Fonte: ComeDonChisciotte – CAMBIAMENTO CLIMATICO: I MEDIA GLOBALI PRESENTANO UNO SCENARIO APOCALITTICO.
DI MICHEL CHOSSUDOVSKY
Global ResearchIl seguente testo (in allegato) è stato pubblicato simultaneamente dai maggiori quotidiani in tutto il mondo. Costituisce un’iniziativa di pubbliche relazioni in tutto il mondo, tesa a condizionare l’opinione pubblica affinché accetti senza riserve il “consenso sul riscaldamento globale”. Il testo dell’editoriale è stato preparato dal team del Guardian.
L’editoriale presenta uno scenario apocalittico, con la devastazione causata dal riscaldamento del pianeta.
Mentre indica giustamente la necessità di ridurre le emissioni di CO2, come un obiettivo ambientale per l’aria pulita a sé stante, accetta subito il consenso sul riscaldamento globale, senza dibattito o discussione, come una verità assoluta come viene descritta dal comitato dell’ONU sul cambiamento climatico.
Non riconosce il più ampio dibattito scientifico sul cambiamento climatico. E non affronta neanche la controversia sui dati in merito al cambiamento climatico e alle emissioni dei gas serra.
Le prove che il diossido di carbonio sia la sola causa del riscaldamento del pianeta sono discutibili, come è stato rivelato da numerosi studi scientifici. (vedere il dossier di Global Research sul cambiamento climatico: un archivio di oltre 100 articoli).
C’è stato, a questo proposito, un continuo tentativo di mettere a tacere i critici, come ci dicono i testi del metereologo del MIT Richard S. Lindzen (vedere: Richard Lindzen, Climate of Fear: Global-Warming alarmists intimidate dissenting scientists into silence. Global Research, 7 aprile 2007).
Gli scienziati che dissentono dall’allarmismo hanno visto scomparire le loro borse di studio, il loro lavoro è stato deriso, e sono stati loro stessi etichettati come delle marionette dell’industria, degli scienziati incompetenti, o peggio. Di conseguenza, le menzogne sul riscaldamento globale acquistano credibilità persino quando disprezzano la scienza che ne sarebbe il fondamento. (Ibid)Le emissioni di CO2 sono presentate nell’editoriale come l’unica e più importante minaccia per il futuro dell’umanità.
Gli autori dell’editoriale credono che “i politici a Copenhagen hanno il potere di plasmare il giudizio della storia su questa generazione”.
La nostra opinione è che i politici dei paesi della NATO che saranno presenti all’incontro di Copenhagen agiranno invariabilmente per conto degli interessi dell’establishment finanziario, delle società petrolifere e dei contractor della difesa.
Su questo punto, vale la pena notare che le decisioni chiave e gli orientamenti del COP15 sono già stati preconfezionati al World Business Summit on Climate Change (WBSCC) tenutosi il maggio scorso a Copenhagen, sei mesi prima del COP15.
Il WBSCC ha riunito alcuni dei più prominenti leader e dirigenti commerciali del mondo, compresi Al Gore e il segretario generale dell’ONU Ban Ki Moon (il World Business Summit on Climate Change comprende un webcast).
I risultati di queste consultazioni di alto livello sono contenuti in una “relazione sommaria per i policy maker” redatta dalla PriceWaterHouseCoopers LLP, per conto dei dirigenti che hanno preso parte all’evento. Questa relazione, che è stata inviata ai governi partecipanti, ha poco a che vedere con la protezione dell’ambiente. Consiste in gran parte in un ordine del giorno dettato dal profitto, che sfrutta il consenso sul riscaldamento globale come giustificazione. (Per i dettagli, vedere Climate Council: The World Business Summit on Climate Change).
“L’ambizione alla base del Summit [WBSCC] è stata quella di affrontare le sfide gemelle del cambiamento climatico e della crisi economica. I partecipanti al summit hanno considerato come questi rischi possono essere trasformati in opportunità se le società e i governi collaborano, e [su] quali politiche, quali incentivi e quali investimenti stimoleranno più efficacemente la crescita con una bassa emissione di carbonio”. (Copenhagen Climate Council).Qual è l’ordine del giorno nascosto dietro il Summit CO15 di Copenhagen?
Il consenso sul riscaldamento globale viene sfruttato per giustificare un lucrativo schema commerciale del carbonio da molti bilioni che cerca di arricchire le corporazioni e le istituzioni finanziarie a discapito dei paesi in via di sviluppo.
Secondo l’editoriale: “la giustizia sociale richiede che il mondo industrializzato paghi di propria tasca ed offra denaro per aiutare i paesi più poveri ad adattarsi al cambiamento climatico, e tecnologie pulite per consentire loro di crescere economicamente senza un aumento delle emissioni”.
Questo schema commerciale del carbonio non serve gli interessi della giustizia sociale. Proprio il contrario. Ciò che viene progettato ora è un commercio multimiliardario di “Carbon Derivatives”: le banche sono in lizza per “fare un sacco di soldi” con il commercio della CO2, con… un’alta probabilità di grandi frodi e insider trading nei mercati del commercio di CO2” (si veda Copenhagen’s Hidden Agenda: The Multibillion Trade in Carbon Derivatives, Global Research, 8 Dicembre 2009). Con amara ironia, l’architetto dei Credit Default Swaps, la JP Morgan è dietro lo sviluppo del sistema di commercio dei “Carbon Derivatives”.
Mentre condividiamo le preoccupazioni degli ambientalisti, non c’è ragione di sostenere qualcosa che è del tutto falso o discutibile per raggiungere gli obiettivi ambientali stabiliti.
La riduzione delle emissioni tossiche di CO2 prodotte dall’uomo non deve essere vista come subordinata e strumentale alla riduzione del riscaldamento globale. È un obiettivo a sé stante.
L’implementazione di un programma ambientale proteso espressamente alla riduzione di emissioni di CO2 a livello nazionale e internazionale non richiede né il consenso sul riscaldamento globale, né un sistema commerciale sul carbonio imperniato sul profitto.
Michel Chossudovsky, 7 dicembre 2009
Leggi l’allegato: ComeDonChisciotte – CAMBIAMENTO CLIMATICO: I MEDIA GLOBALI PRESENTANO UNO SCENARIO APOCALITTICO.