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Il blog di Alessandro Tauro: La verità sulle energie rinnovabili

Il blog di Alessandro Tauro: La verità sulle energie rinnovabili.


Foto: Vomedia

Tricastin, sud della Francia.
Un luogo che rappresenta un pessimo spot per l’energia nucleare. Soltanto negli ultimi due mesi in questo piccolo comune distante qualche chilometro da Avignone si sono avuti ben 4 incidenti nucleari, con relative fuoriuscite fortunatamente contenute all’interno della struttura.
Di “fortuna” non possono parlare i poveri cristi che vi lavorano dentro, contaminati in una delle perdite avvenuta il 30 luglio scorso.

L’elenco di guasti, malfunzionamenti e problemi in generali all’interno delle centrali nucleari di quest’anno è infinita: Krsko (Slovenia), Ul-Jin (Corea del sud), Vandellos e Cofrentes (Spagna), Ringhals (Svezia), Romans-sur-Isere, Tricastin (Francia) e tante altre ancora. Solo in questi primi 8 mesi del 2008.
Ma i dati reali rischiano di essere decisamente maggiori. Basti pensare che l’Autorité de Sureté Nationale (ASN) francese dichiara che di incidenti “minori” di gravità 0 o 1 della scala INES ne capitano all’anno solo nel territorio francese oltre un centinaio.

Alcune settimane fa ho pubblicato il resoconto sull’andamento dell’energia nucleare nei vari paesi europei, dimostrando come nella gran parte dei casi si erano già avviati piani per la dismissione totale dell’energia nucleare (Spagna, Olanda, Belgio e Germania tra i principali).
Nei paesi fedeli al nucleare, invece, non ci sono comunque progetti in atto per la costruzione di nuove centrali. I continui incidenti e il progressivo esponenziale aumento del costo dell’uranio 235 scoraggiano decisamente un incremento dell’energia prodotta tramite fissione nucleare.

L’Italia, come sempre d’altronde, deve andare controcorrente rispetto al resto del mondo, con lo scopo preciso di rituffarsi indietro negli anni ’70. La quantità di energia elettrica massima che si stima di produrre con l’installazione delle nuove centrali proposta dal ministro Scajola? Un misero 15%. Considerando poi come tendiamo a fare le cose noialtri del “bel paese” dobbiamo aspettarci anche qualcosa in meno.
A questo punto diventa lecito e automatico chiedersi se davvero ne valga la pena.

Un motivo spesso citato dai grandi fans del nucleare è che le energie cosiddette rinnovabili non consentono una copertura sufficiente dei bisogni energetici. E’ diventato quasi un assioma indiscutibile. Peccato che le cose non stiano affatto così.

La produzione nazionale è caratterizzata da un 73.8% di energia prodotta tramite combustione di combustibili fossili e il 13.4% da fonti rinnovabili. Il restante 12.8% corrisponde alle importazioni di energia dall’estero.
Dell’energia rinnovabile, l’eolico costituisce l’1.1% della produzione nazionale, mentre il solare resta fermo a quote sotto lo 0.01%.

Il rinnovabile consente una copertura limitata della domanda di energia? Falso!
In danimarca solo l’eolico costituisce il 20% di energia prodotta, il 9% in Spagna e il 7% in germania.
In Spagna regioni come Castiglia e Leòn, la Galizia, l’Aragona e la Navarra producono fino al 71% di energia elettrica solo da fonti rinnovabili (idroelettrica, eolica, solare, biomasse, etc). In media la Spagna produce il 20% dell’energia da fonti rinnovabili e il piano energetico prevede di raggiungere il 30% nel 2010, anno in cui la Navarra, secondo i programmi, produrrà il 100%.
In Italia siamo fermi al 13%.

Siamo sicuri che sia davvero il nucleare la soluzione?

Il nucleare, il petrolio, il carbone sono le soluzioni attuali, perché consentono la conservazione di tanti poteri economici sulla gestione delle fonti di energia.
L’acqua, il sole, il vento non sono controllabili. Sono liberi e accessibili a tutti. Non sono soggetti a poteri e a oligopoli. Non producono potere, né profitti. Sono il futuro. Ora dobbiamo solo capire se vogliamo aspettare che il futuro ci venga a sbattere in faccia.

PS: I documenti ufficiali del sito della Red Electrica d’Espana li trovate qui di seguito.
Dati nazionali [PDF]
Dati regionali [PDF]

Energia:Rubbia, adottare solare e nucleare senza uranio

Da: http://www.antimafiaduemila.com/index.php?option=com_content&task=view&id=10094&Itemid=48:

22 ottobre 2008
Santiago del Cile. Il Premio Nobel per la Fisica italiano Carlo Rubbia ha sostenuto a Santiago del Cile, dove ha fra l’altro ricevuto una laurea honoris causa dalla locale Università cattolica, che per affrontare la crisi energetica “non bastano le politiche di risparmio”, ma si devono esplorare altre vie, come il solare e il nucleare senza uranio.

In una conferenza sul tema ‘Energia e ambiente nella cooperazione internazionale’ pronunciata nella sede della Commissione economica per l’America latina (Cepal) dell’Onu, Rubbia ha sostenuto che si deve avanzare verso “una energia nucleare, non quella già conosciuta, ma una nuova”, visto che l’uranio mostra già segni di esaurimento mentre il torio è un metallo ampiamente disponibile. Comunque, ha avvertito, questo nuovo stadio “sarà raggiungibile solo se si realizzerà una ricerca vasta e innovatrice”. Per quanto riguarda l’energia solare, il Nobel italiano ha sottolineato che la sua utilizzazione “é facile come una bicicletta” e ha aggiunto che la ricerca in questo campo deve dirigersi verso “nuove possibilità di immagazzinamento”, problema chiave per questo settore.

ANSA

Rubbia sull’energia Solare

Centrale solare termodinamica

Ancora delle dichiarazioni del premio nobel per la fisica Carlo Rubbia sull’energia solare:

«Da capo dell’Enea ho bussato al governo Berlusconi chiedendo di investire sul solare termodinamico. Niente. Sono andato in Spagna e lì hanno dato il via libera a decine di impianti. Che producono gli stessi Megawatt di una centrale atomica. Possiamo farlo anche noi».

“il solare che intendo non è quello che abbiamo visto finora. Per due motivi: il primo è che, da un punto di vista energetico, il fotovoltaico è troppo costoso da realizzare. Il secondo è che dipende in tutto e per tutto dagli orari del sole e dalle bizze del cielo: di notte o quando è brutto tempo non serve a nulla. Il solare di cui parlo è quello termodinamico: uno specchio che, come quelli di Archimede, raccoglie il calore del sole in un tubo ricevitore riempito con un liquido speciale che raggiunge circa 550-600 gradi centigradi e lo convoglia verso un contenitore isolato termicamente che, a tutti gli effetti, è un serbatoio di energia. E questa è la grande differenza: il calore che ho immagazzinato può essere rilasciato anche durante la notte o quando il cielo è coperto. Ho un accumulo di energia a bassissimo costo. A questo punto basta collegarla a una turbina come quelle che già si usano oggi nelle centrali a gas e il gioco è fatto: l’energia del sole diventa energia elettrica”.

E questo è proprio ciò che avviene in Spagna nei nove impianti da 50 Megawatt di potenza in fase di costruzione e dal costo di 200 milioni di euro. «Un chilometro quadrato di terreno ricoperto di specchi», dice Rubbia, precisando che questo è l’unico impatto ambientale del sistema. «Il liquido che usiamo è una miscela di sali fusi, nitrati di sodio e potassio che qualcuno chiama “Sale del Cile”: è un fertilizzante a basso costo (un euro al chilo) che fonde a 100 gradi, ma che a temperatura ambiente solidifica subito. Non ha alcun impatto ecologico e, nel caso di fuoriuscite, si forma uno strato solido che viene facilmente rimosso. Casomai ci cresce l’insalata: più verde di così…».

Rubbia sulle centrali solari termodinamiche

Carlo Rubbia

Ecco un articolo interessante in cui il premio nobel per la fisica Carlo Rubbia parla delle centrali solari termodinamiche:

” Il solare termodinamico oggi costa 10/11 centesimi al Kwh e si prevede che entro il 2020 si riduca a 6 centesimi al Kwh. Questo non lo dico io, lo dicono la World Bank, il Department of Energy americano e la IEA (International Energy Agency): gruppi estremamente seri, che fanno degli studi di mercato, concludono che effettivamente stiamo avvicinandoci ad una situazione dove il costo del solare termodinamico sarà, senza sussidi, uguale o confrontabile a quello dei fossili. “