali hanno rivelato che in cima all’agenda del meeting di quest’anno c’è la recessione globale e le proposte per l’elaborazione di collassi economici che possano giustificare l’istituzione di una governance economica di portata mondiale.

Con l’intenzione di prolungare la crisi economica per almeno un altro anno, il gruppo Bilderberg spera di poter trarre vantaggio dalla situazione per poter formare un “ministero della finanza globale” all’interno dell’ONU. Sebbene la decisione fosse in realtà stata presa l’anno scorso nel meeting tenuto in Grecia, Tucker sostiene che il piano è stato affondato dai “nazionalisti statunitensi ed europei (il gruppo Bilderberg indica genericamente come “nazionalisti” tutte le forze con orientamenti nazionali che abbracciano l’idea di sovranità e indipendenza nazionale)

Per un anno intero, fin dall’ultimo incontro, i rappresentanti dell’esecutivo globale hanno cercato di convincere il pubblico del mondo ad accettare un “nuovo ordine finanziario”. L’idea è comparsa in dichiarazioni fatte da N.Sarkozy, G.Brown e dall’appena eletto Presidente del Consiglio europeo H. Van Rompuy, ma – sullo sfondo di una fase relativamente indolore della crisi – quest’attività è rimasta limitata a condizionamenti psicologici senza risvolti pratici. Come Jacques Attali ha, piuttosto ragionevolmente, descritto nel suo After the Crisis l’Europa non può pretendere di riformare l’architettura della finanza globale finché non si sarà fornita delle istituzioni necessarie per soddisfare i propri bisogni.

La crisi del debito greco che sta mettendo a repentaglio il sistema finanziario europeo fornisce un pretesto per misure drastiche, e sia la crisi che le misure illustrano chiaramente la strategia che ricorre al caos per riordinare gli accordi esistenti. Il caos generato in maniera deliberata è rigorosamente controllato da istituzioni finanziarie, le grandi banche e hedge funds e funziona come un efficiente meccanismo di governance e di ristrutturazione sociale.

L’attacco finanziaro alla Grecia si è prontamente trasformato in offensiva contro l’euro e, come è diventato via via più chiaro, gli sviluppi sono solo parzialmente correlati ai difetti dell’economia greca. L’intensità della crisi che ha momentaneamente costituito una minaccia per l’integrità economica e perfino politica della UE, non può essere spiegata esclusivamente dagli appetiti di sfacciati giocatori finanziari. Ci dovevano essere cause più serie dietro la situazione e in un certo qual modo gli obiettivi perseguiti da coloro che l’hanno creata possono essere capiti dalle dichiarazioni di G. Soros. In altre parole gli europei sono costretti a scegliere tra il collasso dell’eurozona e la centralizzazione della governance.

Jacques Attali ha delineato uno specifico piano di centralizzazione. In esso si suggerisce ai paesi della UE di creare istituzioni proprie per monitorare le attività degli operatori finanziari. Vi si propone anche l’istituzione di un ente di credito europeo di nuova formazione che non essendo legato alle banche centrali e di investimento europee né ai governi, garantirebbe assistenza a credibili istituzioni finanziarie locali, investirebbe nei loro fondi ed estendere i prestiti dietro specifiche condizioni. Attali inoltre invoca la formazione di un ministero di finanza europeo che dovrebbe avere fin da subito il potere di elargire prestiti a nome della UE e la creazione di un Fondo di Bilancio Europeo con il mandato di supervisionare i bilanci dei paesi il cui indebitamento progressivo costituisce l’85% del PIL. In altro modo, avverte Attali, ci si dovrebbe attendere una crisi più severa.

Sotto pressioni statunitensi, A. Merkel ha finalmente acconsentito a misure drastiche ( pare che Sarkozy abbia perfino minacciato di far tornare la Francia alla sua moneta nazionale in caso lei facesse lo stesso) e agli inizi di maggio i ministri della finanza ed economia della UE hanno firmato un accordo sui meccanismi di stabilizzazione dei bilanci nella Eurozona, che prevede l’istituzione di un cuscino di sicurezza di 60 miliardi di euro per riscattare con urgenza i paesi che lottano con le loro finanze pubbliche e l’allocazione di 400 miliardi di euro in prestiti garantiti. Il FMI ha inoltre promesso altri 250 miliardi in caso di necessità. Questo denaro deve servire come cauzione sul debito sovrano della Eurozona, una missione che per la prima volta nella sua storia, la Banca Centrale Europea si avvia a intraprendere. Misure atte a facilitare le transazioni finanziarie erano state annunciate dalle banche centrali di diverse parti del globo inclusa la Federal Reserve che sta per iniettare con urgenza dollari americani nella BCE così come nelle banche britanniche e svizzere.

Tutto questo può essere considerato come la prima fase verso l’amministrazione monetaria europea centralizzata. Non è chiaro ancora come i “grandi architetti” vedono la governance finanziaria globale e quale ruolo intendono assegnare alle istituzioni finanziarie esistenti come l’FMI. Le opzioni vanno dalla costituzione di istituzioni completamente nuove alla possibilità di usare l’FMI come centro di regolamento sovranazionale diretto da un consiglio di 24 grandi, un G-24.

Il piano imposto all’Europa dai circoli dell’élite finanziaria implica l’affrontare il problema dell’indebitamento con l’aiuto di nuovi presititi che potranno solo esacerbare anziché risolvere il problema dei bilanci. Secondo i dati di Eurostat, il debito sovrano dell’Eurozona crescerà dal 77,7% all’ 83,6% del PIL. Inoltre, la comunità di esperti ha ampiamente riconosciuto che i dati del debito per la Grecia, Portogallo e altri paesi della UE sono inverosimilmente bassi e non riflettono le reali proporzioni del problema.

Gli esperti della Lombard Odier, una banca svizzera, stimano che l’ammontare del credito inesigibile della Grecia costituisce l’875% del suo PIL, il che significa che per onorarlo il paese dovrebbe investire – senza alcun utile immediato – una cifra che supera il proprio PIL di un 8.75. La media corrispondente nella Eurozona è di 4.34. e negli Stati Uniti di 5.

Senza risolvere i problemi strutturali, le misure lenitive stanno spianando la strada alle istituzioni sovranazionali invocate da Attali. Il 21 maggio scorso, i ministri della finanza della UE, in un meeting presieduto dal presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet e dal presidente del Consiglio Europeo H. Von Rompuy, hanno adottato il piano tedesco per un coordinamento del bilancio molto più ampio che comprende penalità per gli stati che infrangono le regole di bilancio della UE. Le sanzioni comprendono la sospensione del diritto di voto per i recidivi, sospensione dei fondi per lo sviluppo strutturale, ecc. Era stato anche proposto di sottoporre i bilanci nazionali al vaglio della UE prima del loro dibattimento nelle legislature nazionali. Una relazione sarà preparata entro il 17 Giugno – data del summit della UE – con la bozza di una politica comune dell’Eurozona. Un altro – ancor più ambizioso – progetto come il controllo sui bilanci nazionali dell’Eurozona da parte di un triumvirato composto dalla Commissione europea, la BCE e l’Euro Group, verrà ugualmente discusso.

Gli svantaggi dei pacchetti per il salvataggio sono la peggior parte del problema. Nell’evocare la minaccia di collasso finanziario, i paesi della UE hanno introdotto una serie di misure di austerità estremamente impopolari come i congelamenti di salari e pensionamenti per gli impiegati pubblici, tagli nel welfare, aumento dell’età pensionabile, ecc. La Grecia è stato il primo ma non l’unico paese a essere colpito.

Il governo tedesco progetta di tagliare le spese di 10 miliardi annui tra il 2011 e 2016. La Francia ha abolito la pensione annuale per le famiglia a basso reddito. Sotto la pressione dell’FMI, la Spagna sta avviando una riforma complessiva che include congelamento dell’indice pensionistico, riduzione dei salari e licenziamenti nel settore pubblico, abolizione dei pagamenti di sostegno alle famiglie con bambini appena nati, ecc. Gran Bretagna, Italia e altri stanno percorrendo la stessa strada.

Le conseguenze delle suddette misure sono difficili da calcolare considerato che l’Europa sta già affrontando un notevole tasso di povertà e problemi di disoccupazione (quest’ultima ha raggiunto il 10% della popolazione economicamente attiva e continua a crescere e almeno 80 milioni di persone si trovano attualmente sotto la soglia di povertà).

Molto probabilmente, il governo ombra mondiale – il gruppo Bilderberg – somministrerà al pubblico l’oblio attentamente calcolato dei problemi sociali per permettere alle èlite di scaricare gli asset in crisi, conservare il controllo della situazione e deviare le proteste dalle vere cause dei problemi.

Dalla prospettiva della Russia, la conclusione è ovvia: l’intensificazione della sua integrazione nell’Europa “libera” rafforza il controllo finanziario e informativo sulla Russia esercitato da parte delle èlite globali che cercano di strapparle il ruolo di giocatore indipendente nel quadro geopolitico.

Olga Chetverikova
Fonte: http://en.fondsk.ru
Link: http://http://en.fondsk.ru/article.php?id=3069
3.06.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di RENATO MONTINI

ComeDonChisciotte – BILDERBERG: LA COSPIRAZIONE PUBBLICA

Fonte: ComeDonChisciotte – BILDERBERG: LA COSPIRAZIONE PUBBLICA.

DI PAUL JOSEPH WATSON
Prison Planet

Adesso l’agenda per un governo globale è pubblica. L’importanza del Gruppo Bilderberg si basa sui politici controllati.

Adesso che l’agenda di un governo globale e di un sistema economico centralizzato è riconosciuta pubblicamente ed apertamente, quello che rende importante la riunione annuale del Gruppo Bilderberg è quali siano le personalità politiche che si stanno coltivando per appoggiare tali sviluppi. La maggioranza degli argomenti della riunione annuale sono stati resi pubblici nelle scorse settimane: la possibilità di un attacco militare contro l’Iran e il futuro crollo dell’euro.

I membri della Commissione Trilaterale, partecipanti abituali a tali riunioni, hanno fatto sapere che si parlerà seriamente di una Guerra contro l’Iran da tenersi mentre l’elite approfitta delle conseguenze della crisi economica per centralizzare e rendere più stretti i regolamenti riguardanti le operazioni finanziarie.

Le conseguenze di una eventuale guerra contro l’Iran provocheranno una spaccatura tra i membri del Gruppo Bilderberg come è già successo nel caso della guerra all’Iraq.

Durante il recente incontro avvenuto a Dublino, i membri della Commissione Trilaterale, in cui solitamente si discutono gli stessi argomenti che verrano poi trattati negli incontri Bilderberg, Mikhail Slobodovsici (principale consigliere del gruppo Russo) parlando con un membro di We Are Change, che aveva scambiato per un collega, si è lasciato sfuggire: “Stiamo cambiando il mondo…Abbiamo bisogno di un governo mondiale” e, parlando poi di Iran “dobbiamo liberarci di loro”.

Il presidente del Fondo Monetario Internazionale, e membro del Gruppo Bilderberger, Dominique Strauss Kahn in un recente discorso fatto ad una riunione elitista a Zurigo ha riconfermato la tendenza a presentare l’opzione del governo mondiale come unica soluzione per risolvere la crisi economica quando ha detto che i globalisti devono vedere la crisi ‘come una opportunità’ per arrivare ad ‘una nuova moneta emessa da un banca centrale mondiale’.

Le nostri fonti presso il Bilderberger indicano che esiste una grande frattura nei gruppi globalisti elitisti.

Gli elitisti piu giovani ed i nouveaux riche sono preoccupati perché l’economia globale sta affondando troppo presto e troppo velocemente, cosa che potrebbe provocare sul lungo termine conseguenze drastiche anche sulla propria influenza e ricchezza.

Zbigniew Brzezinski, cofondatore e importante membro della Commissione Trilaterale, ha recentemente parlato di tali fratture all’interno del movimento globalista elitista in un contesto geopolitico aggiungendo che ‘un risveglio politico globale’ congiuntamente agli scontri intestini tra la elite sta minacciando di bloccare la spinta verso un governo mondiale.

Nelle scorse settimane i globalisti hanno anche discusso pubblicamente i tempi tecnici a proposito se e quando l’euro come moneta unica collasserà e se tale collasso dell’euro sarà seguito dal collasso del dollaro americano.

David Blanchflower, ex stratega della Banca di Inghilterra, ha indicato a Bloomberg News che la regione monetaria che utilizza l’euro come moneta comune potrebbe disitntegrarsi come risultato della crisi causata dal debito Greco che minaccia di coinvolgere altri Paesi in Europa.

Jim Tucker, veterano conoscitore dei Bilderberg, fa notare nel suo ultimo articolo che, già da varie settimane, i mezzi di comunicazione di massa stanno preparando la gente ad accettare l’agenda dei globalisti elitisti del Gruppo Bilderberg.

“I mezzi di informazione in Europa e nell’Emisfero Occidentale controllati dai Bilderbeger stanno condizionando il pubblico ad accettare due degli obiettivi piu importanti della elite super segreta ancora prima del meeting che si terrà a Sitges, in Spagna, dal 4 al 7 giugno: un attacco militare americano contro l’Iran ed il salvataggio finanziario della Grecia e altri Paesi della Unione Europea”, scrive Tucker.

Adesso che l’agenda di un governo globale e di un sistema economico centralizzato è riconosciuta pubblicamente ed apertamente, la funzione principale del Gruppo Bilderberg è di sviluppare i contatti con le personalità politiche che terranno in un prossimo futuro importanti posizioni nella gerarchia politica del nuovo mondo.

Una delle cose più interessanti da sapere a proposito della riunione del Bilderberg che si terrà a Sitges, in Spagna, è chi saranno i partecipanti. In Inghilterra il nuovo governo di coalizione Inglese di David Cameron si è opposto a parole al progetto dei Bilderberger per l’Europa, però si è dato da fare per nominare politici pro-Europeisti per posti importanti. E’ interessante osservare la presenza eventuale di Cameron e del suo compare Clegg, così come sarà interessante vedere se verranno invitati alla riunione membri del Partito Laburista adesso all’opposizione.

Dopo le dimissioni del servo dei Bilderberger Gordon Brown è certo che i Bilderberger pongano il veto a potenziali candidati a Primo Ministro come David Milliband.

Titolo originale: “Bilderberg: The Open Conspiracy”

Fonte: http://www.prisonplanet.com
Link
28.05.2010

Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di MARCO CRESPI

ComeDonChisciotte – INGANNO E DEPRESSIONE INDOTTA

Fonte: ComeDonChisciotte – INGANNO E DEPRESSIONE INDOTTA.

DI MARCO DELLA LUNA
nuke.lia-online.org

La crisi è alle spalle – Non ci saranno nuovi sacrifici – Qualcuno ha pagato il mio appartamento a mia insaputa – Al Salaria Sport Village mi curavano l’ernia del disco.

Hanno mentito e mentono ancora. Hanno Mentito quando dichiararono che l’Euro avrebbe protetto il potere d’acquisto, e all’opposto lo ridusse del 40%. Era così sicuro e conveniente – dicevano – che non solo era superflua una consultazione popolare, ma anzi la gente doveva assolutamente pagare tasse aggiuntive per meritare il privilegio di entrare nell’Euro, nella Moneta Unica.

Mentirono sulla quantità di tasse da pagare per entrare nell’Euro: prima erano 5.000 miliardi di Lire, poi 10.000, poi 20.000. A un certo punto ci dissero che finalmente eravamo nell’Euro, nella Moneta Unica. Ma anche qui mentivano, e ora ce ne stiamo accorgendo: l’Euro non è una moneta unica. E’ una cosa molto diversa: è un insieme di parità fisse di cambio tra le varie monete partecipanti. E’ come il vecchio Sistema Monetario Europeo, saltato nei primi anni ’90, solo che ha introdotto banconote e spiccioli comuni, per corroborare l’illusione che sia una moneta unica.

Non è una moneta unica perché l’Euro viene prodotto dalla BCE e “venduto” ai singoli paesi contro titoli del debito pubblico dei singoli paesi. Ogni paese emette e vende i suoi propri titoli. Ogni paese, ogni debito pubblico, ha il suo rating e paga il suo tasso di interesse: più i suoi conti sono affidabili, meno paga. E le differenze possono essere elevate. Inoltre, le agenzie di rating possono giocare, e hanno giocato, a dividere l’Eurozona ribassando artatamente il rating di questo o quel paese finanziariamente in difficoltà. Si può arrivare a una situazione in cui la BCE dichiari che i titoli di un dato paese dell’Eurozona non siano più utilizzabili per acquistare Euro.

Affinché più paesi facciano una moneta unica, comune, è necessario che emettano titoli del debito pubblico comuni, ossia che unifichino i loro rispettivi debiti pubblici. Che paghino un unico tasso di interesse. Il che ovviamente non è avvenuto e non può avvenire: Germania e Francia non unificheranno mai i loro debiti pubblici con quelli di Italia, Spagna, Portogallo, Grecia.

Quello che è avvenuto e che era prevedibile e inevitabile, e da alcuni è stato voluto, è che costringere sistemi economici poco efficienti a servirsi della medesima moneta dei sistemi economici più efficienti con cui avevano rapporti di concorrenza e/o di scambio commerciale, ha causato il declino e lo smantellamento dei sistemi economici inefficienti: Grecia, Meridione, Portogallo… Tanto più che, al contempo, arrivava l’attacco competitivo nei nuovi paesi comunitari est-europei nonché della Cina, dell’India, del Pakistan, del Marocco… Tra aree economiche aventi livelli di efficienza e di indebitamento molto distanti tra loro, non ci può essere una moneta comune. Ma non può nemmeno sopravvivere una parità comune, senza ammazzare le aree deboli. A meno che queste non prendano il potere politico sull’Unione e non sfruttino colonialmente quelle forti. Quindi l’Euro salterà, in un modo o nell’altro.

Intanto i banchieri portano avanti la loro politica e i loro affari. Ricordate quando le banche, la BCE, erogavano prestiti facili e a minimi tassi? E poi, quando famiglie e imprese si furono indebitate, strinsero i cordoni con Basilea I e Basilea II, mandando a rotoli l’economia? Causando una marea di insolvenze? E, quando i costi maggiori finanziari prodotti da questa stretta creditizia, cioè monetaria, e le insolvente, pure da essa prodotte, si tradussero in un generale rincaro dei prezzi, gridarono all’inflazione monetaria, e strinsero ancora di più i cordoni della liquidità, e alzarono ripetutamente i tassi, fino a ottenere il crollo dei mercati finanziari e dell’economia reale nel 2008? Vi ricordate che, allora, diciamo a fine luglio, dall’oggi al domani, contraddicendosi spudoratamente, “scoprirono” che c’era un drammatico bisogno di liquidità, e buttarono i tassi a zero? E usarono i governi per far rifinanziare banche e simili coi denari pubblici, cioè con pubblico indebitamento, togliendo i soldi all’economia reale e ai redditi e alla spesa pubblica? E avete notato come, con quei rifinanziamenti, le banche hanno imbastito tra loro un frenetico scambio di titoli finanziari per far risalire artificiosamente i mercati, inducendo risparmiatori fondi previdenziali e di investimento a metterci i loro soldi per rifarsi delle perdite del 2007-2008? E come hanno riportato i bonus dei loro CEO a livelli superiori al crollo delle borse?

Adesso la cosa si ripete: nuovo sacco dei redditi e dei risparmi per trasferire ricchezza al sistema bancario, anziché far pagare le banche autrici e beneficiarie di truffe e speculazioni distruttive.

L’inflazione rialza la testa e la BCE assicura che non tollererà che ciò avvenga. Ossia preannuncia e pregiustifica rialzi dei tassi. Ma sa benissimo che, oggi come prima del 2008, non c’è alcuna inflazione monetaria, proprio perché, al contrario di quanto assume (in ovvia mala fede) la BCE, l’economia reale sta morendo di scarsità di denaro disponibile. Quella falsamente presentata come inflazione da eccesso di moneta, in realtà è l’aumento dei costi finanziari (e conseguentemente dei prezzi di beni e servizi) dovuto appunto alla stretta creditizia di Basilea I, II e III , alla pratica sistematica dell’usura da parte delle banche di credito col tacito consenso delle banche centrali, all’aumento dei costi unitari industriali dovuto a diseconomie di scala (a loro volta dovute alla minor produzione e alla concorrenza cinese). Ma anche al fatto che banchieri e governanti hanno dirottato le risorse monetarie dai consumi, dai redditi, dagli investimenti al sostegno delle banche e della speculazione finanziaria, demonetizzando l’economia produttiva a favore di quella speculativa, e diffondendo insolvenze, fallimenti, licenziamenti.

Ora, con le manovre di aggiustamento dei conti, con nuove tasse, con ulteriori tagli dei redditi e della spesa pubblica, e insieme col rialzo dei tassi, è chiaro che puntano deliberatamente a produrre una depressione economica di prim’ordine e di lunga durata (una manovra che io interpreto, nel mio recente Oligarchia per Popoli Superflui, come finalizzata a salvare la Terra dall’inquinamento industriale e civile, dall’esaurimento delle materie prime, dalla sovrappopolazione). Ci sono precedenti: come provato dal prof. Richard Werner nei suoi saggi Princes of the Yen e New Paradigm in Macroeconomics, una cosa analoga il sistema bancario internazionale ha già fatto nel 1991 al Giappone, per tagliare le gambe alla sua economia mediante una brusca ed economicamente ingiustificabile stretta monetaria, che bloccò l’espansione industriale e commerciale di quel paese, e ancora oggi lo mantiene nella stagnazione. E così facendo consentì l’ascesa dell’astro cinese, designato a comperare l’incessante emissione di t-bonds degli USA – USA che erano all’inizio di una lunga e costosissima serie di campagne belliche.

Quale che sia il fine reale della manovra bancaria per mandare l’Occidente in depressione economica, la realtà di tale manovra è tangibile, comprovata. E i politici, i governi, i parlamenti assecondano tale disegno depressivo. Se si volessero realmente opporre, i governi potrebbero facilmente farlo con operazioni sotto copertura nei confronti della grande finanza e delle sue agenzie di rating, analoghe a quelle che conducono nei confronti del terrorismo non finanziario.

In Italia e in altri paesi ci stupiamo che la classe dirigente (politici, grand commis), rubano, o mangiano, o arraffino, in modo non accidentale, non isolato, ma sistemico. Ma che altro potrebbe fare, se non questo, una classe dirigente che, nel sistema effettivo dei poteri, è sottoposta al potere finanziario, che è il braccio esecutivo e la maschera sporca di questi interessi, e che in questo ruolo saccheggia e boicotta i popoli che sulla carta dovrebbe rappresentare e amministrare? E’ inevitabile che arraffi in proprio, oltre a saccheggiare per essi. In Italia, con la tangentopoli bis, stanno sviando l’opinione pubblica dal male grande al male piccolo ma più accettabile all’opinione pubblica, che quindi viene condizionata a vedere il problema come di una classe dirigente diffusamente corrotta: un problema da risolvere con indagini e sanzioni e più richiami a valori etici.

I popoli, le masse, non sono, proprio perché numerosi, in grado di imparare, di capire, di evitare. Agiscono secondo emozioni, abitudini, imitazione. Altrimenti non sarebbero caduti nella trappola dei prestiti facili né in quella della crisi alle spalle. E non sono nemmeno in grado di coordinarsi, altrimenti avremmo già avuto una rivoluzione violenta negli USA come in Grecia, in Italia etc., contro questi parlamenti e questi governi che depredano le loro popolazioni su mandato dei banchieri, mentendo e ingannando sistematicamente in materia economica. Ma queste rivoluzioni sarebbero del tutto inutili, perché non vi è alternativa, nei nostri tempi, al governare i popoli attraverso lo strumento monetario e bancario, e agli strumenti più specificamente manipolatori. Quindi, se non scoppia la rivoluzione, non perdiamo nulla, tranne il sanguinoso spettacolo del popolo che sfoga la sua indignazione sulle piazze, facendo in pezzi ministri, onorevoli e senatori, boiardi di Stato e tutti gli altri da cui crede di essere stata ridotta in miseria.

Marco Della Luna
Fonte: http://nuke.lia-online.org/

ComeDonChisciotte – L’ ERESIA DELLA GRECIA OFFRE UNA SPERANZA

Fonte: ComeDonChisciotte – L’ ERESIA DELLA GRECIA OFFRE UNA SPERANZA.

DI JOHN PILGER
johnpilger.com

“Nel mondo in via di sviluppo, un sistema di selezione imposto dalla Banca Mondiale e dal Fondo monetario internazionale ha da tempo stabilito se la gente vive o muore.”

Mentre la classe politica della Gran Bretagna fa finta che il suo matrimonio combinato tra Panco Pinco e Pinco Panco sia la democrazia, l’ispirazione per il resto di noi è la Grecia. Non c’è da stupirsi che la Grecia non venga presentata come un faro, ma come un “paese spazzatura” ottenendo la meritata punizione per il suo “settore pubblico obeso” e la “cultura delle scorciatoie” (the Observer). L’eresia della Grecia è che la rivolta della gente comune offre una speranza autentica a differenza di quella elargita dal signore della guerra alla Casa Bianca.

La crisi che ha portato al “salvataggio” della Grecia da parte delle banche europee e del Fondo Monetario Internazionale è il prodotto di un sistema finanziario grottesco già di per sé in crisi. La Grecia è il modello in miniatura di una moderna lotta di classe che raramente è stata riportata come tale e viene portata avanti con tutta l’urgenza del panico tra i ricchi dell’impero.

Ciò che rende la Grecia diversa è che nel suo passato c’è invasione, occupazione straniera, il tradimento da parte dell’Occidente, la dittatura militare e la resistenza popolare. Le persone comuni non sono intimorite dal corrotto corporativismo che domina nell’Unione europea. Il governo di destra di Kostas Karamanlis, che ha preceduto l’attuale governo Pasok (Labourista) di George Papandreou, è stato descritto dal sociologo francese Jean Ziegler come “una macchina per il saccheggio sistematico delle risorse del Paese”.

La Federal Reserve Board degli Stati Uniti sta investigando sul ruolo della Goldman Sachs e di altri gestori di hedge fund americani che hanno scommesso sul fallimento della Grecia mentre i beni pubblici venivano liquidati e i ricchi evasori fiscali depositavano 360.000.000.000 di euro nelle banche svizzere. I più grandi armatori greci hanno trasferito le loro aziende all’estero. Questa emorragia di capitale continua con l’approvazione delle banche centrali europee e dei governi.

All’11 per cento, il deficit della Grecia non è superiore a quello americano. Tuttavia, quando il governo Papandreou ha cercato di prendere prestiti al mercato dei capitali internazionali, è stato efficacemente bloccato dalle agenzie americane di rating aziendale, che hanno “declassato” la Grecia a “spazzatura”. Queste stesse agenzie hanno assegnato rating tripla-A per miliardi di dollari in titoli cosiddetti mutui sub-prime accelerando così il crollo economico del 2008.

Quello che è successo in Grecia è un furto di portata epica, anche se di entità sconosciuta. In Gran Bretagna, il “salvataggio” di banche come Northern Rock e Royal Bank of Scotland è costato miliardi di sterline. Grazie all’ex primo ministro, Gordon Brown, e alla sua passione per gli istinti di avarizia della City di Londra, questi doni fatti con i soldi pubblici sono stati senza condizioni, mentre i banchieri hanno continuato a pagarsi i premi che chiamano bonus. Sotto la politica monoculturale della Gran Bretagna, possono fare come vogliono. Negli Stati Uniti, la situazione è ancora più eclatante, riferisce il giornalista investigativo David DeGraw, “[mentre le maggiori banche di Wall Street] che hanno distrutto l’economia pagano zero tasse e ricevono 33 miliardi di dollari in rimborsi”.

In Grecia, come in America e Gran Bretagna, alla gente comune è stato detto che deve ripagare i debiti dei ricchi e dei potenti che li hanno generati. Lavoro, pensioni e servizi pubblici devono essere tagliati e bruciati, mentre i corsari sono in carica. Per l’Unione europea e il Fondo monetario internazionale, si presenta la possibilità di “cambiare la cultura” e smantellare il benessere sociale della Grecia, così come il FMI e la Banca mondiale hanno “strutturalmente modificato” (impoverito e controllato) paesi in tutto il mondo in via di sviluppo.

La Grecia è odiata per le stesse ragioni per le quali la Jugoslavia doveva essere fisicamente distrutta con la scusa di proteggere le popolazioni del Kosovo. La maggior parte dei greci sono impiegati dello Stato, e i giovani e i sindacati formano un’alleanza popolare che non è stata sottomessa; i carri armati dei colonnelli sul campus dell’Università di Atene nel 1967 rimangono un fantasma politico. Tale resistenza è un’anatema per i banchieri centrali europei e considerata come un ostacolo al bisogno del capitale tedesco di conquistare mercati a seguito della riunificazione della travagliata Germania.

In Gran Bretagna, è stato grazie alla propaganda trentennale di una teoria economica estrema conosciuta prima come monetarismo e poi come neo-liberalismo, che il nuovo primo ministro può, come il suo predecessore, esprimere le sue richieste che la gente comune paghi i debiti di imbroglioni sebbene “fiscalmente responsabili”. Le innominabili sono la povertà e la classe. Quasi un terzo dei bambini inglesi restano al di sotto della soglia di povertà. Nella classe operaia della città di Londra, nel Kent, l’aspettativa di vita maschile è di 70 anni. A due chilometri di distanza, a Hampstead, è 80. Quando la Russia è stata oggetto di una simile “terapia d’urto” negli anni ’90, l’aspettativa di vita scese in picchiata. Un record di 40 milioni di americani impoveriti attualmente ricevono buoni alimentari: cioè, non possono permettersi il cibo.

Nel mondo in via di sviluppo, un sistema di selezione imposto dalla Banca Mondiale e dal Fondo monetario internazionale ha da tempo stabilito se la gente vive o muore. Ogni volta che le tariffe e i sussidi alimentari e il carburante vengono eliminati dal diktat del FMI, i piccoli agricoltori sanno di essere stati dichiarati sacrificabili. L’Istituto per le Risorse Mondiali (World Resources Institute) calcola che il bilancio raggiunge 13-18.000.000 di bambini che muoiono ogni anno. “Questo”, ha scritto l’economista Lester C. Thurow, “non è metafora, né similitudine di guerra, ma la guerra stessa”.

Le stesse forze imperiali hanno utilizzato terribili armi da guerra contro i paesi colpiti nei quali la maggior parte sono bambini e hanno approvato la tortura come strumento di politica estera. Si tratta di un fenomeno di negazione per cui a nessuna di queste aggressioni ai danni dell’umanità, in cui la Gran Bretagna è impegnata attivamente, è stato permesso di influire sulle elezioni inglesi.

La gente per le strade di Atene, non soffre di questo disagio. Sanno perfettamente chi sia il nemico e loro si considerano, ancora una volta sotto l’occupazione straniera. E ancora una volta, stanno insorgendo, con coraggio. Quando David Cameron inizierà a tagliare 6.000.000.000 di sterline dai servizi pubblici in Gran Bretagna, significherà che sta contrattando perchè quello che accade in Grecia non accada in Gran Bretagna. Dovremmo dimostrare che ha torto.

Versione originale:

John Pilger
Fonte: http://www.johnpilger.com/
Link: http://www.johnpilger.com/page.asp?partid=576
20.05.2010

Versione italiana:

Fonte: http://ilupidieinstein.blogspot.com/
Link: http://ilupidieinstein.blogspot.com/2010/05/l-della-grecia-offre-una-speranza.html
20.05.2010

Traduzione a cura di DAKOTA JONES

ComeDonChisciotte – CAPIRE PERCHE’ L’UNIONE MONETARIA EUROPEA CI STA DISTRUGGENDO (GRECIA, NOI, E POI GERMANIA E TUTTI GLI ALTRI)

Fonte: ComeDonChisciotte – CAPIRE PERCHE’ L’UNIONE MONETARIA EUROPEA CI STA DISTRUGGENDO (GRECIA, NOI, E POI GERMANIA E TUTTI GLI ALTRI).

DI PAOLO BARNARD
paolobarnard.info

Ecco cosa è successo. A distanza di 8 anni dal fatidico 1 gennaio 2002 – quando l’Euro divenne definitivamente la moneta comune a 16 nazioni in Europa – i mercati finanziari (leggi il Tribunale Internazionale degli Investitori e Speculatori) hanno finalmente compreso che i Paesi d’Europa non sono più sovrani, specialmente nell’emissione della loro moneta. Dunque i mercati hanno dato un’occhiata ai grandi debiti dei 16 Stati della zona Euro e hanno concluso che per noi ripagarli è un vero problema. Da qui il loro panico, e la conseguente crisi di cui tutti i giornali parlano, che oggi colpisce la Grecia ma domani colpirà tutti gli altri, Germania inclusa. E ciò perché è una crisi strutturale, non di un paio di Paesi.

Vi chiederete: perché ripagare i nostri debiti è diventato un problema così allarmante? Non eravamo indebitati anche prima dell’Euro? Oggi noi Stati della zona Euro stiamo USANDO l’Euro, non ne siamo più i proprietari. Una volta noi italiani possedevano la lira, i francesi i franchi e i tedeschi i marchi ecc. Non siamo cioè più sovrani nell’uso della nostra moneta. L’Euro è a tutti gli effetti una moneta senza Stato, è una moneta ‘mercenaria’ che tutti i sedici USANO. Fra usare una moneta e possederla la differenza è enorme. Perché oggi ogni Paese dell’Euro deve, PRIMA DI SPENDERE per la cittadinanza, fare una di due cose: 1) prendere in prestito l’Euro, 2) TASSARE i propri cittadini per racimolarlo.

Spiegazione di 1) Prendere in prestito l’Euro: letteralmente dobbiamo andarlo a trovare, proprio come fa un padre di famiglia che prima di pagare le spese di casa deve trovare i soldi da qualche parte (lavoro, prestiti). Oggi, si badi bene, un Paese come l’Italia o la Francia deve bussare alle porte di creditori privati per farsi PRESTARE gli Euro PRIMA di poterli spendere per la comunità (vendiamo titoli di Stato sui mercati di capitali dove dobbiamo competere e pagare tassi decisi dai privati). Il nostro Tesoro e la nostra Banca Centrale non possono più emettere moneta in autonomia. Ecco perché oggi i nostri debiti sono un vero problema.

Al contrario, prima dell’avvento dell’Euro, noi eravamo Paesi sovrani nella moneta (lira, franchi, marchi…), e i nostri governi potevano spendere senza il bisogno di trovare il denaro in anticipo. Letteralmente se lo inventavano, come fanno oggi gli USA o la Gran Bretagna per esempio. Magari spendevano troppo, è possibile (caso Italia), ma con la propria moneta sovrana avevano tutti i mezzi per rimediare. Certamente si indebitavano, eccome, ma era un debito che contraevano DOPO AVER SPESO, non prima ancora di spendere come accade con l’Euro oggi, e soprattutto lo potevano ripagare semplicemente inventandosi il denaro necessario (suona incredibile ma è esattamente così), come fanno oggi gli USA o il Giappone. Avevano cioè il potere sovrano di gestire la propria moneta e di conseguenza i propri debiti in autonomia, e questo rassicurava i mercati finanziari che non andavano nel panico sul debito nazionale di allora come invece è accaduto oggi con la Grecia (e domani con tutti i sedici Paesi dell’Euro).

E infatti, nonostante USA o Giappone siano indebitati fino al collo, nonostante l’Inghilterra sia messa forse peggio della Grecia in quanto a debiti, i mercati non sono nel panico per loro. Il motivo, lo ripeto, è che USA, Giappone o Inghilterra hanno moneta sovrana, cioè possono spendere senza doversi PRIMA indebitare, e possono ripagare i loro debiti inventandosi moneta, cose che noi 16 non possiamo fare più. Considerate inoltre che un ‘caso greco’ non si verificò mai, per esempio, con l’Italia spendacciona, indebitata, inflazionistica ma con moneta sovrana degli anni ’60 e ‘70. Al contrario, quell’Italia era assai prospera, e la sua ricchezza di allora ancora oggi ci nutre.

Ecco cosa sta accadendo.  Di chi è la colpa? Dell’inganno dell’Euro voluto a tavolino dai grandi burocrati europei (Prodi, Ciampi e centrosinistra in Italia) per l’esclusivo interesse del Tribunale Internazionale degli Investitori e Speculatori (e degli USA naturalmente), i quali oggi (ma già da prima) ci saccheggiano imponendoci misure di tagli a tutto ciò che è pubblico per comprarselo domani a due soldi. Possono farlo perché oggi noi, per i motivi sopraccitati, siamo indebitati veramente, e siamo ricattabili. Non per nulla alla Commissione Europea trovano pianta stabile 229 lobbisti del Tribunale Internazionale degli Investitori e Speculatori, in un rapporto di 4 a 1 rispetto a chi perora la causa dei cittadini.

p.s. Sapete chi ha voluto l’Italia nell’unione monetaria? La confindustria tedesca, che ha voluto inchiodare la nostra industria nella moneta unica così che ci fosse impossibile in futuro svalutare la lira per renderci competitivi contro il marco e vendere più di loro. Capito? Prodi non è scemo, è un criminale. Altro che caso Anemone.

Paolo Barnard
Fonte: www.paolobarnard.info
Link: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=182
14.05.2010

ComeDonChisciotte – I RETROSCENA DELLA CRISI GRECA

Fonte: ComeDonChisciotte – I RETROSCENA DELLA CRISI GRECA.

DI GILLES BONAFI
gillesbonafi.skyrock.com

Siete in molti a chiedermi cosa succederà in Grecia, ecco la mia analisi.

La Grecia non è che un pretesto, così come presto lo saranno Spagna e Portogallo. Si gioca a farsi paura allo scopo di creare un CERS, Comitato Europeo del rischio sistemico (la stessa struttura che verrà creata in USA) così come un Tesoro europeo (FME o altro) che si troverà in tutti i continenti e che certamente, saranno tutti legati al FMI che diventerà il supervisore mondiale mettendo in circolazione una moneta sovranazionale che Attali, Strauss-Kahn e ormai anche Paul Jorion, chiamano, Bancor.
In sostanza, un blocco completo del sistema. (Rileggete “Salvare l’Europa, istruzioni d’uso”).

Tuttavia, bisogna analizzare più in profondità.

Effettivamente ci troviamo di fronte ad una crisi del debito, cosa che si può illustrare nelle differenti fasi dell’attuale crollo finanziario:

– debiti dei privati e soprattutto dei “poveri”: i subprimes

– debito delle banche, il problema della carenza di liquidità per i mancati rimborsi dei crediti e per la caduta dei CDS (credit default swap)

– debito degli stati che iniettano migliaia di miliardi nelle banche e nell’economia per mantenere il sistema a galla

Lo potete constatare voi stessi, il debito segue una curva esponenziale essendo la contropartita della legge di Pareto (riflesso matematico della legge della giungla) anch’essa esponenziale (del capitale accumulato, oltre a tutto il resto)

Certamente, presto bisognerà andare a cercare denaro altrove, in una struttura sovranazionale come il FMI con i suoi futuri piccoli satelliti (FME). Una gigantesca fuga in avanti, dal momento che il nostro sistema economico funziona come un trittico senza alcun senso: debito=consumo=lavoro. Il debito non e’ dunque altro che la contropartita naturale del capitale accumulato da alcuni e che non viene reimmesso nell’economia reale.

Bisogna ben capire che la creazione di denaro”ex nihilo” o per farla semplice, la creazione di denaro da parte delle banche a partire dal nulla, non serve che a designare le banche come sole responsabili, cosa che al bisogno, permette di non denunciare le tare strutturali proprie del nostro sistema economico.

Effettivamente, i nostri grossi predatori ( che non ne hanno mai abbastanza) hanno messo a punto un sistema complesso di captazione delle ricchezze che si designa con il termine di finanza.

Tutto questo non è valido e oggi ci troviamo alla fine di un sistema ormai allo stremo.
Albert A. Bartlett, fisico che ci dava la chiave matematica dell’assurdità del capitalismo:
“ La più grande deficienza della razza umana è la nostra incapacità a comprendere la funzione esponenziale”.
Le nostre economie moderne funzionano sostanzialmente secondo un processo fondamentale : la crescita.
Ora, il consumo distrugge la nostra economia.

Per meglio comprendere, l’esempio della Cina e’ edificante.
Secondo la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma, nel corso dell’ 11° piano quinquennale (2005-2010), la Cina avrebbe bisogno di creare ogni anno 20 milioni di nuovi posti di lavoro, cosa che impone una crescita minima del 7% all’anno. Ora, bisogna ricordarsi che 7% di crescita significativa: 7% in più di petrolio, 7% di legno, 7% di cibo, 7% d’inquinamento, ecc. ecc. ecc.

Tutto questo non può che andare a finire malissimo.

Gilles Bonafi
Fonte: http://gillesbonafi.skyrock.com
Link: http://gillesbonafi.skyrock.com/2852396418-Les-dessous-de-la-crise-grecque.html
2.0.5.2010

Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di MICOL BARBA

ComeDonChisciotte – E ORA, CHI PAGA ?

Fonte: ComeDonChisciotte – E ORA, CHI PAGA ?.

DI FELICE CAPRETTA
informazionescorretta.blogspot.com

Euforiche le borse mentre scriviamo rimbalzano tutte in area positiva.
Il comportamento ricorda il paziente maniaco-depressivo, probabilmente non a caso.

Le borse stanno rimbalzando perchè ieri, nel cuore della notte e dopo 14 ore di riunione, l’Ecofin ha partorito le misure di salvataggio della zona euro.

Si tratta di poco più che una grida manzoniana.

Il programma di salvataggio vale 720 MLD EUR, praticamente un trilione di dollari.

Anche se…guardando nel dettaglio la decisione dell’Ecofin, ci ricorda improvvisamente di qualcosa di già visto su due fronti: da una parte, ricorda molto da vicino il TARP di Hank Paulson, ex Goldman Sachs, all’indomani del crollo di Lehman Brothers. Dall’altra, ci ricorda il salvataggio in extremis delle sponde greche fatto dall’Unione Europea.

Si tratta in pratica dell’impegno da parte degli stati a sborsare 440 MLD EUR, più 220 MLD EUR da parte del FMI, più qualcosina dalla Commissione Europea. Più, l’impegno della BCE ad acquistare titoli di stato dei paesi in difficoltà.

Tre cose:

1) Gli accordi sono da definire, come per la Grecia, su base bilaterale.

Vale a dire che, se il Portogallo affonda, ci saranno Italia e Germania e Francia etc che presteranno soldi al Portogallo. Non c’e’ una istituzione o un fondo unico che si occupa dell’erogazione degli aiuti.

Fortunatamente non ci sarà, dunque, un altro capobastone con un enorme potere che esercita con i soldi dei cittadini europei.

Questo, per contro, è foriero di una generalizzata lentezza di erogazione dei salvataggi in caso di necessità (mettete daccordo 8 stati, se ci riuscite). Se credete nell’euro, questa lentezza di risposta è uno svantaggio. Se non credete nell’euro, è un vantaggio.

2) E ora, chi paga?

Il più grosso dubbio che ci attanaglia è il solito: visto che nessuno ha spiegato da dove spunteranno questi 440 e passa mila miliardi di euro, dobbiamo presumere che arriveranno da altro debito. La qual cosa, come ormai sappiamo, consiste nel scavare una buca più grande per coprire una buca più piccola.

Prima o poi tutti i nodi vengono al pettine.

3) E ora, chi stampa?

La BCE, contravvenendo al principio del Trattato che sancisce la proibizione di prestiti dalla BCE agli Stati Membri, si impegna ad acquistare titoli di stato e obbligazioni dagli stati e dalle aziende a rischio dell’eurozona.

Il che ci riconduce all’affermazione precedente: e ora, chi paga?

La BCE percorre la folle strada già percorsa dalla Fed di Bernanke: stampare denaro, tanto denaro. Che tanto, finchè l’economia rallenta e va in deflazione e le banche non prestano, non c’e’ il rischio di avere immediatamente iperinflazione.

E’ così, è la solita ricetta già vista.

Un’economia affossata dal debito, in crisi di debito, a cui viene addossato altro debito. Solo un modo per rimandare in là di qualche ora cio’ che è inevitabile, e peggiorare ed ingigantire il botto finale o la lunga discesa senza freni.

I mercati festeggiano l’Unione che rimette nel congelatore la cena già decotta, congelata nel 2008, scongelata più volte passando per Dubai, e poi ricongelata, infine scongelata settimana scorsa con un odore di marcio che non si sa.

Mai ricongelare una cosa scongelata, lo diceva sempre la mamma.
Perchè nel frattempo continua a marcire, e quando si scongela è da buttare.
Certo, mentre è lì nel freezer sembra normale.

Fino a quando non si scongela di nuovo
Fino a quando la corrente non salta.
Fino a quando…
Fino a quando…

Finchè dura.

Saluti felici

Felice Capretta
Fonte: http://informazionescorretta.blogspot.com
Link: http://informazionescorretta.blogspot.com/2010/05/euforiche-le-borse-mentre-scriviamo.html
10.05.2010

Titolo originale: “Ecofin, i risultati “

ComeDonChisciotte – UN GRUPPO SEGRETO DI BANCHIERI INTERNAZIONALI PER UN GOVERNO MONDIALE?

ComeDonChisciotte – UN GRUPPO SEGRETO DI BANCHIERI INTERNAZIONALI PER UN GOVERNO MONDIALE?.

DI PAUL JOSEPH WATSON
Prison Planet

Il presidente della BCE comunica agli addetti ai lavori che un gruppo segreto di banchieri internazionali – responsabili dello stato senza nazione – diventerà il motore principale del governo mondiale.

In un discorso davanti all’elitaria organizzazione Council On Foreign Relations tenuto all’inizio di questa settimana a New York, il presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet ha chiesto che l’imposizione del dominio globale venga diretta dal G20 e dalla corrotta Bank for International Settlements (Banca dei Regolamenti Internazionali) in nome della salvaguardia dell’economia globale.

In una conferenza intitolata “Global governance today”, Trichet proclama come necessaria l’imposizione da parte dell’élite di “Un insieme di regole, istituzioni, unità organizzative informali e meccanismi che noi chiamiamo ‘governance globale’”.

Nella foto: il presidente della BCE Jean-Claude Trichet

Durante il discorso, Trichet usa l’espressione “Governance Globale” ben oltre una dozzina di volte, sottolineando come “la governance globale è essenziale” per evitare un’altra crisi finanziaria.

La prima sezione del discorso di Trichet è intitolata “Perché abbiamo bisogno della governance globale” e da quel punto in poi lui invoca costantemente la flessione dell’economia come giustificazione per il conferimento del potere di controllare il mondo a istituzioni segrete, antidemocratiche e corrotte.

Momenti significativi del discorso di Trichet possono essere visti qui attraverso il canale ufficiale di Youtube del Council of Foreign Relations.

Una trascrizione integrale del discorso è stata trasmessa dalla Bank for International Settlements, un’organizzazione internazionale di banche centrali che ha costantemente fatto pressione per una valuta globale centralizzata che sostituisse quella degli stati nazionali. Trichet sostiene nel suo discorso che la BIS è ”un passo avanti” nell’affrontare la crisi finanziaria.

La principale organizzazione che guiderá le istituzioni del dominio globale, secondo Trichet, è il Global Economy Meeting ( GEM), che regolarmente si riunisce presso il quartier generale della BIS a Basilea. Questo gruppo, sostiene Trichet, “è diventato il primo gruppo per una governance globale tra le banche centrali”. La GEM è essenzialmente un comitato che condiziona la politica sotto l’egida della Bank for International Settlements.

La BIS è un ramo dell’architettura finanziaria internazionale di Bretton-Woods e stretta alleata del gruppo Bilderberg. E’ controllata da una ristretta élite che rappresenta le maggiori istituzioni bancarie centrali del mondo. John Maynard Keynes, probabilmente il piú influente economista di tutti i tempi, voleva che fosse chiusa perché era solita riciclare denaro per i nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Il sito Inversors Insight descrive la BIS come “la piú potente banca di cui abbiate mai sentito parlare”, indicandola come “l’istituto finzanziario piú potente sulla terra”.

La banca esercita il suo potere attraverso il controllo di grandi quantità di valute globali. La BIS controlla non meno del 7% dei fondi d’investimento esteri del mondo, oltre a detenere 712 tonnellate di lingotti d’oro.

“Controllando gli scambi valutari internazionali, oltre l’oro, la BIS puó spingersi molto in lá nel determinare le condizioni economiche di qualunque paese”, scrive Doug Casey. “Ricordate che la prossima volta che Ben Bernanke o il presidente della Banca Centrale Europea annuncerá un incremento del tasso d’interesse, potete essere certi che non l’ha fatto senza il concorso del consiglio della BIS”.

La BIS é fondamentalmente un immenso fondo nero per il governo globale, attraverso il quale vengono furtivamente effettuati trasferimenti segreti di denaro dei cittadini verso il FMI.

“Ad esempio, il denaro del contribuente statunitense puó essere passato attraverso la BIS al FMI e da lì verso qualunque posto. In sostanza, la BIS lava il denaro, non essendoci una contabilitá specifica dell’origine di taluni depositi particolari e di dove sono andati a finire”, scrive Casey.

“La banca ha avuto un ruolo fondamentale nel promuovere l’adozione dell’euro come valuta comune in Europa. Girano voci che il prossimo progetto sia quello di persuadere gli Stati Uniti, il Canada e il Messico a cambiare verso un tipo di valuta regionale, forse da chiamare ‘amero’, ed è logico ritenere che l’obiettivo finale della banca sia quello di una unica valuta mondiale. Il che semplificherebbe le transazioni e solidificherebbe davvero il controllo dell’economia planetaria da parte della banca,” aggiunge Casey.

La Bank of International Settlements non ha responsabilitá nei confronti di alcun governo. L’ammissione di Trichet, che un ramo della corrotta BIS guiderà il motore principale del governo globale, è una rivelazione sorprendente, ed evidenzia di nuovo che il governo mondiale è di natura intrinsecamente antidemocratica e dittatoriale.

Il fatto che Trichet abbia svelato questo nuovo approccio nella marcia verso il dominio globale davanti ad una platea di membri del CFR é pienamente significativo.

Il Council on Foreign Relations comprende elitaristi influenti e persone importanti di tutti i settori di governi, del business, accademici e dei media. E’ il volto pubblico del Gruppo Bilderberg. Il CFR recluta solo membri concordi con la sua agenda per il governo globale e con l’eliminazione della sovranitá statunitense.

L’obiettivo della missione del CFR era stato ben sintetizzato dal precendente sottosegretario al dipartimento di Stato di Clinton e luminare del CFR, Strobe Talbott, che nel luglio 1992 disse a Time Magazine: “Nel secolo prossimo le nazioni così come le conosciamo saranno obsolete, tutti gli stati riconosceranno un’autoritá singola e globale. La sovranità nazionale dopotutto non era una così grande idea.”

Come abbiamo evidenziato, l’élite glabale ha giá rivelato la nascita del governo mondiale e chi lo guiderà. La gente che ha sperato che l’ONU fosse al timone è stata distratta quando il G20, affianco alla BIS, veniva investito coi mezzi attraverso i quali il governo globale viene coordinato.

Nel suo discorso Trichet riconosce il ruolo del G20 nell’usare la crisi finanziaria per la “piena integrazione nelle istituzioni della governance globale” del mandato dei paesi in via di sviluppo.

“Il G20 è stato efficace nell’indirizzare la crisi globale. Ora siamo in una fase in cui questo forum sta passando da una modalità di agire per risolvere una crisi ad una di contribuire per la prevenzione della crisi”, ha detto Trichet. In altre parole, l’élite ha sfruttato la crisi finanziaria per permettere al G20 di mostrarsi come i salvatori e di conseguenza di conferire a se stessi il potere per imporre le regolazione del dominio globale sugli stati nazionali in nome della necessitá di evitare un’altra crisi mondiale.

Come dichiarato dal presidente della UE Herman Van Rompuy durante il suo discorso a Bruxelles, il 2009 ha segnato il primo anno ufficiale in cui i poteri del governo mondiale vengono esercitati direttamente per controllare le economie degli stati nazionali.

“Il 2009 è anche il primo anno della governance globale, con la costituzione del G20 nel mezzo della crisi finanziaria. La conferenza per il clima di Copenaghen è un altro passo verso la gestione globale del nostro pianeta,” ha detto Van Rompuy.

Titolo originale: “Secretive Group of International Bankers to form a World Government?”

Fonte: http://www.prisonplanet.com/
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29.04.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di RENATO MONTINI

Grecia: predatori e “cattivi” che protestano

Fonte: Grecia: predatori e “cattivi” che protestano.

I giornali e le TV stanno da qualche settimana presentando quella che viene definita la “crisi finanziaria” della Grecia, in maniera estremamente didascalica, per molti versi simile ad un fumetto per bambini, alternando alle didascalie dotte disquisizioni e complesse calcolazioni esperite dai guru istituzionali della finanza che discettano ostentando un vernacolo per iniziati incomprensibile ai più.
Le didascalie hanno lo scopo di orientare il pensiero degli italiani, proponendo una lettura della questione tanto semplice quanto rassicurante. Le dotte disquisizioni sono indispensabili per dimostrare che questa è la lettura giusta, in quanto suffragata dal pensiero di chi conosce e domina una materia per “cervelli fini” con la quale le persone “normali” non possono certo nutrire la presunzione di confrontarsi.
La Grecia viene così dipinta nell’immaginario collettivo come un paese vittima di una grave crisi finanziaria, imputabile ad una cattiva gestione del debito pubblico da parte della classe politica che ha permesso il dilagare della corruzione e dell’evasione fiscale, garantendo a larga parte dei cittadini facili guadagni e “privilegi” a pioggia.
Proprio a causa di questo baccanale collettivo costruito a debito, il paese si è trovato così di fronte alla prospettiva di un crack di proporzioni gigantesche, dal quale solamente “l’amica UE” potrebbe essere in grado di sottrarlo. Prospettiva che naturalmente in Italia mai potrebbe verificarsi, poiché i nostri conti sono solidi e la nostra classe politica dall’avvento della seconda Repubblica cammina sulla retta via.

I Paesi della UE, dall’alto della loro bonomia, ma anche per preservare intatta la salute dell’euro, si sono detti disposti a devolvere ai greci (a titolo di prestito) decine e decine di miliardi di euro nei prossimi tre anni, indispensabili per riportare a galla il loro equilibrio finanziario. Ma come ogni “buona banca” si sono visti costretti a pretendere alcune garanzie a tutela del loro “investimento”.
Tali garanzie sono costituite naturalmente dall’assicurazione che il governo greco chiuda i rubinetti dei “privilegi” imponendo ai suoi cittadini una serie di riforme “lacrime e sangue” che ne ridimensionino l’opulenza e contribuiscano a risanare i conti pubblici.

La UE ed il governo greco, dopo una serie di trattative, hanno “finalmente” raggiunto un accordo di comune soddisfazione. Ma una parte (peraltro minoritaria) dei cittadini, costituita da facinorosi, anarchici e frange dell’estrema sinistra sta protestando con veemenza, arrivando a scontrarsi con la polizia, perché abituata egoisticamente alla “bella vita” non è disposta a perdere i privilegi acquisiti.

Una rappresentazione molto semplice, convincente, rassicurante, ma tanto visionaria quanto distante dalla realtà.
Le cause della crisi finanziaria greca, oltre che derivare dalla corruzione e dall’evasione fiscale ad alti livelli, allignano in tutta una serie di speculazioni finanziarie internazionali studiate con tutta probabilità proprio allo scopo di condurre la Grecia sull’orlo di un baratro dal quale potrà salvarsi solamente “svendendo” quella sovranità limitata che ancora conservano i paesi della UE.

La sorte della Grecia sarà entro breve tempo seguita da tutti gli altri Paesi, ad iniziare dal Portogallo, dalla Spagna e dall’Italia, poiché il progetto messo in essere (per uno strano scherzo del destino) proprio all’indomani della ratifica del Trattato di Lisbona prevede l’annientamento dell’attuale sovranità limitata degli stati membri ed il trasferimento dell’intera sovranità nelle mani di una confraternita di organismi privati quali BCE, FMI, Banca Mondiale ecc.

Il denaro che verrà devoluto alla Grecia proviene dalla finanza pubblica e pertanto il finanziamento peserà sulle tasche dei contribuenti dei singoli stati. Tale denaro non sarà destinato ad offrire vantaggi ai cittadini greci ma entrerà in una partita di giro dove sarà utilizzato unicamente per coprire le voragini create dalla speculazione finanziaria.
Le garanzie imposte alla Grecia non sono state dettate dagli stati europei che offriranno il denaro, ma dalla confraternita privata di cui sopra. Confraternita che negli anni a venire si è arrogata il diritto di sovrintendere all’operato del governo greco (di fatto sostituendolo) imponendo tempi e modi delle riforme che dovrebbero iniziare la prossima settimana.

Le riforme lacrime e sangue non andranno a colpire i privilegi di un popolo opulento abituato a vivere nello sfarzo, ma metteranno alla fame cittadini con i salari fra i più bassi in Europa (insieme ad Italia e Portogallo) che già oggi vivono in condizione di estrema precarietà a causa della grave crisi economica e della disoccupazione.
Quella che viene dipinta (ed imposta) come un’operazione di risanamento dei conti pubblici, consiste semplicemente in un aumento indiscriminato della tassazione e nel taglio dello stato sociale e dei diritti dei lavoratori. Aumento dell’IVA e della tassazione su molti prodotti, riduzione dell’assistenza sanitaria e pensionistica, tagli degli stipendi, ferie e tredicesime, licenziamento di una cospicua parte dei dipendenti pubblici.

I “cattivi” che protestano e stanno creando disordini nelle principali città greche non sono solamente uno sparuto manipolo di facinorosi, anarchici e professionisti della protesta che non vogliono fare i “giusti sacrifici”. Sono quella parte di cittadini che ha iniziato a prendere coscienza della realtà, realizzando la natura della strada senza ritorno sulla quale la Grecia (paese pilota in Europa) verrà costretto a camminare a partire dalla prossima settimana.
Una strada che in tempi brevi diverrà molto affollata, dal momento che dopo il successo dell’esperimento, gli altri paesi (compresa l’Italia) seguiranno a ruota, condividendo il regalo dello stesso futuro “lacrime e sangue”.

La confraternita di cui sopra sa bene che una volta messa in moto l’operazione è indispensabile fare in fretta e condurre in porto il Blitzkrieg prima che al di là del velo delle didascalie e delle dotte disquisizioni i cittadini percepiscano la realtà ed incomincino a reagire creando problemi che non possano essere risolti con l’ausilio dei lacrimogeni e di qualche manganellata.

Dietro l’attuale crisi del debito che ha colpito la Grecia (e che sta contagiando anche Portogallo, Spagna, Irlanda e, molti temono, anche l’Italia) non c’è solo la nota frode di bilancio commessa dai governanti ateniesi in combutta con le principali banche americane, in particolare la Goldman Sachs di Lloyd Blankfein e la JP Morgan Chase di Jamie Dimon.
Su tutto incombe infatti il sospetto, o meglio, la certezza di una spregiudicata operazione speculativa orchestrata dalla cupola finanziaria di Wall Street per lucrare sull’indebolimento dell’euro. Questo è lo scenario su cui sta timidamente indagando il dipartimento della Giustizia Usa.

Sotto scrutinio ci sono le colossali e contemporanee movimentazioni di fondi speculativi Usa (che scommettono sul futuro deprezzamento della valuta europea) registrati subito dopo la famosa cena tenutasi l’8 febbraio a Manhattan tra i finanzieri che quei fondi amministrano: George Soros (Soros Fund), John Paulson (Paulson & Co.), Steven Cohen (Sac), David Einhorn (Greenlight), Donald Morgan (Brigade) e Andy Monness (Monness Crespi Hardt & Co.).
A garantire il successo di questa operazione speculativa ci ha pensato il loro potente socio Harold ‘Terry’ McGraw III, che – attraverso il braccio armato della sua McGraw-Hill, ovvero l’agenzia di rating Standard & Poor’s – ha declassato i titoli di Stato greci, portoghesi e spagnoli innescando la ‘necessaria’ crisi dell’euro.

Ma forse c’è di più, e di peggio. Sono sempre di più gli economisti e i politici europei che in questo attacco all’euro vedono non un semplice mezzo speculativo, ma un fine politico.
Il sospetto è che le lobby finanziarie d’oltreoceano mirino ad abbattere il valore della moneta unica europea fino a portarla alla parità con il dollaro, allo scopo di salvaguardare la sempre più traballante egemonia globale della valuta statunitense. Affossare l’euro, o quantomeno ridimensionarlo, per tenere a galla il malandato biglietto verde, altrimenti destinato a tramontare come valuta di riferimento mondiale.
Altri ancora pensano che portare sull’orlo della bancarotta gli Stati europei più deboli (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna: i cosiddetti Pigs, o Piigs, se si comprende anche l’Italia) potrebbe dare impulso al mai tramontato progetto franco-tedesco di un’Europa a due velocità, con le ‘zavorre’ relegate a un ruolo marginale.

C’è infine chi va anche oltre queste interpretazioni, giudicando l’aggressione all’euro non come una sciovinistica manovra statunitense per sabotare la concorrenza economica del Vecchio Continente, bensì come una macchinazione dell’élite politica ed economica transnazionale (quindi anche europea) tesa a giustificare il potenziamento delle istituzioni globali, a partire dal Fondo Monetario Internazionale. Creare panico per poi invocare, come unica soluzione, come ancora di salvezza, un nuovo ordine economico mondiale dominato da organismi sovranazionali tecnocratici. Scenari che, secondo i sostenitori di questa tesi, saranno al centro delle prossime riunioni annuali a porte chiuse delle più potenti lobby globaliste: dalla Commissione Trilaterale (7-9 maggio a Dublino) al Bilderberg Group (3-6 giugno a Sitges, Barcellona).

A prescindere dalle diverse interpretazioni di quanto sta accadendo, una cosa è certa: a pagare il conto degli imbrogli dei politici europei e delle speculazioni dei predatori finanziari americani saranno le masse popolari. Per ora quelle greche, domani si vedrà.

ComeDonChisciotte – LA GRECIA AL PATIBOLO, IL BOIA SI CHIAMA TRATTATO DI LISBONA

ComeDonChisciotte – LA GRECIA AL PATIBOLO, IL BOIA SI CHIAMA TRATTATO DI LISBONA.

DI PAOLO BARNARD
paolobarnard.info

Sarò brevissimo e chiaro. Scrissi tempo fa che i trattati europei, da Maastricht a Lisbona, sono stati pensati per il bene delle elites neoliberali a scapito della libertà e del futuro di milioni di noi. Ho detto: essi sono una minaccia mille volte più orrenda di qualsiasi magagna del berlusconismo, eppure nessuno fra le ‘belle anime’ qui da noi se li fila.

Oggi la Grecia è sotto inquisizione, le stanno spaccando le ossa i torturatori di Brussell, udiamo le grida fin da qua, quel popolo verserà sangue come non si può immaginare, coi tagli feroci a qualsiasi cosa assomigli a un sevizio pubblico, alla propria economia, futuro, speranza, ordinati ai boia europei dal Tribunale Internazionale degli Investitori e degli Speculatori, cioè i padroni del mondo.

La Grecia potrebbe ribellarsi, stracciare i lacci ai polsi e alle gambe, mettere in fuga i torturatori, salvarsi. Come? Creando moneta in quantità sufficiente per pagare tutti gli stipendi, per sanare i debiti di tutte le aziende, rilanciare l’economia alla grande.

Non avete letto male, non sono pazzo, anzi, sono informato piuttosto bene. Tenete presente: la Grecia disprezzata dal mondo è colpevole oggi di avere un deficit di bilancio del 12,7% del Prodotto Interno Lordo (PIL). Nel 1946 gli Stati Uniti erano nelle medesime condizioni, anzi molto peggio. Il deficit di bilancio era del 25% del PIL. No, non c’è un errore di battitura, non era il 2,5%, era il ven-ti-cin-que per cento, quello cioè che oggi sarebbe considerato dagli inquisitori di Brussell come la raffigurazione del demonio in persona. Gli USA di Roosevelt e Truman crearono moneta a profusione, lo Stato si indebitò col settore privato fino al paradosso, e questo permise all’economia privata di espandersi magicamente senza doversi indebitare. Fu l’inizio del più lungo e stabile periodo di prosperità economica della Storia moderna, il famoso boom economico che poi salverà anche l’Europa del dopoguerra. Ma c’è un ma…

Gli USA allora, come oggi, erano sovrani, creavano moneta sovrana, e poterono fare quello che fecero. La Grecia potrebbe… ma ha ratificato i trattati europei e oggi, fate attenzione, la Grecia, come Italia, Francia ecc., non è più uno Stato sovrano, non può creare la propria moneta. Oggi la Grecia può solo USARE una moneta non sua, l’euro. Quindi essa rimane orribilmente legata al patibolo, e a noi, i prossimi forse di turno sotto tortura, tocca udire i suoi gemiti impotenti.
Quando vi raccontano che i problemi capitali degli Stati, di noi persone che li abitiamo, sono le magagnucce dei poteri locali, ricordate queste righe.

Paolo Barnard
Fonte: http://www.paolobarnard.info
Link: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=179

AldoGiannuli.it » Archivio Blog » Democrazia: e se Giuliano Amato fosse più pericoloso di Silvio Berlusconi?

Fonte: AldoGiannuli.it » Archivio Blog » Democrazia: e se Giuliano Amato fosse più pericoloso di Silvio Berlusconi?.

Dopo la crisi greca, va facendosi strada nella Ue l’idea di istituire un Fondo Monetario Europeo sul modello del Fondo Monetario Internazionale, proprio per riequilibrare i danni di eventuali crisi nazionali. Per ora i contorni della proposta non sono chiarissimi, almeno stando a quel che si legge anche sulla stampa specializzata, ma qualche segnale allarmante inizia ad esserci.
E’ il caso di una recente intervista, in proposito, di Giuliano Amato (“Affari & Finanza- La Repubblica” 15 febbraio 2010 p. 2) che è stato fra i primi a proporre l’istituzione del Fme per “intervenire in caso di shock asimmetrici” (cioè di qualche singolo paese dell’Unione), compensando con la liquidità complessiva il rischio di default di qualche singolo paese dell’Unione.
Sostiene Amato che, se l’Euro ha l’ambizione di proporsi come valuta di riserva, non può permettere che la Grecia risolva i suoi problemi rivolgendosi al Fmi, perchè questo comporterebbe una grave sconfitta sul piano simbolico, quando questo può benissimo essere evitato, in quanto la Ue ha la liquidità necessaria per risolvere il problema di alcuni suoi membri.

E, fin qui, il discorso fila ed appare condivisibile: il Fmi, come in tutte le altre occasioni, interverrebbe sostenendo il paese debitore, ma imponendo terapie tali da ridurre la sovranità del paese assistito allo stato larvale e, siccome dire Fmi significa dire in primo luogo Stati Uniti, non si vede perchè l’Europa dovrebbe affidare un suo membro al nemico americano.
Resta da capire, però, cosa significa istituire un Fondo Monetario Europeo e sino a che punto occorre spingere questa scelta.

Nell’intervista, Amato –dopo aver descritto un primo scenario che vede la Germania diventare il lord protettore dell’intera Unione- dice:

<< Il secondo scenario vede invece l’emergere di istituzioni e strumenti per un vero governo europeo dell’economia.>>

senza ulteriori precisazioni, ma nel sottotitolo leggiamo :

<< il nodo resta la “sottrazione” della sovranità fiscale ai rispettivi stati>>

Per la verità, nell’intervista questo concetto non appare con questa nettezza e non sappiamo quanto l’intervistatore abbia forzato il pensiero di Amato, ma, quell’ accenno a “istituzioni e strumenti per un vero governo europeo dell’economia” fa pensare che non si sia lontani dal suo pensiero.
Conviene allora chiarire bene di che si tratta.
Che esista un Fme che rilevi il debito internazionale di un paese membro, assumendo la guida del suo risanamento (auspicabilmente con spirito e politiche diverse da quelle del Fmi) è una idea accettabile. Che il Fme si alimenti con contribuzioni dei paesi più liquidi o con l’emissione di bond europei può anche andar bene. Ma se parliamo di trasferire la sovranità fiscale degli stati membri, vuol dire che stiamo attuando un colpo di stato a livello continentale.
Infatti, come è noto, la Ue ha una architettura costituzionale articolata, complessa e ridondante nella quale il Parlamento è la cosa che conta meno. Di fatto i suoi poteri si riducono ad emanare una valanga di direttive il più delle volte prodotto dell’azione di lobbyng in favore di questo o quell’interesse particolaristico. Nè, tutto sommato, potrebbe essere diversamente, perchè non esistono veri partiti, sindacati, associazioni ecc, a livello europeo, così come non esiste una opinione pubblica europea ma una serie di partiti, sindacati ed opinioni pubbliche nazionali.
Per di più, la Bce (che detiene la sovranità monetaria) è una associazione privata di banche centrali nazionali che, a loro volta, sono (in forme diverse da paese a paese) degli istituti largamente indipendenti dalle istituzioni democratiche rappresentative.

I governi nazionali –che oggi detengono la sovranità fiscale- hanno una legittimazione elettorale. Al contrario, l’auspicato Fme non potrebbe essere nè il prodotto di una investitura popolare diretta, nè della designazione da parte dei governi nazionali, per ovvie ragioni relative alla sua funzionalità decisionale, ma –esattamente come il Fmi- la risultante dell’intesa delle banche centrali.
Dunque, postulare il trasferimento della sovranità fiscale ad un ipotetico Fme, non significherebbe altro che trasferire la capacità decisionale in materia fiscale da organismi espressi per via elettorale ad un organismo autocratico e non rappresentativo.
In buona sostanza: una ristretta elite di banchieri eserciterebbe contemporaneamente la sovranità fiscale e quella monetaria (che già ha).
Questo comporterebbe, di conseguenza il condizionamento di ogni politica di spesa da parte di governi e parlamenti nazionali.
A questo punto potremmo iniziare a parlare della democrazia come di una interessante forma di governo del passato ormai del tutto inattuale.

Chiediamoci: sul piano dell’attacco alla democrazia fa più danni uno come Berlusconi –con le sue leggi ad personam, la sua pretesa di impunità, la sua prassi totalmente fuori dallo spirito della Costituzione, le sue pose da Caudillo ecc.- o una proposta come questa che, in un colpo secco, fa fuori qualsiasi possibilità di contare della volontà popolare?
Berlusconi è quello che è, ma non è l’unico nemico che abbiamo se vogliamo difendere la democrazia.

Aldo Giannuli, 16 marzo ‘10

Paolo Franceschetti: IL GRANDE INGANNO: DA MAASTRICHT A LISBONA

Ecco un articolo illuminante di Solange Manfredi sulla vera natura del trattato di Lisbona e sull’unione monetaria.

Fonte: IL GRANDE INGANNO: DA MAASTRICHT A LISBONA.

Di Solange Manfredi

PREMESSA

Nel corso di questi anni ho scritto diversi articoli sottolineando alcune sentenze o leggi che, a mio parere, presentavano diverse anomalie:

violazioni costituzionali nell’esercizio della politica monetaria (http://www.altalex.com/index.php?idnot=37819 );

attentato agli organi costituzionali
( http://paolofranceschetti.blogspot.com/2007/11/attentato-agli-organi-costituzionali.html );

La costituzione inesistente, abbiamo perso tutto (http://paolofranceschetti.blogspot.com/2009/01/la-costituzione-inesistente-abbiamo.html );

Il lodo Alfano? Un falso bersaglio, l’Italia ha perso la tutela dei diritti umani (http://paolofranceschetti.blogspot.com/2009/10/il-lodo-alfano-un-falso-bersaglio.html )

Non riuscivo a spiegarmi, allora, perché questi fatti non venissero segnalati, commentati e, soprattutto, perché i media tacessero la “pericolosità” di quanto stava accadendo.

Oggi, probabilmente, ho capito il perché di quell’assordante silenzio.

Quella che vi sto per raccontare è la storia di un grande inganno, un inganno che parte da lontano, sin dalla fine della seconda guerra mondiale.

E’ la storia di un progetto (eversivo???) che vuole l’Europa governata da una oligarchia.

Poiché il progetto subisce, nel 1992, un’importante accelerazione, è da tale anno che inizieremo a raccontare questa storia.

MAASTRICHT

Il 29 gennaio 1992 viene emanata la legge n. 35/1992 (Legge Carli – Amato) per la privatizzazione di istituti di credito ed enti pubblici.

Passano pochi giorni ed ecco un’altra data cruciale, il 07 febbraio 1992. In questa data avvengono due fatti estremamente importanti per la realizzazione del progetto:

– viene varata la legge 82 con cui il ministro del Tesoro Guido Carli (già governatore della Banca d’Italia), attribuisce alla Banca d’Italia la facoltà di variare il tasso ufficiale di sconto senza doverlo più concordare con il Tesoro. Ovvero dal 1992la Banca D’Italia decide autonomamente per lo Stato italiano il costo del denaro;

– Giulio Andreotti come Presidente del Consiglio assieme al Ministro degli Esteri Gianni de Michelis e il Ministro del Tesoro Guido Carli firmano il Trattato di Maastrich, con il quale vengono istituiti il Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e la Banca centrale europea (BCE). Il SEBC è un’organizzazione, formata dalla BCE e dalle banche centrali nazionali dei paesi dell’Unione europea, che ha il compito di emettere la moneta unica (euro) e di gestire la politica monetaria comune con l’obiettivo fondamentale di mantenere la stabilità dei prezzi.

I cittadini italiani non si rendono conto della gravità delle conseguenze che questi atti hanno, ed avranno, sulle loro vite. Ne subiscono le conseguenze, e quando si domandano “perchè”, ogni volta viene loro proposto un capro espiatorio diverso. L’importante è che i cittadini non riescano a capire quanto sta avvenendo.

I potenti, nel frattempo, continuano a lavorare al loro progetto e, il 13 ottobre 1995, il governo italiano, con il D.M. n. 561, pone il segreto su:

art. 2) atti, studi, analisi, proposte e relazioni che riguardano la posizione italiana nell’ambito di accordi internazionali sulla politica monetaria….;

d) atti preparatori del Consiglio della Comunità europea;

e) atti preparatori dei negoziati della Comunità europea

Art. 3. a) atti relativi a studi, indagini, analisi, relazioni, proposte, programmi, elaborazioni e comunicazioni …..sulla struttura e sull’andamento dei mercati finanziari e valutari….; ecc…).

Insomma, quanto il Governo sta facendo per realizzare il progetto europeo non si deve sapere, men che meno in ambito di politica monetaria.

Il 01 gennaio 2002 l’Italia ed altri paesi europei (non tutti) adottano come moneta l’euro. E’ il crollo. I prezzi raddoppiano, gli stipendi no. La crisi economica si acuisce. Anche in questo caso viene offerto ai cittadini qualche capro espiatorio per giustificare una crisi che, invece, secondo alcuni analisti, è stata pianificata da tempo.

Il 04 gennaio 2004 Famiglia Cristiana rende note le quote di partecipazione alla Banca D’Italia. Si scopre così, per la prima volta (le quote di partecipazione di Banca d’Italia erano “riservate”) che l’istituto di emissione e di vigilanza, in palese violazione dell’art. 3 del suo statuto (In ogni caso dovrà essere assicurata la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale della Banca da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici) è, per il 95% in mano a banche private e società di assicurazione (Intesa, San Paolo, Unicredito, Generali, ecc..). Solo il 5% è dell’INPS.

Da quando la Banca d’Italia è in mano ai privati? Come è potuto succedere tutto ciò? La risposta è semplice: con la privatizzazione degli istituti di credito voluta con la legge n. 35/1992 Amato- Carli, cui, l’ex governatore della Banca d’Italia, ha fatto subito seguire la legge 82/1992, che dava facoltà alla Banca D’Italia di decidere autonomamente il costo del denaro.

In altri termini con queste due leggi la Banca d’Italia è divenuta proprietà di banche private che decidono da sole il costo del denaro sancendo così, definitivamente, il dominio della finanza privata sullo Stato. A questo stato di cose seguono i noti scandali bancari (Bond argentini, Cirio, Parmalat, scalata Unipol con il rinvio a giudizio del governatore di Banca d’Italia Fazio, ecc..) con grande danno per migliaia di risparmiatori.

Possibile che il Ministro Carli, ex governatore della Banca d’Italia, non si sia accorto di tutto ciò? Ed ancora: è possibile che i politici, ministri del Tesoro, governatori non si siano accorti, per ben 12 anni, di questa anomalia? Comunque se ne accorgono alcuni cittadini, che citano immediatamente in giudizio la Banca d’Italia.

Il 26 settembre 2005 un giudice di Lecce, con la sentenza 2978/05, condanna la Banca d’Italia a restituire ad un cittadino (l’attore) la somma di euro 87,00 a titolo di risarcimento del danno derivante dalla sottrazione del reddito monetario.

Nella sentenza viene sottolineato, inoltre, come la Banca d’Italia, solo nel periodo 1996-2003, si sia appropriata indebitamente di una somma pari a 5 miliardi di euro a danno dei cittadini. Ma ancora non basta, perché la perizia del CTU nominato dal giudice mette in evidenza:

Per quanto concerne la Banca D’Italia:

– come questa sia, in realtà, un ente privato, strutturato come società per azioni, a cui è affidata, in regime di monopolio, la funzione statale di emissione di carta moneta, senza controlli da parte dello Stato;

– come, pur avendo il compito di vigilare sulle altre banche, Banca D’Italia sia in realtà di proprietà e controllata dagli stessi istituti che dovrebbe controllare;

– come, dal 1992, un gruppo di banche private decida autonomamente per lo Stato italiano il costo del denaro.

Per quanto concerne la BCE:

– come questa sia un soggetto privato con sede a Francoforte;

– come, ex art. 107 del Trattato di Mastricht, sia esplicitamente sottratta ad ogni controllo e governo democratico da parte degli organi dell’Unione Europea.

– come la succitata previsione faccia si che la BCE sia una sorta di soggetto sovranazionale ed extraterritoriale;

– come, tra i sottoscrittori della BCE, vi siano tre stati (Svezia, Danimarca ed Inghilterra) che non hanno adottato come moneta l’euro, ma che, in virtù delle loro quote, possono influire sulla politica monetaria dei paesi dell’euro.

In altri termini la sentenza mette in evidenza come lo Stato, delegato dal popolo ad esercitare la funzione sovrana di politica monetaria, dal 1992 l’abbia ceduta a soggetto diverso dallo Stato: prima alla Banca D’Italia (di proprietà al 95% di privati), quindi alla BCE (soggetto privato, soprannazionale ed extraterritoriale).

Così’ facendo lo Stato ha violato due articoli fondamentali della Costituzione:
L’art. 1 che recita: “…La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Infatti il popolo aveva delegato i suoi rappresentanti ad esercitare la funzione sovrana di politica monetaria, non a cederla a soggetti privati

L’art. 11 della Costituzione che recita: “L’Italia … consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

L’art. 11 della costituzione consente limitazioni (non già cessioni) della sovranità nazionale solo in favore di altri Stati. Ma la BCE non è uno Stato, né organo di altri Stati.

Inoltre, la sovranità monetaria non è stata ceduta a condizioni di parità (le quote di partecipazione alla BCE non sono paritarie), vi fa parte anche la Banca d’Inghilterra che non fa parte dell’euro e partecipa alle decisioni di politica monetaria del nostro Stato, senza che lo Stato italiano possa in alcun modo interferire nella politica monetaria interna.

Ed ancora. Tale limitazione (non cessione) può essere fatta ai soli fini di assicurare “la pace e la giustizia tra le Nazioni”. I fini della BCE non sono quelli di assicurare pace e giustizia fra le nazioni, ma quello di stabilire una politica monetaria (per una disamina più approfondita della problematica rimando al mio articolo “violazioni costituzionali nell’esercizio della politica monetaria: http://www.altalex.com/index.php?idnot=37819 ).

La sentenza è, quindi, estremamente importante e, per taluni, anche estremamente pericolosa, visto che ai politici, che illegittimamente hanno concesso la sovranità monetaria prima alla Banca d’Italia e poi alla BCE potrebbero essere contestati i reati di cui agli artt.

– 241 c.p: “Chiunque commette un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza dello Stato, è punito con l’ergastolo”.

– 283 c.p.: “Chiunque commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato, o la forma del Governo con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni”.

I politici, infatti, hanno ceduto un potere indipendente e sovrano ad un organismo privato e, per quanto riguarda la BCE, anche esterno allo stato.

Il pericolo c’è, ma la paura di un possibile rinvio a giudizio per questi gravi reati dura poco, qualche mese.

Per una strana coincidenza, a soli 5 mesi dalla sentenza che condanna la Banca d’Italia, nell’ultima riunione utile prima dello scioglimento delle camere in vista delle elezioni, con la legge 24 febbraio 2006 n. 85 dal titolo “Modifiche al codice penale in materia di reati di opinione” vengono modificati proprio gli artt.241 (attentati contro l’indipendenza, l’integrità e l’unità dello Stato); 283 (attentato contro la Costituzione dello Stato); 289 (attentato contro organi costituzionali e contro le assemblee regionali), ovvero le figure di attentato alle istituzioni democratiche del paese, che, diciamolo, con i reati di opinione hanno ben poco a che vedere.

Cosa cambia con questa modifica?

Nella sostanza le figure di attentato diventano punibili solo se si compiono atti violenti, se si attenta alla costituzione semplicemente abusando di un potere pubblico non si commette più reato.

I politici, dunque, non solo sono salvi per quanto concerne il passato, ma, da ora in poi, potranno abusare del loro potere pubblico violando la costituzione senza più rischiare assolutamente nulla.

Certo, questa modifica priva la nostra Repubblica di qualsiasi difesa, ma di questo pare nessuno se ne accorga. (per una disamina più approfondita dell’argomento rimando al mio articolo “Attentato agli organi costituzionali” http://paolofranceschetti.blogspot.com/2007/11/attentato-agli-organi-costituzionali.html )

Pochi mesi dopo questa modifica arriva la sentenza 16751/2006 della Cassazione a sezioni Unite, che accoglie il ricorso di Banca D’Italia avverso la succitata sentenza del giudice di Lecce. Nelle motivazioni si legge:”… al giudice non compete sindacare il modo in cui lo Stato esplica le proprie funzioni sovrane, tra le quali sono indiscutibilmente comprese quelle di politica monetaria, di adesione a trattati internazionali e di partecipazione ad organismi sovranazionali: funzioni in rapporto alle quali non è dato configurare una situazione di interesse protetto a che gli atti in cui esse si manifestano assumano o non assumano un determinato contenuto”.

In altri termini il giudice non può sindacare come lo stato esercita le sue funzioni sovrane, neanche quando queste arrechino un danno al cittadino.

Ma, come abbiamo appena visto, il cittadino è rimasto anche privo di difese anche nel caso in cui, abusando di poteri pubblici, la sua sovranità venga svenduta a soggetti privati.

E allora che fare?

Al cittadino resta un’ultima flebile speranza? Può aggrapparsi alla violazione dell’art. 3 dello statuto della Banca d’Italia? Assolutamente no, a dicembre del 2006 anche l’art. 3 dello Statuto, ovviamente, è stato modificato. Ora non è più necessaria nessuna partecipazione pubblica in Banca d’Italia. Tutto in mano ai privati per statuto.

La sovranità monetaria è persa. Ma l’inganno è solo all’inizio, anche se è stato portato a termine un tassello importante del progetto, in fondo si sa, è il denaro che governa il mondo.

LISBONA

I potenti, sicuri della loro totale impunità, proseguono nel grande inganno e, visto che nel 2005 la Costituzione europea (che presentava palesi violazioni con le maggiori costituzioni europee e pareva scritta per favorire le grandi Lobby affaristiche in danno dei cittadini) era stata bocciata da francesi ed olandesi al referendum, decidono che, per far passare il testo, si deve agire in due modi:

– evitare di far votare la popolazione;

– rendere il testo illeggibile

Il loro progetto prevede di lasciare la Costituzione Europea immutata e, per evitare il referendum, di chiamarla “Trattato“.

Poi, per evitare che il cittadino si renda conto che nulla è cambiato, rendono il testo illeggibile inserendo migliaia di rinvii ad altre leggi e note a piè pagina, come hanno confessato:

– l’ex presidente francese Valéry Giscard D’Estaing: “Il Trattato è uguale alla Costituzione bocciata. Solo il formato è differente, per evitare i referendum”;

– il parlamentare europeo danese Jens-Peter Bonde “I primi ministri erano pienamente consapevoli che il Trattato non sarebbe mai stato approvato se fosse stato letto, capito e sottoposto a referendum. La loro intenzione era di farlo approvare senza sporcarsi le mani con i loro elettori;

– il nostro Giuliano Amato: “Fu deciso che il documento fosse illeggibile…Fosse invece stato comprensibile, vi sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum”.

Nel 2007 tutto è pronto, e il 13 dicembre i capi di governo si riuniscono a Lisbona per firmare il Trattato, ovvero la Costituzione europea bocciata nel 2005 e resa illeggibile. Ora, manca solo la ratifica dei vari stati.

Il parlamento italiano ratifica il trattato di Lisbona l’08 agosto del 2008, approfittando della distrazione dei cittadini dovuta al periodo feriale. Nessuno spiega ai cittadini cosa comporti la ratifica del Trattato, ed i media, ancora una volta, tacciono.

In realtà con quella ratifica abbiamo ceduto la nostra sovranità in materia legislativa, economica, monetaria, salute e difesa ad organi (Commissione e Consiglio dei Ministri) che non verranno eletti dai cittadini. Il solo organo eletto dai cittadini, Parlamento Europeo, non avrà, nei fatti, alcun potere (per una disamina più approfondita del Trattato rimando all’ottimo articolo di Paolo Barnard sul trattato di Lisbona: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=139).

Ancora una volta i nostri politici, abusando del loro potere pubblico, hanno violato l’art. 1 e 11 della nostra costituzione.

L’art. 1 perchè, come detto, lo stato ha la delega ad esercitare la funzione sovrana in nome e per conto dei cittadini, non a cederla. E’ come se una persona avesse il compito di amministrare un immobile e lo vendesse all’insaputa del proprietario, abusando del potere che gli è stato conferito.

Inoltre ha violato l’art. 11 perché, come abbiano visto: “L’Italia …. consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità

Lo stato, invece, ancora una volta ha ceduto la sovranità e l’ha ceduta non in condizioni di parità. Infatti l’Inghilterra, che già non ha aderito all’euro, in sede di negoziato ha ottenuto diverse e importanti esenzioni per aderire al Trattato di Lisbona, eppure pare che il primo presidente europeo sarà proprio l’ex primo ministro inglese Tony Blair.

La nomina a presidente europeo di Blair deve far riflettere, sopratutto in ordine alla c.d. Clausola di Solidarietà presente nel Trattato di Lisbona. Detta Clausola prevede che ogni nazione europea sia tenuta a partecipare ad azioni militari quando si tratti di lottare contro «azioni terroristiche» in qualunque altra nazione.

In problema è che nessuno ha definito cosa si intenda per “azioni terroristiche“.

Chi deciderà chi è un terrorista e perchè? Persone come Tony Blair, in passato coinvolto nello scandalo sulle inesistenti armi di distruzione di massa in mano a Saddam con cui è stata giustificata la guerra all’Irak?

A quante guerre ci sarà chiesto di partecipare solo perché qualche politico non democraticamente eletto avrà deciso di usare la parola “terrorista” o “azione terroristica”?

Si consideri che già, oggi, basta definire un cittadino “presunto terrorista” per poterlo privare dei diritti umani e permettere che i servizi segreti possano sequestrarlo a fini di tortura, attività criminale che potrà, poi, essere coperta con il segreto di stato, come ha recentemente confermato con la sentenza 106/2009 anche la nostra Corte Costituzionale (per una disamina più approfondita della problematica rimando al mio articolo: “Il lodo Alfano? Un falso bersaglio, l’Italia ha perso la tutela dei diritti umani (http://paolofranceschetti.blogspot.com/2009/10/il-lodo-alfano-un-falso-bersaglio.html)

Ma il dato più allarmante è che, con il Trattato di Lisbona, viene reintrodotta la pena di morte.

Ovviamente tale dicitura non è presente nel testo del Trattato, ma in una noticina a piè pagina (si continua nell’inganno).

Leggendo attentamente questa noticina, e seguendo tutti i rimandi, si arriva alla conclusione che con il Trattato di Lisbona accettiamo anche la Carta dell’Unione Europea, la quale dice “La morte non si considera cagionata in violazione del presente articolo se è il risultato di un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario: Per eseguire un arresto regolare o per impedire l’evasione di una persona regolarmente detenuta ; per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un’insurrezione” (articolo 2, paragrafo 2 della CEDU).

La cosa è di estrema gravità. Infatti, anche in questo caso, chi deciderà che una protesta è sfociata in disordini tali da rendere lecito un omicidio? (l’Italia, poi, ha un triste primato in fatto di “agenti provocatori” pagati per trasformare una manifestazione in guerriglia).

In quali casi si potrà sparare sulla folla disarmata? Chi deciderà quando potranno essere sospesi i diritti umani? Perché di questo si tratta.

Ecco la storia di un grande inganno, un inganno che inizia con il cedere illecitamente, proteggendosi con il segreto, la funzione sovrana dell’esercizio della politica monetaria a privati. Nello sfuggire alle responsabilità del proprio operato depenalizzando le figure di attentato alla costituzione. Nell’approfittare delle ferie estive per ratificare un trattato con cui vengono cedute le nostre restanti sovranità (legislativa, economica, monetaria, salute, difesa, ecc..) ad una oligarchia non eletta e che nessuno conosce. Ed, in ultimo, nel dare il potere a qualche politico di poter privare i cittadini dei loro diritti umani semplicemente con una parola.

Così, quando i cittadini si renderanno conto che hanno perso tutto, che la loro vita viene decisa da una oligarchia di potenti non eletti democraticamente, quando si renderanno conto del grande inganno in cui sono caduti non sarà loro concesso neanche reagire o protestare, perchè basterà una sola parola per trasformare la reazione in “azione terroristica” o la protesta in “insurrezione”, legittimando così la sospensione dei diritti umani e l’applicazione della pena di morte. Il tutto, poi, verrà coperto con il segreto di stato.

NUOVA ENERGIA: REBUS – Signoraggio, la grande truffa 1/5

Antonella Randazzo segnala su youtube la registrazione di un programma televisivo sul signoraggio: NUOVA ENERGIA: REBUS – Signoraggio, la grande truffa 1/5.

Negli ultimi tempi alcuni personaggi di regime cercano di creare confusione per impedire la comprensione del Signoraggio bancario e di altri meccanismi che hanno permesso ai banchieri di colonizzare il mondo.
In realtà non è difficile capire questi meccanismi e su Internet ci sono diversi documenti che possono aiutare in questo senso.
In questo video Maurizio Decollanz tratta l’argomento con diversi ospiti.

LA FONTE DEL POTERE – Altra Informazione

LA FONTE DEL POTERE – Altra Informazione.

di

Marco Pizzuti

Premessa

Pochi lo sanno ma il sistema con cui viene creato il denaro (il c.d. signoraggio) e il mercato del credito a livello mondiale può essere legittimamente definito il gioco di prestigio più remunerativo che sia mai stato concepito nella storia. Le banche centrali infatti seppur mascherate da enti pubblici dietro altisonanti denominazioni nazionaliste come “Banca Centrale Europea ” o “Banca d’Italia ” sono in realtà società private detenute dal cartello di speculatori più potente e vorace del mondo, ovvero dall’elite globale. Le grandi banche centrali (eccetto formalmente la Banca D’Inghilterra) sono tutte società per azioni completamente in mano a poche esclusive famiglie di banchieri che sono liberi di determinare l’andamento dei cicli economici secondo i loro interessi. Si tratta del segreto meglio nascosto alle masse attraverso il controllo dell’informazione politica, mediatica e universitaria. E ad eccezione delle monete metalliche, che rappresentano solo una infima parte del valore monetario in circolazione ( la cui produzione e coniatura supera spesso il valore nominale ad esse legalmente attribuito), tutto il resto del denaro e del credito viene ora creato dalle banche . Pertanto, i dollari americani su cui è stata stampata la dicitura “Federal riserve” vengono prestati al popolo e al governo USA da speculatori privati [1]. Inoltre, sia le banconote che le monete metalliche costituiscono assieme, meno del 3 per cento dell’offerta monetaria globale poiché il restante 97 per cento viene creato sotto forma di prestiti dalle banche commerciali [2]. Tutto ciò potrebbe essere considerato perfettamente normale se la moneta prodotta dai banchieri e prestata allo stato per coprire il debito pubblico corrispondesse ad una effettiva contropartita materiale di beni, ma così non è affatto. La sovranità monetaria appartiene allo stato e al popolo per costituzione , pertanto, i pezzi di carta stampati da aziende private acquistano valore legale solo in quanto sono le leggi emesse dai “rappresentanti del popolo” ad attribuirgliene. Lo stato quindi potrebbe tranquillamente produrre da solo la moneta (e il credito elettronico) di cui ha bisogno al mero costo di stampa e senza indebitarsi con gli interessi (senza cioè provocare l’aumento del debito pubblico e delle tasse). Eppure nel corso del tempo le nostre corrotte classi politiche hanno trasferito impunemente la sovranità monetaria dal popolo ad una cricca di spregiudicati banchieri privati. Il risultato di questo trasferimento di funzioni vitali per il controllo dell’economia di un paese è che la nazione e le sue istituzioni continuano ad indebitarsi con i membri di una esclusivissima elite. Ciò significa che i banchieri privati che possiedono i maggiori pacchetti azionari delle banche centrali (come la FED americana o la BCE europea), delle grandi corporation e dei mass-media controllano di fatto e di diritto sia i cicli del mercato (e della borsa modiale) che la politica. Nel corso del tempo il debito pubblico nei confronti dei banchieri è aumentato spaventosamente conferendo sempre più potere di controllo sulla cosa pubblica all’elite. E paesi come l’America un tempo indicata universalmente come la culla del benessere deve ai suoi usurai somme ogni anno maggiori che stanno per trasformare il c.d. “sogno americano” in un vero e proprio incubo. Da oltre vent’anni infatti, il tenore di vita della classe media americana ha registrato un costante declino: gli stipendi sono rimasti fermi o sono calati, mentre le opportunità e le certezze che prima davano per scontate sono cominciate a svanire. Per la maggior parte delle famiglie una sola busta paga non è più sufficiente a pagare a saldare i conti; servono ormai due o più stipendi per potersi permettere una casa e una famiglia. E senza una radicale inversione delle attuali tendenze, è improbabile che i giovani lavoratori raggiungano mai un tenore di vita pari a quello dei loro genitori. Buoni impieghi con prospettive future sono sempre più difficili da trovare e la qualità dell’istruzione è sempre peggiore. Le tasse continuano ad aumentare con una previdenza sociale prossima al collasso mentre le pensioni private legate alle solite grandi banche fanno affari d’oro senza offrire alcuna adeguata assistenza ai non abbienti. C’è un clima crescente d’incertezza ed instabilità economica. Nel frattempo la nostra classe politica discute su un ginepraio di ricette economiche che fanno di tutto tranne che affrontare i problemi reali che affliggono i popoli. Le radici del malessere economico vanno infatti cercate nel sistema di gestione dell’attuale sistema monetario e nell’occulto meccanismo di produzione del credito. Occorre quindi puntare il dito contro i poteri forti ma la verità è che nessuno dopo Kennedy ha più avuto il coraggio di farlo.

I proprietari delle banche centrali sostengono tuttavia di gestire onestamente la moneta quando in realtà quest’ultima continua a perdere valore ogni giorno che passa a scapito di chi lavora faticosamente per salari sempre più miserabili a tutto vantaggio dei pochi speculatori che la producono e ne regolano l’afflusso. E a dispetto di quanto affermato da questi ultimi attraverso le catene dei giornali, delle televisioni e dei loro portavoce politici, l’elite finanziaria globale nel corso del tempo non ha fatto altro che generare cicli economici sempre peggiori causando l’abbassamento qualitativo del nostro stile di vita per poi attribuirne le colpe alla corruzione della casta politica. Ma anche se è vero che i c.d. “rappresentanti del popolo sono”, come noto ai meno sprovveduti, solo uomini di potere che appena ottenute le loro cariche di palazzo tanto bramate pensano unicamente ad accumulare privilegi e ricchezze, il fatto di cui non si parla mai a livello mediatico è che la corruzione dai grandi numeri (quella cioè che arreca veramente danno ai conti dello stato) viene alimentata proprio dai poteri forti che dirigono gli organi legislativi dai loro Yachts. Più lo stato sperpera e si indebita attraverso guerre (o c.d. “missioni di pace”) e politiche economico-sociali sbagliate e maggiormente diviene ostaggio dei suoi usurai. Poichè come anzidetto la produzione del denaro è divenuta ormai esclusivo monopolio privato degli azionisti delle Banche Centrali che lo prestano allo Stato ed cittadini con l’aggiunta di un interesse illegittimo. Per questo motivo il denaro viene chiamato anche moneta-debito, e ciò proprio in quanto basato esclusivamente sull’ingiustifato indebitamento del popolo a favore di poche privilegiatissime famiglie di banchieri. Il denaro che tutti abbiamo in tasca insomma è solo carta straccia fatta stampare da uomini d’affari privati (i veri signori del mondo) senza alcuna reale copertura di beni a garanzia di essi esattamente come fossero le banconote utilizzate dal famoso gioco da tavolo “Monopoli”. E il fatto che ad esse sia stato conferito corso legale per legge dai nostri rappresentanti politici non significa affatto che sia stata rispettata la sovranità popolare sulla moneta. Costoro infatti hanno tradito la Costituzione ed ingannato il popolo tenendolo all’oscuro della truffa perpetrata a suo danno. Del resto sono la stessa natura istituzionale della moneta e la sua pubblica funzione a legittimare esclusivamente lo stato a disporne la creazione. Il valore del denaro stampato in realtà dovrebbe venire attribuito direttamente alla collettività senza alcuna voce di debito (”Euroschiavi“, di Antonio Miclavez e Marco Della Luna, Macroedizioni) mentre la sua produzione avrebbe dovuto essere stata rigidamente vincolata alla effettiva copertura di beni reali quali forza lavoro e risorse. In tal modo la tecnica del signoraggio potrebbe essere finalmente sfruttata dallo stato esclusivamente per perseguire scopi pubblici e sociali a tutto vantaggio delle nazioni.

“Dividendo gli elettori attraverso il sistema dei partiti politici, possiamo fare spendere le loro energie per lottare su questioni insignificanti. Di conseguenza, con un’azione prudente abbiamo la possibilità di assicurarci quello che è stato pianificato così bene e portato a termine con tanto successo.”

USA Banker’s Magazine (Rivista dei banchieri americani), 25 Agosto 1924

Un caso per tutti

Per spiegare ciò che succede veramente dietro le quinte della c.d. economia di libero mercato può essere preso ad esempio un eloquente caso giudiziario americano; Nel 1969 una giuria del Minnesota (USA) si trovò a decidere la causa intentata dalla “First National Bank of Montgomery ” contro Jerome Daly portando alla luce alcuni dei retroscena più salienti del c.d. signoraggio bancario [3]. La banca chiedeva il pignoramento della casa dell’imputato in quanto su di essa gravava una ipoteca di 14.000 dollari. Ma cionostante Jerome Daly presentò opposizione al provvedimento esecutivo sulla base del fatto l’istituto di credito non aveva mai versato alcun effettivo corrispettivo di quel debito. Il “corrispettivo” infatti (ovvero la cosa scambiata) è un elemento essenziale per la validità di un contratto e J. Daly che era un avvocato lo sapeva bene. Egli sosteneva pertanto che la banca non aveva scambiato vero denaro per il suo prestito e che quindi sia il negozio giuridico che l’ipoteca erano da ritenersi nulli. Gli atti processuali furono verbalizzati dal giudice ausiliario Bill Drexler nel massimo dello stupore per l’apparente assurdità della teoria difensiva avanzata dall’imputato. Ma quando venne chiamato a testimoniare il signor Morgan , ovvero il presidente della banca in questione, la causa cominciò a prendere una direzione inaspettata. Tutti i presenti in aula rimasero sorpresi quando Morgan ammise candidamente che la banca creava abitualmente “dal nulla” il denaro per i propri prestiti e che si trattava di una procedura bancaria standard. E a quel punto fu lo stesso giudice Martin Mahoney a commentare: “A me sembra un imbroglio ” tra i cenni d’assenso dei giurati. Nel suo memorandum, il giudice Mahoney affermò inoltre quanto segue: “Il querelante ha ammesso che, in collaborazione con la Federal Reserve Bank di Minneapolis, … l’intera somma di 14.000 dollari in denaro alla base del presunto diritto di credito vantato fu creata nei propri registri con annotazioni contabili e che questa era il corrispettivo utilizzato sia per avvalorare la distinta datata 8 maggio 1964 che l’Ipoteca emessa nella stessa data. Come se non bastasse il signor Morgan riconobbe che non esisteva alcuna legge o statuto degli Stati Uniti che gli avesse concesso il diritto di farlo. Il giudice sentenziò quindi che affinchè la distinta in questione potesse ottenere validità legale occorreva l’esistenza di un legittimo corrispettivo a suo fondamento.

Grazie al coraggio e alla correttezza espressa da tutti i membri dell’organo giudicante la corte respinse così la richiesta di pignoramento da parte della banca e l’imputato conservò la propria abitazione. La vittoria di Daily però era sestinata ad avere implicazioni enormi anche nel disvelamento pubblico dei meccanismi che regolano la scandalosa truffa del signoraggio. Inutile quindi aggiungere che il giudice Mahoney morì sei mesi dopo il processo in un misterioso incidente [4] . Da allora sono passati circa quarant’anni e qualche breccia nell’informazione di regime è stata aperta. Più di qualcuno ha cominciato ormai a comprendere che i banchieri estendono il credito senza alcun reale corrispettivo e che pertanto i loro prestiti (se la giustizia non fosse al loro servizio) dovrebbero essere dichiarati giuridicamente nulli. Se lo facessimo l’impero dell’elite finanziaria globale crollerebbe nel giro di pochi giorni ed è quindi chiaro che non ci permetteranno di farlo. Questo è il motivo per cui dal giorno di quella storica sentenza nessun canale d’informazione di livello nazionale e nessun giudice o politico ha più osato smascherare i poteri forti. Successivamente alla clamorosa sentenza del caso Daily molti altri imputati hanno tentato di evitare le inadempienze sul prestito utilizzando lo stesso modello di difesa ma con scarsi risultati. Ed ecco infatti cosa ebbe ad affermare un giudice in via non ufficiale: “Se vi lascio fare questo – a voi e chiunque altro – farebbe crollare l’intero sistema … non posso permettervi di andare a curiosare dietro il bancone … non andremo dietro al sipario ![5]”. Di tanto in tanto però qualcuno rompe il silenzio e quando si tratta di personaggi molto in vista le loro dichiarazioni tornano a far tremare le banche.

“Io credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre libertà di quanto non lo siano gli eserciti permanenti. Essi hanno già messo in piedi un’aristocrazia facoltosa che ha attaccato il Governo con disprezzo. Il potere di emissione deve essere tolto via dalle banche e restituito al popolo, al quale esso appartiene propriamente.”

Thomas Jefferson

Autorevoli rivelazioni scomode

Sir Josiah Stamp , fu presidente della Banca d’Inghilterra e il secondo uomo più ricco del Regno Unito negli anni ‘20 del secolo scorso. Egli in un discorso ufficiale alla University of Texas nel 1927 ebbe a dichiarare: “Il sistema bancario moderno fabbrica denaro dal nulla . Il procedimento è forse il gioco di prestigio più strabiliante che sia mai stato inventato. Le attività bancarie sono state concepite nell’ingiustizia e nate nel peccato … i banchieri possiedono la terra . Toglietegliela da sotto i piedi ma lasciate loro il potere di creare denaro e con un guizzo di inchiostro creeranno abbastanza denaro per ricomprarsela … togliete loro questo grande potere e tutte le enormi fortune come la mia svaniranno, e allora questo sarà un mondo migliore e più felice in cui vivere … ma se volete rimanere schiavi dei banchieri e pagare il costo della vostra schiavitù, continuate a permettere loro di creare denaro e di controllare il credito .”

Robert H. Hemphill , responsabile del Credito presso la Federal Reserve Bank di Atlanta al tempo della Grande Depressione, scrisse nel 1934: “Noi siamo completamente dipendenti dalle Banche commerciali. Qualcuno deve prendere a prestito ogni dollaro che abbiamo in circolazione, in contanti o a credito . Se le Banche creano abbondante denaro sintetico, noi siamo ricchi; altrimenti, facciamo la fame. Non abbiamo assolutamente un sistema monetario durevole . Avendo una visione globale della cosa, la tragica assurdità della nostra posizione senza speranza è quasi incredibile, ma è così. Si tratta del tema più importante sul quale le persone intelligenti possano indagare e rifletterci sopra [6] “.

Graham Towers , governatore della banca centrale canadese dal 1935 al 1955, ammise: “Le banche creano denaro. Servono a questo … il processo produttivo per creare denaro consiste nell’inserire una voce in un registro. Tutto qui … ogni volta che una Banca concede un prestito … viene creato nuovo credito bancario, denaro nuovo di zecca [7]” .

Robert B. Anderson , Segretario del Tesoro sotto la presidenza Eisenhower , rilasciò la seguente intervista alla rivista U.S. News and World Report (pubblicata sull’edizione del 31 agosto 1959): “Quando una banca concede un prestito, essa aggiunge semplicemente al conto di deposito del mutuatario presso la banca l’ammontare del prestito. Il denaro non è preso dal deposito di nessun altro, non è stato versato in precedenza alla banca da nessuno. Si tratta di nuovo denaro, creato dalla banca per essere utilizzato dal mutuatario ”.

L’origine storica della riserva frazionaria

Nell’Europa medioevale il bene di scambio più prezioso era costituito dalle monete d’oro e da porzioni del metallo nobile allo stato grezzo o lavorato. Ma ciononostante lo smercio e la custodia dell’oro presentavano enormi difficoltà pratiche a causa del suo considerevole peso specifico e dalla costante minaccia dei briganti. Questa situazione spinse la maggior parte delle persone benestanti a depositare le proprie monete presso gli orafi/usurai (prototipo dei poteri forti moderni) di origine ebraica (ai cristiani erano vietati i prestiti contro interesse) che disponevano delle casseforti più sicure delle città. Gli orafi a loro volta, emettevano delle comode ricevute cartacee a garanzia del deposito effettuato che potevano essere negoziate dal titolare al posto delle ingombranti monete che rappresentavano. Si trattava quindi del modo più comodo, rapido e sicuro per disporre dei propri soldi. Tali promesse di pagamento venivano poi utilizzate anche quando i clienti si rivolgevano a questi liberi professionisti solo per ottenere un prestito in danaro. E dal momento che i banchieri medioevali (c.d. orafi) sapevano bene che solo una bassissima percentuale di creditori (compresa tra il 10 e il 20 per cento del totale) sarebbe tornata a riscattare materialmente il valore dei propri titoli cartacei, cominciarono a vendere contro interesse note di credito non garantite da nessun patrimonio effettivamente posseduto. Nacque così il concetto di riserva frazionaria (ovvero la quota minima di copertura) con cui gli orafi/usurai riuscivano a lucrare prestando denaro creato dal nulla. Con questo sistema i banchieri medioevali potevano prestare impunemente il denaro molte volte in più di quanto avrebbero potuto effettivamente. E in quei rari casi in cui si trovarono a dover restituire più oro di quanto avevano nei forzieri venivano sostenuti dagli altri usurai di origine ebraica che in questo modo riuscivano a garantire una lucrosa efficienza del sistema. La prima conseguenza dell’uso di questa tecnica (la riserva frazionaria) fu la messa in circolazione di molto denaro in forma cartacea (ovvero ricevute dei prestiti in oro) che non rispecchiava affatto l’effettiva riserva aurifera disponibile. Ad un tasso di interesse del 20 per cento, lo stesso oro prestato cinque volte produceva un rendimento del 100 per cento ogni anno, su oro che gli orafi in realtà non possedevano affatto. Pertanto si trattava solo di una truffa ben congeniata con cui la casta ebraica usuraia riuscì ad acquisire in breve tempo le più grandi ricchezze del continente europeo. Ma mentre gli orafi/usurai creditori prestavano denaro creato dal nulla, i loro debitori erano chiamati a pagare interessi e debiti che divenivano reali per vincoli di legge. E così alla fine accadeva che questi speculatori risultavano creditori di somme ben maggiori di quelle di cui poteva effettivamente disporre l’intera cittadina. Una situazione che vide spesso i cittadini ricorrere sempre a nuovi prestiti di carta moneta per coprire i propri investimenti innescando il dirottamento della ricchezze della città (e alla fine, dell’intero paese) all’interno dei forzieri degli orafi mentre il popolo si copriva gradualmente di debiti [8].

Le banche moderne

Nel diciannovesimo secolo le dinastie dei grandi orafi/usurai medioevali si erano ormai riorganizzate da tempo nel nuovo status di banchieri moderni e vennero autorizzate dai soliti “politici amici” ad emettere banconote con valore legale in quantità fino a dieci volte superiori alle proprie riserve aurifere. Tutto ciò continuava ad essere reso possibile grazie al collaudato trucco contabile (questa volta autorizzato per legge) della “riserva frazionaria ”. In tal modo quindi solo una frazione dei depositi complessivamente gestiti dalla banca venivano effettivamente mantenuti come “riserva” per far fronte alla domanda di oro o di soldi contanti da parte dei depositanti. Ma nel 1913 i grandi banchieri internazionali si fecero ancora più furbi e con il pretesto di dare maggiore stabilità al sistema economico riuscirono a monopolizzare l’emissione del denaro americano grazie alla creazione di una unica grande banca centrale a cui venne riconosciuto l’esclusivo diritto di stampare nuova moneta per il popolo e il governo USA. Attraverso l’istituzione della Federal Riserve (c.d. FED) i super banchieri di origine ebraica divennero così gli unici in grado di manipolare artificialmente l’andamento del mercato semplicemente estendendo o restringendo le condizioni di credito del circuito bancario. Le banconote emesse dalla Fed al semplice costo di stampa, divennero poi la base dell’offerta monetaria nazionale e appena vent’anni dopo l’America si trovò ad affrontare la più grave depressione speculativa della sua storia. Il drammatico crollo dei mercati azionari del ’29 infatti venne provocato proprio da quei banchieri della FED che avevano promesso di garantire la stabilità economica. L’offerta di denaro venne bloccata dalla banca cantrale mediante l’introduzione di norme talmente restrittive nella gestione del credito che le piccole e medie banche concorrenti furono costrette a chiudere i battenti insieme alla stragrande maggioranza delle imprese rimaste a corto di liquidità. I banchieri della FED poterono così impadronirsi delle aziende fallite o in fallimento a prezzi stracciati mentre il loro uomo alla Casa Bianca, il Presidente Franklin Roosevelt (gran maestro massone) approvò una legge (nel 1933) con cui sganciava la banca centrale dall’obbligo di conversione del valore dei dollari in oro (c.d. gold standard) come pretesto per risollevare il mercato dalla depressione. Terminata la “grande abbuffata” degli speculatori, la FED tolse le norme restrittive sul credito che avevano ingrassato i suoi conti e ridotto in miseria l’America. Oggi la Federal Reservecui hanno bisogno sono costretti ad indebitarsi emettendo delle obbligazioni (come i classici buoni del tesoro) a garanzia di pari importo, oltre naturalmente al pagamento degli interessi. In questo modo il debito dello stato nei confronti dei suoi strozzini privati continua a crescere inesorabilmente finendo per stringere la cosa pubblica nel loro abbraccio mortale (enti pubblici svenduti alle banche per far fronte al debito pubblico). E tutto ciò nonostante il fatto che lo stato potrebbe tranquillamente stamparsi da solo la sua moneta! Le masse dovrebbero capire una volta per tutte che s sfrutta ancora la tecnica della “riserva frazionaria” e senza avere più neppure l’obbligo di detenere alcuna copertura aurifera. Viceversa gli stati per ottenere i prestiti di e ad un gruppo senza scrupoli (non esiste categoria di persone al mondo più spregiudicata dei banchieri) viene consentito di stampare il denaro di una nazione, esso userà poi questo denaro per assicurarsi il controllo dei media (manipolazione dell’opinione pubblica) e dei politici (con corruzione e minacce) assumendo inevitabilmente anche il controllo sul popolo stesso.

“datemi il controllo della moneta di una nazione e non mi importa di chi farà le sue leggi”

Mayer Amschel Rothschild (attualmente la sua discendenza controlla la FED)

The Jewish Encyclopedia Volume X, 1905 (P. 494)

Speculare con l’inflazione

Un altro strumento legale di speculazione in mano ai banchieri che esercitano di fatto la sovranità monetaria è l’inflazione. Ed è sufficiente verificare alcuni dati dell’economia USA (ma vale per tti gli stati) per rendersi conto di quanto sia insostenibile l’attuale situazione. Il c.d. “M3”, ovvero l’indicatore della massa monetaria prodotta per gli Stati Uniti balzò dai 3.700 miliardi di dollari del 1988 ai 10.300 miliardi del 1992, data in cui la Fed smise di pubblicizzare queste cifre. La decisione di non rendere pubbliche queste informazioni (citaz. John Williams da “Shadow Government Statistics”http://www.shadowstats.com) ebbe il chiaro scopo di occultare la realtà scandalosa di questi dati. Se infatti osserviamo l’andamento del mercato nel corso del tempo scopriamo subito che con il passare degli anni il costo dei beni aumenta in quanto la creazione di nuovo denaro ne svaluta implicitamente il valore favorendo ingiustamente chi lo produce (il quale ne può disporre in qualità illimitate a costo zero) a scapito di chi lo ha guadagnato lavorando onestamente. Una maggior quantità di denaro che compete per gli stessi beni fa inevitabilmente aumentare i prezzi sottraendo così ai popoli sempre più potere d’acquisto dal loro denaro (almeno il 100% in 14 anni). E come se non bastasse talvolta le banche centrali stampano moneta senza che sia neppure possibile verificarne il quantitativo effettivamente emesso in quanto, come avviene ad esempio con l’Euro, le banconote sono addirittura prive di numerazione progressiva . I numeri stampati su queste ultime infatti sono codici con altre funzioni ed è quindi persino materialmente possibile che la BCE stampi più biglietti di quanti ne dichiari effettivamente (“Euroschiavi”, p.248) . Ciononostante, la colpa dell’inflazione sfrenata viene sempre attribuita al governo di questa o quella fazione politica (il c.d. teatrino della politica) distogliendo l’attenzione pubblica dai reali problemi dell’economia globale (e spesso ignorati persino dai politici). La verità è che la rete di massoni che occupa come un esercito trasversale le poltrone della politica ha approvato da tempo le leggi che favorivano i loro padroni banchieri derubando al popolo una delle sue funzioni più importanti, la sovranità monetaria. Pertanto la crescita del debito pubblico e dell’inflazione sono ormai divenuti inarrestabili finendo per “costringere” (ovvero agevolare) i corrotti politici di turno a privatizzare gli enti pubblici e a tagliare la spesa sociale. In questo modo, l’assistenza sanitaria, le pensioni e qualsiasi altra forma di previdenza pubblica passeranno presto nelle mani dei banchieri illuminati che stanno preparando l’avvento del nuovo ordine mondiale.

Nel 1816 Thomas Jefferson scriveva a John Madison (10° presidente americano, 1841-45): “..se il popolo americano permetterà mai alle banche private di gestire l’emissione della sua moneta, allora, alternando inflazione e deflazione, le banche e le società finanziarie che cresceranno intorno ad esse, spoglieranno il popolo di ogni proprietà, sinchè i suoi figli si sveglieranno senza un tetto nel continente che i loro padri conquistarono… Credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per la nostra società che eserciti in armi… il potere di emissione dovrebbe esser tolto alle banche e restituito allo Stato , a cui esso propriamente appartiene”.

Lascia o raddoppia

Poiché l’offerta monetaria è creata dalle banche stesse queste ultime devono continuamente immettere nuove banconote sul mercato per pagare l’interesse dovuto ai banchieri. E ciò significa che 1 dollaro prestato al tasso d’interesse del 5 per cento si traforma in 2 dollari dopo appena 14 anni. Di conseguenza l’offerta della moneta deve necessariamente raddoppiare ogni 14 anni solamente per coprire l’interesse dovuto sul denaro prestato! Le cifre dichiarate dalla Federal Reserve confermano infatti che dal 1959 in poi (anno in cui la Fed ha iniziato a fornire i dati), la massa monetaria (o M3) è più che raddoppiata ogni 14 anni [10]. Ciò significa che dopo appena 14 anni le banche convogliano in interessi tanto denaro quanto ne era presente nell’intera economia 14 anni prima . Questo tributo viene pagato in termini di debito pubblico e di svalutazione del potere d’acquisto dei cittadini con una truffa legalizzata dai loro burattini politici . La sovranità monetaria spetta al popolo in quanto è la collettività stessa a riconoscere con le sue leggi valore a dei pezzi di carta un valore intrinseco che altrimenti non avrebbero. Pertanto è chiaro che la privatizzazione del denaro è la causa fondamentale della povertà, della schiavitù economica, dei governi senza fondi e di una classe dominante oligarchica che si oppone ad ogni tentativo di farle allentare la stretta dei banchieri sulle redini del potere. Il problema può essere risolto solamente invertendo il processo che lo ha creato facendo emettere il denaro necessario al fabbisogno pubblico direttamente dallo stato in forma di credito e non di debito come è avvenuto sino ad ora. Il vero padrone della ricchezza prodotta dalla nazione sono i cittadini e non certo i banchieri. Il Parlamento deve riprendersi la sovranità monetaria e cominciare a far battere moneta ai funzionari dello stato nel più rigoroso rispetto dei programmi di bilancio. Per evitare nuovi episodi di corruzione sulla spesa pubblica (fino ad ora utilizzata come fondo cassa per mafia e clienteralismo) gli amministratori dello stato (deputati e dirigenti) dovranno rispondere penalmente e civilmente dei progetti di spesa rispettivamente approvati quanto della loro corretta esecuzione. Contestualmente deve essere abolito l’uso della “riserva frazionaria” da parte dei banchieri privati (mentre rimane esclusiva prerogativa dello stato) limitando le banche a prestare solo la moneta di cui effettivamente dispongono. Se infatti il potere di creare denaro (e quindi ricchezza) ritornasse al governo, il debito pubblico potrebbe essere rapidamente estinto insieme alle tasse più ingiuste ed esose.

La nazionalizzazione di facciata della Banca d’Inghilterra

Peraltro, il fatto che una banca centrale venga formalmente nazionalizzata non significa affatto che la sovranità monetaria sia effettivamente tornata nelle mani dello stato. Un caso esemplare in tal senso è quello rappresentato dalla Banca d’Inghilterra che seppur nazionalizzata nel 1946 ha lasciato i guadagni e tutto il potere decisionale reale nelle mani dei soci azionisti privati. Anche in Gran Bretagna infatti sono sempre le banche private a creare il 97 per cento dell’offerta monetaria sotto forma di prestiti [9].

Nascita della banca centrale americana

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John Pierpont Morgan 1837-1913 Paul Moritz Warburg 1868-1932 John Davison Rockefeller 1839-1937

Nei primi anni del ‘900, il mondo dell’alta finanza era già stato completamente egemonizzato da quattro famiglie di origine ebraica, i Rockefeller, i Morgan, i Warburg e i Rothschild . Queste ultime esercitarono pressioni sul governo americano affinchè disponesse per legge la costituzione di una unica grande banca centrale di loro proprietà, la Federal Reserve. Un progetto ambizioso che però doveva fare i conti con una opinione pubblica non disposta a correre i gravi rischi di una concentrazione monetaria nelle avide mani di pochi rinomati speculatori. E per fare in modo che il popolo “digerisse” un provvedimento del genere i grandi banchieri generarono un problema economico insormontabile a cui offrire la loro soluzione. J. P. Morgan, considerato un luminare della finanza si servì così della sua enorme influenza nel mondo bancario per diffondere voci incontrollate sull’insolvenza e l’imminente fallimento dei grandi istituti di credito (citaz. Dossier “Zeitgeist the movie” , 2007, 3 parte) . Morgan sapeva infatti che ciò avrebbe provocato un’isteria collettiva generalizzata e la corsa dei risparmiatori a ritirare in massa il denaro dai propri conti. Le banche furono allora costrette a far rientrare tutti i crediti che fino ad allora avevano concesso costringendo i beneficiari a vendere le proprie proprietà innescando una spirale di bancarotte, sequestri di beni e disordini sociali. Successivamente al disastro, lo storico di origine ebraica Frederick Lewis Allen dichiarò quanto segue sulla celebre rivista “Life” : “Gli interessi dei Morgan hanno avuto la meglio dal panico del 1907 guidandone astutamente la diffusione” (ibidem) . E come previsto e programmato dai banchieri, al panico del 1907 seguì l’apertura di una inchiesta del Congresso a capo della quale venne nominato il senatore Nelson Aldrich, un uomo di fiducia dei cartelli bancari che entrò a far parte della famiglia Rockefeller. La commissione diretta da Aldrich propose poi l’istituzione di una banca centrale ufficialmente “deputata” ad impedire che si verificassero altri crack finanziari come quello del 1907! I banchieri internazionali avevano fatto il loro gioco e il popolo stava per cadere in trappola. Pleonastico quindi aggiungere che la proposta venne accettata dal congresso e istituita in gran fretta dal Presidente massone Woodrow Wilson il 23 dicembre del 1913 (citaz. http://en.wikipedia.org/wiki/Warburg_family). Ma per capire esattamente come si arrivò a tanto bisogna fare un passo in dietro nella storia ed esaminare i retroscena. Nel 1910 ci fu un incontro segreto nella tenuta di J. P. Morgan sull’isola di Jekill al largo della costa della Georgia e fu li che in realtà venne redatta la proposta di legge per far nascere la banca centrale americana a cui in seguito diedero il nome sibillino (si volle così lasciar intendere alle masse che si trattava di una istituzione Federale, cioè pubblica) di “Federal” Reserve.

Il provvedimento normativo in questione si chiamò “Federal Riserve Act” ma venne scritto dai banchieri e non dai legislatori del congresso. L’incontro venne tenuto segreto sia ai membri del governo che all’opinione pubblica e i membri che parteciparono alla stesura dell’atto normativo adottarono addirittura dei nomi in codice (citaz. “Zeitgeist The Movie”, 2007, parte 3) . Una volta approntata la legge venne trasmessa al senatore Nelson Aldrich , (il referente politico dei banchieri) affinché la facesse approvare dal Congresso. Nel 1913 venne eletto Presidente il massone Woodrow Wilson con il forte sostegno dei poteri forti che gli finanziarono la campagna elettorale in cambio della promessa che una volta a capo del governo avrebbe firmato il “Federal Reserve Act” (ibidem). E fu così che il 23/12/1933, ovvero nel pieno delle festività natalizie, venne approvata l’istituzione della banca centrale mentre il giorno della vigilia, (era appunto il 24/12/1933) si passò all’approvazione del suo scandaloso regolamento. E’ bene ricordare che tutto ciò avvenne proprio quando la maggior parte dei membri del congresso era a casa con la propria famiglia e che W. Wilson non si fece alcuno scrupolo nel promulgarlo in legge esecutiva (avrebbe invece potuto tranquillamente porre il veto). Tuttavia, alcuni anni dopo questi fatti, fu lo stesso Presidente a rendersi conto di essere stato usato come un burattino dichiarando rammaricato: “La [nostra] grande nazione industriale è controllata dal suo sistema creditizio. Il nostro sistema creditizio è concentrato nelle mani dei privati. La crescita e le attività della nazione sono quindi nelle mani di pochi uomini, i quali per forza di cose, a causa dei loro stessi limiti, frenano, controllano, distruggono la genuina libertà economica. Siamo diventati uno dei governi peggiori, uno dei più controllati e dominati del mondo civilizzato. Non più un governo basato sulla libertà di opinione, non più un governo degli ideali e del voto di maggioranza, bensì un governo basato sul giudizio e le costrizioni di piccoli gruppi dominanti”. Ed infatti, il membro del Congresso Louis McFadden affermò quanto segue subito dopo l’approvazione del “Federal Reserve Act”: “Qui è stato fondato un sistema bancario mondiale…un sovra-stato controllato dai banchieri internazionali che agiscono assieme per schiavizzare il mondo secondo i propri interessi. La Fed ha usurpato il governo”. Viceversa i mass media dissero alla gente che la banca centrale era indispensabile se si voleva raggiungere la stabilità economica e che quindi inflazione e crisi economiche erano ormai solo incubi del passato. Ma se da una parte i giornalisti si prodigavano ad annunciare al popolo l’avvento di una nuova era iniziata all’insegna della c.d. “Financial stability”, dall’altra, l’impietoso tribunale della storia dimostrò il contrario. Una volta assunto il controllo assoluto della moneta, la FED cominciò infatti a porre in atto una serie di azioni speculative che gli di “sbranare” letteralmente il libero mercato. Tra il 1914 e il 1919 ad esempio, la FED aumentò l’offerta di moneta del 100% che si tradusse in un’ampia apertura di credito che coinvolse anche le banche minori e i loro clienti. Successivamente però diede corso alla seconda parte del piano, e così nel 1920 ritirò improvvisamente una notevole quantità del denaro in circolazione costringendo i piccoli istituti di credito a far rientrare i crediti concessi provocando per l’ennesima volta bancarotte e prelievi di massa agli sportelli. In questo modo, oltre 5400 banche esterne al sistema della FED vennero spazzate via mentre i suoi spregiudicati banchieri consolidarono definitivamente il loro monopolio sull’economia. Visto ciò che era successo, il membro del Congresso Lindbergh dichiarò nel 1921: “Tramite il Federal Reserve Act viene creato il panico in modo studiato. Quello attuale è il primo caso di panico scientemente programmato , concepito allo stesso modo di un’equazione matematica”. L’ondata di panico del 1920 tuttavia fu solo una piccola avvisaglia di ciò che i banchieri stavano progettando, ovvero le prove generali di una crisi dall’impatto sociale devastante. E così tra il 1921 e il 1929 la FED aumentò di nuovo la massa monetaria in circolazione provocando ancora una volta una rapida espansione. Contestualmente fece la sua comparsa sul mercato azionario un nuovo tipo di prestito “molto vantaggioso” denominato “prestito a margine ”. Si trattava di un prodotto finanziario che consentiva all’investitore di versare solo il 10% del prezzo di un titolo mentre il restante 90% veniva prestato da un intermediario. Uno specchietto per le allodole che consentiva a chiunque di possedere 1000 dollari di azioni spendendone solo 100! Ed infatti un simile tipo di prestito si diffuse molto rapidamente durante tutti i “ruggenti” anni ’20. Ma proprio quando tutti sembravano far soldi investendo sui titoli azionari venne fuori il “trucco”. Il pagamento del prestito per il restante 90% del valore di un titolo poteva cioè essere richiesto in qualsiasi momento e doveva essere saldato entro 24! Questa facoltà dell’intermediario di richiedere improvvisamente il pagamento venne a sua volta denominata “chiamata di margine addizionale” e il suo esercizio normalmente determina la vendita dei titoli acquistati a credito. Insomma il prestito a margine non era che l’ennesima truffa al popolo per scatenare al momento opportuno un’ondata di insolvenze e fallimenti. E così, J.D. Rockefeller e Bernhard Barack pochi mesi prima dell’ottobre del 1929 e altri “insider” si defilarono silenziosamente dal mercato. Giunto il 24 ottobre del 1929, i finanzieri Newyorkesi cominciarono quindi a tirar su le loro reti, ovvero a reclamare il pagamento dei c.d. prestiti a margine. Ed esattamente come programmato, l’improvvisa richiesta di denaro provocò una massiccia ondata di vendite di questi titoli e la corsa agli sportelli bancari per prelevare moneta e saldare i debiti. Tutto ciò provocò il crollo di oltre 16.000 banche! Consentendo ai soliti grandi banchieri di acquistare aziende e istituti di credito falliti a prezzi stracciati. Non ancora soddisfatti, i banchieri della FED invece di aumentare la quantità di moneta in circolazione per consentire la ripresa dell’economia americana ormai in ginocchio, la diminuì ulteriormente alimentando la più grande depressione economica della storia d’America. Indignato per la situazione, Louis McFadden, un acerrimo oppositore dei cartelli bancari diede inizio alle procedure d’impeachment contro il Consiglio della FED affermando quanto segue a proposito della crisi del ’29: “Si è trattato di un evento attentamente pianificato. I banchieri internazionali hanno cercato di generare una condizione di disperazione dalla quale sarebbero emersi come i nostri padroni assoluti”. Non può quindi sorprendere il fatto che dopo avere subito due tentativi di assassinio, McFadden sia stato avvelenato durante un banchetto prima che riuscisse ad attivare la procedura dell’impeachment. E come se non bastasse, dopo la sua morte i banchieri della FED fecero abolire anche il “Gold Standard” , ovvero l’accordo che garantiva la convertibilità in oro della moneta. Ci riuscirono grazie al pretesto di far uscire l’America dalla grande depressione e alla conseguente approvazione di un provvedimento datato 5 aprile 1933. Quest’ultimo obbligava infatti gli americani a consegnare al Tesoro tutto l’oro di cui ancora disponevano a pena di 10 anni di reclusione per i trasgressori! Subito dopo venne abrogato il “Gold Standard” e la moneta divenuta non convertibile divenne mera carta straccia! Valida per legge. E l’unica cosa idonea a condizionarne il valore d’acquisto è la quantità che ne viene immessa in circolazione. Pertanto, chi ne regola la massa di produzione ne stabilisce anche l’effettivo potere d’acquisto e attraverso la manipolazione scientifica di esso può speculare sulle crisi economiche provocate a danno delle nazioni. Ciò che la gente deve capire è che la FED e tutte le banche centrali più potenti del mondo (ovvero le uniche in grado di determinare l’andamento economico globale) sono in mano ad una infima elite di banchieri privati “illuminati” che prestano soldi creati dal nulla gravati da interesse ai vari governi. Le banche centrali inoltre, grazie alla complicità e alla sudditanza della classe politica godono ormai di uno status giuridico incostituzionale, sono considerate insomma enti sovranazionali non soggetti ad alcun potere di controllo da parte delle istituzioni pubbliche!

La Federal Income Tax

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I coniugi Brown

Nel 2007 i telegiornali e i grandi media italiani cominciarono a diffondere alcuni servizi giornalistici sulla storia di due “obiettori fiscali” americani che si erano barricati in casa armati per non pagare la “Federal Income Tax”

(http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/08_Agosto/15/stati_uniti_evasori_barricati_casa.shtml ) .

Tutti questi reportage però non spiegavano affatto l’effettivo fondamento di una simile protesta e pretendevano di far apparire la coppia di coniugi come persone che avevano semplicemente “perso la testa” aggiungendo poi che l’FBI evitava di provocare una sparatoria solo per buon senso. Si tratta di un classico esempio con cui i media deformano e occultano le informazioni per manipolare la pubblica opinione a favore dello status quo. Ecco infatti come riportarono la notizia alcuni importanti quotidiani italiani:

“ Il mix di rivolta antisistema che i Brown sono riusciti a creare ha dell’incredibile, giovani no global amanti delle teorie della cospirazione vanno a braccetto con miliziani di ultradestra che promettono di accorrere in aiuto carichi di pistole e fucili automatici se ci sarà l’assalto dei federali” –

La Repubblica, 23 luglio 2007 (http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/esteri/evasori-usa/evasori-usa/evasori-usa.html ) .

“Resta comunque la faccenda imbarazzante del «circo», che sta esasperando la popolazione di Plainfield e mette in ridicolo le autorità. Di tanto in tanto, con la dovuta cautela, gli uomini dell’FBI tentano di avvicinarsi alla villa per «ragionare», ma vengono accolti da una raffica di fucilate (legali) di avvertimento e devono tornare indietro. Gli ordini, come è ragionevole, sono di evitare gli spargimenti di sangue e di tentare con ogni mezzo la strada della persuasione: o il pagamento delle tasse con gli interessi, o i cinque anni di carcere. Ma la strana coppia non ci pensa neppure”.

Il Corriere della Sera, 17 agosto 2007

(http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/08_Agosto/15/stati_uniti_evasori_barricati_casa.shtml )

Ma se invece di credere a certe castronerie andiamo ad approfondire cosa c’è dietro questa storia scopriremo “l’arcano”. Edward Brown Lewis e sua moglieElaine infatti costituiscono in realtà solo la punta di un iceberg composto da centinaia di migliaia di cittadini americani “Tax Protestor” che si rifiutano di pagare una tassa incostituzionale per i debiti illegalmente contratti con i banchieri privati della Federal Reserve. E la verità quindi è che il Congresso USA oltre ad avere approvato il “Federal Reserve Act” ha introdotto anche una tassa federale sul reddito totalmente illegittima solo per pagare gli interessi alla FED. Una salasso pecuniario che viene ugualmente riscosso grazie all’ignoranza della popolazione in materia e alla complicità di media e istituzioni. Ma nonostante i grandi canali d’informazioni non lo dicano, l a federal income tax è illegale a tutti gli effetti in quanto si tratta di una tassa diretta non proporzionale che viola il principio costituzionale americano secondo cui tutte le imposte dirette devono essere proporzionali. E come se no bastasse non è mai stato raggiunto neppure il numero legale degli stati necessario alla ratifica dell’emendamento (citaz. “Zeitgest The Movie”, 2007, parte 3) , un fatto questo citato anche in alcune sentenze giudiziarie recenti come questa: “Se esaminate il 16° emendamento attentamente, scoprirete che non fu mai ratificato da un numero sufficiente di Stati” – sentenza della Corte Distrettuale USA, giudice James C. Fox, 2003. Ciononostante con la suddetta tassa viene detratto circa il 25% del reddito medio del lavoratore e di conseguenza occorrono almeno tre mesi l’anno per adempiere a questa tassa “obbligatoria”. Soldi che poi sono destinati a pagare l’interesse sulla moneta emessa in modo fraudolento dalla Federal Reserve, ovvero, che finiscono direttamente nelle tasche della cupola dei banchieri internazionali. E anche se i governi USA assicurano la legalità della Federal Income Tax, non esiste alcuno statuto o legge che impone il pagamento di questa tassa. Una realtà che emerge chiaramente dalle parole di Joe Turner , un ex avvocato costituzionalista americano che si licenziò dal suo compito istituzionale proprio per questo motivo: “Ovviamente mi aspettavo che esistesse di sicuro una legge, da potere indicare nel testo giuridico, che obblighi alla compilazione della dichiarazione dei redditi. Certo che esiste, pensavo. Ma non riusciiì a trovare lo statuto che obbligasse esplicitamente una persona, o per lo meno io non lo trovai e così anche molte persone che conosco, e così non ebbi altra scelta se non quella di licenziarmi. Da quando mi sono licenziato, non ho più compilato una dichiarazione dei redditi.” (citaz. “Zeitgest The Movie”, 2007, parte 3) . A conferma delle sue affermazioni esiste anche la testimonianza di Sherry Jackson, un’altra autorevole costituzionalista: “Basandomi sulle ricerche ancora in corso che iniziai durante l’anno 2000, non ho trovato quella legge. Ho domandato al Congresso, a molti agenti dell’IRS [agenzia delle entrate USA], agli assistenti del Commissario dell’IRS….Ma non possono rispondermi, perché se lo fanno, il popolo americano saprebbe che tutto questo è una frode. Non compilo una dichiarazione dei redditi dal 1999” (ibidem) . La Federal Income Tax insomma, non è altro che uno dei raggiri concepiti dell’elite per ridurre progressivamente in schiavitù l’intera nazione americana. Vale infatti la pena ricordare che allo stato attuale il popolo americano è gravato dal debito pubblico più oneroso del mondo e che le guerre in cui viene coinvolto con i pretesti più assurdi e puerili (portare la pace e la democrazia, sconfiggere il terrorismo etc. etc.) non servono ad altro che alimentare potere e controllo dell’elite.

Il liberismo selvaggio promosso dall’elite

Stando alle teorie economiche liberiste attualmente più accreditate, qualsiasi funzione pubblica direttamente svolta dallo stato è destinata ad essere costosa, inefficiente e di pessima qualità. La soluzione che queste propongono è allora sempre la stessa, liberalizzare. Ovvero vendere ai privati (quindi ai grandi banchieri che monopolizzano il mercato) tutti gli enti pubblici delegando a questi anche lo svolgimento dei servizi dello stato mediante le classiche gare d’appalto (il cui risultato viene frequentemente aggiustato dai soliti comitati d’affari). Ma se fino ad oggi una simile ricetta si prefigura effettivamente come la migliore ciò lo si deve semplicemente al fatto che l’elite si è adoperata da secoli per impedire che lo stato funzioni. Ma in realtà per far divenire efficienti gli enti pubblici sarebbe sufficiente applicare ad essi le stesse condizioni lavorative adottate dalle società private, premiando cioè i meritevoli e licenziando i fannulloni. I manager dello stato inoltre dovrebbero essere i primi a dover rispondere con i propri beni personali dei deficit di gestione di cui sono responsabili secondo regole molto più severe di quelle applicate fino ad ora. L’amministrazione della cosa pubblica insomma dovrebbe avvenire secondo la regola della responsabilità diretta, sia per quanto riguarda i vantaggi che per quanto concerne gli svantaggi. Occorre insomma creare le condizioni per cui un pubblico incarico di rilievo non sia più considerato un privilegio per i soliti personaggi corrotti ma per far questo sarà indispensabile gravarlo di norme così severe da allontanare i furbi e fare largo ai capaci.

Falsi in bilancio a norma di legge!

Grazie alle leggi approvate nel corso del tempo dalla nostra corrotta casta politica, le Banche centrali sono state autorizzate a registrare come voce passiva (quindi come un debito) del proprio bilancio l’intero valore nominale del denaro da loro stampato (a costi irrisori) e poi prestato allo stato dietro corrispettivo (obbligazioni di stato e tasso d’interesse). Ma in realtà esso costituisce a tutti gli effetti un incremento patrimoniale e quindi si tratta solo di una colossale truffa e di una elusione fiscale perfettamente legalizzate e accettata per tradizione da tutti i governi delle nazioni. Questo sistema truffaldino nasce tuttavia da una precisa ragione storica su cui è necessario tornare con una breve sintesi. Nel periodo in cui le banche emettevano ancora denaro in base alle proprie riserve aurifere che ne garantivano la convertibilità in oro, i banchieri ascrivevano giustamente all’attivo la riserva aurea posseduta e al passivo (quindi come debito), la quantità di denaro emesso. E poiché la banca emittente era tenuta a garantire tale convertibilità in oro, le banconote costituivano effettivamente un debito per la banca, ossia una passività (a cui si aggiungeva il costo di stampa). Ma da quando la convertibilità in oro delle banconote è stata soppressa, il denaro emesso dalle banche centrali non possono più costituire in alcun modo un debito. Pertanto le banconote così prodotte dovrebbero poter costituire solo una voce attiva su cui pagare le tasse, ovvero l’esatto contrario di ciò che le banche centrali fanno figurare nei propri bilanci. I banchieri classificano inoltre tali importi alla voce “attività ” quando più gli fa comodo. Se infatti dichiarassero sempre tale denaro come passività non potrebbero giustificare la richiesta di pagamento degli interessi che pretendono dallo stato (quindi al popolo attraverso le tasse). Di fronte a questo problema fondamentale per la prosperità economica delle nazioni, i partiti politici, i sindacati e le istituzioni (eccezion fatta per qualche magistrato) restano completamente inerti per timore dei poteri forti, ma perlopiù sono complici attivi che ricevono privilegi e denaro in cambio della loro omertà. Ma ciononostante, l’aver tolto la sovranità monetaria dallo stato per trasferirla a un soggetto privato come la Banca Centrale Europea o la Fed americana è un atto palesemente contrario a tutte le costituzioni che proclamano solennemente la sovranità popolare. Pertanto la cessione con legge ordinaria delle sue funzioni essenziali a dei soggetti privati dovrebbe essere dichiarata nulla ed inefficace dalla magistratura. Esistono tuttavia correnti di pensiero a conoscenza del signoraggio che ne sostengono la legittimità. Per costoro infatti il trasferimento della sovranità monetaria a soggetti terzi si pone come un provvedimento necessario in quanto la casta politica (ormai sinonimo di corruzione) è totalmente inaffidabile e consegnare la sovranità monetaria nelle sue mani genererebbe sicuramente disastri economici da iperinflazione poiché tenderebbe a stampare sempre nuovo denaro solo per accontentare l’elettorato. Si tratta però solo di dottrine economiche propagandate dagli autorevoli portavoce della stessa elite per far credere alla gente che la cessione della sovranità monetaria ai loro funzionari sia il “male minore”. In realtà infatti i banchieri privati che governano la ricchezza del mondo non la potranno mai gestire a favore del popolo perché ciò sarebbe contro i loro interessi. Più lo stato si indebita e più loro ci guadagnano in termini di soldi e potere. Pertanto, l’elite come dimostra il materiale esplosivo raccolto in questo volume è praticamente all’origine di tutti i peggiori mali del mondo, compreso il lavaggio del cervello delle masse da essa perpetrato attraverso il monopolio dei mezzi d’informazione. Ciononostante esistono ancora persone che per ignoranza e/o ingenuità sono ancora disposte a credere alla favola che l’attuale sistema sia la migliore soluzione!

Indipendenza, segretezza e impunibilità dei banchieri

Le masse sono state tenute all’oscuro persino del fatto che le banche centrali godono di assoluta indipendenza e autonomia dalle autorità politiche dei popoli sovrani e che i loro alti funzionari sono protetti da garanzie di impunibilità addirittura superiori a quelle concesse a qualsiasi altro parlamentare democraticamente eletto. Tutte le riunioni e le decisioni importanti in tema di politica monetaria avvengono quindi nel massimo riserbo senza che nessun organo giudiziario dello stato possa effettuare intercettazioni o indagini sul corretto svolgimento delle attività bancarie! La Federal Reservenon ha un proprio bilancio e non è neppure soggetta a revisione contabile americana ad esempio (la banca centrale) controlla l’intero sistema monetario USA senza dovere rendere conto a nessuno del proprio operato. Il suo potere è pressoché illimitato poiché nessuna commissione governativa ha il potere di controllare il corretto e onesto svolgimento di una funzione pubblica così importante. La Fed infatti

(citaz. “Euroschiavi ”, Marco Della Luna e Antonio Miclavez, Arianna Editrice)!

Per quanto concerne invece la BCE, sappiamo che essa è di proprietà degli azionisti delle banche centrali private dei Paesi aderenti. Si tratta quindi di un soggetto privato che come espressamente stabilito nel trattato di Maasticht viene sottratto ad ogni controllo da parte degli organi istituzionali dell’Unione Europea. Pertanto, con la sigla del celebre accordo si è finito per considerare la BCE alla stregua di un soggetto sovranazionale ed extraterritoriale. La perdita delle sovranità monetaria e legislativa per gli Stati membri in campo monetario , (parte essenziale della sovranità nazionale) da parte degli Stati europei, è stata stabilita in maniera irrevocabile dagli artt. 105 e 117 del Trattato di Maastricht.

Il Protocollo sul SEBC all’art. 7, ricalcando l’art. 107 del Trattato, stabilisce infatti: “-Indipendenza – Conformemente all’articolo 107 del trattato, nell’esercizio dei poteri e nell’assolvimento dei compiti e dei doveri loro attribuiti dal trattato e dal presente statuto, né la BCE, né una Banca centrale nazionale, né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni o dagli organi comunitari, dai Governi degli Stati membri né da qualsiasi altro organismo. Le istituzioni e gli organi comunitari nonché i Governi degli Stati membri si impegnano a rispettare questo principio e a non cercare di influenzare i membri degli organi decisionali della BCE o delle Banche centrali nazionali nell’assolvimento dei loro compiti”.

Il medesimo Protocollo stabilisce anche il diritto di segretezza (ossia di non rendere pubbliche le ragioni di ciò che decidono sulla testa dei cittadini europei) per i signori della BCE:

“10.4. Le riunioni hanno carattere di riservatezza. Il Consiglio direttivo può decidere di rendere pubblico il risultato delle proprie deliberazioni”. Peraltro, l’art. 12 del Protocollo, che si intitola beffardamente “Responsabilità degli organi decisionali “, non prevede in realtà alcuna responsabilità.

L’art. 16 del Protocollo sancisce invece la perdita di sovranità monetaria degli Stati in favore dei banchieri centrali europei: “Conformemente all’articolo 105 A, paragrafo 1 del trattato, il Consiglio direttivo della BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote all’interno della Comunità. La BCE e le Banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla BCE e dalle Banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nella Comunità”. In tal modo è stata illegalmente attuata la cessione in via definitiva di poteri sovrani del popolo ad un soggetto controllato da privati e da interessi privati, il quale si situa al di fuori e al disopra di qualsiasi sovranità politica pubblica. L’art. 11 della nostra costituzione consente limitazioni (e non cessioni) della sovranità nazionale solo in favore di altri stati (e la BCE non è uno stato né organo di altri stati) a condizioni di parità (mentre le quote nella BCE non sono paritarie) ai soli fini di assicurare “la pace e la giustizia tra le Nazioni” (mentre gli interessi dei banchieri privati vanno notoriamente in senso opposto). Del resto è necessario sapere che tutte le più potenti banche centrali del mondo sono controllate dalla stessa elite globale e che godono sostanzialmente degli assurdi privilegi di cui si è detto sinora (impunità, immunità, irresponsabilità, segretezza, indipendenza). Una lista di società private che comprende persino il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale (“Euroschiavi ”, Marco Della Luna e Antonio Miclavez, Arianna Editrice, p.191) .

Signoraggio secondario e indebitamento globale

Come sinteticamente illustrato fino a questo punto, le banche private detengono ormai il potere sovrano di produrre materialmente il denaro dal nulla (c.d. signoraggio primario), di fissare il tasso di sconto e di decidere unilateralmente la politica monetaria delle nazioni compreso il potere, ancora più vasto di creare denaro creditizio (credito elettronico) attraverso il c.d. signoraggio secondario . E per avere una idea più precisa su ciò che questo comporta, basti ricordare che solo la massa di denaro creditizio emessa con dei banali impulsi elettrici dalle banche a spese della collettività corrisponde ormai ad una somma globale pari ad oltre cinque volte il valore di tutti i beni esistenti al mondo (citaz. “Euroschiavi”, M. Della Luna e Antonio Miclavez, Arianna Editrice) . Il che vuol dire che il denaro è un debito scoperto per almeno l’80% e che il sistema bancario nel suo complesso è creditore almeno 5 volte dell’intero valore commerciale del pianeta . Pertanto, in un siffatto stato di cose non c’è posto per poter contemplare una reale sovranità democratica del popolo e delle sue istituzioni governative. Ma ciononostante, le masse non possono reagire in quanto sono tenute sotto controllo con la più completa disinformazione dai palazzi di potere e dalle loro complici istituzioni. E poiché come tristemente noto l’esclusiva fonte d’informazione della stragrande maggioranza della popolazione è la televisione, le nazioni non si accorgono minimamente di ciò che accade realmente continuando a vivere prigionieri del più grande reality della storia, il mondo dell’informazione ufficiale . Un luogo virtuale dove viene dato ampio spazio al teatrino della politica su falsi problemi o questioni di secondaria importanza. Un villaggio globale dove i suoi abitanti possono tranquillamente dedicare tutte le proprie facoltà mentali a seguire le partite di pallone, le telenovele o trasmissioni come “Chi vuol essere miliardario? ” e “Il Grande Fratello” .

I conti segreti del governo invisibile

Come esaurientemente illustrato nello strepitoso volume “Euroschiavi” di Marco Della Luna e Antonio Miclavez, l’alta finanza ha creato dei paradisi bancari come Euroclear e Clearstream dove vige il segreto assoluto, conti su cui è possibile far comparire e scomparire il denaro occultandone la fonte di provenienza. Esiste infatti una lunga lista di banche che dispongono di conti presso queste società (“Euroschiavi ”, pgg. 256-7), come esistono molte interessanti ricostruzioni su come i profitti da signoraggio monetario vengano utilizzati per costituire fondi in paesi stranieri (tra cui l’Iraq) allo scopo di finanziare la c.d. “democratizzazione” o forze “amiche”, come pure insurrezioni, colpi di stato, etc. (ibidem).

L’onorevole A. Di Pietro ammette l’esistenza del signoraggio

Nonostante le pressioni esercitate dai poteri forti per mantenere l’assoluto riserbo sulla questione in modo da far apparire dei pazzi quei pochi che hanno il coraggio di parlarne apertamente, di tanto in tanto accade che qualche politico inciampi sul tema del signoraggio. E’ successo di recente all’onorevole Antonio Di Pietro (fondatore del partito “Italia dei valori” ), il quale incalzato dalle imbarazzanti domande di un telespettatore ha candidamente ammesso in televisione (intervista condotta dal giornalista Angelo Morini per Canale Italia il 25 gennaio 2006) che il signoraggio bancario è: “Scandaloso, peggio di una rapina anche perché legalizzato” (citaz. “Euroschiavi” , p.249-250).

L’onorevole T. Bontempo denuncia la cospirazione del silenzio alla Camera dei Deputati

Un altro episodio interessante sul signoraggio ha visto come protagonista l’Onorevole Teodoro Buontempo del partito di “Alleanza Nazionale” . Durante la seduta n. 168 del 12/06/2007 alla Camera dei Deputati infatti, il suddetto deputato ha denunciato l’esistenza di sentenze della magistratura che hanno condannato le banche per signoraggio e che ciononostante la notizia non è stata fatta trapelare da nessun canale d’informazione ufficiale. L’On. Buontempo ha poi aggiunto che i suoi colleghi della Camera si guardano bene dall’affrontare il problema per paura dei poteri forti.

Il testo dell’intervento alla Camera dei Deputati dell’On. T. Bontempo: “C’è una sorta di ipocrisia e di vergogna a non voler mai affrontare il problema del signoreggio, c’è come un timore, una paura pure a discuterne seppure pochi sanno che la Magistratura ha condannato la Banca D’Italia a risarcire i cittadini che hanno fatto ricorso contro il signoraggio, questo privilegio e la Banca D’Italia ha dovuto pagare. Ma questa è una notizia che resta segreta, non la fanno conoscere!”

Le imbarazzanti rivelazioni dell’europarlamentare G. Chiesa

Tra gli Onorevoli più coraggiosi troviamo anche l’europarlamentare Giulietto Chiesa (partito socialista europeo) il quale durante una conferenza ed una successiva intervista ha affermato quanto segue: “..Dopo l’accordo mondiale del commercio siglato nel 1995 che ha conferito a enti come le multinazionali, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale un potere reale sovranazionale, che ruolo e che spazio possono avere i governi nel riuscire a definire una politica che vada nella direzione dei diritti umani? …Quello che deve essere chiaro su questi organi sovrannazionali, è che in questi anni di globalizzazione il controllo sulla vita politica, economica e sociale del pianeta è passata di mano. I veri protagonisti sono diventati le banche centrali insieme alle grandi organizzazioni finanziarie uscite dagli accordi di Bretton Woods, cioè l’OMC (l’organizzazione mondiale del commercio) il FMI e la Banca Mondiale…Queste strutture agiscono in funzione della razionalità finanziaria del capitale internazionale, punto. Sono organizzazioni totalmente prive di legittimazione democratica che sfuggono al controllo così come il controllo di tutti i governi è stato baipassato dalle banche centrali che agiscono in totale autonomia…La Banca Centrale Europea prende le decisioni senza consultare nessuno poiché è stato sancito il principio che le banche sono indipendenti dai governi. Questa è la questione chiave per cui noi (le nazioni) abbiamo perduto il controllo sull’economia e sulla finanza mondiale”.

L’onorevole ha poi spiegato più specificatamente cosa è il signoraggio: “Il signoreggio esiste ed è una questione molto chiara che consiste nel fatto che le banche centrali non sono di proprietà pubblica mentre tutta la gente è convinta che lo siano solo in quanto stampano il denaro. Le banche producono la moneta e la prestano agli stati che si indebitano nei confronti dei banchieri privati per ottenerla. Credo che il Signoraggio bancario sia all’origine del disastro economico mondiale in cui stiamo precipitando…non credo si possa realizzare alcun programma di risanamento senza affrontare il problema del Signoraggio bancario”.

Schiavi delle banche

L’attuale corsa al ribasso delle condizioni sociali della popolazione provocata dal debito pubblico e dalle strategie di potere dei banchieri porterà le masse a ricorrere sempre maggiormente ad indebitarsi con le finanziarie fino al punto in cui non saranno più in grado di saldare il conto. E una volta che avremo esaurito ogni possibilità di solvenza molto probabilmente ci verranno concessi altri finanziamenti solo per garantirci il necessario per non costituire un problema di ordine sociale ma essere allo stesso tempo obbligati a lavorare per le banche. Quando ciò accadrà saremo passati dalla manipolazione mentale alla schiavitù materiale. Del resto parte di questo incubo è già divenuto realtà e basta rifletterci un attimo per averne la conferma. Operai, impiegati e pensionati cominciano ad non arrivare più alla fine del mese e sono costretti a ricorrere sempre più spesso alle rate. Una volta raggiunto il massimo livello d’indebitamento potranno dimezzarlo raddoppiandone il periodo di pagamento ma in questo modo non faranno altro che posticipare il momento della loro insolubilità totale. Tutto ciò che vediamo intorno a noi appartiene già all’elite. Le strutture pubbliche sono gravate dal debito pubblico e la loro costruzione quanto il loro funzionamento dipendono dalla solvibilità dello stato, le stragrande maggioranza delle abitazioni, delle autovetture, dei motocicli, e di ogni altro bene dipende ormai quasi esclusivamente dalla concessione di un mutuo, di un prestito o di un finanziamento. E sono veramente pochi gli imprenditori che oggi possono fare a meno di avere una banca alle spalle. Il denaro in forma cartacea invece finirà con l’essere definitivamente sostituito dal credito elettronico, in questo modo ogni nostra operazione contabile verrà registrata e potrà essere sempre monitorata da un “grande fratello”, senza contare che nessuno potrà più vivere decentemente senza possedere una carta di credito. Se la sovranità monetaria non verrà tolta dalle mani degli speculatori privati dipenderemo completamente dalle banche. E siccome il sistema bancario mondiale è fondato su una struttura piramidale dove il gruppo di vertice controlla direttamente o indirettamente i capitali e gli istituti di credito minori non ha più alcuna importanza a quale banca o finanziaria ci rivolgeremo, in quanto non avremo alcuna reale via d’uscita. La concorrenza tra un gruppo bancario e l’altro in realtà è solo fittizia ed ha l’esclusiva funzione di aggirare le norme antimonopolio. Ciò però non significa che i dipendenti degli istituti di credito ne siano al corrente, e anzi, al contrario la quasi totalità di essi ignora completamente quale sia la strategia globale messa in atto dai grandi banchieri.

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La vera faccia della globalizzazione

Ciò che l’elite presenta al mondo come una nuova era di fraterno avvicinamento tra i popoli mediante l’abbattimento delle frontiere e la condivisione di un unico grande mercato globale nasconde in realtà l’ambizioso progetto di una dittatura di casta sull’intera umanità. Più della metà della ricchezza mondiale è infatti concentrata sui conti bancari di meno del 2% della popolazione e le disuguaglianze sociali seguitano ad aumentare a livello esponenziale anche nei paesi più ricchi dove la c.d. classe media praticamente non esiste quasi più. La creazione di un unico grande mercato globale servirà all’elite solo per concentrare ancora maggiormente tutte le risorse del pianeta nelle loro mani. La ricchezza e il benessere insomma, invece di diffondersi in “senso orizzontale” sulla generalità della popolazione come vorrebbero farci credere vengono dirottati verso le tasche della solita cupola di finanzieri che oltre ad incamerare i soldi che paghiamo con le tasse per il debito pubblico possiedono già anche i pacchetti azionari di maggioranza di tutte le grandi Corporation! Si tratta quindi di una globalizzazione che viene sviluppata creando “isole” di sfrenato benessere in un oceano di povertà ed emarginazione sociale sempre crescente. Un processo già in atto da molti anni teso ad applicare il modello delle grandi metropoli come Rio de JaneiroJean Ziegler , parlamentare elvetico e Relatore speciale per la Commissione sui diritti dell’uomo delle Nazioni Unite nel volume “La privatizzazione del mondo”. Nella sua opera Ziegler esplora infatti la storia della globalizzazione e il vero ruolo svolto dai grandi banchieri dietro le quinte della politica ufficiale facendo luce sull’effettivo funzionamento dell’attuale sistema economico globale. “I signori del mondo in doppiopetto e bombetta” sono in realtà degli spregiudicati predatori posti saldamente alla guida del mercato capitalista il cui vero motore è costituito dalla loro stessa insaziabile avidità. Costoro accumulano patrimoni immensi devastando la natura, innescando guerre, provocando fame e insurrezioni che vengono poi sottaciute attraverso la corruzione della classe politica e il controllo dei media. L’elite globale per gestire questi traffici si serve di paradisi fiscali come le Isole Cayman (il “Principato di Sealand” è addirittura una ex piattaforma militare di appena 550 mq in acque internazionali) o delle c.d. “ società di compensazione ” (con cui è possibile intestare a banche o grandi imprese conti di corrispondenza anonimi a loro discrezione) come Clearstream, (ex Cedel), Euroclear etc. etc..

La traccia delle operazioni effettuate sui conti (e a volte il conto stesso) di queste società definite giustamente paradisi fiscali impropri, viene cancellata in giornata (solitamente entro un’ora dalla conclusione della transazione) non lasciando alcuna prova dei movimenti eseguiti. Il loro disegno di potere prevede inoltre il progressivo smantellamento delle pubbliche funzioni e di tutte le garanzie sociali attraverso la formidabile leva del debito pubblico. Nel frattempo milioni di abitanti indigenti vivono concentrati nelle favelas edificate intorno a lussuosissimi e sfarzosi quartieri per pochi eletti. Globalizzazione in realtà vuol dire “concentrazione” di tutte le economie in unico mercato monopolizzato dalle grandi Corporation dei banchieri in cui non sarà più possibile esercitare alcuna forma di libera concorrenza.

Indice ordinato della Bibliografia

1) Wright Patman, A Primer on Money (Government Printing Office, preparato per il sottocomitato per la Finanza Interna, Camera dei Rappresentanti, Comitato banche e valute, 88° Congresso, seconda sessione, 1964).

2) vedi Federal Reserve Statistical Release H6, “Money Stock Measures ,” http://www.federalreserve.gov/releases/H6/20060223 (23 febbraio 2006); “United States Mint 2004 Annual Report,” http://www.usmint.gov; Ellen Brown, Web of Debt, http://www.webofdebt.com (2007), capitolo 2.

3) “A Landmark Decision,” The Daily Eagle (Montgomery, Minnesota: 7 febbraio 1969), ristampato in parte in P. Cook, “What Banks Don’t Want You to Know,” www9.pair.com/xpoez/money/cook (3 giugno 1993).

4) vedi Bill Drexler, “The Mahoney Credit River Decision,” http://www.worldnewsstand.net/money/mahoney-introduction.html.

5) G. Edward Griffin, “Debt-cancellation Programs,” http://www.freedomforceinternational.org (18 dicembre 2003).

6) nella prefazione del libro di Irving Fisher, 100% Money (1935), ristampato da Pickering and Chatto Ltd. (1996).

7) citato in “Someone Has to Print the Nation’s Money . . . So Why Not Our Government?”, Monetary Reform Online, ristampato da Victoria Times Colonist (16 ottobre 1996).

8) Chicago Federal Reserve, “Modern Money Mechanics” (1963), in origine scritto e distributo gratuitamente dal Public Information Center of the Federal Reserve Bank of Chicago, Chicago, Illinois, ora disponibile su Internet all’indirizzo http://landru.i-link-2.net/monques/mmm2.html Patrick Carmack, Bill Still, The Money Masters: How International Bankers Gained Control of America (video, 1998), testo su http://users.cyberone.com.au/myers/money-masters.html.

9) James Robertson, John Bunzl, Monetary Reform: Making It Happen (2003), http://www.jamesrobertson.com, pagina 26.

10) Consiglio di amministrazione della Federal Reserve, “M3 Money Stock (serie sospesa),” http://research.stlouisfed.org/fred2/data/M3SL.txt.

LA FONTE DEL POTERE II

I Soci azionisti della Banca d’Italia

Gruppo Intesa (27,2%),
BNL (2,83%)

Gruppo San Paolo (17,23%)
Monte dei Paschi di Siena (2,50%)

Gruppo Capitalia (11,15%)
Gruppo La Fondiaria (2%)

Gruppo Unicredito (10,97%)
Gruppo Premafin (2%)

Assicurazioni Generali (6,33%)
Cassa di Risparmio di Firenze (1,85%)

INPS (5%)
RAS (1,33%)

Banca Carige (3,96%)
Altri azionisti privati (5,65%)

La lista delle banche private che controllano la FED

La banca centrale americana (FED) è di proprietà di dodici grandi banche dell’alta finanza ebraica [1] a cui fa sempre capo un governatore di origine ebraica come l’attuale Ben Shalom Bernanke e il suo predecessore Alan Greenspan .

1 – I nomi degli istituti di credito azionisti della FED

Rothschild Bank di Londra
Kuhn Loeb Bank di New York

Warburg Bank di Amburgo
Israel Moses Seif Banks d’Italia

Rothschild Bank di Berlino
Goldman, Sachs di New York

Lehman Brothers di New York
Warburg Bank di Amsterdam

Lazard Brothers di Parigi
Chase Manhattan Bank di New York

La lista delle banche private che controllano la Banca Centrale Europea (BCE)

Come si può notare dall’elenco che segue, la BCE è posseduta da altre banche private che sono controllate a loro volta dagli stessi grandi casati di banchieri azionisti della FED, ovvero la banca centrale americana.

Banca Nazionale del Belgio (2,83%)
Banca centrale del Lussemburgo (0,17%)

Banca Nazionale della Danimarca (1,72%)
Banca d’Olanda (4,43%)

Banca Nazionale della Germania (23,40%)
Banca nazionale d’Austria (2,30%)

Banca della Grecia (2,16%)
Banca del Portogallo (2,01%)

Banca della Spagna (8,78%)
Banca di Finlandia (1,43%)

Banca della Francia (16,52%)
Banca Centrale di Svezia (2,66%)

Banca Centrale d’Irlanda (1,03%)
Banca d’Inghilterra (15,98%) (Non ha l’euro)

Banca d’Italia (14,57%)

Fonte: http://www.disinformazione.it/banchecentrali.htm

Dalle pensioni pubbliche alle assicurazioni private

Se la sovranità monetaria non tornerà presto nelle mani dello stato, il debito pubblico diverrà inestinguibile (oggi pari al 108% del PIL) e per far fronte al montare delle tasse e ai continui tagli della spesa sociale (ospedali, scuole, previdenza etc.), la popolazione sarà costretta ad indebitarsi fino al collo. Già oggi infatti le nuove generazioni che si affacciano al mercato del lavoro andranno in pensione con il metodo contributivo che comporta un trattamento pensionistico assai meno favorevole di quello precedente (ovvero il c.d. metodo retributivo). In tal modo i lavoratori vengono spinti implicitamente a rivolgersi a fondi pensioni totalmente privati o comunque integrativi (alla ricerca di condizioni migliori) che faranno confluire molti capitali nei forzieri dei soliti grandi gruppi bancari a cui fanno riferimento queste assicurazioni.

L’assassinio di Abraham Lincoln

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Abraham Lincoln

Il presidente Lincoln invece di finanziare la Guerra Civile americana ricorrendo ai soliti prestiti dei banchieri internazionali (che pretendevano il pagamento di tassi d’interesse tra il 24% e il 36%) fece stampare la moneta di cui aveva bisogno in modo gratuito direttamente allo stato. Lincoln evitò in questo modo di far sprofondare la nazione nella spirale del debito pubblico provvedendo alla messa in circolazione di oltre 400 milioni di dollari non gravati da debito e da interessi, ovvero i c.d. “green-backs ” . Con questi soldi vennero pagati i soldati, gli impiegati degli S.U. e tuute le forniture di guerra. Ma i banchieri internazionali come i Rothschild che fino a quel momento stavano finanziando entrambi gli schieramenti in guerra non potevano certo tollerare che qualcuno scoprisse le loro carte. Così poco tempo dopo l’approvazione del provvedimento del 1865 che dava via libera ai green-backs di Lincoln (1865) il Presidente fu barbaramente assassinato da John Wilkes Booth, era il 14 aprile del 1865 . Per cancellare ogni prova del coinvolgimento dei poteri forti nella vicenda anche quest’ultimo venne a sua volta tolto di mezzo da Judah P. Benjamin, un massone di alto grado e agente dei Rothschild (http://www.mardigrassecrets.com ) . Successivamente alla sua morte tornò tutto come prima, il governo revocò la legge sulle Banconote di stato e mise fine al denaro esente da debito ed interesse di Lincoln. L’elite fece poi approvare una nuova legge bancaria nazionale e tutto il denaro tornò ad essere gravato da interesse.

“Abbiamo dato al popolo di questa repubblica la più grande benedizione che abbia mai ricevuto, una moneta propria per pagare i suoi debiti…”

Abramo Lincoln

Il discorso con cui John Fitzgerald Kennedy si appellò al popolo

John Fitzgerald Kennedy per cercare di estirpare l’elite dalle sedi del potere si rivolse direttamente al popolo con il seguente storico discorso:

“La parola segretezza è ripugnante in una società aperta e libera e noi come popolo, ci siamo opposti intrinsecamente e storicamente alle società segrete, ai giuramenti segreti e alle riunioni segrete. Siamo di fronte ad una cospirazione monolitica e spietata di livello mondiale basata soprattutto su mezzi segreti per espandere la sua sfera d’influenza. Sull’infiltrazione anziché sull’invasione, sulla sovversione anziché sulle elezioni, sull’intimidazioni anziché sulla scelta. E’ un sistema che ha reclutato ampie risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina affiatata efficiente, che combina operazioni militari, diplomatiche, di intelligence, economiche, scientifiche e politiche. Le sue azioni non vengono diffuse ma tenute segrete. I suoi errori non vengono messi in evidenza ma vengono nascosti, i suoi dissidenti non sono elogiati ma ridotti al silenzio. Nessuna spesa viene contestata, nessun segreto viene rivelato. Ecco perché il legislatore ateniese Solone decretò che evitare le controversie fosse un crimine per ogni cittadino. Stò chiedendo il vostro aiuto nel difficilissimo compito di informare e allertare il popolo americano . Convinto che con il vostro aiuto l’uomo diverrà ciò ciò che è nato per essere: libero e indipendente” (Dossier Zeitgeist, 2007, parte 2) .

Il link da cui scaricare il documento originale: http://www.zeitgeistmovie.com/

L’assassinio di J. F. Kennedy

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John Fitzgerald Kennedy

A ritentare l’ardua impresa di liberare il popolo dalla sudditanza nei confronti dei banchieri privati ci pensò un grande presidente USA, John Fitzgerald Kennedy . Anche lui però, esattamente come il suo storico predecessore venne assassinato per avere osato mettersi contro i piani dell’elite. Nel 1963 infatti, un decreto presidenziale virtualmente sconosciuto alle masse, ovvero l’Ordine Esecutivo 11110 venne firmato da J. F. Kennedy per impedire alla Federal Reserve Bank di continuare a prestare soldi gravati da interesse al Governo Federale degli Stati Uniti. Con un semplice autografo, il presidente Kennedy stava quindi per porre fuori combattimento la Federal Reserve Bank e con essa l’elite globale che controlla l’alta finanza. Se il suo audace progetto fosse andato in porto prima che fossero riusciti ad assassinarlo con la farsa del terrorista solitario , tutti gli altri paesi del mondo avrebbero presto seguito l’esempio americano liberando l’umanità dai suoi peggiori parassiti. Come risultato del suo provvedimento vennero quindi stampati più di 4 miliardi di dollari direttamente dal Dipartimento del Tesoro ma ben poche di esse fecero in tempo ad entrare in circolazione a causa della sua morte. La nuova moneta statale approvata da Kennedy era stata emessa come valuta non gravata da interesse e priva di debito ma con la copertura delle riserve d’argento in possesso della Tesoreria degli Stati Uniti. Egli tentò in questo modo di sostituire le Banconote della Federal Reserve emesse dalla banca centrale privata con delle Banconote di proprietà degli Stati Uniti stampate dalla tesoreria statale americana. I suoi provvedimenti di politica estera e monetaria si rivelarono essere gli unici effettivamente in grado di porre fine al problema del debito pubblico , ovvero far rapidamente cessare la guerra con il Vietnam (una delle ennesime guerre volute dall’elite proprio per indebitare il popolo americano) e restituire il pieno esercizio della sovranità monetaria allo stato . Il suo impegno per far abbandonare il Vietnam all’esercito americano entro il 1965 congiuntamente all’ordine esecutivo 11110 avrebbero distrutto i profitti e il controllo dei banchieri sulle nazioni. Ecco spiegato il vero motivo per cui il Presidente Kennedy venne assassinato il 22 novembre del 1963 e le sue “banconote del popolo” furono immediatamente tolte dalla circolazione. Un delitto che finì per costituire anche l’ennesimo monito di avvertimento per tutti i presidenti che lo avrebbero succeduto a non interferire sui meccanismi di controllo della creazione della ricchezza. Kennedy insomma condivise lo stesso amaro destino di A. Lincoln e la macchina su cui viaggiava il giorno della sua morte portava “guarda caso” il nome di quest’ultimo. Si trattava infatti di una Lincoln! J.F. Kennedy proveniva da una famiglia tradizionalmente appoggiata dall’elite e quindi conosceva tutti i retroscena più oscuri dell’economia, della guerra e della politica. Anche lui infatti venne eletto grazie ai voti sporchi della mafia e la sua campagna elettorale fu finanziata dai soliti “generosi mecenati” dell’alta finanza. Kennedy si avventurò così in un pericoloso “doppiogioco” con l’elite per accedere alla stanza dei bottoni e tentare poi di cambiare il corso della storia.

“La storia testimonia che i cambiavalute hanno usato ogni sorta di inganno, macchinazione, frode e violenza possibile al fine di mantenere il controllo sui governi per gestire il denaro e la sua emissione.”

Il Presidente USA James Madison (Port Comway, 16 marzo 1751 – Port Comway, 28 giugno 1836)

La dinamica dell’omicidio e i depistaggi del processo

I rapporti tra J.F. Kennedy e la CIA si dimostrarono pessimi sin dai primi giorni della sua ascesa alla Casa Bianca. Il presidente sapeva bene che Allen Dulles, ovvero l’allora capo della Cia era un uomo di fiducia dei poteri forti (in quanto direttamente imparentato con i Rockefeller e uomo d’affari dell’alta finanza) e per questo motivo ne ordinò la rimozione insieme ai suoi vicedirettori Charles P. Cabell Richard Bissell dichiarando così guerra aperta ai servizi segreti e all’elite. Allen Dulles infatti era stato uno dei finanziatori di Hitler per conto dell’elite (citaz.“E la verità bi renderà liberi”, p.315) e con il suo licenziamento Kennedy cercò di neutralizzare il pericolo costituito dai servizi segreti americani frantumandone e riorganizzandone le unità divisioni operative sotto il controllo di suo fratello Robert in qualità di ministro della Giustizia. Non può stupire quindi il fatto che l’assassino del presidente Kennedy venne rapidamente attribuito dalla CIA a Lee Harvey Oswald nonostante esistessero le prove del contrario. L’inchiesta condotta dal procuratore distrettuale di New Orleans, Jim Garrison dimostrò infatti che Oswald non poteva essere ritenuto in alcun modo responsabile di quel delitto (“E la verità vi renderà liberi” , p.309) poiché come rivelarono le riprese cinematografiche amatoriali effettuate da Abraham Zapruder , Kennedy venne colpito a morte da proiettili provenienti dal lato anteriore della macchina e non da quello posteriore (ibidem). Di conseguenza Oswald non avrebbe mai potuto centrare il Presidente dal magazzino di libri dove si era appostato secondo la ricostruzione ufficiale. La verità è che l’assassinio di Kennedy non fu opera di un pazzo solitario come i media e le istituzioni ci hanno voluto far credere, ma il lavoro di una squadra di cecchini professionisti ben addestrati e coordinati tra loro. Oswald infatti, appena si rese conto di essere stato incastrato dai sevizi segreti si dichiarò pronto a fare luce sull’intera vicenda in Tribunale, ma prima che riuscisse a parlare venne freddato da un ebreo mafioso di nome Jack Ruby (il cui vero nome era Jacob Rubenstein ). Il coinvolgimento della cupola dell’alta finanza ebraica in questo secondo omicido su commissione cominciò così ad appalesarsi in quanto il mafioso più potente d’America era l’ebreo Meyer Lansky (il cui vero nome era Majer Suchowliński ) . Quest’ultimo fu uno dei promotori del progetto che portò alla costruzione di Las Vegas(http://it.wikipedia.org/wiki/Meyer_Lansky ). Tra i suoi soci d’affari vi erano dunque tutti i personaggi di spicco della mafia italiana come Al Capone o Lucky Luciano . Jack Ruby venne a sua volta ucciso (o comunque fatto scomparire di scena) in seguito per insabbiare tutti i retroscena che avrebbero potuto condurre ai veri mandanti degli omicidi. e lavorò attivamente per i servizi segreti

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Marilyn Monroe

Ogni volta che situazione si faceva pericolosa Lansky riparava in Israele (“E la verità vi renderà liberi”, p.318) dove godeva di coperture politiche sicure. E fu proprio uno dei suoi uomini, un certo Mickey Cohen infiltrato nei circoli hollywoodiani a presentare Marilyn Monroe a J. F. Kennedy (“E la verità vi renderà liberi”, p.318) per usarla come agente informatore dell’elite globale (ibidem) . Del resto, l’ebreo M. Cohen oltre ad avere avuto una relazione con l’attrice era specializzato nel compromettere sessualmente le stelle del cinema per poi ricattarle (ibidem) . Ma naturalmente anche lei venne successivamente tolta di mezzo con la messa in scena di un suicidio per overdose (“Marilyn Monroe storia di un omicidio” , Donald H. Wolfe, Sperling & Kupfer) . Cohen peraltro era uno dei collaboratori più stretti di Menachim Begin (noto terrorista divenuto poi Presidente d’Israele, lo stato dei Rothschild) e per tale motivo sfruttò M. Monroe come “cavallo di troia” per arrivare alla mente di Kennedy e poi riferire informazioni di prima mano ai servizi segreti israeliani. Uno degli incontri tra M. Cohen e M. Begin è stato poi così descritto da Jimmi Fratianno , (un capo della mafia) detto “spione”: “Dopo il breve discorso (di Cohen), cominciammo a camminare su e giù per la stanza e il rabbino di Mickey ci presenta a un tizio chiamato Menachin Begin, che è il boss dell’Irgun, un’organizzazione criminale clandestina della Palestina. Questo tizio porta una fascia nera al braccio e ci dice che è ricercato per avere fatto esplodere una bomba in un hotel dove uccise circa cento persone. E’ un maledetto fuggitivo (citaz. Ovid Demaris, “The last mafioso ”, Bantam Books, New York, 1981, p.32 – anche in “Final Judgement ” di Michael Collins Piper, p.159) ”.

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Meyer Lansky

Il procuratore distrettuale Jim Garrison per cercare di inchiodare i veri assassini del presidente chiamò allora a deporre come imputato Clay Shaw (uomo d’affari e agente della CIA). Ad accusarlo si era fatto avanti un supertestimone che purtroppo venne assassinato prima che potesse parlare al processo (“E la verità vi renderà liberi” , p.306) . Clay Shaw fu quindi dichiarato innocente ma in seguito emerse che aveva sempre lavorato per la CIA e che era stato addirittura direttore della “Permindex ”, una società di facciata del Mossad (servizi segreti israeliani/ Rothschild) che operava come “unità omicidi” (“E la verità vi renderà liberi ”, p.309) . Garrison denunciò inoltre la circostanza che tutti i testimoni oculari dell’assassinio furono minacciati quando esposero una versione dei fatti che non collimava con la versione ufficiale. Inutile aggiungere che durante tutto il corso delle sue indagini, Jim Garrison venne costantemente criticato sia dai principali mass-media che dagli uomini delle istituzioni controllati dall’elite (ibidem) . Peraltro molte delle persone che rilasciarono la loro deposizione alla Commissione Warren che aveva assunto il controllo sulle indagini affermarono che le loro dichiarazioni erano state alterate (ibidem) ! Si trattò quindi di un omicidio di stato che godeva di coperture politiche e istituzionali di primo piano, un assassinio che portava la firma dell’elite. Ma nonostante l’ostruzionismo e i continui depistaggi a cui dovette far fronte, ci sono alcuni episodi del caso Kennedy che dimostrano il coinvolgimento dei servizi segreti nell’omicidio oltre ogni ragionevole dubbio. Dopo l’attentato infatti, il corpo di Kennedy venne imbarcato su un aereo da Dallas per essere trasportato fino a Whashington dove venne effettuata l’autopsia. Il patologo incaricato di eseguire l’autopsia venne circondato da pubblici ufficiali durante l’esame del corpo e il cervello del presidente (indispensabile per appurare la direzione da cui giunsero le pallottole) sparì “incredibilmente” dall’obitorio. Molte altre persone a conoscenza di fatti scomodi legati all’attentato perirono di morte prematura in incidenti automobilistici, sparatorie o nei classici strani suicidi che si verificano spesso durante indagini di questo tipo. La seconda commissione di inchiesta ufficiale (l’HSCA) dimostrò inoltre la presenza di un secondo tiratore dalla collinetta (testimoniata da ben 51 persone), rimasto non identificato che confermò l’ipotesi del complotto (http://it.wikipedia.org/wiki/Jack_Ruby ) . Il figlio di Howard Hunt , noto agente Cia coinvolto nello scandalo WatergateDealey Plaza quando Kennedy fu assassinato (ibidem) . Ed infatti sono state scoperte delle fotografie che lo riprendono insieme a James Earl Ray (lo stesso assassino di Martin Luther King) e Frank Sturgis (ibidem) . Ma allora chi poteva avere condotto una simile operazione di copertura e depistamento delle indagini se non proprio gli stessi uomini dei servizi segreti al servizio dei poteri forti? , dichiarò inoltre che suo padre era nella

L’assassinio di Robert Kennedy

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Robert Francis Kennedy

Anche Robert Kennedy, ovvero il fratello del Presidente seguì lo stesso tragico destino. Robert era stato il braccio destro di JFK come ministro della giustizia del suo governo e quindi conosceva tutti i retroscena dell’assassinio. E quando Robert si candidò a divenire il nuovo presidente degli Stati Uniti vincendo le elezioni primarie del 1968, l’elite lo tolse di mezzo con il solito stratagemma del folle terrorista solitario. E come da copione, successivamente all’omicidio di Robert Kennedy venne aperta l’ennesima inchiesta governativa volta ad insabbiare l’esistenza del complotto.

(citaz. http://www.luogocomune.net/site/modules/sections/index.php?op=viewarticle&artid=2 ).

La “disgrazia” aerea di John Kennedy junior e di sua moglie

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John Kennedy jr.

Ufficialmente il figlio di JFK e sua moglie perirono in un normale incidente aereo. Tuttavia la popolare rivista americana “National Examiner” pubblicò un articolo che può far luce su quanto accadde veramente (citaz. http://www.signoraggio.com/signoraggio_se_jfk_fosse_qui.html) . Secondo il noto tabloid infatti, alcune settimane prima che John Jr. morisse in volo insieme alla moglie Carolyn, John Jr rivelò ad amici e conoscenti la sua intenzione di scoprire chi aveva ucciso suo padre (ibidem) . E dal momento che John Jr. e la su famiglia erano ancora molto popolare ed influenti in America è evidente che stava correndo grossi rischi a rilasciare simili dichiarazioni. Peraltro, John era anche proprietario e coofondatore della rivista “George ” (http://en.wikipedia.org/wiki/George_(magazine) ), un mensile che stava riscuotendo molto successo sul pubblico americano. Attraverso la sua rivista gli sarebbe stato davvero molto semplice fare “chiasso” sulla riapertura di un caso che fece tremare i poteri forti. E’ quindi evidente che esisteva più di un ottimo movente per determinarne la morte. Tom Schauf in qualità di ex istruttore di volo ha riesaminato la dinamica dell’incidente aereo in cui sarebbe rimasto coinvolto John Kennedy Jr. ed è giunto alla conclusione che non può essersi trattato di un incidente. Le sue ricerche sono state raccolte nel volume : “America’s Hope: To Cancel Bank Loans Without Going to Court” (La Speranza Americana : Cancellare Il Prestito Bancario Senza Finire in Tribunale ) in cui descrive tutte le anomalie del caso, compreso il fatto che i corpi delle vittime sono stati fatti cremare in tutta fretta.

Schiavi delle banche

L’attuale corsa al ribasso delle condizioni sociali della popolazione provocata dal debito pubblico e dalle strategie di potere dei banchieri porterà le masse a ricorrere sempre maggiormente ad indebitarsi con le finanziarie fino al punto in cui non saranno più in grado di saldare il conto. E una volta che avremo esaurito ogni possibilità di solvenza molto probabilmente ci verranno concessi altri finanziamenti solo per garantirci il necessario per non costituire un problema di ordine sociale ma essere allo stesso tempo obbligati a lavorare per le banche. Quando ciò accadrà saremo passati dalla manipolazione mentale alla schiavitù materiale. Del resto parte di questo incubo è già divenuto realtà e basta rifletterci un attimo per averne la conferma. Operai, impiegati e pensionati cominciano ad non arrivare più alla fine del mese e sono costretti a ricorrere sempre più spesso alle rate. Una volta raggiunto il massimo livello d’indebitamento potranno dimezzarlo raddoppiandone il periodo di pagamento ma in questo modo non faranno altro che posticipare il momento della loro insolubilità totale. Tutto ciò che vediamo intorno a noi appartiene già all’elite. Le strutture pubbliche sono gravate dal debito pubblico e la loro costruzione quanto il loro funzionamento dipendono dalla solvibilità dello stato, le stragrande maggioranza delle abitazioni, delle autovetture, dei motocicli, e di ogni altro bene dipende ormai quasi esclusivamente dalla concessione di un mutuo, di un prestito o di un finanziamento. E sono veramente pochi gli imprenditori che oggi possono fare a meno di avere una banca alle spalle. Il denaro in forma cartacea invece finirà con l’essere definitivamente sostituito dal credito elettronico, in questo modo ogni nostra operazione contabile verrà registrata e potrà essere sempre monitorata da un “grande fratello”, senza contare che nessuno potrà più vivere decentemente senza possedere una carta di credito. Se la sovranità monetaria non verrà tolta dalle mani degli speculatori privati dipenderemo completamente dalle banche. E siccome il sistema bancario mondiale è fondato su una struttura piramidale dove il gruppo di vertice controlla direttamente o indirettamente i capitali e gli istituti di credito minori non ha più alcuna importanza a quale banca o finanziaria ci rivolgeremo, in quanto non avremo alcuna reale via d’uscita. La concorrenza tra un gruppo bancario e l’altro in realtà è solo fittizia ed ha l’esclusiva funzione di aggirare le norme antimonopolio. Ciò però non significa che i dipendenti degli istituti di credito ne siano al corrente, e anzi, al contrario la quasi totalità di essi ignora completamente quale sia la strategia globale messa in atto dai grandi banchieri.

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La vera faccia della globalizzazione

Ciò che l’elite presenta al mondo come una nuova era di fraterno avvicinamento tra i popoli mediante l’abbattimento delle frontiere e la condivisione di un unico grande mercato globale nasconde in realtà l’ambizioso progetto di una dittatura di casta sull’intera umanità. Più della metà della ricchezza mondiale è infatti concentrata sui conti bancari di meno del 2% della popolazione e le disuguaglianze sociali seguitano ad aumentare a livello esponenziale anche nei paesi più ricchi dove la c.d. classe media praticamente non esiste quasi più. La creazione di un unico grande mercato globale servirà all’elite solo per concentrare ancora maggiormente tutte le risorse del pianeta nelle loro mani. La ricchezza e il benessere insomma, invece di diffondersi in “senso orizzontale” sulla generalità della popolazione come vorrebbero farci credere vengono dirottati verso le tasche della solita cupola di finanzieri che oltre ad incamerare i soldi che paghiamo con le tasse per il debito pubblico possiedono già anche i pacchetti azionari di maggioranza di tutte le grandi Corporation! Si tratta quindi di una globalizzazione che viene sviluppata creando “isole” di sfrenato benessere in un oceano di povertà ed emarginazione sociale sempre crescente. Un processo già in atto da molti anni teso ad applicare il modello delle grandi metropoli come Rio de JaneiroJean Ziegler , parlamentare elvetico e Relatore speciale per la Commissione sui diritti dell’uomo delle Nazioni Unite nel volume “La privatizzazione del mondo”. Nella sua opera Ziegler esplora infatti la storia della globalizzazione e il vero ruolo svolto dai grandi banchieri dietro le quinte della politica ufficiale facendo luce sull’effettivo funzionamento dell’attuale sistema economico globale. “I signori del mondo in doppiopetto e bombetta” sono in realtà degli spregiudicati predatori posti saldamente alla guida del mercato capitalista il cui vero motore è costituito dalla loro stessa insaziabile avidità. Costoro accumulano patrimoni immensi devastando la natura, innescando guerre, provocando fame e insurrezioni che vengono poi sottaciute attraverso la corruzione della classe politica e il controllo dei media. L’elite globale per gestire questi traffici si serve di paradisi fiscali come le Isole Cayman (il “Principato di Sealand” è addirittura una ex piattaforma militare di appena 550 mq in acque internazionali) o delle c.d. “ società di compensazione ” (con cui è possibile intestare a banche o grandi imprese conti di corrispondenza anonimi a loro discrezione) come Clearstream, (ex Cedel), Euroclear etc. etc..

La traccia delle operazioni effettuate sui conti (e a volte il conto stesso) di queste società definite giustamente paradisi fiscali impropri, viene cancellata in giornata (solitamente entro un’ora dalla conclusione della transazione) non lasciando alcuna prova dei movimenti eseguiti. Il loro disegno di potere prevede inoltre il progressivo smantellamento delle pubbliche funzioni e di tutte le garanzie sociali attraverso la formidabile leva del debito pubblico. Nel frattempo milioni di abitanti indigenti vivono concentrati nelle favelas edificate intorno a lussuosissimi e sfarzosi quartieri per pochi eletti. Globalizzazione in realtà vuol dire “concentrazione” di tutte le economie in unico mercato monopolizzato dalle grandi Corporation dei banchieri in cui non sarà più possibile esercitare alcuna forma di libera concorrenza.

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Indice ordinato della Bibliografia

1) Wright Patman, A Primer on Money (Government Printing Office, preparato per il sottocomitato per la Finanza Interna, Camera dei Rappresentanti, Comitato banche e valute, 88° Congresso, seconda sessione, 1964).

2) vedi Federal Reserve Statistical Release H6, “Money Stock Measures ,” http://www.federalreserve.gov/releases/H6/20060223 (23 febbraio 2006); “United States Mint 2004 Annual Report,” http://www.usmint.gov; Ellen Brown, Web of Debt, http://www.webofdebt.com (2007), capitolo 2.

3) “A Landmark Decision,” The Daily Eagle (Montgomery, Minnesota: 7 febbraio 1969), ristampato in parte in P. Cook, “What Banks Don’t Want You to Know,” www9.pair.com/xpoez/money/cook (3 giugno 1993).

4) vedi Bill Drexler, “The Mahoney Credit River Decision,” http://www.worldnewsstand.net/money/mahoney-introduction.html.

5) G. Edward Griffin, “Debt-cancellation Programs,” http://www.freedomforceinternational.org (18 dicembre 2003).

6) nella prefazione del libro di Irving Fisher, 100% Money (1935), ristampato da Pickering and Chatto Ltd. (1996).

7) citato in “Someone Has to Print the Nation’s Money . . . So Why Not Our Government?”, Monetary Reform Online, ristampato da Victoria Times Colonist (16 ottobre 1996).

8) Chicago Federal Reserve, “Modern Money Mechanics” (1963), in origine scritto e distributo gratuitamente dal Public Information Center of the Federal Reserve Bank of Chicago, Chicago, Illinois, ora disponibile su Internet all’indirizzo http://landru.i-link-2.net/monques/mmm2.html Patrick Carmack, Bill Still, The Money Masters: How International Bankers Gained Control of America (video, 1998), testo su http://users.cyberone.com.au/myers/money-masters.html.

9) James Robertson, John Bunzl, Monetary Reform: Making It Happen (2003), http://www.jamesrobertson.com, pagina 26.

10) Consiglio di amministrazione della Federal Reserve, “M3 Money Stock (serie sospesa),” http://research.stlouisfed.org/fred2/data/M3SL.txt.

A CHI APPARTIENE LA BANCA CENTRALE EUROPEA? – Finanza in Chiaro – Editoriali – Notizie – Borsa & Mercati

A CHI APPARTIENE LA BANCA CENTRALE EUROPEA? – Finanza in Chiaro – Editoriali – Notizie – Borsa & Mercati.

Le Banche Centrali Nazionali (BCN) sono le uniche autorizzate alla sottoscrizione ed alla detenzione del capitale sociale della BCE.

La sottoscrizione di tale capitale sociale è stata effettuata secondo un criterio di ripartizione proporzionale alla percentuale di ciascuno Stato membro dell’Unione Europea al PIL comunitario ed alla popolazione dell’Unione.

L’ammontare sottoscritto, ed interamente versato, dalle Banche Centrali Nazionali dei Paesi dell'”area dell’euro” è pari a 4.004.183.399,81 di euro, ovvero circa il 70% dei 5.760.652.402,58 costituenti il totale del capitale sociale della BCE.

Le Banche Centrali Nazionali dei quattordici paesi non aderenti all’area dell’euro, le quali non hanno titolo a partecipare alla ripartizione degli utili, né sono tenute al ripianamento delle perdite della BCE, versano una piccola percentuale delle quote di capitale rispettivamente sottoscritte, pari al 7%, come contributo ai costi operativi della BCE connessi alla partecipazione al Sistema europeo di Banche Centrali (SEBC).

Tale capitale sociale è così ripartito:

Banca Centrale Nazionale
% Capitale sottoscritto
Capitale versato (€)
BelgioNationale Bank van België
2,4708
142.334.199,56
GermaniaDeutsche Bundesbank
20,5211
1.182.149.240,19
GreciaΤρÜπεζα της ΕλλÜδος
1,8168
104.659.532,85
SpagnaBanco de España
7,5498
434.917.735,09
FranciaBanque de France
14,3875
828.813.864,42
IrlandaCentral Bank & Financial Services
0,8885
51.183.396,60
ItaliaBanca d’Italia
12,5297
721.792.464,09
CiproBanca centrale di Cipro
0,1249
7.195.054,85
LussemburgoBanque centrale du Luxembourg
0,1575
9.073.027,53
Malta – Bank Ċentrali ta’ Malta
0,0622
3.583.125,79
Paesi BassiDe Nederlandsche Bank
3,8937
224.302.522,60
AustriaÖsterreichische Nationalbank
2,0159
116.128.991,78
PortogalloBanco de Portugal
1,7137
98.720.300,22
SloveniaBanka Slovenije
0,3194
18.399.523,77
FinlandiaSuomen Pankki
1,2448
71.708.601,11
Totale
69,6963
4.014.961.580,45

Fonte dei dati è il sito ufficiale della BCE. Come si evince dalla tabella la maggioranza relativa delle quote è detenuta dalla Bundesbank, seguita da Banca di Francia, Banca d’Inghilterra (13,9337%) e da Banca d’Italia; le altre Banche Centrali detengono invece, rispetto ai tre principali sottoscrittori, percentuali inferiori delle quote della BCE. Inoltre le BCN degli Stati partecipanti all’area dell’euro hanno dotato la BCE di riserve di cambio per un valore equivalente a circa 40 miliardi di euro. Il contributo di ciascuna BCN è stato fissato proporzionalmente alla partecipazione nel capitale BCE ed è stato versato in oro per il 15%, in dollari statunitensi e yen per il restante 85%.

La Banca Centrale Europea è ufficialmente di proprietà delle Banche Centrali degli Stati che ne fanno parte, quindi dato che le Banche Centrali sono controllate da società private, la stessa BCE è una società privata.