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ComeDonChisciotte – JOSEPH STIGLTZ CRITICA LE STRATEGIE PER USCIRE DALLA CRISI

Fonte: ComeDonChisciotte – JOSEPH STIGLTZ CRITICA LE STRATEGIE PER USCIRE DALLA CRISI.

DI LAURENT PINSOLLE
Agoravox

L’autore, premio Nobel 2001 per l’economia e critico radicale delle pratiche del FMI, denunciate nel libro La globalizzazione e i suoi oppositori (Globalization and its discontents), ha appena pubblicato Freefall: America, Free Markets, and the Sinking of the World Economy[non ancora tradotto N.d.T.].

Un’analisi della crisi

Joseph Stiglitz fornisce una sintesi della crisi centrata sugli Stati Uniti. Secondo Stiglitz l’origine della crisi è finanziaria: “…la bolla è scoppiata, ed ha lasciato una scia di devastazione. Questa bolla è stata alimentata dai mutui di bassa affidabilità concessi dalle banche, che hanno accettato in pegno beni il cui valore è stato gonfiato. “Recenti innovazioni finanziarie hanno consentito alle banche di nascondere gran parte di questi prestiti mettendoli fuori bilancio e hanno incoraggiato l’uso dell’effetto leva, il che ha ingigantito la bolla e amplificato il caos che ne è derivato quando è scoppiata“.

«La crisi che ha sconvolto i mercati finanziari non è “capitata”; è un fenomeno di produzione umana: Wall Street l’ha inflitto a sé e al resto della società.». Stiglitz denuncia il ruolo avuto da Alan Greenspan, scelto da Ronald Reagan per promuovere la deregolamentazione alla quale Paul Volcker [il precedente Presidente della FED N.d.T.] era meno favorevole. Denuncia la rincorsa delle banche ai profitti trimestrali (profitto di brevissimo termine) e la cartolarizzazione, che consente loro di incassare commissioni molto alte e rende difficile la valutazione dei prestiti messi in questo modo fuori dal bilancio.

Descrive un mondo finanziario distorto, dove vari interessi spingono i protagonisti a comportamenti sbagliati. I prestiti ipotecari sono stati progettati per massimizzare i guadagni delle banche e la cartolarizzazione ha consentito loro di non valutare il rischio correlato al rimborso. Infine, i modelli utilizzati per fornire valutazioni del rischio sono stati mal studiati prevedendo che: ” un crollo delle borse simile a quello del 19 ottobre 1987 potesse verificarsi ogni 20 miliardi di anni“…

L’autore denuncia gli eccessi di un sistema sbilanciato, poiché il reddito reale mediano delle famiglie dal 2000 al 2008 ha perso circa il 4%, mentre sono saliti alle stelle i prezzi del mercato immobiliare e il PIL per abitante è cresciuto del 10%, a riprova che solo una piccola minoranza ne ha beneficiato. La crescita è stata trainata dal credito, potendo le azioni di recupero delle ipoteche delle famiglie rappresentare fino al 7% del PIL annuo. E questo sbilanciamento si ritrova negli aiuti concessi alle banche, mentre invece le famiglie indebitate si sono viste pignorare la casa : “gli speculatori sono trattati meglio dei lavoratori.

Una feroce critica dell’amministrazione Bush e Obama

Joseph Stiglitz ha il dente avvelenato con il precedente Presidente, ne elenca le dichiarazioni puntualmente smentite dalla realtà. L’analisi dettagliata del TARP (Troubled Asset Relief Program) (piano di salvataggio delle Banche) mette i brividi: 150 miliardi di dollari per assicurarsi i voti al Congresso, 180 miliardi per AIG. Arriva a dire che i contribuenti sono stati “derubati”. Denuncia i rimborsi di titoli “tossici”, finanziati al 92% dallo Stato, che si accolla le perdite e riceve solo il 50% dei profitti, mentre il resto viene intascato dal settore privato che così può anche disfarsi dei titoli peggiori.

Non è meno duro con l’amministrazione di Barack Obama, la cui strategia definisce come “navigazione a vista” …”è incredibile come il Presidente Obama, che durante la campagna elettorale aveva assicurato il cambiamento, si sia limitato a modificare la disposizione delle sedie sul ponte del Titanic “. Due pesi e due misure di una gestione per la quale, da una parte i contratti dei dirigenti di AIG erano sacrosanti, mentre gli accordi salariali degli operai delle aziende che avevano ricevuto gli aiuti dovevano essere rinegoziati.

Sotto accusa sono anche gli aiuti dei quali ha profittato Goldman Sachs grazie al salvataggio di AIG [Goldman Sachs ha ricevuto 12,9 miliardi di dollari dal governo federale per il piano di salvataggio di AIG; N.d.T.] o i bonus miliardari distribuiti da società che sopravvivono solo grazie agli aiuti dello Stato; denuncia la politica delle banche che sfruttano le loro dimensioni [troppo grandi per fallire N.d.T.] per scaricare sulla collettività le loro perdite e trattenere i profitti. Critica anche i regali della Fed a tutto il sistema bancario, in linea con la logica dei piani di salvataggio del FMI che protegge i creditori occidentali…

La spietata analisi di Joseph Stiglitz denuncia la responsabilità delle banche che prima di essere salvate dello Stato hanno conseguito enormi profitti mentre i cittadini hanno patito tre volte: la perdita delle loro case, la fattura per il TARP e la perdita del lavoro.

Fonte: Joseph Stiglitz « Freefall: America, Free Markets, and the Sinking of the World Economy»

Titolo originale: “Joseph Stiglitz, pourfendeur des plans de sortie de la crise “

Fonte: http://www.agoravox.fr
Link
17.08.2010

Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di RAFFAELLA SELMI

VEDI ANCHE: JOSEPH STIGLITZ – PERCHE’ DOBBIAMO CAMBIARE IL CAPITALISMO

ComeDonChisciotte – IN EUROPA, RIBELLARSI PAGA

Si bisogna ribellarsi, ma bisogna anche farlo puntando ai veri problemi che non sono il 5,48% di interessi sul debito dell’Irlanda contro il 5% della Grecia, ma la legittimità stessa del debito: se le banche possono creare il denaro dal nulla per poi prestarlo, perché gli stati quando hanno bisogno di denaro lo chiedono alle banche?

Gli stati devono riprendersi la sovranità monetaria e creare il denaro secondo le necessità come fanno le banche.

Inoltre gli stati devono avere le proprie banche e concedere prestiti ai privati a tasso zero o comunque molto basso. Questo aiuterebbe molto l’economia che in questo momento manca di liquidità. I profitti per l’attività bancaria verrebbero comunque dal giochetto legale della riserva frazionaria che consente di moltiplicare enormemente il denaro.

Il Fondo Monetario Internazionale è di proprietà delle banche private ed è solo uno strumento per spremere tramite il debito le economie dei paesi che si sottopongono alle sue cure.

Tutti i paesi che si sono affidati al FMI sono stati dissanguati, si veda il tracollo dell’Argentina, che poi quando si è ribellata al FMI ha cominciato una fase di crescita vicina al 10% annuo.

Fonte: ComeDonChisciotte – IN EUROPA, RIBELLARSI PAGA.

DI AMBROSE EVANS -PRITCHARD
blogs.telegraph.co.uk

Per restituire i prestiti, l’Irlanda dovrà pagare più della Grecia.

Prendendo delle misure preventive, Dublino ha giocato secondo le regole, cercando di compiacere i mercati e l’Unione Europea. Ha fatto il lavoro del Fondo Monetario Internazionale senza il bisogno del suo intervento. Anzi: ha fatto più di quanto il FMI avrebbe osato chiedere.

Ha imposto misure di austerità draconiane. Il senso di solidarietà del paese è stato notevole: niente rivolte o minacce terroristiche.

Eppure, a partire da oggi pagherà il 5,48% su dieci anni di prestiti, circa l’8% reale, fattorizzata la deflazione. Una situazione paralizzante, capace di gettare il paese sulla via di un debito insostenibile, qualora dovesse durare a lungo.

La Grecia sta beneficiando di prestiti al 5% dall’UE e dal FMI, ad un tasso sfalsato molto al di sotto di questo (comunque troppo alto ai fini di un’effettiva efficacia della misura adottata, ma questo è un altro paio di maniche). Questi erano gli accordi sulla restituzione dei 110 miliardi di euro.

Oltre il danno, la beffa: l’Irlanda dovrà SOVVENZIONARE la Grecia per aiutarla a corrispondere la sua quota del pacchetto aiuti.

Capirete bene quanto ciò sia assurdo. È un chiaro esempio di azzardo morale, e mostra cosa succede quando un sistema che non funziona più comincia ad impelagarsi in miriadi di sotterfugi invece di affrontare il problema principale.

Sì, so bene quanto le scadenze greca e irlandese siano diverse, ma il fatto è che la Grecia ha ottenuto condizioni migliori lasciando che la situazione sfuggisse di mano.

Il Pasok di George Papandreou ha beneficiato dell’esitazione relativa al primo piano di misure di austerità, e – giusto per non avere peli sulla lingua – insultato i tedeschi richiedendo riparazioni di guerra. Per condire il tutto, qualche testa calda ha messo a ferro e fuoco Atene e Salonicco.

Se fossi irlandese, – (e in qualche modo lo sono: Sir John Parnell era il mio trisavolo) – sarei un tantino infastidito.

Ambrose Evans-Pritchard
Fonte: http://blogs.telegraph.co.uk
Link: http://blogs.telegraph.co.uk/finance/ambroseevans-pritchard/100007444/it-pays-to-riot-in-europe/
25.08.2010

Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di ALESSANDRO SARDONE (www.asardone.it)

ComeDonChisciotte – RIPUDIAMO IL DEBITO

Fonte: ComeDonChisciotte – RIPUDIAMO IL DEBITO.

DI VALERIO LO MONACO
ilribelle.com

Al momento nel quale andiamo in stampa, se non già da tempo, dovrebbe essere chiaro a tutti – e certamente lo è ai lettori del Ribelle – che le misure prese – meglio, non prese – dai vari governi e soprattutto a livello europeo per tentare in qualche modo di superare lo stato di crisi nel quale abbiamo iniziato a entrare decisamente da qualche anno, non sono adatte alla situazione. Di più, sono nella migliore delle ipotesi insufficienti ma, molto più probabilmente, del tutto controproducenti.

Finanza e politica a essa collegata – e di converso tutti noi che subiamo e l’una e l’altra senza poter fare nulla – si sono buttate a capofitto nel creare l’ultima bolla possibile per cercare, per un po’ di tempo, di mantenere in piedi una impalcatura sistemica destinata matematicamente al collasso. Il che significa esattamente l’opposto di ciò che chi guida i popoli dovrebbe fare. A misure di lungo corso, sebbene drastiche, si è preferito utilizzare manovre di piccolo cabotaggio. La maggior parte di queste, peraltro, sulle spalle di tutti i cittadini.

Parliamo naturalmente della bolla del debito pubblico della quale abbiamo già accennato lo scorso mese.

Tutti i Paesi sono indebitati con Banche e altri Paesi che hanno acquistato i titoli. La ratio alla base dei titoli pubblici venduti promettendo interesse è la fede nel fatto che in un futuro non meglio precisato, vi sia così tanta crescita economica da poter non solo ripagare i debiti contratti, ma anche gli interessi.

Si dà il fatto, però, che oltre a varare politiche di portata mondiale, in pratica, su un atto di fede, la cosa non possa funzionare per due motivi, il primo logico il secondo matematico. La parte logica impone convincersi che non si può crescere all’infinito in uno spazio finito. La parte matematica che non è possibile, in una direttrice in evidente discesa, sperare in una non meglio precisata – e infatti non è precisata affatto – ripresa dell’economia al fine non solo di far cambiare direzione verso un segno positivo della crescita, ma talmente tanto da poter ripagare anche i debiti e gli interessi sui debiti.

A questo si aggiunge che, nello stesso momento in cui si parla ormai tranquillamente – ah, gli ultimi arrivati… – di crisi sistemica, ciò che si fa non è, come logica vorrebbe, il varo di norme in grado di cambiare il sistema, quanto continuare imperterriti a fare né più né meno di ciò che si è sempre fatto e che ha portato al collasso attuale.

Si sa – scrive Serge Latouche – che i drogati siano i primi sostenitori della droga. Ma il fatto è che ciò comporta conseguenze anche per chi dalla “droga” vorrebbe stare alla larga.

Naturalmente, questa l’aggravante, al sistema si sacrifica tutto. La vita e il futuro delle persone che attualmente vivono sulla faccia della terra e quelle che verranno dopo di noi. A vantaggio, naturalmente, dei soliti noti.

La stessa Bce presta alle Banche tutto il denaro di cui fanno richiesta al solo 1% di interesse, ciò non gli impedisce, però, di prestarlo alla Grecia al 6%. Come dire, naturalmente, il favore lo faccio alle Banche, alle quali presto denaro a costo irrisorio, mentre ai cittadini greci (ed europei in genere) cerco di succhiare tutto il succhiabile, per via diretta o per via indiretta.

A chiudere il cerchio, per chi fosse ancora poco convinto di quanto scritto, il fatto che sperare in una ripresa economica quando le economie private sono in profonda crisi (tagli degli stipendi, dei servizi, disoccupazione, crisi sociale) grazie a dove ci ha portato il sistema, e grazie ai tagli che “l’Europa” impone ai vari Stati per uscire dalla crisi del debito che il sistema stesso crea, è un po’ come sperare che partendo da Roma si arrivi a Milano, in automobile, quando la velocità di crociera cala, il serbatoio è agli sgoccioli, e i distributori sono chiusi oppure non ci venderanno un solo litro di benzina perché materialmente non abbiamo il denaro per acquistarlo.

Un atto di fede, appunto, più adatto a un pellegrinaggio che a una direttrice politica.

Le misure da prendere sarebbero invece molto diverse e drastiche, e imporrebbero un rovesciamento del sistema finanziario, industriale e capitalistico che dirige il mondo (di queste misure parleremo il prossimo mese). Inutile sperare, in ogni caso, che la cosa possa essere sostenuta proprio da quei dracula finanziari, industriali e capitalistici che in questo momento stanno facendo, pur in periodo di crisi, un lauto pasto banchettando sulla vita dei popoli europei.

Le scelte, per farla breve, dovrebbero insomma essere politiche. O meglio, ancora prima, metapolitiche. Ovvero decidere in che direzione sarebbe bello e giusto che andasse il mondo, e di conseguenza prendendo decisioni politiche, anche se impopolari, al fine di indirizzare il tutto in tal modo. Per esempio, una cosa su tutte, relegare l’economia al ruolo che dovrebbe avere, e certamente non quello centrale e supremo che ha ora e che ha portato allo stato attuale delle cose.

I singoli Paesi, in teoria (ci torneremo a breve) possono molto poco. Ammesso e concesso che vogliano e siano in grado di farlo. Dovrebbe pensarci l’Europa, per quanto riguarda il nostro continente. Ma l’Europa non c’è, o meglio, non c’è mai stata. Anche sostenendo (e noi, al contrario di Ciampi, Draghi, Prodi & Co., oltre che tutti gli esponenti politici attuali, non lo sosteniamo) che ci debba essere una moneta unica, il punto è che la moneta senza una politica economica e ancora di più senza una politica generale per un grande spazio come l’Europa, ovvero la condizione attuale, non c’è mai stata né, su queste basi, ci sarà, è inutile.

Il massimo che si è riusciti a fare in Europa, al momento, è stato pendere dalle labbra della Bce, che impone, oltre allo scandaloso signoraggio bancario (e dunque l’attentato alla sovranità monetaria degli stati) delle politiche economiche restrittive ai vari Stati che essa stessa (e le Banche e la finanza) ha concorso a indebitare.

Breve inciso: è ridicolo e avvilente anche solo fare qualche accenno allo stato pietoso della politica nel nostro misero paese – per farlo basta leggere, o meglio saltare a piè pari, la prima metà dei quotidiani italiani – per capire che nessuno Stato europeo, men che meno il nostro dove operano “politici” del calibro di Berlusconi, Alfano, D’Alema & Co. (che si stanno preparando per le meritate ferie d’Agosto mentre il mondo crolla) sono in grado di prendere alcun tipo di decisione che possa davvero essere definita politica.

Il punto è insomma chiaro: gli Stati – tutti – sono oberati di debiti (chi più chi meno) e le Banche sono piene di titoli che non verrano – per logica e matematica, come avevamo detto prima – onorati. Tutti sono indebitati con tutti senza nessuna speranza di poter avere indietro nulla. O quasi.

Inoltre, e questa la cosa più importante, i cittadini di tutti gli Stati (ora la Grecia, la Spagna e il Portogallo, domani l’Italia e dopodomani tutti gli altri a seguire) stanno subendo e subiranno sempre in misura maggiore il salasso economico della crisi e delle misure imposte.

Dal punto di vista economico (e sociale) insomma, ci stiamo dirigendo verso la catastrofe.

Il tutto per salvare questo sistema e per salvare l’Euro. Totem funesto che ci è stato imposto e che ci viene posto come ultimo baluardo da tenere in piedi. Non fosse che per tenerlo in piedi stiamo buttando in schiavitù le nostre vite e quella dei nostri figli e dei nostri nipoti.

Una via d’uscita c’è: il ripudio del debito. L’uscita dall’Euro.

Tecnicamente molto semplice. Eticamente sacrosanto, visto quanto ci ha fatto di male sino a ora e ce ne farà. E di fatto anche auspicabile, malgrado ciò che la cosa comporta, se si raffronta l’operazione allo schianto al quale stiamo comunque andando incontro. Le bancarotte sovrane sono in ogni caso dietro l’angolo. E sono inevitabili.

Il Paese che per primo ripudierà il debito darà scacco matto ai “signori del mondo” che, di fatto, dipendono non altro che dalla buona volontà di chi ha debiti nel continuare a pagarli. Siamo noi debitori, al momento, ad avere il coltello dalla parte del manico, se solo avessimo la voglia e la capacità di utilizzarlo nei confronti di chi attenta la nostra vita da decenni.

Il trucco del debito, che di questo si tratta, sta in piedi infatti solo fino a che c’è qualcuno che comunque continua a pagare interessi (e a subire tagli alle proprie vite). Nel momento in cui si dice basta, i creditori rimangono con il cerino in mano. Tutti gli “attivi” che segnano ora sui propri libri, ovvero di crediti che devono esigere da noi, diverrebbero di colpo dei “passivi” irrecuperabili. Tratteremmo da “delinquenti” con quei “delinquenti” che fino a ora ci hanno succhiato le vite.

Certo, la cosa comporta in ogni caso momenti durissimi per i popoli. Immaginiamo una Grecia che decidesse di ripudiare il debito e di uscire dall’Euro. Farebbe fallire le Banche, nazionalizzerebbe il sistema finanziario ed economico (e la Bce lo prenderebbe in quel posto), la moneta tornerebbe di Stato, ovvero propria, e ricomincerebbe tutto da capo. La nuova Dracma sarebbe fortemente svalutata. Fatto dolorosissimo per la popolazione greca, ma solo temporaneamente. Perché quella nuova moneta – propria moneta, e non della Bce e di chi la possiede, ovvero dei privati – diverrebbe presto competitiva. Sacrifici e perdita di ricchezza monetaria imponente, sulle prime. Ma con un futuro davanti. Futuro che ora invece non c’è.

E se la cosa si estendesse? Sarebbe in pratica una guerra mondiale dei creditori contro i debitori. Ma delle due l’una, i governi dei vari Paesi dovranno scegliere presto, in ogni caso, tra ripudiare i debiti e uscire dall’Euro oppure dissanguare le proprie popolazioni per ripagare i debiti. Brutalmente: scegliere se fare gli interessi delle Banche o quelli dei popoli. Probabilmente faranno quelli delle Banche finché sarà possibile. Dopo di allora, però, sarà inevitabile il ripudio.

Vorrei ricordare, a chi storce il naso di fronte a una soluzione così drastica, che ci sono dei precedenti piuttosto autorevoli. E per inciso, provengono proprio da chi può sembrare più insospettabile. Il ripudio del debito ha una tradizione molto antica proprio negli Stati Uniti. Nel decennio del 1840, Maryland, Pennsylvania, Illinois, Indiana, Michigan, Arkansas, Louisiana e Florida ripudiarono totalmente e in modo permanente il proprio debito pubblico, dopo il panico del 1837 e 1839 creato con un boom infazionistico dalla Second Bank of United States.

Specie per quei Paesi che hanno un debito detenuto da stranieri, dunque, sarebbe un bel colpo: da un giorno all’altro, a pagare il conto sarebbe proprio chi la crisi ha creato, ovvero chi detiene quei debiti pubblici. E certamente non sarebbero i cittadini a pagare il prezzo più alto. Di fronte a uno schianto inevitabile, dunque, dopo un prosciugamento inutile delle proprie esistenze, non è forse più logico, e comunque meno utopistico, ripudiare il debito con tutto ciò che esso comporta, ma con qualche prospettiva di salvezza?

Beninteso: nessuno lo farà finché non sarà costretto. E in questo è il male. Perché prendere quella decisione lì quando si sarà con le spalle al muro e dopo aver subito anni e anni di tagli e prosciugamenti – cosa comunque inevitabile – sarà molto, ma molto peggio che farlo ora, dove qualche margine di riuscita c’è.

Però, anche facendo sacrifici (comunque destinati a una rinascita) non sarebbe male, ripudiare il tutto, e lasciare lor signori con tante cambiali con le quali potrebbero solo asciugarsi le lacrime, o no?

Valerio Lo Monaco
www.ilribelle.com
10.06.2010

Per gentile concessione de “La Voce del Ribelle”
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Blog di Beppe Grillo – Il cannoncino di La Russa

30 miliardi di euro per 131 aerei da guerra??? Ma sono ammattiti??? Ma il paese in questo momento è sotto attacco della speculazione finanziaria e loro comprano aerei da guerra??? L’Italia ripudia la guerra. E poi bisogna ripudiare anche la speculazione ed il debito pubblico…

Ma quanti miliardi di persone si sfamano con 30 miliardi di euro?

Fonte: Blog di Beppe Grillo – Il cannoncino di La Russa.

La Russa quando parla di cannoncini “che a volo radente colpiscono in maniera mirata” si esalta. Dal manganello al cannoncino il passo è breve.
“Già non ci avevano convinto quei 30 miliardi di euro da spendere in armamenti, roba che ti ci paghi l’intera manovra finanziaria “lacrime e sangue” e te ne avanzano pure. Ma oggi il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha detto la sua, ed in particolare sull’utilità di quei 131 Caccia Bombardieri che acquisteremo dagli Usa, alla modica cifra di 15 miliardi di euro: “Hanno un cannoncino che usato a volo radente colpisce in maniera mirata i terroristi”. Mannaggia, c’avessero avuto prima ‘sto cannoncino, ogni anno da 10 anni è come se sui civili afghani si abbattessero 5,6,7 terremoti abruzzesi, 5.000 morti non-terroristi solo nei primi 12 mesi della missione di pace, nel lontano 2001, ma d’ora in poi col cannoncino … nonleggerequestoblog” Lalla M., Arezzo

ComeDonChisciotte – FINE DEL MIRACOLO LIBERISTA ITALIANO. E DI UN ‘EPOCA

DI CARLO BERTANI

carlobertani.blogspot.com

Se la Storia volesse trovare una data, un bigliettino da affiggere nell’immaginaria bacheca dell’inarrestabile declino italiano, credo che potrebbe proprio scegliere le date di questi giorni, ovvero la Finanziaria per il 2011.

Con, in aggiunta, uno dei tanti rapporti che, regolarmente, giungono alla stampa: si tratta di quello del CENSIS redatto proprio in questi giorni, a margine del convegno che si è tenuto a Roma nei primi giorni di Giugno di quest’anno, intitolato “Come staremo al mondo?”

Ci staremo piuttosto male – a seguire le analisi del CENSIS – e questo spiegherebbe la frenesia tremontiana di voler far “quadrare i conti” più in fretta possibile. Se l’uomo che è seduto al Ministero dell’Economia fosse meno ossessionato dai “conti”, e si prendesse una pausa per capire il nostro futuro, ci guadagneremmo tutti. Almeno, scivoleremmo nella merda a bocca chiusa.

Leggi tutto: ComeDonChisciotte – FINE DEL MIRACOLO LIBERISTA ITALIANO. E DI UN ‘EPOCA.

Intervista a Jean Ziegler: povertà e globalizzazione

Fonte: Intervista a Jean Ziegler: povertà e globalizzazione.

Di seguito l’intervista del sociologo svizzero e consulente Onu Jean Ziegler rilasciata nel 2005 al giornalista Giuseppe Accardo durante la presentazione del suo ultimo libro “ L’impero della vergogna” al canale televisivo francese TV5

Traduzione dal testo francese di Manuel Antonini

D. Il suo libro si intitola L’impero della vergogna. Qual è questo impero? Perché “della vergogna”? Qual è questa vergogna?

Nelle favelas del nord del Brasile, capita alle madri, la sera, di mettere dell’acqua nella pentola e di infilarci delle pietre. Ai loro figli che piangono per la fame, spiegano che “presto la cena sarà pronta…”, sperando che nel frattempo i ragazzi si addormentino.
Provi a misurare la vergogna provata da una madre davanti ai suoi figli vittime della fame e che lei è incapace di nutrire.
L’ordine omicida del mondo – che uccide attraverso la fame e l’epidemia 100.000 persone al giorno – non provoca solamente la vergogna tra le sue vittime, ma anche fra di noi, occidentali, bianchi, dominatori, che siamo i complici di questa ecatombe, coscienti, informati e, tuttavia, silenziosi, vigliacchi e paralizzati.
L’impero della vergogna? Ecco ciò che potrebbe essere questo impero generalizzato del sentimento di vergogna provocato dall’inumanità dell’ordine mondiale. Infatti, egli rappresenta l’impero delle multinazionali private, dirette dai cosmocrati (cosmocrates). Le 500 più potenti tra queste l’anno scorso (2004 n.d.r.) hanno controllato il 52% del prodotto mondiale lordo, ossia di tutta la ricchezza prodotta sul pianeta.

D. Nel libro lei parla di “violenza strutturale”. Che cosa significa?

Nell’impero della vergogna, governato da pochi ben organizzati, la guerra non è più episodica, è permanente. Non costituisce più una crisi, una patologia, bensì la normalità. Non equivale più all’eclisse della ragione, come affermava Horkheimer, ma è la ragione d’essere dell’impero.
I signori della guerra economica hanno messo il pianeta in scacco. Attaccano i poteri normativi degli stati, contestano la sovranità popolare, sovvertono la democrazia, devastano la natura, distruggono gli uomini e le loro libertà. La liberizzazione dell’economia, la mano invisibile del mercato sono la loro cosmogonia; la massimizzazione del profitto, la loro pratica.
Chiamo violenza strutturale questa pratica e questa cosmogonia.

D. Parla anche di una “agonia del diritto”. Che cosa intende dire con questa espressione?

Ormai la guerra preventiva senza fine, l’aggressività permanente dei signori, l’arbitrio, la violenza strutturale regnano senza ostacoli. La maggior parte delle barriere del diritto internazionale affondano. L’Onu stessa è esangue. I cosmocrati sono al di sopra della legge.
Il mio libro è il racconto del crollo del diritto internazionale, citando numerosi esempi tratti direttamente dalla mia esperienza di consulente speciale delle Nazioni Unite per il diritto all’alimentazione.

D. Lei considera la fame come un’arma di distruzione di massa. Quale soluzione suggerisce?

Con il debito internazionale, la fame è l’arma di distruzione di massa che serve ai cosmocrati per stritolare – e per sfruttare – i popoli, specialmente nell’emisfero Sud del mondo. Un insieme complesso di misure, immediatamente realizzabile e che descrivo nel libro, potrebbe rapidamente mettere un termine alla fame. E’ impossibile riassumerle in una frase.
Una cosa, però, è certa: l’agricoltura mondiale, nello stato attuale della sua produttività, potrebbe soddisfare il bisogno di cibo in un numero doppio rispetto all’umanità presente oggi nel mondo. Non esiste alcuna fatalità: la fame è una questione che riguarda l’uomo.

D. Certi paesi sono oppressi da un debito che lei definisce odioso. Che cosa intende dire con la formula “debito odioso” e quale può essere una soluzione?

Il Rwanda è una piccola repubblica di 26.000 km2, posta sulla cresta dell’Africa centrale, che separa le acqua del Nilo e del Congo e coltiva the e caffè. Da aprile a giugno del 1994, un genocidio terribile, organizzato dal governo hutu alleato alla Francia di François Mitternad, ha provocato la morte di oltre 800.000 uomini, donne e bambini tutsi (e hutu moderati n.d.r.). I macheti che servirono per i massacri sono stati importati dalla Cina e dall’Egitto, e finanziati, fondamentalmente, dal Crédit Lyonnais. Oggi, i sopravvissuti, dei contadini poveri come Job, devono rimborsare le banche e i governi creditori perfino dei crediti che sono serviti per l’acquisto dei macheti dei genocidari.
Ecco un esempio di debito odioso. La soluzione passa per l’annullamento immediato e senza compromessi o, per cominciare, da un esame del debito, come suggerito dall’Internazionale socialista o come ha fatto in brasile il presidente Lula, per rinegoziarlo in seguito voce per voce. In ogni voce ci sono infatti elementi delittuosi – corruzione, eccesso di fatturazione, etc. – che devono essere ridotti. Delle società internazionali di esame, come PriceWaterhouseCooper o Ernst&Young, possono farsene carico, come fanno ogni anno con le verifiche dei conti delle multinazionali.

D. Lei cita più volte il presidente Lula da Silva come un modello. Che cosa della sua azione le inspira questa considerazione?

Provo a volte dell’ammirazione e dell’inquietudine considerando gli obiettivi politici e l’azione del presidente Lula: dell’ammirazione perché è il primo presidente brasiliano ad aver riconosciuto che il suo paese conta 44 milioni di cittadini gravemente e permanentemente malnutriti e ad aver voluto mettere un termine a questa situazione inumana; dell’inquietudine, perché con un debito estero di 235 miliardi di dollari Lula non ha i mezzi per porre fine a questa situazione.

D. Nel suo libro parla anche di una “rifeudalizzazione del mondo”. Cosa vuol dire?

Il 4 agosto 1789, i deputati dell’Assemblea Nazionale francese hanno abolito il regime feudale. La loro azione ha avuto una eco universale. Bene, oggi, noi assistiamo a un formidabile ritorno indietro. L’11 settembre 2001 non ha solamente fornito a George W. Bush l’occasione di estendere l’impero degli Usa sul mondo, ma l’evento ha anche giustificato la messa in scacco dei popoli dell’emisfero Sud per conto delle grandi società private transcontinentali.

D. Nel testo fa molto spesso riferimento alla Rivoluzione francese e a certi suoi protagonisti (Danton, Babeuf, Marat…): in cosa crede questa possa avere ancora qualcosa da apportare, due secoli dopo e in un mondo molto differente?

Basta leggere i testi! Il “Manifeste des Enragés” di Jacques Roux fissa l’orizzonte di qualsiasi lotta per la giustizia sociale planetaria. I valori fondatori della repubblica, o meglio, della civilizzazione tout court, risalgono all’epoca dei Lumi. Oggi l’impero della vergogna distrugge persino la speranza di concretizzare questi valori.

D. Accusa anche la guerra globale contro il terrorismo di togliere le risorse necessarie ad altri combattimenti più importanti, come quello contro la fame. Lei pensa che il terrorismo sia una falsa minaccia, coltivata da qualche stato? Se sì, che cosa glielo fa credere? Pensa inoltre che questa minaccia non sia reale o meriti un trattamento differente?

Il terrorismo di stato di Bush, Putin, Sharon è altrettanto detestabile del terrorismo dei gruppi jihadisti o di altri pazzi sanguinari di questo tipo. Sono due facce di una stessa barbarie. E sono reali sia l’una che l’altra, poiché sia Bush che Ben Laden uccidono. Il problema è sradicare il terrorismo: non può avvenire che con uno sconvolgimento totale dell’impero della vergogna. Solo la giustizia sociale planetaria potrà tagliare ai jihadisti le loro radici e privare i lacchè dei cosmocrati dei pretesti fondanti le loro risposte.

D. Nel 2002, lei è stato nominato consulente speciale dell’Onu per il diritto all’alimentazione. Quali riflessioni le ha ispirato questa missione?

Il mio mandato è appassionante: in totale indipendenza – responsabile davanti all’Assemblea generale dell’Onu e alla Commissione dei diritti dell’uomo – devo rendere valido giuridicamente, attraverso il diritto statuario o consuetudinario, un nuovo diritto dell’uomo all’alimentazione. E’ un lavoro di Sisifo! Avanza millimetro dopo millimetro. Il luogo centrale di questa lotta è la coscienza collettiva. Per molto tempo la morte degli esseri umani a causa della fame è stata tollerata in una sorta di normalità congelata. Oggi, è considerata intollerabile. L’opinione pubblica fa pressioni sui governi e sulle organizzazioni (WTO, FMI, Banca Mondiale etc.) affinché misure elementari siano prese per sconfiggere il nemico: riforme agrarie nel terzo mondo, prezzi adeguati pagati per i prodotti agricoli del Sud, razionalizzazione dell’aiuto umanitario in caso di improvvise catastrofi, chiusura della Borsa delle materie prime agricole di Chicago (che specula sui principali alimenti), lotta contro la privatizzazione dell’acqua etc.

D. Nel suo libro appare come un difensore della causa altermondialista, come un portavoce di questo movimento. Come mai interviene raramente nelle manifestazioni “alter” e che il movimento non vi considera generalmente come un intellettuale altermondialista?

In che senso? Ho parlato davanti a 20.000 persone al “Gigantino” di Porto Alegre nel gennaio del 2003. Mi sento come un intellettuale organico della nuova società civile planetaria, dei suoi molteplici fronti di resistenza, di questa formidabile fraternità della notte. Ma resto fedele ai principi dell’analisi rivoluzionaria di classe, a Jacques Roux, Babeuf, Marat e Saint-Just.

D. Sembra che lei attribuisca tutti i drammi del mondo alle multinazionali e ad una manciata di stati (Russia, Usa, Israele…): non è un po’ riduttivo?

L’ordine del mondo attuale non è solamente omicida, è anche assurdo. Uccide, distrugge, massacra, ma senza altra necessità che la ricerca del massimo profitto per qualche cosmocrate ossessionato dal potere e da un’avidità illimitata.
Bush, Sharon, Putin? Dei lacchè, degli ausiliari. Aggiungo un post-scriptum su Israele: Sharon non è Israele. E’ la sua perversione. Michael Warshavski, Lea Tselem, i “Rabbini per i diritti dell’uomo” e tante altre organizzazioni di resistenza incarnano il vero Israele, il suo avvenire. Meritano tutta la nostra solidarietà.

D. Crede che la morale abbia il suo posto nelle relazioni internazionali, che sono attualmente piuttosto dettate dagli interessi economici e geopolitici?

Non c’è scelta. O si sceglie per lo sviluppo e l’organizzazione normativa o si sceglie per la mano invisibile del mercato, la violenza del più forte e l’arbitrio. Potere feudale e giustizia sociale sono radicalmente antinomici.
“In avanti verso le nostre radici” esige il marxista tedesco Ernst Bloch. Se noi non restauriamo con tutta urgenza i valori dei Lumi, la repubblica, il diritto internazionale, la civilizzazione come noi li abbiamo costruiti negli ultimi 250 anni sono destinati a essere ricoperti, inghiottiti dalla giungla.

D. Da quando i talebani sono hanno lasciato il governo dell’Afghanistan, il Medio Oriente sembra essere attraversato da un’ondata di democratizzazione più o meno spontanea (elezioni in Afghanistan, in Iraq, in Palestina, apertura delle presidenziali ad altri candidati in Egitto…). Come giudica tutto questo? Crede che la democrazia possa essere esportata in questi paesi? O ritiene piuttosto che siano condannati ad avere regimi dispotici?

Non si tratta di esportare la democrazia. Il desiderio di autonomia, di democrazia, di sovranità popolare è consustanziale all’essere umano, quale che sia la regione del mondo dove egli è nato. Il mio amico e grande sociologo siriano Bassam Tibi vuole vivere in una democrazia e ne ha diritto. Ora, da oltre trent’anni, vive in Germania , esiliato dalla dittatura terribile che imperversa nel suo paese.
Elias Sambar, scrittore palestinese, un altro mio amico, ha diritto a una Palestina libera e democratica, non a una Palestina occupata, né ad una vita sotto la ferocia dei fondamentalisti islamici.
Tibi, Sambar ed io vogliamo la stessa cosa e ne abbiamo diritto: la democrazia. Il problema: la guerra fredda, la strumentalizzazione dei regimi al potere da parte delle grandi potenze ed infine la vigliaccheria dei democratici occidentali, la loro mancanza di solidarietà attiva e reale, fanno in modo che i tiranni del Medio Oriente, dell’Arabia Saudita, dell’Egitto, della Siria, dei paesi del Golfo, dell’Iran hanno potuto durare fino ad oggi.

ComeDonChisciotte – DEI BAMBINI MUOIONO A CAUSA DEI GANSTER DELLA BORSA

Fonte: ComeDonChisciotte – DEI BAMBINI MUOIONO A CAUSA DEI GANSTER DELLA BORSA.

MICHEL COLLON INTERVISTA JEAN ZIEGLER
michelcollon.info/

Nei suoi libri, che hanno lasciato il segno sull’opinione pubblica, Jean Ziegler non ha mai smesso di denunciare il carattere assurdo e criminale delle politiche del capitalismo nei confronti dei popoli del terzo mondo. Egli è stato il referente speciale per il diritti all’alimentazione presso il Consiglio dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite, dal 2000 al 2008. Michel Collon l’ha intervistato a Ginevra sulla crisi, la Borsa, la fame, Obama, Israele…

La crisi l’ha sorpresa ?

Nella sua virulenza sì. Non pensavo che i criminali della finanza avrebbero rovinato l’economia mondiale ad una tale velocità: 1.800 miliardi di valori patrimoniali sono stati distrutti. Per i paesi del terzo mondo è una catastrofe totale. Ma anche per i paesi industrializzati.

Sono sempre i poveri che pagano?

Si. Il 22 ottobre 2008, i 15 paesi dell’euro si sono riuniti a Parigi. Sui gradini dell’Eliseo, Merkel e Sarkozy hanno detto: “Abbiamo liberato 1.500 miliardi d’euro per il credito, e portato il tetto d’autofinanziamento dal 3 al 5%”. Lo stesso anno, gli stessi paesi europei hanno ridotto le loro sovvenzioni al programma alimentare mondiale (che vive solo grazie a tali sovvenzioni) del 40%. Da sei miliardi di dollari a meno di quattro miliardi. Questo ha significato sopprimere, in Bangladesh, le mense scolastiche. Un milione di bambini sono sottoalimentati gravemente in maniera permanente. Questi bambini muoiono quindi proprio a causa dei gangster della Borsa. Sono morti vere, e oggi come oggi, gli speculatori dovrebbero essere giudicati dal tribunale di Norimberga.

Che lezioni hanno tratto, i potenti, dalla crisi?

Nessuna. Prendiamo l’esempio della Svizzera. Il contribuente svizzero ha pagato 61 miliardi di dollari per il salvataggio della più grande delle banche, l’UBS. L’anno scorso, nel 2009, i dirigenti dell’UBS, sempre vicina al fallimento, si sono spartiti fra loro bonus per quattro miliardi di franchi svizzeri! Il saccheggio è totale e l’impotenza dei governi che si comportano come mercenari lo è ugualmente. In ogni caso, in Svizzera, in Francia, in Germania paesi dai quali ho qualche informazione. E’ uno scandalo permanente.
La maschera neoliberista è ormai caduta, come anche la sua pretesa legittimità. Ma il cinismo e l’arroganza dei banchieri trionfano completamente.

E dal lato del pubblico, senti una qualche evoluzione?

No, se si guarda alle cifre, sono catastrofiche. Ogni 5 secondi un bambino muore di fame. 47.000 persone muoiono di fame tutti i giorni. Un miliardo di persone (cioè un uomo su sei) sono gravemente e permanentemente sottoalimentate; mentre l’agricoltura mondiale al livello di sviluppo attuale potrebbe nutrire, senza problemi, dodici miliardi di esseri umani fornendo loro 2700 Kcal al giorno! Quindi, all’inizio di questo secolo, non esiste in realtà alcuna fatalità. Un bambino che muore di fame, al momento in cui stiamo parlando, è stato assassinato. E’ catastrofrofico. L’ordine mondiale del capitalismo finanziario globalizzato è assassino – epidemie, morti per inquinamento delle acque, ecc… – ed allo stesso tempo assurdo: uccide senza necessità. E’ l’ordine delle oligarchie e del capitale finanziario mondializzato. Sul piano della lotta alla fame, la sconfitta è completa.

Sei stato, dal 2000 al 2008, referente delle Nazioni Unite per la fame nel mondo. Quale bilancio ne trai? Sei stato utile a qualcosa?

Si. L’autocoscienza è aumentata. Nessuno oggigiorno, considera questo massacro quotidiano come un fatto naturale. Si va , sia in Europa, credo, che nei paesi più periferici, verso un’insurrezione delle coscienze. Ci vuole una rottura radicale verso questo mondo cannibale.

Mentre il problema della fame non è stato risolto, si spende sempre di più per fare la guerra.
Nel 2005, per la prima volta, le spese mondiali per gli armamenti (non le spese militari nel loro complesso, ma le spese per le armi) hanno superato i mille miliardi di dollari l’anno. Viviamo in un mondo d’assurdità totale.

Eppure Obama aveva fatto belle promesse…

E’ vero, Obama segue totalmente la determinazione dell’Impero. Io non l’ho mai incontrato, è sicuramente un uomo di bene, ma la realtà che affronta è spaventosa. Gli Stati Uniti restano la più grande potenza industriale al mondo: 25% dei prodotti industriali sono prodotti da loro con il petrolio come materia prima: 20 milioni di barili al giorno di cui 61% sono importati. Si possono importare da regioni come il Medio-Oriente o l’Asia centrale, cosa che li obbliga a mantenere delle forze armate assolutamente ipertrofiche, cosicché il budget federale è così completamente parassitato dai bilanci militari… Ma tale è la logica dell’Impero.

Quali sono dunque le tue sensazioni su quello che accade attualmente in Israele e come ciò può evolvere?

Io penso che Tel Aviv detta la politica estera degli Stati Uniti con la lobby dell’AIPAC come potenza determinante.

Prima dei politici, sono innanzitutto le multinazionali petrolifere che decidono d’armare Israele.
Si, la logica fondamentale è che, per quanto riguarda gli interessi petroliferi, è necessaria una portaerei stabile. Tale è lo stato d’Israele – non sono io che lo dico, è un relatore speciale per i territori occupati – una politica permanente di terrorismo di stato. Finché tale terrorismo continua, non ci sarà pace in medioriente, non ci sarà fine al conflitto Iran/Iraq, nulla di nulla. Tutto è senza uscita salvo che alla fine l’Unione Europea si risvegliasse, capisci?

Che possiamo fare noi europei per risvegliarla?

Dal giugno 2002, esiste un accordo di libero scambio fra Israele e i 27 paesi dell’Unione Europea che assorbe il 62% delle esportazioni israeliane. In tale accordo, l’articolo 2 (è lo stesso in tutti i trattati di libero scambio) dice: il rispetto dei diritti dell’uomo da parte delle parti contraenti è la condizione per la validità dell’accordo. Ma le violenze fatte ai palestinesi – furto della terra, tortura permanente, eliminazioni extragiudiziarie, assassini, organizzazione della sotto-alimentazione come punizione collettiva – tutto ciò, sono delle violazioni permanente dei diritti dell’uomo più elementari. Se la Commissione Europea sospendesse per 15 giorni l’accordo di libero scambio, i generali israeliani tornerebbero immediatamente alla Ragione. Ora, l’Europa dei 27, sono delle democrazie, sta a noi di giocare, le nostre opinioni pubbliche.

Come?

Si debbono forzare i nostri governi. Noi non siamo impotenti. In Belgio, ci stanno molti problemi, in Svizzera e in Francia anche. Ma una cosa è certa: le libertà pubbliche esistono. Si devono cogliere tali libertà pubbliche per imporre ai nostri governi un cambiamento radicale in politica, è tutto. Se non lo faranno allora non si dovrà più votare per loro, capisci, è semplice così.

Ma tutti questi governi sono d’accordo per sostenere Israele. In Francia, per esempio, che sia l’UMP o il PS, sostengono Israele.

Sostenere la sicurezza e la permanenza d’Israele è una cosa. Ma questa complicità col terrorismo di stato e la politica di colonizzazione, non è possibile. E’ la negazione dei nostri valori, è fascismo esterno: come dire che i nostri valori sono democratici all’interno delle nostre frontiere, mentre all’esterno pratichiamo il fascismo attraverso le alleanze.

Infine, qual è il ruolo dei media in tutto ciò?

Sono completamente sottomessi. Specialmente in periodo di crisi, i giornalisti hanno paura per il loro posto di lavoro. L’aggressività della lobby israeliana è terribile. Io ho subito la diffamazione più terribile, e questo continua alle Nazioni Unite, d’altronde è grazie a Kofi Annan che sono sopravvissuto. Israele è un pericolo per la pace del mondo, Israele causa spaventose sofferenze. In questo paese gli oppositori come Warschawski sono completamente marginalizzati. Ma se l’opposizione israleliana anticolonialista ed anti-imperialista non ha la parola, non ha influenza, ebbene, andremo verso la catastrofe. Si debbono sostenere gli oppositori.

E il ruolo dei Media nella Crisi?

La crisi è presentata come una fatalità, come un catastrofe naturale. Mentre i responsabili sono stati identificati!

Titolo originale: “«Des enfants meurent à cause des gangsters de la Bourse »”

Fonte: http://www.michelcollon.info
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25.05.2010

Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di FILIPPO

ComeDonChisciotte – MARINALEDA – DOVE UN MONDO DIVERSO E MIGLIORE È POSSIBILE

Fonte: ComeDonChisciotte – MARINALEDA – DOVE UN MONDO DIVERSO E MIGLIORE È POSSIBILE.

DI DOUGLAS HAMILTON
Counterpunch

A circa 100 Km a est da Siviglia si trova una cittadina di 2.700 persone chiamata Marinaleda. È una delle numerose città e paesi agricoli nella provincia di Siviglia, circondata da miglia e miglia di distese pianeggianti e agricole. Ciò che contraddistingue Marinaleda da qualunque altro posto in Spagna e, se possibile, anche in Europa è che per gli ultimi trent’anni è stata il centro di continue lotte per il lavoro e un luogo dove è emersa un’attuale forma operante e in evoluzione di socialismo reale. Ho avuto la fortuna di visitare la città la scorsa settimana e, in un momento di profonda crisi economica e di cinismo politico, non sarei potuto rimanere più colpito davanti alle sue irripetibili imprese socialiste.

Negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, nel corso di una lotta per il lavoro e per una forma di agricoltura più giusta, i lavoratori di Marinaleda furono coinvolti in varie occupazioni ed espropriazioni di terre agricole in mano ai proprietari terrieri locali e delle loro vaste tenute, tipiche della regione. Le occupazioni erano guidate da un giovane, carismatico, radical-socialista di nome Juan Manuel Sánchez Gordillo, che guidava il Sindicato de Obreros del Campo (SOT) (Unione dei lavoratori agricoli).

Nel 1979 gli attivisti del SOT istituirono il Colectivo de Unidad de los Trabajadores – Bloque Andaluz de Izquierdas (CUT) (Collettivo per l’Unità dei Lavoratori – Blocco andaluso di Sinistra) per poter partecipare alle elezioni locali del 1979. Muovendo da una piattaforma di radical-socialismo che aspirava a una riforma agraria, i rappresentanti del CUT furono subito eletti, e Sánchez Gordillo divenne alcalde (sindaco). Da quel giorno il partito ha avuto la maggioranza nel Comune locale per più di trent’anni. Nel 1986 il CUT divenne parte dell’Izquierda Unida (IU) (Sinistra Unita), il principale raggruppamento politico dei partiti socialisti/comunisti/verdi in Spagna. Il Consiglio comunale di Marinaleda ad oggi ha sette consiglieri della IU e quattro del riformista Partido Socialista Obrero Español (PSOE) (Partito spagnolo dei lavoratori socialisti). Juan Manuel Sánchez Gordillo, che di solito indossa una keffiyeh (sciarpa) palestinese donatagli nel suo viaggio in Palestina, è un insegnante di storia nella città e, oltre a essere alcalde, è un membro della IU nel Parlamento andaluso, il portavoce nazionale del CUT e ministro dell’Edilizia Abitativa presso il comitato esecutivo federale della IU.Marinaleda fece notizia quando i suoi lavoratori espropriarono con successo una tenuta di 3.000 acri al Duca di Infantado nel 1991. El Humoso, nome con cui la tenuta è nota, fu affidata alla gente del posto e ora include otto cooperative agricole all’interno della quali lavora la maggior parte della popolazione locale. Le cooperative sono dedite alla coltivazione intensiva di carciofi, peperoni, fagioli e anche grano e uliveti. Ogni lavoratore riceve lo stesso compenso: 47 euro per un giorno lavorativo di sei ore e mezzo. Tutto ciò in controtendenza con gran parte dell’agricoltura di quella zona che è basata sulla massiccia produzione intensiva di girasoli e grano. Secondo le statistiche ufficiali ci sono 130 disoccupati registrati nella città, numero che, in un periodo di profonda crisi economica e di disoccupazione in Spagna, è con ogni probabilità il più basso del paese e testimonia, in effetti, una situazione di piena occupazione. Marinaleda è un meraviglioso esempio di come proprietà sociale e creazione d’impiego possano andare di pari passo.

Oltre alla radicale riforma agraria, Marinaleda ha anche sviluppato una forma del tutto unica di distribuzione davvero socialista delle abitazioni. In contrasto con la dilagante speculazione e follia finanziaria che caratterizzano e hanno rovinato il mercato edilizio spagnolo, gran parte dell’edilizia d’alta qualità di Marinaleda è stata costruita dalle stesse persone del luogo che sono diventate di conseguenza proprietarie delle case a costi minimi. Le case sono costruite sul terreno comunale, con materiali forniti dal governo locale e regionale. Le persone del luogo pagano 15 euro al mese oltre a contribuire con un numero convenuto di ore lavorative al mese alla costruzione delle case. C’è un chiaro accordo che vieta loro di vendere le case in qualunque momento, in futuro. Il sistema fa sì che i proprietari delle case non siano vincolati da ipoteche e che non ci sia nessuna possibilità di speculazione finanziaria. Il lavoro di costruzione compiuto dalla gente è convertito in compensi che vengono sottratti dal costo di costruzione della casa. Il Consiglio promuove una serie di laboratori rivolti all’insegnamento delle tecniche di muratura, di impiantistica elettrica, idraulica, di carpenteria, di agricoltura ecologica, di tutto ciò che può essere usato a beneficio del programma sociale sull’edilizia.

A emblema dell’ideologia socialista di Marinaleda e della credenza che il potere debba essere messo nelle mani della gente del luogo, il Consiglio comunale ha creato delle Assemblee Generali dove si incontrano dalle 400 alle 600 persone del luogo 25 o 30 volte all’anno per dar voce alle loro preoccupazioni e votare sulle questioni all’ordine del giorno. Le Assemblee Locali hanno inoltre luogo, all’interno della città, proprio nelle strade o nei posti dove i problemi in questione si sono sollevati. In più, ci sono Gruppi d’Azione che si occupano di problemi specifici come la cultura, i festival, la pianificazione urbanistica, lo sport, l’ecologia e la pace. Un ulteriore esempio della particolare forma di democrazia locale del Consiglio è l’uso del “bilancio partecipativo” attraverso il quale ogni anno gli investimenti e le spese proposte dal Consiglio sono presentati negli spazi della comunità per essere discussi. Nelle “Red Sundays” [“Domeniche rosse”, ndt] la gente del posto presta servizio volontario per migliorare le strade, i giardini, le case, e fa altri lavori utili, migliorando così lo spazio pubblico ma costruendo anche la coscienza collettiva di chi abita quello spazio.

Un altro esempio delle politiche radical-socialiste della città è il fatto che alcuni anni fa il Consiglio decise di non avere una corpo di polizia locale, proponendosi così di risparmiare quantità significative del denaro delle risorse finanziarie (intorno ai 260.000 euro all’anno) che possono essere utilizzate per altre forme più benefiche di fondi sociali. Questa è con tutta probabilità una posizione politica unica in Spagna, se non nel resto d’Europa, e una posizione che sembra aver avuto successo.

Nel corso della mia breve e approssimativa visita a Marinaleda, i fondi sociali e quelli per l’istruzione della città mi hanno impressionato. Ci sono scuole moderne, un comprensorio sanitario attrezzato di modo che la gente non debba spostarsi per usufruire di trattamenti standard, un attivo ayuntamiento (Edificio Comunale), un centro sportivo moderno e ben equipaggiato, servizi a domicilio per gli anziani, un centro per i pensionati, un ampio centro culturale, una piscina, un campo sportivo da calcio, e un parco con giardini nel pieno rispetto della natura. Forse la cosa che desta più impressione in città è l’asilo, che è aperto dalle 7 alle 16 e costa appena 12 euro per bambino al mese, prezzo che include colazione e pranzo per i bambini: un supporto enorme per i genitori che lavorano. L’ampiezza dei fondi sociali è di gran lunga al di sopra di quel che ci si aspetterebbe in una città di appena 2.700 abitanti.

La città ha anche un proprio servizio di radio e televisione, dal momento che avverte l’esigenza di opporsi ai media mainstream e tradizionali. Oltre a offrire una vasta gamma di musica, dibattiti, notizie e programmi culturali, Radio/TV Marinaleda promuove un’ideologia alternativa basata sulla solidarietà, sulla generosità e sullo spirito collettivo. Radio e televisione sono aspetti importanti della politica del Consiglio per la diffusione di filosofie politiche alternative basate sul pensiero radical-socialista e su una serie di attività solidali, in particolare a supporto delle lotte in Palestina, nel Sahara occidentale e nelle zone dell’America Latina. Mentre girovagavo per la città ho visto strade che portano il nome di Che Guevara e Salvador Allende, e altre chiamate Solidarietà, Fraternità e Speranza. Insieme a molti murales e graffiti a sfondo politico, tutto questo gioca la sua parte nella crescita di una coscienza politica e nell’apporto di valori alternativi a quelli promossi dal capitalismo.

Sullo scudo araldico ufficiale della città si legge: “Marinaleda – Una Utopia Hacia La Paz” (Un’Utopia verso la Pace). Enfatizzando la natura repubblicana della città, lo stemma non ha corona ed è colorato di verde, rosso e bianco. Il verde a rappresentare l’utopia collettiva, il bianco la pace e il rosso la lotta sociale attiva e continua. Lo scudo araldico presenta anche una colomba, un disegno della città che sottolinea la sua natura collettiva, e il sole e i campi le sue priorità ambientali.

Un aspetto affascinante della città che mi ha colpito molto è stato che non ci sono quasi cartelli pubblicitari lungo le strade. I negozietti locali non avevano insegne all’esterno o alle vetrine e perfino i bar non avevano le pubblicità della birra fuori. Non so se è una politica intenzionale, ma posso solo supporre che ciò è dovuto al predominio della pubblicità che sfigura il resto della Spagna. Se così fosse, è davvero confortante vedere una città priva di oppressivo mercantilismo.

In un’era di neo-liberalismo globale dilagante e di crisi economica, Marinaleda e il suo percorso di radicalismo politico sono un esempio meraviglioso di ciò che può essere fatto quando la gente si unisce nella lotta per l’attuazione di politiche radical-socialiste. Per qualcuno come me che ancora crede nella speranza di una società basata sull’uguaglianza socialista, sulla giustizia e sullo sviluppo, gli abitanti di Marinaleda meritano la più grande approvazione e supporto per quello che hanno realizzato nel corso degli ultimi trent’anni. Possiamo solo sperare che continuino su questa strada anche in futuro. In un periodo in cui il cinismo è così endemico in politica, Marinaleda offre un esempio meraviglioso e confortante di ciò che si può ancora fare. Un mondo diverso e migliore è ancora possibile.

Douglas Hamilton vive a Cadiz, Spagna. Lo si può contattare all’indirizzo: douglascuba@yahoo.com

Titolo originale: “A Town Called Marinaleda”

Fonte: http://www.counterpunch.org
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30.04.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di STELLA SACCHINI

Blog di Beppe Grillo – Il nucleare non è la risposta

Da vedere anche il video in cui il giornalista Gianni Lannes denuncia come la ndrangheta scaricha in mare le scorie nucleari. Il nucleare è una follia, anche economicamente.

Fonte: Blog di Beppe Grillo – Il nucleare non è la risposta.

Mettersi a discutere con i nuclearisti italiani non solo è inutile, ma controproducente. E’ la classica storia di chi si mette a discutere con un imbecille, chi osserva dall’esterno vede due imbecilli che discutono. Il nucleare è stato respinto da un referendum, punto. Non può essere reintrodotto da lobbisti e reggicoda politici. Il popolo italiano, che è abituato a sopportare quasi qualunque cosa, non lo vuole per istinto di sopravvivenza. Nel Paese con le più potenti mafie del mondo chi gestirebbe le scorie? Il nucleare costa più di qualunque altra energia: chi lo pagherà? L’uranio finirà entro qualche decennio e il suo prezzo aumenta di settimana in settimana, è l’energia MENO rinnovabile del mondo. Helen Caldicott, autrice di: “Il nucleare non è la risposta“, ci spiega la pericolosità del nucleare per i nostri figli e nipoti. Disoccupati, senza pensione e nuclearizzati.

Intervista a Helen Caldicott

H. Caldicott: Mi chiamo Helen Caldicott, sono australiana. Sono una pediatra e specialista in infanzia. Per quattro anni sono stata coinvolta nello studio delle implicazioni mediche del nucleare a scopo energetico e nucleare a scopo bellico. Ho fatto parte del corpo docente della Scuola di Medicina di Harvard e ho praticato la professione medica.

Blog: Perché ci sono ancora Paesi, come la Gran Bretagna, che ricorrono al nucleare nel mix energetico?

H. Caldicott: Molte persone ignorano quali sia il ciclo del combustibile nucleare e quali siano le conseguenze sul corpo dell’esposizione a radiazioni e di tutti gli altri aspetti della produzione di energia nucleare: l’estrazione e la lavorazione dell’uranio, l’arricchimento, la costruzione di un reattore, le radiazioni emesse dal reattore a regime, la concentrazione delle radiazioni nella catena alimentare e nel latte materno, nei polmoni. E poi i rifiuti radioattivi che durano mezzo milione di anni e contaminano la catena alimentare. Quindi la gente mangerà cibo radioattivo. I bambini sono dieci, venti volte più esposti degli adulti ai danni delle radiazioni. I feti, migliaia di volte.
Le persone non sembrano comprenderlo. È un problema medico. La maggior parte della gente non ha le informazioni biologiche per comprendere il problema. Così, l’industria nucleare ha spinto un’enorme campagna di propaganda dicendo che loro sono la risposta al surriscaldamento globale, perché non producono anidride carbonica.
In realtà producono grandi quantità di anidride carbonica, così come producono epidemie di cancro, leucemie e malattie genetiche nelle generazioni future.

Blog: Qual è quindi il reale costo dell’energia nucleare, considerando il costo sostenuto dalla società?

H. Caldicott: Costruire un reattore nucleare costa dai 12 ai 15 miliardi di dollari. Ma tutti i costi accessori di arricchimento dell’uranio, gli enormi costi di assicurazioni pagati dal governo – il governo sussidia l’intero bilancio dell’industria nucleare -, i costi per gli interventi medici conseguenti non sono compresi. I costi del trattamento di pazienti – soprattutto bambini – affetti da cancro o patologie genetiche o i costi per lo stoccaggio delle scorie nucleari per mezzo milione di anni non sono mai inclusi. Il trasporto delle scorie nucleari non è mai compreso.
È talmente più economico investire in energie da fonti rinnovabili, come l’eolico, il solare, il geotermico e la cogenerazione, alta efficienza nell’uso dell’elettricità.

Blog: Non esiste quindi un nucleare sicuro?

H. Caldicott: Non esiste assolutamente una strategia nucleare sicura. Nel mio libro spiego perché il nucleare non è la risposta al surriscaldamento globale. Lo capirete leggendo il libro. L’Italia non deve costruire centrali, ma sono sicura che Berlusconi non capisce quello di cui sto parlando.

Blog: Chi vuole dunque l’energia nucleare?

H. Caldicott: I politici sono stati i destinatari di una grande campagna di propaganda, e forse di denaro – non so. I politici sono analfabeti in materia scientifica e medica. In altre parole non capiscono la scienza. Come Berlusconi, che scienza è in grado di capire lui? Conosce forse la medicina e i tempi sufficienti per contrarre un cancro dopo essere stati irradiati per 5 o 6 anni? Non conosce forse i risultati di Hiroshima e Nagasaki?
Molti politici sono lo “scudo di bronzo” dell’industria nucleare, o dell’industria petrolifera o del carbone. Vanno dove va il denaro, non dove dovrebbe puntare il futuro e il benessere delle persone.

Blog: Che ci dice delle lobbies militari dietro l’industria nucleare?

H. Caldicott: Naturalmente la tecnologia nucleare trae origine dal progetto Manhattan che produsse plutonio per armare bombe. L’energia nucleare è una conseguenza di questa tecnologia nata per il senso di colpa degli scienziati responsabili della morte di circa 200.000 persone uccise letteralmente in un lampo. Ritenevano che se avessero estratto energia dall’atomo per usi civili, il loro senso di colpa sarebbe diminuito. Ho conosciuto e lavorato con alcuni di quegli scienziati e posso dirvi che hanno sempre odiato le armi nucleari e che sono morti ancora attanagliati dal senso di colpa. Sapevano, sapevano quanto fosse e quanto sia pericoloso il nucleare. Oggi sono tutti nelle loro tombe.
Dovete anche sapere che ogni centrale nucleare produce circa 250 kg di plutonio l’anno. Il plutonio dura mezzo milione di anni e puoi costruirne una testata nucleare con 5 kg. Ogni nazione che possiede un reattore nucleare può costruire facilmente centinaia di bombe atomiche, se lo desidera. Questo è il motivo per cui si è così preoccupati dell’Iran. È così che Israele ha costruito le sue testate, così la Gran Bretagna, la Francia, il Pakistan e l’India, la Cina. Le armi e l’energia nucleare sono parti della stessa industria. Quando disponi della tecnologia nucleare, puoi produrre armi atomiche. Berlusconi vuole forse delle armi nucleari?

Blog: Speriamo di no! C’è almeno un esempio al mondo di corretta gestione delle scorie nucleari?

H. Caldicott: No, non ce ne sono e non ce ne sarà mai uno. Quale che sia il materiale all’interno del quale venga stoccato, si deteriorerà. Il cemento presenterà infiltrazioni, il metallo arrugginirà e il materiale fuoriuscirà contaminando l’ambiente, l’acqua, il cibo, il latte, la carne. La gente mangerà cibo radioattivo. I bambini nasceranno deformi. Nascono bambini deformi a Falluja e Bassora, in Iraq dove sono state usate armi atomiche. Infatti a Falluja i dottori consigliano alle donne di non avere affatto figli. La quasi totalità dei bambini nasce con serie deformità: mancano del cervello o di un occhio, delle braccia. È davvero … è ciò che ci riserva questo futuro.

Blog: Cosa dovrebbero fare i cittadini per abbandonare l’opzione nucleare?

H. Caldicott: Per prima cosa devono essere bene informati. È imperativo che comprendano le informazioni. So che il mio libro è stato tradotto in italiano. Tutti quelli che ci ascoltano dovrebbero leggere “Il nucleare non è la risposta” e una volta letto devono trascorrere qualche giorno con le loro emozioni e decidere quello che intendono fare.
Abbiamo davvero bisogno di una rivoluzione contro questa industria nucleare spaventosa. È molto, molto peggiore dell’industria del tabacco. Molto peggio del fumo.
Le persone devono utilizzare le loro democrazie. Devono andare a incontrare i loro politici e informarli. Andate a trovare Berlusconi. Occupate il suo ufficio.
Gli italiani sono bravi. Sono appassionati. Sono sicura che troveranno il modo per assicurarsi che il loro Paese chiuda tutte le centrali nucleari!

ComeDonChisciotte – KENNEDY, L’ARGENTO E LA FED

Fonte: ComeDonChisciotte – KENNEDY, L’ARGENTO E LA FED.

DI BIX WEIR
24hgold.com

Il 4 giugno 1963, il presidente John Kennedy firmò il decreto esecutivo N° 11110 che rendeva al governo americano il potere di emettere moneta senza passare per la Federal Reserve. Il decreto di Kennedy dava al Tesoro il potere di «emettere certificati sull’argento contro qualsiasi tipo di argento in lingotti, argento o anche dollari d’argento del Tesoro.» Ciò significava che per ogni oncia d’argento nelle casseforti del Tesoro americano, il governo avrebbe potuto mettere in circolazione una nuova moneta. Questo solo decreto avrebbe potuto distruggere la morsa che le banche avevano sul sistema monetario e rimetterci sulla strada della prosperità con una moneta sana.

Kennedy è stato assassinato il 22 novembre 1963 e nel luglio 1965 Lindon B. Johnson ribaltò la politica monetaria di Kennedy ritirando dalla circolazione tutti i dollari in monete d’argento. Quando successivamente Nixon pose fine alla copertura in oro del dollaro nel 1971, la strada alla svalutazione completa del dollaro era aperta.

Titolo originale: “Kennedy, l’argent et la FED”

Fonte: http://www.24hgold.com
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04.06.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di A.C.

VEDI ANCHE: JOHN F. KENNEDY CONTRO LA FEDERAL RESERVE

Fonte: JOHN F. KENNEDY CONTRO LA FEDERAL RESERVE

DI JOHN P. CURRAN
The Truth Seeker

Il 4 Giugno del 1963 fu firmato un decreto presidenziale virtualmente sconosciuto, l’Ordine Esecutivo 11110, che impediva alla Federal Reserve Bank di prestare soldi a interesse al Governo Federale degli Stati Uniti. Con un colpo di penna, il presidente Kennedy dichiarò che la Federal Reserve Bank, di proprietà di privati, sarebbe presto fallita. La Christian Law Fellowship ha ricercato questo evento nel Registro Federale e nella biblioteca del Congresso. Possiamo tranquillamente concludere che quest’Ordine Esecutivo non è mai stato abrogato, corretto o superato da nessun Ordine Esecutivo successivo. In parole semplici, è ancora valido.

Dopo che il presidente John Fitzgerald Kennedy – l’autore di “Profiles in Courage” – lo firmò, l’Ordine tornò al governo federale, precisamente al Dipartimento del tesoro, autorizzato costituzionalmente a creare ed emettere la valuta senza passare attraverso la Federal Reserve Bank, di privati. L’ordine esecutivo 11110 del presidente Kennedy (il testo completo è sotto) dette al dipartimento del tesoro il potere esplicito: “di emettere certificati d’argento a fronte di ogni lingotto di argento, dollari d’argento della Tesoreria.” Questo significa che per ogni oncia di argento nella cassaforte della Tesoreria degli Stati Uniti, il governo poteva introdurre soldi in circolazione basandosi sui lingotti d’argento fisicamente presenti.

Come risultato, più di 4 miliardi di dollari in banconote degli Stati Uniti sono stati messi in circolazione in tagli da 2 e 5 dollari. Le banconote da 10 e 20 dollari degli Stati Uniti non hanno mai circolato ma furono stampate dal Dipartimento del Tesoro quando Kennedy fu assassinato. Sembra ovvio che il presidente Kennedy sapesse che l’uso delle banconote della Federal Reserve come presunta valuta legale fosse contrario alla Costituzione degli Stati Uniti d’America.

Le “Banconote degli Stati Uniti” furono emesse come valuta senza interessi e senza debiti avallate dalle riserve d’argento nella Tesoreria degli Stati Uniti. Abbiamo confrontato una “Banconota della Federal Reserve” emessa dalla banca centrale privata degli Stati Uniti (la Federal Reserve Bank o Federal Reserve System), con una “Banconota degli Stati Uniti” della tesoreria americana, emessa grazie all’ordine esecutivo del Presidente Kennedy. Sono quasi identiche ad eccezione del fatto che una riporta la dicitura “Banconota della Federal Reserve” e l’altra “Banconota degli Stati Uniti”. Inoltre, quella della Federal Reserve ha marchio e numero di serie verdi, e quella degli Stati Uniti a marchio e numero di serie rossi.

Il Presidente Kennedy fu assassinato il 22 novembre del 1963 e le banconote degli Stati Uniti che lui aveva emesso furono immediatamente tolte dalla circolazione. Le banconote della Federal Reserve continuarono a fungere da valuta legale della nazione. I Servizi Segreti americani confermano che il 99% delle banconote in circolazione erano nel 1999 banconote della Federal Reserve.

Kennedy sapeva che le “Banconote degli Stati Uniti” prodotte in base alle riserve argentee si sarebbero ampiamente diffuse e avrebbero eliminato la richiesta delle “Banconote della Federal Reserve”. E’ una questione economica molto semplice. Le BSU (Banconote degli Stati Uniti) erano emesse sulla base del valore delle riserve argentee e le BFR (Banconote della Federal Reserve) non avevano alcun corrispettivo di valore intrinseco. L’Ordine Esecutivo 11110 avrebbe evitato al debito nazionale di raggiungere il livello attuale (virtualmente quasi tutti i 9000 miliardi del debito federale si sono prodotti dal 1963 in poi) se LBJ o ogni Presidente successivo lo avessero applicato. Il Governo degli Stati Uniti avrebbe avuto il potere di cancellare il debito senza passare per la mediazione delle Federal Reserve Banks e senza l’aggravio di interessi per creare nuovi soldi. L’ordine esecutivo 11110 dette agli Stati Uniti la possibilità di creare i suoi soldi basandosi sul vero valore delll’argento.

Inoltre, secondo le nostre ricerche, solo cinque mesi dopo l’assassinio di Kennedy, la serie dei “Certificati Argentei” del 1958 non fu più emessa, e successivamente furono rimossi dalla circolazione. Forse, l’omicidio di JFK era un messaggio per tutti i futuri presidenti di non interferire nel controllo della Federal Reserve sulla creazione del denaro. Risulta evidente che il Presidente Kennedy sfidasse i poteri esistenti dietro gli Stati Uniti e la finanza mondiale. Con vero coraggio patriottico, JFK affrontò con coraggio i due modi più fruttuosi mai usati per appianare il debito: 1) guerra (Vietnam); e 2) creazione della moneta attraverso una banca centrale gestita da privati. I suoi sforzi per avere tutte le truppe statunitensi fuori dal Vietnam entro il 1965 e l’ordine esecutivo 11110 avrebbero distrutto i profitti e il controllo della Federal Reseve Bank privata.

Ordine Esecutivo 11110

Emendamento all’ordine esecutivo numero 10289, relativo allo svolgimento di certe funzioni ad appannaggio del dipartimento del Tesoro. In virtù dell’autorità conferitami dalla sezione 301 del terzo articolo del Codice degli Stati Uniti, ordino quanto segue:

SEZIONE 1. Ordine esecutivo numero 10289 del 19 settembre 1951, come modificato, è qui ulteriormente modificato – (a) aggiungendo alla fine del paragrafo 1 attraverso il seguente sottoparagrafo (j): “(j) L’autorità conferita al Presidente dal paragrafo (b) della sezione 43 dell’Atto del 12 Maggio 1933, così come modificato (31 U.S.C. 821 (b)), di emettere certificati argentei in base ad ogni lingotto d’argento, argento o dollari d’argento standard nella Tesoreria momentaneamente non trattenuti per rimborso da alcun certificato d’argento in corso, di prescrivere il valore dei certificati argentei, ed emettere dollari d’argento standard e valuta d’argento sussidiaria per il loro ammortizzamento.” e (b) e eliminando i sottoparagrafi (b) e (c) del paragrafo 2. SEZIONE 2. L’emendamento effettutato con quest’Ordine non ha effetto su nessun atto già scritto, o su nessuna istanza o procedimento che stanno venendo accolti, o già accolti, o iniziato o sull’inizio di nessuna causa civile o penale precedenti alla data di quest’Ordine ma tutte le tali disposizioni devono continuare e possono essere portate a termine come se detto emendamento non fosse stato fatto.

JOHN F. KENNEDY THE WHITE HOUSE, June 4, 1963

Ancora una volta, l’Ordine Esecutivo 11110 è ancora valido. Secondo il 3 articolo del Codice degli Stati Uniti, sezione 301 datato 26 gennaio 1998:

Ordine Esecutivo (OE) 10289 datato 17 settembre 1951, 16 F.R. 9499, è stato modificato da:

OE… 10583, datato 18 DICEMBRE 954, 19 F.R. 8725:
OE… 10882 datato 18 Luglio 1960, 25 F.R. 6869;
OE… 11110 datato 4 Giugno 1963, 28 F.R. 5605;
OE… 11825 datato 31 Dicembre 1974, 40 F.R. 1003;
OE… 12608 datato 9 Settembre 1987 52 F.R. 34617

Gli emendamenti del 1974 e 1987, aggiunti dopo quello di Kennedy del 1963, non hanno cambiato nessuna parte dell’ordine esecutivo 11110. Una ricerca negli ordini esecutivi di Clinton del 1998 e 1999 e delle Direttive Presidenziali ha anche mostrato che non ci sono alterazioni, cambiamenti o sospensioni dell’ordine esecutivo 11110.

La Federal Reserve Bank, altrimenti detta Federal Reserve System, è una corporazione privata. Il dizionario della legge di Black definisce il “Federal Reserve System” come: “Rete di dodici banche centrali a cui appartengono la maggior parte delle banche nazionali e alla quale tutte le banche abilitate possono appartenere. Le regole per diventare membri prevedono investimenti in azioni e un minimo di riserve. Le banche di proprietà privata posseggono le azioni della FED. Questo era spiegato più dettagliatamente nel caso di Lewis contro gli Stati Uniti, Federal Reporter, seconda serie, vol. 680, pagine 1239-1241 (1982), dove la corte diceva: “Ogni Federal Reserve Bank è una corporazione separata di proprietà delle banche commerciali della sua regione. Le banche commerciali azioniste eleggono due terzi dei nove membri della direzione”.

Le Federal Reserve Banks sono controllate localmente dai loro membri. Ancora una volta, stando al Dizionario giuridico Black, ci rendiamo conto che queste banche private emettono denaro:

“Federal Reserve Act. Legge che ha creato le banche di Riserva Federale, le quali agiscono come agenti nel mantenimento di riserve finanziarie, distribuendo denaro nella forma di banconote, prestando denaro alle banche, e supervisionando le banche. Amministrate dal Gruppo di Riserva Federale”.

Le banche di riserva federale di proprietà di privati emettono davvero i soldi che usiamo. Nel 1964, il Comitato sulle Banche e la Valuta, il Sottocomitato sulla Finanza Domestica, nella seconda sessione dell’ottantottesimo Congresso, ha effettuato uno studio intitolato “Money Facts” che contiene una buona descrizione di cosa è la FED: “La Riserva Federale è una macchina che fa soldi. Può emettere denaro o assegni. E non è mai stato un problema fare dei buoni perché può ottenere le fatture da 5 o 10 dollari necessarie a coprire gli assegni, chiedendo semplicemente all’Ufficio Incisioni del Dipartimento del Tesoro di stamparli.”

Ogni persona o ogni gruppo chiuso che ha un sacco di soldi ha un sacco di potere. Adesso immagina un gruppo di persone che ha il potere di creare soldi. Immagina il potere che queste persone avrebbero. Questo è esattamente ciò che è la Banca di Riserva Federale, di proprietà privata!

Nessuno ha fatto più di Louis T. McFadden, che era presidente del Comitato House Banking negli anni ’30, per denunciare il potere della FED. Descrivendo la FED, sottolineò nei registri del Congresso, pagine 1295 e 1296 del 10 giugno 1932:

“Signor Presidente, in questo paese abbiamo una delle istituzioni più corrotte che il mondo abbia mai conosciuto. Mi riferisco al Federal Reserve Board, un comitato governativo, ha truffato il Governo e il popolo degli Stati Uniti di abbastanza soldi per appianare il debito nazionale. La depredazione e le iniquità del Federal Reserve Board e delle banche della Federal Reserve sono costate a questo paese abbastanza soldi da pagare il debito nazionale molte volte. Questa istituzione malvagia ha impoverito e rovinato il popolo degli Stati Uniti; ha fatto bancarotta ed ha praticamente mandato in bancarotta il nostro Governo. Ha fatto ciò attraverso la cattiva amministrazione e le pratiche corrotte degli avvoltoi che la controllano.”

Alcune persone pensano che le Federal Reserve Banks siano istituzioni degli Stati Uniti. Non sono istituzioni, dipartimenti o agenzie governative. Sono monopoli di credito privati che depredano il popolo degli Stati Uniti per il proprio tornaconto e quello dei loro clienti stranieri. Quei 12 monopoli di credito privati sono stati messi in modo ingannevole in questo paese da banchieri che sono venuti qui dall’Europa e che ci ripagano per l’Ospitalità indebolendo le istituzioni americane.

Le FED funzionano praticamente così: il governo ha ceduto il suo potere di emettere denaro alle banche FED. Loro creano soldi, poi lo prestano al governo caricandolo di interessi. Il governo usa le entrate per pagare gli interessi sul debito. Al riguardo, è interessante notare che il Federal Reserve Act e il sedicesimo emendamento, che danno al Congresso il potere di riscuotere le tasse, sono stati entrambi approvati nel 1913. L’incredibile potere delle FED sull’economia è universalmente confermato. Alcune persone, specialmente nelle comunità accademiche e bancarie, addirittura lo supporta. D’altra parte, ci sono anche coloro, come il presidente John Fitzgerald Kennedy, che si sono mossi contro questo. I suoi sforzi furono esposti nel libro del 1998 di Jim Marrs, Crossfire:

“Un altro aspetto sottovalutato dell’intento di Kennedy di riformare la società americana, riguarda i soldi. Kennedy lo fece rivolgendosi alla costituzione, che afferma che solo il Congresso dovrebbe emettere e regolare il denaro, il crescente debito nazionale potrebbe essere ridotto non pagando gli interessi ai banchieri del Federal Reserve System, che stampa banconote che poi presta ad interessi al governo. Si è mosso in questo senso il 4 giugno del 1963 firmando l’ordine esecutivo 11110 che prevedeva l’emanazione di 4,292,893,815 di Banconote degli Stati Uniti attraverso la Tesoreria invece che attraverso il tradizionale Federal Reserve System. Quel giorno stesso, Kenney firmò una carta che cambiava il materiale delle banconote da uno e due dollari da argento ad oro, dando forza all’indebolita valuta statunitense.

Il controllore della valuta ai tempi di Kennedy, James J. Saxon, è stato in conflitto con il potente Federal Reserve Board per qualche tempo, incoraggiando maggiori investimenti e conferendo poteri per le banche che non facevano parte del Federal Reserve System. Saxon decise anche che le banche che non facevano parte del “sistema” potevano sottoscrivere obbligazioni statali e locali, anche se indebolivano le Federal Reserve Banks.”

In un intervento fatto alla Columbia University il 12 novembre del 1963, dieci giorni prima del suo assassinio, il presidente John Fitzgerald Kennedy avrebbe detto:

“L’alto ufficio del Presidente è stato usato per fomentare un piano per distruggere la libertà americana e prima di lasciare questo incarico, devo informare la cittadinanza di questa condizione.”

In questo caso, John Fitzgerald Kennedy sembra essere l’oggetto del suo stesso libro… un vero “Profile of Courage”.

Il resoconto di questa ricerca è stato realizzato per Lawgiver.Org. da Anthony Wayne

CHE COSA E’ LA FEDERAL RESERVE BANK?

DI GREG HOBBS
1 novembre 1999

Che cos’è la Federal Reserve Bank (FED) e perché ce l’abbiamo?

La FED è una banca centrale. Le banche centrali dovrebbero implementare le politiche fiscali di un paese. Monitorizzano le banche commerciali per assicurarsi che mantengano patrimoni sufficienti, contanti, per restare solventi e stabili. Le banche centrali fanno anche affari, come scambi di valute e transazioni in oro con altre banche centrali. In teoria, una banca centrale dovrebbe essere una cosa positiva per il paese, e lo sarebbero se non fosse per il fatto che non sono di proprietà o controllate dal governo che servono. Le banche centrali private, inclusa la nostra FED, non operano nell’interesse pubblico, ma per il profitto.

Ci sono state tre banche centrali nella storia della nostra nazione. Le prime due, pur fraudolente e fallaci, impallidiscono a confronto con la grandezza della frode che viene perpetrata dalla nostra attuale FED. Quello che hanno tutte in comune è una pratica insidiosa detta “banking frazionale”.

Il banking frazionale o prestito frazionale è la capacità di creare soldi dal nulla, prestarli al governo o a qualcun altro e alzare gli interessi a piacimento. La pratica è nata prima che le banche esistessero. Gli orefici affittavano spazi nei loro sotterranei ad individui o mercanti come deposito per il loro oro o argento. Gli orefici davano a questi “depositanti” un certificato che dimostrava l’importo di oro depositato. Questi certificati venivano usati per condurre trattative.

Con il tempo gli orefici notarono che l’oro nei loro magazzini veniva raramente prelevato. Piccole quantità si muoveva avanti e indietro ma la maggior parte rimaneva lì. Capendo l’opportunità di profitto, gli orefici rilasciavano ricevute doppie per l’oro, creando di fatto soldi (certificati) dal nulla e prestando quei certificati (creando debiti) ai depositari e caricandoli di interessi.

Visto che i certificati rappresentavano più oro di quello che veramente esisteva, i certificati erano “frazionalmente” corrisposti in oro. Alla fine alcune di queste operazioni di magazzini furono trasformate in banche e la pratica del banking frazionale continuò.

Tenete a mente il concetto del banking frazionale mentre esaminiamo la nostra prima banca centrale, la First Bank degli Stati Uniti (BUS). Fu creata, dopo un amaro dissidio al Congresso, nel 1791 e durò 20 anni. Come la FED attuale, la BUS usava il suo controllo sulla valuta per frodare il pubblico e stabilire una forma legale di usura.

Questa banca praticava il prestito frazionale con il tasso di 10 a 1, dieci dollari di credito per ogni dollaro che avevano in deposito. Questo uso e abuso del loro potere pubblico continuò per gli interi venti anni della sua esistenza. La pubblica rabbia riguuardo a questi abusi era tale che la licenza non fu rinnovata e la banca smise di esistere nel 1811.

La guerra del 1812 lasciò il paese in un caos economico, visto dai banchieri come un altro modo di fare profitti facili. Influenzarono il Congresso ad autorizzare una seconda banca centrale, la Seconda Banca degli Stati Uniti (SBUS), nel 1816.

La SBUS era più costosa della BUS. La SBUS faceva franchising e raddoppiò letteralmente il numero delle banche in un breve periodo di tmepo. Il paese iniziò ad espandersi e a muoversi verso il west, e questo richiedeva denaro. Usando il prestito frazionale con il tasso 10 a 1, la banca centrale e i suoi satelliti crearono il debito per l’espansione.

Le cose andarono bene per un po’, ma poi le banche decisero di eliminare il debito, citando la necessità di controllare l’inflazione.

Quest’azione da parte della SBUS causò bancarotte ed esclusioni. Le banche presero poi il controllo dei finanziamenti che furono usati per far fronte ai crediti.

Esaminiamo attentamente come la SBUS ha ideato questo ciclo di prosperità e depressione. La banca centrale ha causato l’inflazione creando debiti per crediti e rendendo questi fondi prontamente disponibili. L’economia esplose. Poi usarono l’inflazione che avevano creato come una scusa per chiudere i crediti.

La risultante mancanza di contanti ha portato l’economia a vacillare o cadere drammaticamente e ci furono molte bancarotte. La banca centrale allora distribuiva i fondi usati come base per i crediti. Il benessere creato dai mutuatari durante il boom era così trasferito alla banca centrale durante l’arresto.

Ora, chi pensate sia il responsabile di tutti gli alti e bassi nella nostra economia, negli ultimi 85 anni? Pensa alla depressione tra la fine degli anni ’20 e tutti gli anni ’30. La FED avrebbe potuto immettere molto denaro nel mercato per stimolare l’economia e rimettere la nazione in carreggiata, ma l’ha fatto? No; infatti, hanno diminuito l’apporto di denaro. Tutti conosciamo i risultati di quest’azione, no?

Perché avrebbe dovuto farlo? Durante quel periodo i valori dei fondi e delle azioni erano a prezzi bassissimi. Chi pensate stesse comprando tutto a 10 cents al dollaro? Io credo che se ne parli dicendo “consolidamento del benessere”. Quante volte l’hanno già fatto negli ultimi 85 anni?

Lo faranno ancora?

Come digressione a questo punto, date un’occhiata all’economia di oggi. I mercati sono in declino. Perché? Perché la FED è stata molto liberale con il suo /debito/credito/denaro. Il mercato è stato gonfiato. Chi ha creato l’inflazione? La FED. Come fa la FED ad occuparsi dell’inflazione? Restringono il denaro di debito e credito. Che succede quando lo fanno? Il mercato collassa.

Molti mesi fa, dopo che certe banche centrali dissero che avrebbero venduto grandi quantità d’oro, il prezzo dell’oro cadde raggiungengo il record negativo degli ultimi 25 anni, 260 dollari per oncia. Le banche centrali hanno poi comprato l’oro. Dopo averlo comprato a prezzo bassissimo, un gruppo di 15 banche centrali annunciò che avrebbero ridotto l’apporto di oro da rilasciare nel mercato nei successivi cinque anni. Il prezzo dell’oro salì a 75.000 dollari l’oncia in solo pochi giorni. Quante centinaia di trilioni di dollari haanno guadagnato le banche centrali con queste due dichiarazioni a mezzo stampa?

L’oro è considerato una barriera contro condizioni economiche più gravi. Pensate che le famiglie di banking private che possiedono la FED stiano comprando o vendendo azioni ordinarie? (Ricordate: compra basso, vendi alto.) Quanti soldi pensate che i proprietari di queste FED abbiano fatto riducendo l’apporto di denaro al massimo del suo ultimo ciclo di valuta?

Alan Greenspan ha detto pubblicamente in più occasioni che pensa che il mercato sia sopravvalutato. Solo un accenno al fatto che alzerài tassi di interesse (diminuendo l’apporto di denaro), e il mercato delle azioni ordinarie ha avuto una reazione negativa. I governi e i politici non controllano le banche centrali, le banche centrali controllano i governi e i politici. Il presidente Andrew Jackson, vinse le elezioni del 1828 con la promessa di eliminare il debito pubblico e eliminare la SBUS. Durante il suo secondo incarico il presidente Jakobson ritirò tutti i fondi governativi dalla banca e l’8 gennaio 1835 saldò il debito nazionale. E’ l’unico presidente nella storia ad averlo fatto. La licenza della SBUS scadde nel 1836.

Senza una banca centrale che controlli l’indotto di denaro, gli Stati Uniti sperimentarono una crescita mai vista per 60 o 70 anni e il benessere risultante era troppo perché i banchieri lo potessero sopportare. Dovevano rimettersi in gioco. Così, nel 1910 il senatore Nelson Aldrich, poi presidente della Commissione monetaria nazionale, in collusione con i rappresentanti delle banche centrali europee, produsse un piano per costringere e frodare il Congresso facendo approvare la legislazione che stabiliva clandestinamente una banca centrale privata.

Questa banca avrebbe assunto il controllo sull’economia americana controllando l’emissione di denaro. Dopo un’enorme campagna di public relations, ideata dalle banche centrali straniere, il Federal Reserve Act del 1913 fu passato al Congresso durante il periodo natalizio, quando molti membri del Congresso erano assenti. Il presidente Woodrow Wilson, forzato dai suoi sostenitori politici e finanziari, lo firmò il 23 dicembre 1913.

L’atto creò il Federal Reserve System, un nome attentamente selezionato e scelto per truffare. “Federal” avrebbe portato le persone a crederla un’organizzazione governativa. “Reserve” avrebbe portato le persone a credere che la valuta era coperta dall’esistenza di oro e argento. “System” era usato in luogo della parola “banca” così che nessuno avrebbe sospettato che fosse stata creata una nuova banca centrale.

In realtà, l’atto creava una corporazione di banche centrali private e per profitto di proprietà di un gruppo di banche private. A chi appartiene la FED? I Rothschild di Londra e Berlino; i Lazard Brothers di Paris; Israel Moses Seif in Italia; Kuhn, Loeb e Warburg della Germania; e i Lehman Brothers, Goldman, Sachs e le famiglie Rockefeller di New York.

Sapevate che la FED è l’unica corporazione a scopo di lucro in America esentata dal pagamento delle tasse federali e statali? La FED guadagna circa un trilione di dollari l’anno per l’esenzione dalle tasse! Le famiglia di banchieri elencate poco sopra si spartiscono tutti questi soldi.

Quasi tutti pensano che i soldi che si pagano in tasse vadano alla tesoreria degli Stati Uniti per pagare le spese del governo. Volete sapere dove vanno i vostri dollari veramente? Se guardate sul retro di un assegno reso pagabile all’IRS vedrete che è stato girato come: “Pay Any F.R.B. Branch or Gen. Depository for Credit U.S. Treas. This is in Payment of U.S.Oblig.” [Pagate a qualunque ramo della Federal Reserve Bank o al Deposito Generale per il Credito del Tesoro USA] Sì, esatto, ogni centesimo che pagate in tasse è dato a quelle famiglie, conosciute come FED, esentasse.

Come molti di voi, ho avuto qualche difficoltà col concetto di creare denaro dal nulla. Avrete sentito parole come “monetizzare il debito”, che è qualcosa del genere. Ad esempio, se il governo degli Stati Uniti vuole prendere in prestito 1 milione di dollari, il governo prende in prestito ogni dollaro che spende, va alla FED a prenderlo. La FED chiama la Tesoreria e dice di stampare 10.000 banconote della Federal Reserve in pezzi da cento dollari.

La Tesoreria chiede alla FED 2.3 cents per ogni banconota, per un totale di 230 dollari per le 10.000 banconote della Federal Reserve. La FED dà poi 1 milione di dollari al governo più interessi. Per aggiungere il danno alla beffa, il governo ha creato un buono di 1 milione di dollari come copertura del prestito. E i ricchi diventano più ricchi. Questo era solo un esempio, perché in realtà la FED non stampa neanche soldi; è solo un’entrata di computer nella loro contabilità. Per metterla su un livello personale, facciamo un altro esempio.

Le banche di oggi sono membri del Federal Reserve Banking System. Quest’appartenenza rende legale il fatto che producano soldi dal nulla e li prestino a te. Le banche di oggi, come gli orefici nell’antichità, sanno che solo una piccola parte dei soldi depositati nei loro caveau viene davvero prelevata in forma di contanti. Solo il 4 percento di tutto il denaro che esiste è in forma di valuta. Il resto è solo una scritta in un computer.

Diciamo che vi approvino un prestito di 10.000 dollari per fare delle ristrutturazioni in casa.

Voi sapete che la banca non prende davvero 10.000 dollari dei suoi per darli a voi? Vanno solo al computer e mettono un accredito di 10.000 dollari sul vostro conto. Creano, con della semplice aria, un debito che dovrete coprire e ripagare con interessi. La banca ha il permesso di creare e autorizzare quanti debiti vogliono fino a che non superano il livello 10:1 imposto dalle FED.

Questo cambia il vostro modo di vedere la vostra cara amica banca, no? Il modo in cui loro vi analizzano col microscopio prima di concedervi un prestito creato con aria fritta. Che colpo! La fanno difficile per un motivo. Non vogliono che voi capiate cosa stanno facendo. Le persone che hanno paura di quello che loro fanno non capiscono. Quando siete ignoranti e spaventati siete più facilmente controllabili.

Adesso mettiamo la cigliegina sulla torta. Quando è stata creata la “income tax” [tassa sul reddito]? Se dite 1913, lo stesso anno della creazione della FED, avete vinto. Coincidenza? Quali sono le casualità? Se stai per usare la FED per creare debito, chi ripagherà il debito? La “income tax” fu creata per completare l’illusione che il denaro reale era stato prestato e per questo il denaro reale doveva essere ripagato. E pensavate che Houdini fosse bravo.

Allora, che si può fare? Mio padre mi ha insegnato che bisogna sempre lottare per ciò che è giusto, anche se è una lotta solitaria.

Se “Noi, le persone” non facciamo qualcosa adesso, potrà arrivare un momento in cui “noi, le persone” non ci saremo più. Dovreste scrivere una lettera o inviare una email ad ognuno dei vostri rappresentanti. Molti dei nostri rappresentanti eletti non capiscono la FED. Una volta informati non potranno appoggiarsi sull’ignoranza e rimanere in silenzio.

L’articolo 1 della sezione 8 della Costituzione statunitense dice specificatamente che il Congresso è l’unica istituzione che può forgiare denaro e regolare il suo valore. La Costituzione non è mai stata modificata per permette a qualcuno che non fosse il Congresso di forgiare e regolare la valuta.

Chiedete ai vostri rappresentanti, alla luce di questa informazione, come è possibile che il Federal Reserve Act del 1913, e la Federal Reserve Bank che ha creato, siano costituzionali. Chiedete loro perché queste banche private hanno il permesso di sfruttare trilioni di dollari di profitto senza pagare le tasse. Pretendete una risposta.

Thomas Jefferson diceva, “Se il popolo americano permetterà mai alle banche private di controllare l’emissione della valuta, prima per l’inflazione e poi per la deflazione, le banche e le corporazioni che nasceranno toglieranno alle persone la loro prosperità fino a che i bambini si sveglieranno senzatetto nel continente che i loro padri hanno conquistato.”

Jefferson se ne era accorto 150 anni fa. La domanda è “Vi rendete conto adesso cosa c’è in serbo per noi se permettiamo alla FED di continuare a controllare il nostro paese?” “La condizione secondo cui Dio ha dato la libertà all’uomo è la vigilanza eterna; se la condizione viene rotta, la servitù è la conseguenza del suo crimine, e la punizione della sua colpa.”

Titolo originale: “John F. Kennedy vs The Federal Reserve”

Fonte: http://www.thetruthseeker.co.uk/
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21.01.2008

Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di SUSANNA BATTISTINI

VEDI ANCHE: LA BANCA D’ITALIA, OVVERO…

ComeDonChisciotte – EUTANASIA DI UNA NAZIONE

ComeDonChisciotte – EUTANASIA DI UNA NAZIONE.

DI CARLO BERTANI
carlobertani.blogspot.com/

E così, zitti zitti, hanno portato la pensione di vecchiaia a 70 anni e quella d’anzianità oltre i 66 anni [1], andando ben oltre ogni altro Paese europeo.
Il provvedimento, a grandi linee, interessa chi è nato dopo il 1955 ed inciderà sempre di più con l’avanzare dell’anno di nascita: l’avevano annunciato da tempo che l’età della pensione sarebbe stata “collegata” con l’aspettativa di vita.
E, con questa bella pensata, siamo i primi a raggiungere la fatidica “quota 70”: per vostra conoscenza, i regimi pensionistici europei (vedi nota [2]) sono tuttora orientati verso questi valori di età legale per la pensione:

Francia: 60 anni, con riduzioni per i lavori usuranti e possibilità di prosecuzione fino a 65.
Germania: 65 anni, con pensione d’anzianità a 63 ed a 60 (con riduzione dell’assegno) per chi ha avuto periodi di disoccupazione;
Spagna: 61 anni e 30 di contribuzione, 60 anni per chi ha iniziato a lavorare prima del 1967.

Non prendiamo in considerazione sistemi pensionistici come quello inglese – che prevede un’età massima di 70 anni già oggi – oppure quello svedese – che si basa più sugli anni di cittadinanza piuttosto che su quelli di contribuzione – perché sono strutturalmente molto diversi dal nostro. In quei casi, l’età di pensionamento non è comparabile con la nostra, giacché le condizioni sono molto diverse e ci sono più variabili e possibilità per il lavoratore.
Francia, Germania e Spagna hanno invece una struttura simile alla nostra, perciò sono utili per capire lo “sfregio” che l’attuale governo sta per fare: non mettono le mani nelle tasche degli italiani – nelle loro ed in quelle del 10% di ricconi che li sostiene meno che mai – semplicemente, porteranno via letteralmente la vita al rimanente 90%. Anche quelle dei fessacchiotti che sgobbano e poi li votano: spiacente, ma è così.

Prima di proseguire, vorrei precisare che chi scrive non è minimamente toccato dalle attuali “novità” in campo pensionistico: questo per sgombrare il campo da possibili “conflitti d’interesse”.

Il sistema pensionistico italiano è quello, fra quelli europei, che destina percentualmente meno risorse all’uopo, mentre la gestione previdenziale dell’INPS era in attivo per un miliardo l’anno già prima della controriforma Damiano del 2007 (quando c’è da massacrare i lavoratori, sedicenti destre e sinistre trovano accordi “miracolosi”), e di ben 17 miliardi l’anno dopo l’intervento del “Mazzarino” del centro-sinistra.
Non sono ancora disponibili stime precise sui “risparmi” che porterà la Sacconi-Tremonti ma, prendendo come base l’incremento dell’attivo dalla Dini alla Damiano, è facile capire che faranno un ricco “bottino”.

Ci sono, a questo punto, due punti da chiarire:

a) Se vi siano serie basi demografiche, sociologiche, storiche, scientifiche od etiche per un simile provvedimento;
b) Le vere motivazioni della riforma Sacconi-Tremonti.

L’incremento della vita media che c’è stato nell’ultimo mezzo secolo non è da imputare a mutazioni genetiche: semplicemente, una serie di “accidenti” che prima troncavano la vita anzitempo, con l’incremento della protezione sanitaria sono stati debellati.

Possiamo ascrivere a questi interventi della medicina una serie di malattie od incidenti che un tempo conducevano a morte quasi certa (ad esempio tetano, morsicature di vipere, emorragie, meningite, tifo, colera, ecc) ed una serie di malattie un tempo mortali (polmonite, broncopolmonite, infezioni varie, TBC, ecc) che oggi sono debellate o tenute a bada con gli antibiotici.
Il risultato finale è stato – unito alla forte riduzione della mortalità infantile – il crollo della mortalità nell’età dell’adolescenza ed in quella della riproduzione. Ci sono stati alcuni “settori” d’incremento – pensiamo alle droghe, all’AIDS, agli incidenti stradali, ecc – ma nulla che possa minimamente essere messo in relazione con la mortalità precoce della prima metà del ‘900.
Dobbiamo, inoltre, considerare che le generazioni che oggi hanno più di 70 anni sono ancora nate nell’era “pre-antibiotici”, oppure hanno dovuto sopportare vicende di selezione terribili: si pensi a chi è sopravvissuto alla ritirata di Russia od alla guerra in Africa.

La demografia italiana è in costante calo e la popolazione viene mantenuta pressoché costante con l’immigrazione – questa, è bene dirlo, specificatamente richiesta dagli imprenditori, salvo poi criminalizzare l’immigrato per ottenere condizioni di lavoro che rasentano la schiavitù – e si tratta, dunque, di un meccanismo innaturale, le leve del quale non sono nella demografia stessa, bensì nella sfera di decisione politica.
La scienza non ha mai sostenuto che vi sia stato – in tempi biologici così brevi – una modificazione genetica del cosiddetto “orologio biologico”: nonostante il clamore mediatico che le trasmissioni televisive embedded propinano, la scienza afferma che la nostra aspettativa di vita – accidenti permettendo – non è cambiata nei secoli.
In altre parole, il genoma umano è il medesimo almeno da secoli [3]: ciò che può influenzare la longevità sono le abitudini di vita, lo stress, l’inquinamento, ecc. La scienza afferma che è possibile raggiungere una maggior longevità, ma che la stessa è il risultato di più fattori, fisici e psicologici.

Vorremmo sapere quale “bonus” – inteso come valore aggiunto alla propria aspettativa di vita – acquisisce un lavoratore a progetto a tempo determinato, il quale – per anni ed anni – non avrà nessuna sicurezza del proprio futuro, dovrà ingoiare come un rospo che permettersi d’avere un figlio sarà una grossa incognita, oppure vivere sapendo che, in caso di malattia, non avrà protezione sociale.
Qui divergono le prospettive “ottimiste” della scienza: si basano su parametri “ideali” senza scendere nella realtà delle vite quotidiane. Un semplice “provvedimento” come la pensione a 70 anni, più parecchi anni di precariato, quale effetto avrà sull’aspettativa di vita?

Se non basta la scienza, possiamo ragionare sul semplice buon senso: un operaio edile di 70 anni, potrà portarsi la carrozzella sul tetto? Che gioia, affidare i propri figli in gita scolastica ad un autista settantenne! O un treno?
E, tutto questo, mentre intere generazioni di giovani appassiscono nei call centre.

Passiamo ora ad analizzare le vere ragioni di un simile provvedimento.
Siccome le gestioni previdenziali sono fortemente in attivo, l’unica ragione per un simile innalzamento può derivare dal cedere della “gamba nascosta” della gestione: l’assistenza.
A differenza delle altre nazioni europee, l’Italia non ha separazione fra l’assistenza e la previdenza: i soldi per le pensioni e per i sostegni al reddito (cassa integrazione, ad esempio) provengono dalla stessa cassa.
Come può, un governo, garantirsi la pace sociale di questi tempi? Dando un po’ d’elemosina a chi perde il lavoro.
Ma, per farlo, non s’assume la responsabilità in proprio – ossia non s’inserisce come arbitro fra le imprese ed i lavoratori – ossia non partecipa al gioco come attore responsabile: semplicemente, prende soldi dalle casse previdenziali e distribuisce elemosine. Quella “solidarietà caritatevole” con la quale si riempiva la bocca George Bush.

Un simile percorso, però, conduce alla generale de-responsabilizzazione nel mondo dell’impresa: che mi frega – pensa l’imprenditore – se tutto va a rotoli? Salvo i capitali creati con il “nero” in Lussemburgo – se, poi, serviranno nuovamente in Italia me la caverò con il 5% dello “scudo fiscale” – e butto tutto nel deretano agli operai.
Salvo la piccola impresa – la quale, semplicemente, va a gambe all’aria e lascia sul lastrico i lavoratori – le imprese italiane pretendono soldi per produrre (incentivi) e ferree garanzie se le cose vanno male. Quante FIAT sono state pagate, nei decenni, con soldi pubblici?
Accidenti, che classe imprenditoriale!
Sommando i due effetti, se ne ottiene un terzo.

Aumentando l’età pensionabile in un quadro di sempre minor protezione sociale, s’aumenta la mortalità nella fascia fra i 60 ed i 70 anni, cosicché le prestazioni pensionistiche da fornire sono annullate in mancanza d’eredi (l’INPS trattiene tutto), e dimezzate per vedove e vedovi. Un bel malloppo.
Dunque, l’accusa di omicidio premeditato – alla luce dei fatti sopra esposti – non è proprio campata per aria: in aggiunta, sappiamo che fanno tutto questo per potersi permettere ogni anno 18 miliardi di auto blu, tangenti, case gratis, puttane e tutto il resto.
Ogni volta che sento parlare di “inevitabile” necessità di “rivedere” l’età pensionabile, quindi, mi torna alla mente Goebbels, e la mano corre a cercare la fondina.

Cosa bisogna fare?
Per prima cosa smetterla di seguire il giochino “destra-sinistra” sul quale campano. Poi, smetterla di seguire la TV: anche quando sembra tutto sommato accettabile, quasi sempre cela una pozione velenosa: perché, altrimenti, hanno ostacolato qualunque possibilità di TV indipendenti? La “pluralità” che doveva garantire la legge Gasparri – l’aumento delle frequenze disponibili – dov’è finita?

Per seconda cosa dobbiamo saper distinguere fra scenari macroeconomici e le situazioni nazionali e locali.
Il grande scenario internazionale è certamente dominato dalle grandi holding, e potrete chiamarle come più vi aggrada: multinazionali, sistema finanziario, Bilderberg, Illuminati, ecc.
Ma, a queste strutture, non potremo mai opporci proprio perché transnazionali e, in alcuni casi, semiocculte.
In campo nazionale e locale, invece – proprio perché chi va a sedersi sugli scranni diventa responsabile delle sue azioni direttamente – possiamo opporci e dobbiamo farlo, ne va della nostra vita e di quella dei nostri figli.
Come opporsi?

Inutile pensare di creare nuovi partiti o movimenti adesso, sarebbe del tutto inutile, e la Storia è zeppa d’avanguardie rivoluzionarie fucilate nei cortili delle caserme.
La strategia vincente passa ancora e sempre per l’informazione – l’attuale classe politica lo sa, e cerca di controllarla in modo ferreo – e finché potremo farlo dal Web alla luce del sole lo dovremo fare. Qualora le leggi liberticide che stanno per varare dovessero metterci un bavaglio, trovare – ma insieme! E qui mi rivolgo ai tanti colleghi scrittori, giornalisti e bloggher – i mezzi per lavorare su piattaforme estere in lingua italiana, mediante pseudonimi, per aggirare la censura. I modi, se si vuole, si trovano: altre soluzioni sono auspicabili e, se migliori, da attuare.

Ultima cosa: saper distinguere, al nostro interno, le vere voci di dissenso perché intenzionate a portare costrutto dal chiacchiericcio dei troll e dei debunker che postano dalle sedi dei partiti, siano essi di governo o d’opposizione.
Fin quando accetteremo di comportarci come i Polli di Renzo, di strada ne faremo poca.

Sarebbe inutile e prolisso, in questa sede, tornare a riproporre gli infiniti esempi di una diversa gestione sociale che più volte abbiamo approfondito: energia, decrescita, reddito di cittadinanza, nuova agricoltura, nuovi trasporti, turismo, ecc.
Il nostro Paese potrebbe essere ricchissimo: solo che, una masnada di ladri ed imbroglioni, da circa un trentennio ha occupato le leve del potere. Come scalzarli?

Ricordate un antico proverbio orientale: “Quando l’allievo è pronto, giunge il Maestro”. Invece di scannarci per cose di poco conto – oppure lasciar spazio ai soliti furbetti del quartierino con più targhe, che si fingono “utenti qualunque” – impariamo ad usare l’informazione in modo militante.
Alle ultime elezioni, meno del 60% ha votato: non era mai successo, soprattutto per delle elezioni locali. E’ il segno che qualcosa sta cambiando: il momento della riscossa s’avvicina.
La strada è questa, però non basta che pochi scrivano: molti devono diffondere e discutere. Altrimenti, gli alieni mascherati che ci schiavizzano, c’avranno in pugno.
Grazie.

Carlo Bertani
Fonte: “>http://carlobertani.blogspot.com
Link: “>http://carlobertani.blogspot.com/2010/06/eutanasia-di-una-nazione.html
9.06.2010

[1] Fonte: “>http://www.repubblica.it/economia/2010/06/08/news/da_2_a_5_anni_in_pi_di_lavoro_cos_il_governo_allunga_l_attesa-4656798/index.html?ref=search
[2] Fonte: “>http://www.francoceccuzzi.it/wordpress/pdf/sistema_pensionistico_europeo.pdf
[3] Fonte: http://www.geragogia.net/editoriali/ambientelongevita.html

Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.

Antimafia Duemila – Rivelati i piani del Bilderberg: i globalisti in crisi sostengono l’attacco all’Iran

Antimafia Duemila – Rivelati i piani del Bilderberg: i globalisti in crisi sostengono l’attacco all’Iran.

di Paul Joseph Watson – 7 giugno 2010
L’agenda 2010 del Bilderberg è stata rivelata da Jim Tucker, detective veterano delle riunioni del Bilderberg, e dipinge un quadro di crisi per i globalisti, che sono furiosi per l’esposizione crescente che i loro raduni hanno ricevuto negli ultimi anni, oltre che essere costernati per la loro incapacità di salvare sia l’euro sia i piani per la carbon tax.

Ma la cosa più allarmante, secondo Tucker, è che la maggioranza dei membri del Bilderberg sono ora a favore di attacchi aerei militari contro l’Iran.

Tucker, giornalista investigativo di American Free Press, ha dimostrato di essere regolarmente accurato nelle informazioni che ottiene da fonti interne al Bilderberg, il che rende le rivelazioni di quest’anno ancora più intriganti.

Secondo Tucker, i luminari del Bilderberg sono demoralizzati per il fatto che “molte persone importanti” non sono presenti quest’anno, perché, a causa della crescente esposizione, gli invitati “si trovano nei guai a casa” e i loro elettori li mettono in imbarazzo con domande irate come “che cosa stai combinando con questi mostri?”

“Tutte queste persone ci stanno esponendo, abbiamo tutte questo mail e telefonate,” così Tucker ha parafrasato le lamentazioni dei membri del Bilderberg.

Ciò combacia con le rivelazioni origliate dal giornalista del Guardian Charlie Skelton presso l’Hotel Dolce Sitges prima che la riunione iniziasse, quando ha sentito gli organizzatori della conferenza lamentare il fatto che i numeri delle proteste sono in crescita ogni anno in occasione degli eventi Bilderberg e che perciò rappresentano una “minaccia” per l’agenda del Bilderberg.

Inoltre, un prominente consociato del Bilderberg, Zbigniew Brzezinski, l’uomo che ha avvertito di recente che un “risveglio politico globale” minacciava di far deragliare il passaggio a un governo globale, è atteso alla riunione di quest’anno.

Tucker ha descritto la sua fonte come un consulente finanziario internazionale che conosce personalmente i membri del Bilderberg e ha fatto affari con loro negli ultimi 20 anni.

Per quanto riguarda l’Iran, Tucker ha detto che molti membri del Bilderberg, tra cui Brzezinski, erano a favore di attacchi aerei Usa contro l’Iran ed erano “inclini alla guerra”, sebbene non sia raggiunto il 100% degli associati in favore di un attacco.

“Alcuni di loro in Europa stanno dicendo: ‘no non dovremmo farlo’; ma la maggior parte di loro sono a favore di attacchi aerei americani all’Iran,” ha detto Tucker, aggiungendo: “Stanno fortemente propendendo al semaforo verde rispetto a un attacco statunitense all’Iran.”

Un attacco all’Iran fornirebbe una gradita distrazione rispetto ai fallimenti dei globalisti in altre aree e inoltre permetterebbe loro di trarre profitto dalla guerra, ha sottolineato Tucker.

Sul tema dell’Euro, Tucker ha detto che gli elitisti del Bilderberg erano decisi a salvare la moneta unica anche se è crollata di un nuovo minimo degli ultimi quattro anni a 1,19 dollari contro il dollaro ieri pomeriggio. Come abbiamo evidenziato, i globalisti sono nel panico davanti alla caduta dell’Euro e la BCE continua a intervenire per cercare di accelerare il suo declino. Se l’euro dovesse cessare di esistere, farebbe quasi deragliare l’ordine del giorno definitivo per una moneta globale, perché la stabilità percepita nell’uso di una moneta per una pletora di nazioni verrebbe screditata.

“L’euro è importante perché fa parte del loro programma di governo mondiale, sono molto sconfortati perché sono caduti così indietro,” ha detto Tucker, spiegando che i globalisti avevano pianificato di avere ormai l’Unione europea, l’Unione americana e l’Unione Asia-Pacifico tutte già attive e funzionanti.

Per quanto riguarda l’agenda sul cambiamento climatico, sul quale argomento il fondatore di Microsoft Bill Gates è stato invitato personalmente alla conferenza per discuterne, Tucker ha detto che i membri del Bilderberg erano ancora intenti a spingerla alla ricerca di una tassa sul carbonio, nonostante il fatto che l’intera mossa sia stata sviscerata a seguito dello scandalo Climategate.

Tucker ha citato un membro del Bilderberg tutt’altro che disposto ad ammettere una sconfitta nella missione di ingannare il pubblico nel pagamento di tasse da stabilire in nome della lotta al riscaldamento globale.

“Sul cambiamento climatico siamo quasi battuti”, ha detto uno degli elitisti presenti.

Tuttavia, Tucker ha detto che i globalisti stavano lavorando per immettere più propaganda ancora sul cambiamento climatico, “anche mentre parliamo”.

Sulla questione della marea nera dell BP, i Bilderberger hanno chiarito che l’apparente “indignazione” del presidente Obama nei confronti della BP e la sua minaccia di procedimenti penali nei confronti della società siano state un poco più di una performance verbale e che la British Petroleum – che è stata ben rappresentata in passato alle riunioni Bilderberg da personaggi come Peter Sutherland, ex presidente non esecutivo di BP – era ancora “uno dei nostri fratelli”, secondo gli elitisti.

Il futuro dei prezzi del petrolio sono sempre un tema importante per Bilderberg e le rivelazioni che Tucker e altri investigatori hanno riferito da precedenti riunioni del Bilderberg si sono dimostrate accurate quando i prezzi del petrolio hanno toccato i 150 dollari al barile nel 2008, che era esattamente quello che il Bilderberg aveva chiesto.

“I prezzi della benzina stanno per essere belli e convenienti questa estate,” ha detto Tucker, aggiungendo che dovrebbero cominciare a risalire di nuovo al livello di 4 dollari al gallone attorno novembre, quando una scarsità artificiale sarà creata.

In marcia verso un anti-democratico governo globale, i membri del Bilderberg hanno dichiarato che l’America deve essere “europeizzata” e trasformata in un gigantesco stato assistenziale socialista con razionamento della salute e imposte sul reddito più elevate.

Tucker ha detto che al Bilderberg erano intenti a imporre una tassa bancaria versata direttamente al Fondo monetario internazionale per finanziare la governance globale e un dipartimento del tesoro mondiale nell’ambito del FMI, e che questa verrebbe allora semplicemente trasferita al consumatore.

In sintesi, Tucker ha detto che la conferenza di quest’anno ha rappresentato l’incontro più deprimente e pessimista nella storia del Bilderberg, con un’esposizione massiccia della loro agenda che ha fatto da posto di blocco rispetto all’obiettivo finale di un governo autoritario mondiale gestito dalla élite, per l’élite

Fonte: prisonplanet.com

Traduzione per Megachip a cura di Maria Antonia Costa


Tratto da:
megachip.info

Antimafia Duemila – La nuova strategia per la penetrazione degli Ogm in Europa

Fonte: Antimafia Duemila – La nuova strategia per la penetrazione degli Ogm in Europa.

di G. Sinatti, Associazione Terre dell’Adriatico – 6 giugno 2010
Qui di seguito pubblichiamo un importante articolo dell’autorevole agenzia Reuters, che contiene importanti indiscrezioni che la Commissione europea ha evidentemente lasciato filtrare pochi giorni fa sul progetto di nuova regolamentazione della coltivazione degli Ogm in Europa.

A nostro avviso si tratta di un piano di estrema importanza perché mette in luce alcuni elementi essenziali per comprendere cosa accadrà nei prossimi mesi. Sintetizziamo brevemente, anche per i lettori non specializzati, i dati essenziali della situazione attuale:
1) L’insuccesso degli Ogm in agricoltura in Europa è oramai un dato acquisito: la contrarietà dell’opinione pubblica; l’indifferenza degli agricoltori europei, che stanno affrontando problematiche strutturali che gli Ogm non saranno mai in grado di risolvere; l’importanza dell’opposizione da parte di tecnici e studiosi – tutti questi elementi hanno di fatto bloccato l’espansione delle colture Ogm nel nostro continente;
2) Questa situazione è stata contrastata a tutti i livelli da parte della Commissione europea, soggetta a fortissime pressioni da parte di alcuni Paesi, la Gran Bretagna in particolare, e da parte della potentissima lobby biotecnologica: il quadro giuridico che ne è derivato è quanto di più inapplicabile e irrealistico si sia potuto concepire in tutta la storia della burocrazia europea, culminando con un concetto come quello della coesistenza fra colture Ogm e non Ogm che si è dimostrata del tutto inapplicabile, come testimoniato, in Italia, anche da esperienze come il progetto Life Environment Sapid al quale ha partecipato la nostra Associazione (1);
3) L’industria bio-tecnologica rappresenta a livello internazionale una forza finanziaria e tecnica che è in grado di coprire tutto il processo produttivo agrario ed è quindi in grado di condizionare le scelte degli imprenditori agricoli, che in molti contesti, in primo luogo quello nord-americano, sono ormai nella maggioranza dei casi operatori che operano a contratto per le multinazionali dell’agro-alimentare; questa forza tecnologica e finanziaria ha l’esigenza di forzare la situazione in Europa, dato che essa costituisce l’ultima area a livello mondiale in grado di opporsi alla penetrazione dei prodotti agricoli geneticamente ingegnerizzati, la cui sostanziale inefficacia rispetto alle aspettative inizialmente suscitate è ampiamente dimostrata, pur fra le righe, anche da ricerche non contrarie agli Ogm (2);
4) Il mondo della ricerca scientifica si è dimostrato fin da subito in piena contraddizione con le premesse del pensiero scientifico occidentale, premesse di indipendenza e di rigore sperimentale, che sono state disattese fin dalle origini a causa delle fortissime pressioni esercitate a livello politico ed economico dalle aziende biotech, come dimostra il testo, recentemente tradotto in italiano di Arpad Pusztai e di Susan Bardocz, scienziati che hanno vissuto in prima persona un incredibile linciaggio mediatico e professionale per avere denunciato per primi l’assenza di garanzia di scientificità nelle sperimentazioni sugli effetti degli Ogm sulla salute di uomini ed animali (3);
5) la strategia di fondo del complesso politico-industriale che sostiene le biotecnologie per l’agricoltura è quindi quella di creare il fatto compiuto, ovverosia introdurre queste colture a tutti i costi, vuoi inquinando le filiere agro-alimentari (come avvenuto anche in Europa nel caso della soia, un prodotto agricolo presente in oltre 10.000 prodotti alimentari finali), vuoi utilizzando gli aiuti allo sviluppo (dalla Serbia all’Africa) per diffondere le colture Ogm, vuoi appunto utilizzando come “teste di ponte” quegli Stati europei come la Spagna che hanno lasciato le porte aperte a queste colture, fra l’altro distruggendo in tal modo intere filiere commerciali non biotech, come quella del mais biologico.
Fatte queste indispensabili premesse, è ora il caso di rilevare come le notizie contenute in questo servizio della Reuters indicano con chiarezza che siamo arrivati alla resa dei conti finale in Europa. L’idea sottesa a questa nuova impostazione, che ovviamente, se passerà, sarà presentata come una “liberalizzazione” del mercato, è quella di creare appunto una situazione in cui, come ha notato da tempo il prof. Claudio Malagoli, utilizzando un’espressione tratta dalla storia economica, “la moneta cattiva scaccia quella buona” (4): vale a dire che i prodotti Ogm, con alle spalle la forza dell’industria bio-tecnologica ed il supporto dei settori politici che sono da esse sovvenzionati, si diffonderanno comunque, invadendo le filiere di qualità certificata come quelle biologiche e di origine e denominazione controllata, dato che, per le loro caratteristiche intrinseche sono esse in grado di contaminare gli altri prodotti, mentre non può avvenire il contrario.
La sfida è quindi gettata, con l’arroganza tipica di questi potenti settori economici che contano sull’intreccio di interessi fra scienza, industrie multinazionali e partiti – in significativo parallelismo con quanto avviene con gli strumenti della finanza globale, per togliere di mezzo le ultime forze che agiscono in nome della libertà di impresa dei produttori, per il diritto ad una scelta consapevole da parte dei consumatori.
Questa sfida potrà essere raccolta e vinta, a nostro avviso, solo se produttori e consumatori avranno ben chiara la posta in gioco: non si tratta semplicemente della salute e dell’ambiente, occorre dirlo chiaramente una volta per tutte, sono in gioco i rapporti economici all’interno delle nostre società. Quello per cui occorre agire presso l’opinione pubblica e i decisori politici sono la sovranità e la democrazia economica del nostro continente.

1) G. Sinatti, “Il progetto Life Environment Sapid: dal rischio un’opportunità”, 2009, in corso di pubblicazione.
2) The National Academies, The Impact of Genetically Engineered Crops on Farm Sustainability in the United States, National Academies Press, 2010.
3) Arpad Pusztai – Susan Bardocz, La sicurezza degli OGM, Edilibri, Milano, 2008.
4) C. Malagoli, Etica dell’alimentazione – prodotti tipici e biologici, Ogm e nutraceutici, commercio equo e solidale, Aracne editrice, Roma, 2006.
Venerdì 4 giugno 2010
Esclusivo: l’Unione Europea rivede il sistema di coltivazione degli OGM

Bruxelles (Reuters): L’Unione Europea sta per rivedere radicalmente il suo sistema di autorizzazione per le colture OGM a partire dal prossimo mese, aprendo la via ad una coltivazione degli OGM su larga scala, come dimostra una bozza di proposta di cui la Reuters ha preso visione venerdì.
In presenza di una maggioranza di Europei che non dimostrano di gradire la presenza di Ogm nei cibi, i politici dell’UE hanno appena approvato due varietà per la coltivazione in 12 anni, rispetto a più di 150 a livello mondiale.
Secondo una proposta che dovrebbe essere adottata il prossimo 13 luglio, la Commissione Europea intenderebbe dare maggiore libertà di approvazione a nuove varietà Ogm destinate alla coltivazione permettendo in cambio ai governi della UE di decidere se coltivarle o meno.
“Ci aspettiamo che il procedimento di autorizzazione per la coltivazione degli Ogm a livello europeo divenga più efficiente”, sostiene l’analisi della Commissione Europea che accompagna la proposta.
Il ministro dell’Agricoltura francese dichiara di non poter commentare il piano fino a che non lo avrà potuto esaminare. I governi della UE potrebbero manifestare le loro prime reazioni nell’incontro dei ministri dell’ambiente che si terrà il prossimo venerdì a Lussemburgo, dove la Francia ha richiesto una discussione sulla politica di blocco degli Ogm.
In Europa, la superficie coltivata a Ogm destinati alla commercializzazione lo scorso anno è stata inferiore ai 100.000 ettari, per lo più in Spagna, contro una superficie a livello mondiale di 134 milioni di ettari. Il piano della Commissione pertanto dovrebbe portare ad un aumento della coltivazione di varietà per il commercio nei Paesi che già stanno utilizzando gli Ogm, come la Spagna, il Portogallo e la Repubblica Ceca, mentre darebbe veste legale agli attuali bandi contro gli Ogm in Paesi come Italia, Austria e Ungheria.
Ma i critici sostengono che la proposta potrebbe accendere le dispute sul mercato interno europeo e lasciare l’UE vulnerabile a un contenzioso legale con il WTO che ha sostenuto nel 2006 l’accusa degli Stati Uniti secondo la quale la politica dell’Unione Europea era anti-scientifica.
Le nuove regole sono state disegnate da John Dalli, membro maltese della Commissione per gli Affari della Salute e del Consumatore: Dalli ha provocato in marzo una polemica per avere approvato la coltivazione di una patata Ogm per la produzione di amido.
I piani sono basati su di una proposta congiunta di Austria e Olanda che il presidente della Commissione, José Manuel Barroso si era impegnato l’anno scorso a mettere in atto come parte del suo programma di riconferma nella carica.

Approccio a doppio binario (twin-track approach)
La proposta della commissione contiene due elementi principali, come dimostra la bozza.
Il primo è una misura provvisoria destinata a introdurre rapidamente dei cambiamenti che dovrebbero vedere la Commissione pubblicare nuove linee guida agli Stati membri in tema di “coesistenza” fra colture Ogm e non-Ogm.
Questo permetterebbe ai Paesi di stabilire le proprie regole tecniche per la coltivazione degli Ogm, per esempio stabilendo zone-cuscientto di 10 km tra campi Ogm e non Ogm, che in realtà escluderebbero la coltivazione degli Ogm in intere Regioni e Paesi.
Il secondo è un “emendamento ristretto” all’attuale legislazione UE sul rilascio degli Ogm nell’ambiente, che permetterebbe ai Paesi di bandire del tutto la coltivazione degli Ogm per ragioni diverse dalla sicurezza o dalla coesistenza.
Il mutamento legislativo dovrebbe raccogliere una maggioranza qualificata dei governi della UE e del Parlamento europeo secondo il sistema di ponderazione del sistema di voto dell’Unione.
Se il dibattito non potesse essere limitato a questa sola modifica come la Commissione si augura, comporterebbe due o più anni di complesso dibattito politico prima di arrivare ad una decisione.
Contattato dalla Reuters, il portavoce di Dalli ha rifiutato di confermare i dettagli del piano, ma ha dichiarato che il Commissario ha da tempo sostenuto questa idea ed ha promesso di definire delle proposte prima dell’estate.

Gli oppositori condividono la preoccupazione
“Queste proposte sono legalmente discutibili, contrarie al mercato unico e tali da seminare discordia tra gli Stati membri”, dichiara una fonte industriale che ha visto la proposta ma che ha chiesto di restare anonima.
La mossa potrebbe aprire nuovi mercati in Europa alle compagnie come Monsanto, Dow Agrosciences, una sussidiaria della Dow Chemical, e Singenta.
Le azioni di Syngenta sono inizialmente cresciute dopo la notizia, per chiudere in discesa nel corso della stessa giornata.
Il portavoce di Monsanto, Kelli Powers, ha dichiarato che senza ulteriori dettagli la società non era in grado di commentare la notizia. Anche i funzionari di Dow AgroSciences hanno dichiarato di riservarsi di commentare la notizia non appena emergeranno maggiori dettagli.
Il piano potrebbe essere una forte spinta alla crescita delle aziende cementiere, dice l’analista di Jeffries and Co., Laurence Alexander, ma resta prioritaria la preoccupazione in merito ad un più ampio accoglimento da parte del largo pubblico che potrebbe schiudere l’Unione Europea a maggiori importazioni.
Attualmente, l’UE blocca tutte le importazioni che contengano la minima traccia di materiale geneticamente modificato non approvato, ma la Commissione europea sta predisponendo una proposta che introduca nel corso dell’anno un più ampio margine di tolleranza, per evitare il ripetersi dei problemi di forniture alimentari provocati da questa normativa nel 2009.
Gli ambientalisti che sono stati informati della proposta dalla Commissione giovedì commentano che questa proposta conferma l’intenzione di Barroso di promuovere la coltivazione degli Ogm in Europa.
“La gente e l’ambiente saranno protetti solo se la proposta della Commissione sarà accompagnata da misure a livello europeo per prevenire che cibo e mangimi siano contaminati. Fino ad allora è necessario un immediato divieto alla coltivazione di colture Ogm”, dichiara Adrian Bebb, responsabile per cibo e agricoltura dell’organizzaziona ambientalista Friends of the Earth.

(hanno collaborato Catherine Hornby da Amsterdam, Carey Gillam da Chicago; Gus Trompiz e Marie Maitre da Paris; a cura di Veronica Brown and Sue Thomas)

Tratto da: clarissa.it

ComeDonChisciotte – DANIEL ESTULIN: DENUNCIA DEL GRUPPO BILDERBERG AL PARLAMENTO EUROPEO

Fonte: ComeDonChisciotte – DANIEL ESTULIN: DENUNCIA DEL GRUPPO BILDERBERG AL PARLAMENTO EUROPEO.

Il ricercatore Daniel Estulin ha pronunciato un discorso a Bruxelles di fronte alla classe politica, rivelando l’intenzione dell’élite finanziaria di far collassare l’economia globale e trasformare il mondo in una corporazione, della quale loro ne sono i beneficiari.

Signori e Signore,
Siamo oggi nella condizione di cambiare la storia. Finalmente credo che l’umanità abbia un futuro. Una popolazione in un momento demoralizzata e senza scopi sta uscendo da un lungo sogno. In questo risveglio generale, le persone cominciano a fare le domande giuste. Non è più, “cosa otterrò con questo?” Ma “cosa è giusto?”. E’ un fenomeno internazionale di risposta e reazione ad una marcata percezione che il mondo intero è destinato alla catastrofe a meno che noi, le persone, facciamo qualcosa al riguardo.

Ho scritto un libro sull’argomento Bilderberg. Il libro, in certo modo, si è trasformato nel catalizzatore di un movimento in tutto il mondo. Adesso, non abbiamo molto tempo, quindi vorrei spiegarvi cos’ è il Bilderberg e perché deve essere fermato.

Nel mondo finanziario internazionale, ci sono quelli che conducono gli eventi e quelli che reagiscono agli eventi. Mentre gli ultimi sono più conosciuti, più numerosi, e più potenti in apparenza, il vero potere risiede nei primi. Nel centro del sistema finanziario globale c’è un’oligarchia finanziaria rappresentata dal gruppo Bilderberg.

L’organizzazione Bilderberg è dinamica, nel senso che cambia con il tempo, assorbe e crea nuove parti mentre si disfa delle parti in declino. I suoi membri vanno e vengono, ma il sistema in sé non è cambiato. E’ un sistema che si auto riproduce, una ragnatela virtuale allacciata agli interessi finanziari, politici, economici ed industriali.

Tuttavia, il Bilderberg non è una società segreta. Non è un occhio maligno che tutto vede. Non c’è cospirazione anche se molte persone con le loro fantasie infantili lo vedono così. Nessun gruppo di persone, e non importa quanto siano potenti, si siedono intorno ad un tavolo al buio, prendendosi per mano, osservando una sfera di cristallo, pianificando il futuro del mondo.

E’ una riunione di persone che rappresentano una certa ideologia.

Non è un Governo Globale o un Nuovo Ordine Mondiale, come molte persone erroneamente credono. Tuttavia, l’ideologia è quella di una Compagnia Mondiale LTD. Nel 1968, in una riunione del Bilderberg in Canada, George Ball, il sottosegretario d’Economia di JFK e di Johnson disse: “Dove si trova una base legittima per il potere dell’amministrazione corporativa di prendere le decisioni che possano colpire profondamente la vita economica delle nazioni i cui governi hanno solo una responsabilità limitata?”

L’idea dietro ognuna di queste riunioni Bilderberg è di creare quello che loro stessi chiamano L’ARISTOCRAZIA DEL PROPOSITO sul modo migliore per gestire il pianeta tra le élite dell’Europa e del Nord America. In altre parole, la creazione di una rete di enormi cartelli, più potente di qualsiasi nazione sulla Terra, destinata a controllare i bisogni vitali del resto dell’umanità, ovviamente dal loro punto di vista privilegiato, per il nostro bene e beneficio. Noi, la classe inferiore ( “The Great Unwashed “, come si riferiscono a noi).

Tuttavia, il motivo per cui la gente non crede nel Bilderberg ed in altre organizzazioni che lavorano insieme ed esercitano tale controllo nello scenario mondiale è che la loro è una fantasia cartesiana, nella quale le intenzioni isolate di alcuni individui, e non la dinamica dei processi sociali modellano il corso della storia come il movimento dell’evoluzione delle idee e di certi argomenti per varie generazioni e perfino secoli.

Bilderberg è il mezzo per raggruppare istituzioni finanziarie che rappresentano i più potenti e predatori dei nostri interessi finanziari. Ed in questo momento, questa combinazione è il peggior nemico dell’umanità.

Non possiamo che congratularci oggi, il Bilderberg è diventato un argomento dei mass media corporativi. Non perché questi di colpo abbiano ricordato la loro responsabilità verso noi, ma perché noi abbiamo forzato questa posizione scomoda prendendo coscienza che i presidenti, i primi ministri e i loro piccoli re e regine sono burattini di potenti forze operando dietro le quinte.

Qualcosa ci è successo in mezzo al collasso economico generale. Le persone in gran misura si vedono soggette a qualcosa che non sempre capiscono. Ma che li porta ad agire in un certo modo, nel loro interesse. Questo è quello che stanno facendo in Grecia. Questo è quello che stanno facendo negli Stati Uniti. Si chiama il principio antropico. E’ come se una marea arrivasse e si portasse via le nostre paure.
La gente, rendendosi conto che propria esistenza è minacciata, ha perso la sua paura, ed il Bilderberg ed altri lo percepiscono.

Forse è per questo che in un recente discorso nel Council on Foreign Relations a Montreal, Zbigniew Brzezinski, uno dei fondatori della Trilaterale, ha avvertito che “un risveglio politico globale” combinato alle lotte interne dell’élite, minaccia di sviare il movimento dal Governo Globale.

Potete vedere che le persone a questo tavolo vengono da diversi trascorsi politici e ideologici. Quello che ci unisce, però- è che tutti siamo patrioti. E quelli che ci si oppongono, quelli che lavorano per le società segrete, che hanno venduto le loro nazioni per un pezzo di carne, sono traditori. Non solo traditori della loro gente e nazioni, ma di tutta l’umanità.

Adesso, l’argomento di questa conferenza stampa è il Bilderberg: Verso una Compagnia Mondiale LT.

Circa sei secoli e mezzo fa, l’economia europea era collassata in quello che è conosciuto come la “Nuova Età Oscura” d’Europa, il più grande crollo economico e demografico europeo dalla caduta dell’Impero Romano. Poi a metà del 14 ° secolo, gran parte del potere dell’oligarchia si è bruscamente disintegrato. Questa disintegrazione eruttò a catena come una repentina caduta della peggior bolla finanziaria di speculazione del debito nella storia (questo fin’ ora), quando le case bancarie di Bradi e Peruzzi collassarono. La disintegrazione e caduta della bolla del debito lombardo ha provocato un collasso nel potere dentro le famiglie oligarchiche.

Cosa c’entra questo con il Bilderberg?

La storia moderna si è sostituita alla storia medievale in quel momento quando le istituzioni che singolarmente distinguono la storia moderna dalla storia medievale sono state messe al loro posto. Questo avvenne nel 1439 al Consiglio di Firenze. Quali sono state queste nuove istituzioni?

1) La concezione delle moderne repubbliche stato nazione sotto il governo di legge naturale.

2) Il ruolo centrale nel promuovere il progresso scientifico e tecnologico come il mandato conferito alla repubblica.

Questi due ideali rappresentano un punto cruciale: la loro esistenza come istituzione, in ogni parte d’Europa, ha cambiato tutta Europa perché questi cambiamenti istituzionali hanno aumentato il ritmo dello sviluppo pro-capite e per chilometro quadrato dell’umanità sulla natura.

Quindi a nessuna nazione interessava non progredire e non svilupparsi per la paura di essere lasciata indietro, senza speranze.

Il primo successo avvenne sotto la Francia di Luigi XI, che duplicò il reddito pro-capite della Francia e sconfisse tutti i nemici della nazione. Il successo di Luigi XI ha generato una reazione a catena di sforzi volti a stabilire uno stato-nazione sul modello dell’Inghilterra di Enrico VII.

Un’altra idea chiave che proveniva dal Concilio di Firenze, che in seguito è stato realizzato negli Stati Uniti, è il principio universale del benessere generale, su cui si basa l’intera società moderna.

Adesso, benessere non significa un buon a nulla seduto sul divano mangiando pizza, sbavando, guardando la televisione, mentre aspetta che arrivi l’assegno di disoccupazione.

E’ una questione di immoralità. Qual è l’intenzione dell’esistenza dell’uomo e del governo? E’ quella di provvedere al benessere delle generazioni future dell’uomo. Assicurare la nostra sopravvivenza come specie. Il principio del Benessere Generale, come è stato espresso nel compendio del preambolo della Costituzione Federale degli Stati Uniti, è una legge fondamentale.

Come si relaziona questo con l’attualità? Questa gente vuole un Impero. Questo è ciò che è la globalizzazione. E troppe persone credono che per avere un Impero ci sia bisogno di avere denaro. Avete sentito la frase: L’Elite del Denaro. Ma il denaro non è un fattore determinante della ricchezza e dell’economia. Il denaro non fa altro che far girare il mondo. Il denaro non ha un valore intrinseco.

La mente umana influisce sullo sviluppo del pianeta. E’ così che si misura l’umanità. Questo è il vero significato d’immortalità. Quello che ci divide dagli animali è la nostra capacità di scoprire principi fisici universali. Ci permette di innovare, che di conseguenza migliora la vita della gente aumentando il potere dell’uomo sulla natura.

Vedete, stanno distruggendo l’economia mondiale di proposito. E non è neanche la prima volta. Questo è stato già fatto nel XIV secolo durante la Nuova Età Oscura: eliminarono il 30% della popolazione.

Impero: persone stupide giù. Vogliono distruggere i poteri creativi della ragione.

0 crescita, 0 progresso, Club di Roma (Limiti della Crescita, 1973)

Progetto 1980s Council on Foreign Relations: promuovere la disintegrazione controllata dell’economia mondiale.
v Bilderberg 1995: Esigere la distruzione. Come? Distruggendo l’economia di proposito.

La Grande Depressione- Trasferimento della Ricchezza. La Grande Depressione non è stato un evento che che ha spazzato via i capitalisti degli Stati Uniti. E’ stato un evento che li ha resi ancora più ricchi trasferendo la ricchezza della gente nelle mani di quelli che erano già ricchi. E’ così che la Bank of America ha guadagnato miliardi attraverso i pignoramenti nel 1929-1937.
Non credete neanche per un secondo che il più ricco dei ricchi sarà danneggiato dal collasso che sta arrivando. Gli unici feriti saremo noi.

Guardate la Grecia. Quello che stanno cercando di fare è di far collassare il sistema, invece di permettere che la Grecia riorganizzi il suo sistema monetario, stanno imponendo alla Grecia di essere usata, che il debito greco sia finanziato dall’Europa. Ma, questo debito non vale nulla. E’ spazzatura, denaro di monopoli. Quindi chiedere all’Europa che a sua volta sta attraversando la sua debacle finanziaria, di assorbire un debito impagabile, che i greci, certamente, non potranno mai pagare, significa che sicuramente si distruggerà l’Europa. E questo è fatto di proposito, dato che nessuno, neanche Barroso, con tutto il rispetto verso di lui, è assolutamente intellettualmente impedito o Trichet è così stupido.

Disfiamoci della burocrazia di Bruxelles. Licenziamo tutti. Tutti sono mendicanti. Sono inutili. Queste persone non hanno mai fatto niente di utile nelle loro vite. Disfiamoci di Barroso. E’ stato rimandato in storia a scuola. Disfiamoci dell’ipocrita Van Rompuy, non perché è inutile ma perché è maligno e pericoloso. Non è la prima volta che un malvagio vince la sua strada all’ombra verso le viscere del potere.

Vedete, è una questione di leadership ed è una questione di immortalità. Tutti i leader della società, specialmente in tempo di crisi, sono i leader perché si misurano contro l’approssimazione di questo standard. Gente come Barroso, Van Rompuy, il presidente dell’Unione Europea Jean Claude Juncker, Dominique Strauss- Kahn, il direttore amministrativo del FMI, appena possono essere considerati dei leader. In realtà appena possono essere considerati umani, sotto la prospettiva della rappresentazione umana del “Per il Bene Superiore dell’Umanità”.

Adesso, quello di cui vi sto parlando non è un problema scientifico ma un problema morale. Una questione di immortalità. Noi come stati nazione, come gente del Pianeta, crediamo nel futuro dell’umanità? E che tipo di futuro avremo tra 100 o 200 anni? O che ne sarà di noi in 10 mila anni? Abbiamo il diritto di sognare? Se può avere un senso essere qui, allora i cattivi non possono vincere.

Per esempio, ci hanno detto che l’euro deve essere salvato. Che il fallimento dell’euro porterà la caduta dell’UE. E’ una bugia. Invece di una debole e disfunzionale unione monetaria europea ritorneremo ad essere repubbliche stati nazioni indipendenti. L’Europa dei nostri avi.

“La diversità culturale non è solo il segno del progresso, ma una polizza di sicurezza contro l’estinzione umana” Una volta nato, il concetto di stato nazione non muore mai; aspetta solo che appaiano esseri umani valorosi e lucidi per la sua difesa, e che perfezionino il concetto. Così dobbiamo essere una fraternità di nazioni, di nazioni sovrane- unite con lo scopo comune dell’umanità. Fino a quando non potremo portare l’Umanità ad una Età della Ragione, la storia in realtà sarà plasmata non dalla volontà della maggior parte dell’umanità, ma da quei pochi che, con intenzioni buone o cattive, conducono il destino dell’uomo allo stesso modo di come una mandria di mucche è guidata avanti e indietro nei prati e, occasionalmente, anche verso il macello”.

Versione originale:

Daniel Estulin
Fonte: www.danielestulin.com
Link: http://www.danielestulin.com/2010/06/03/el-historico-discurso-de-daniel-estulin-denunciando-al-grupo-bilderberg-en-el-parlamento-europeo/
3.06.2010

Versione italiana:

Fonte: www.vocidallastrada.com
Link: http://www.vocidallastrada.com/2010/06/lo-storico-discorso-di-daniel-estulin.html
5.06.2010

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di VANESA

ComeDonChisciotte – IO, ECONOMISTA FINALMENTE VI RACCONTO LA MIA VITA A IMPATTO ZERO

Fonte: ComeDonChisciotte – IO, ECONOMISTA FINALMENTE VI RACCONTO LA MIA VITA A IMPATTO ZERO.

DI SERGE LATOUCHE
repubblica.it

Da molto tempo ormai non uso più l’ automobile, mi muovo soltanto in bicicletta. Quando vengo in Italia, cosa che mi capita spesso, non prendo mai l’ aereo, solo il treno. Anche se sono stato a lungo un amante della carne, ora ne mangio pochissima, mi diverto a scoprire altri sapori, perché gli allevamenti intensivi di bestiame sono tra le prime cause dell’ inquinamento atmosferico. Un chilo di carne equivale a sei litri di petrolio. Preferisco comprare quel che mi serve nelle piccole botteghe e cerco di usare ogni cosa sino a consumarla del tutto. Piuttosto che buttare, riparo, anche se oggigiorno costa meno comprare un oggetto nuovo fabbricato in Cina. Ma preferisco appunto allungare la vita delle cose, o riciclare, combattendo così la filosofia dell’ usa-e-getta, l’ obsolescenza programmata dei beni.. Non possiedo un cellulare, e sto bene così. Pratico quello che il mio maestro Ivan Illich chiamava “tecnodigiuno”.

Nella foto: Serge Latouche

Non guardo mai la televisione e ho soltanto un computer che mi permette di consultare ogni tanto le email. Non mi collego ogni giorno alla posta elettronica, faccio delle lunghe pause anche in questo. Spesso scrivo lettere a mano perché è un modo di dimostrare a me stesso che non ho bisogno di una protesi elettronica per comunicare con gli altri.
L’ importante è resistere alla “tecno-dipendenza”. Si può usare la tecnologia ma bisogna evitare di esserne schiavi. Benché faccia tutte queste rinunce rispetto allo stile di vita moderno, non sono da compatire. Invertire la corsa all’ eccesso è la cosa più allegra che ci sia. La mia unica regola è la gioia di vivere. E’ possibile immaginare una società ecologica felice, dove ognuno di noi riesce a porsi dei limiti, senza soffrirne perché non si sono create delle dipendenze. E’ ormai riconosciuto che il perseguimento indefinito della crescita è incompatibile con un pianeta finito.

Se non vi sarà un’ inversione di rotta, ci attende una catastrofe ecologica e umana. Siamo ancora in tempo per immaginare, serenamente, un sistema basato su un’ altra logica: quella di una “società di decrescita”. Io parlo di decrescita felice, perché sono convinto che si tratta di piccoli aggiustamenti che ognuno di noi può fare senza soffrirne. Da giovane ero un economista esperto di sviluppo. Negli anni Sessanta sono stato in Congo e poi nel Laos per attuare programmi di sviluppo economico. E’ così che è incominciata la mia riflessione critica su questo modello di crescita continua. Pensavo essere al servizio di una scienza, in realtà si trattava di una religione. Gli economisti come me allora sono dei missionari che vogliono convertire e distruggere popoli che vivevano diversamente. Quando ho iniziato a non seguire più questa dottrina assoluta, in vigore ormai da decenni, ero molto isolato.

In Occidente nessuno ha avuto il coraggio di parlare di decrescita fino al 1989, dopo il crollo del Muro. Quando siamo entrati in un mondo globale, senza più differenze tra primo, secondo o terzo mondo, lentamente c’ è stata una presa di coscienza. Oggi non si tratta di trovare un nuovo modello economico ma di uscire dal governo dell’ economia per riscoprire i valori sociali e dare la priorità alla politica. Ognuno di noi può fare qualcosa intorno a quelle che io chiamo le otto ‘ R’ . Ovvero rivalutare, riconcettualizzare, ristrutturare, ridistribuire, rilocalizzare, ridurre, riutilizzare, riciclare. Rivalutare significa per esempio creare un diverso immaginario collettivo, fatto dell’ amore per la verità, di un senso della giustizia e della responsabilità, del dovere di solidarietà. Rilocalizzare vuol dire produrre a livello locale i prodotti necessari a soddisfare i bisogni della popolazione. Riutilizzare e riciclare è anche l’ unico modo di evitare di essere sommersi dai rifiuti infiniti che stanno distruggendo la Terra. Le otto ‘ R’ sono cambiamenti interdipendenti, che insieme possono far nascere una nuova società ecologica. Una società nella quale ci sentiremo di nuovo cittadini, e non più solo semplici consumatori.

Serge Latouche
Fonte: http://www.repubblica.it
Link: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/06/05/io-economista-finalmente-felice-vi-racconto-la.html
5.06.2010

(Testo raccolto da Anais Ginori)

YouTube – ECUADOR DICHIARA ILLEGALE IL SUO DEBITO ESTERO

Fonte: YouTube – ECUADOR DICHIARA ILLEGALE IL SUO DEBITO ESTERO.

Una revisione del debito estero eseguita dal Ecuador con l’aiuto di Alejandro Olmos, mette in evidenza le porcate contenute nei vari contratti fatti al paese da parte dei creditori internazionali.
Una classe politica corrotta e compiacente ha collaborato strettamente per impoverire il paese.
Questa tecnica viene speso usata dai creditori internazionali che trovano l’appoggio di politici corrotti disposti a tradire la loro patria, per espropriare i paesi del terzo mondo.
Grazie a questa revisione il mondo ora è al corrente del sistema usato dalla FED, FMI, E BANCA MONDIALE, BANCO INTERAMERICANO DE DESAROLLO per impoverire i popoli del mondo.
Per far si che rimangano poveri e diventino sempre più poveri.

ComeDonChisciotte – BILDERBERG: LA COSPIRAZIONE PUBBLICA

Fonte: ComeDonChisciotte – BILDERBERG: LA COSPIRAZIONE PUBBLICA.

DI PAUL JOSEPH WATSON
Prison Planet

Adesso l’agenda per un governo globale è pubblica. L’importanza del Gruppo Bilderberg si basa sui politici controllati.

Adesso che l’agenda di un governo globale e di un sistema economico centralizzato è riconosciuta pubblicamente ed apertamente, quello che rende importante la riunione annuale del Gruppo Bilderberg è quali siano le personalità politiche che si stanno coltivando per appoggiare tali sviluppi. La maggioranza degli argomenti della riunione annuale sono stati resi pubblici nelle scorse settimane: la possibilità di un attacco militare contro l’Iran e il futuro crollo dell’euro.

I membri della Commissione Trilaterale, partecipanti abituali a tali riunioni, hanno fatto sapere che si parlerà seriamente di una Guerra contro l’Iran da tenersi mentre l’elite approfitta delle conseguenze della crisi economica per centralizzare e rendere più stretti i regolamenti riguardanti le operazioni finanziarie.

Le conseguenze di una eventuale guerra contro l’Iran provocheranno una spaccatura tra i membri del Gruppo Bilderberg come è già successo nel caso della guerra all’Iraq.

Durante il recente incontro avvenuto a Dublino, i membri della Commissione Trilaterale, in cui solitamente si discutono gli stessi argomenti che verrano poi trattati negli incontri Bilderberg, Mikhail Slobodovsici (principale consigliere del gruppo Russo) parlando con un membro di We Are Change, che aveva scambiato per un collega, si è lasciato sfuggire: “Stiamo cambiando il mondo…Abbiamo bisogno di un governo mondiale” e, parlando poi di Iran “dobbiamo liberarci di loro”.

Il presidente del Fondo Monetario Internazionale, e membro del Gruppo Bilderberger, Dominique Strauss Kahn in un recente discorso fatto ad una riunione elitista a Zurigo ha riconfermato la tendenza a presentare l’opzione del governo mondiale come unica soluzione per risolvere la crisi economica quando ha detto che i globalisti devono vedere la crisi ‘come una opportunità’ per arrivare ad ‘una nuova moneta emessa da un banca centrale mondiale’.

Le nostri fonti presso il Bilderberger indicano che esiste una grande frattura nei gruppi globalisti elitisti.

Gli elitisti piu giovani ed i nouveaux riche sono preoccupati perché l’economia globale sta affondando troppo presto e troppo velocemente, cosa che potrebbe provocare sul lungo termine conseguenze drastiche anche sulla propria influenza e ricchezza.

Zbigniew Brzezinski, cofondatore e importante membro della Commissione Trilaterale, ha recentemente parlato di tali fratture all’interno del movimento globalista elitista in un contesto geopolitico aggiungendo che ‘un risveglio politico globale’ congiuntamente agli scontri intestini tra la elite sta minacciando di bloccare la spinta verso un governo mondiale.

Nelle scorse settimane i globalisti hanno anche discusso pubblicamente i tempi tecnici a proposito se e quando l’euro come moneta unica collasserà e se tale collasso dell’euro sarà seguito dal collasso del dollaro americano.

David Blanchflower, ex stratega della Banca di Inghilterra, ha indicato a Bloomberg News che la regione monetaria che utilizza l’euro come moneta comune potrebbe disitntegrarsi come risultato della crisi causata dal debito Greco che minaccia di coinvolgere altri Paesi in Europa.

Jim Tucker, veterano conoscitore dei Bilderberg, fa notare nel suo ultimo articolo che, già da varie settimane, i mezzi di comunicazione di massa stanno preparando la gente ad accettare l’agenda dei globalisti elitisti del Gruppo Bilderberg.

“I mezzi di informazione in Europa e nell’Emisfero Occidentale controllati dai Bilderbeger stanno condizionando il pubblico ad accettare due degli obiettivi piu importanti della elite super segreta ancora prima del meeting che si terrà a Sitges, in Spagna, dal 4 al 7 giugno: un attacco militare americano contro l’Iran ed il salvataggio finanziario della Grecia e altri Paesi della Unione Europea”, scrive Tucker.

Adesso che l’agenda di un governo globale e di un sistema economico centralizzato è riconosciuta pubblicamente ed apertamente, la funzione principale del Gruppo Bilderberg è di sviluppare i contatti con le personalità politiche che terranno in un prossimo futuro importanti posizioni nella gerarchia politica del nuovo mondo.

Una delle cose più interessanti da sapere a proposito della riunione del Bilderberg che si terrà a Sitges, in Spagna, è chi saranno i partecipanti. In Inghilterra il nuovo governo di coalizione Inglese di David Cameron si è opposto a parole al progetto dei Bilderberger per l’Europa, però si è dato da fare per nominare politici pro-Europeisti per posti importanti. E’ interessante osservare la presenza eventuale di Cameron e del suo compare Clegg, così come sarà interessante vedere se verranno invitati alla riunione membri del Partito Laburista adesso all’opposizione.

Dopo le dimissioni del servo dei Bilderberger Gordon Brown è certo che i Bilderberger pongano il veto a potenziali candidati a Primo Ministro come David Milliband.

Titolo originale: “Bilderberg: The Open Conspiracy”

Fonte: http://www.prisonplanet.com
Link
28.05.2010

Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di MARCO CRESPI

ComeDonChisciotte – MACELLERIA SOCIALE ED EVASIONE BANCARIA: PERCHE’ DRAGHI DOVEVA TACERE

Fonte: ComeDonChisciotte – MACELLERIA SOCIALE ED EVASIONE BANCARIA: PERCHE’ DRAGHI DOVEVA TACERE.

DI MARCO DELLA LUNA
nuke.lia-online.org

Nella sua allocuzione del 31 Maggio 2010, Mario Draghi, Governatore della Banca d’Italia e candidato alla presidenza della BCE, ha definito l’evasione fiscale come “macelleria sociale”. Ma Draghi, come tutti i governatori di banche centrali, come tutti i gestori di banche di credito, è l’ultima persona al mondo legittimata a parlare di evasione e giudicare gli altri. Vediamo perché in cinque punti. Cinque punti di critica, ma anche di proposta per riforme eque ed efficaci da parte di ogni statista e di ogni ministro dell’economia che vogliano passare alla storia e non finire nell’affollato dimenticatoio dei burattini senza volto.

E’ nozione comune e incontestata che la liquidità (l’insieme di ciò che l’economia e la società usa come danaro, dalla cartamoneta al denaro elettronico) è creato dal sistema bancario, senza copertura aurea (abbandonata completamente dal 1971), quindi a costo zero. Si parte dalle banche centrali che creano dal nulla cartamoneta e attivi sui loro propri conti correnti, e li prestano a basso interesse alle banche di credito, che con essi comperano titoli del debito pubblico, portatori di interessi (che paghiamo noi con le tasse), emessi dai governi per finanziare il proprio deficit di bilancio.

E qui va fatto il primo rilievo: le banche centrali, quando creano (e poi usano per comperare titoli o erogare crediti remunerati) denaro o attivi dal nulla, aumentano il proprio patrimonio (cioè guadagnano) a costo zero, e su questo aumento non sono tassate, perché fanno figurare che esso sia compensato dall’uscita del denaro così creato. Ma siccome questo denaro è creato da loro a costo zero, la compensazione è fasulla, come riconoscono i manuali di economia politica, dal Krugman al Blanchard, e le tasse dovrebbero essere pagate, previa revisione dei bilanci e accertamento del reddito evaso. Quindi, poiché le banche centrali evadono o eludono massicciamente le tasse, i loro governatori non sono legittimati a giudicare in materia di evasione.

Proseguiamo. E’ pure nozione comune e non contestata, che le banche di credito, partendo dal denaro creato dalle banche centrali, lo moltiplicano nel seguente modo: esse mettono a riserva questi titoli presso la banca centrale, oppure prendono a prestito da essa i depositi che essa crea a costo zero, per poi depositarli presso di essa, sempre a riserva. Partendo da questa riserva, e applicando il moltiplicatore bancario, che normalmente è di dieci, esse erogano credito per un importo complessivo pari a dieci volte le riserve. Ossia, se hanno a riserva 10, possono erogare credito per 100, percependo interesse su 100, mentre pagano interessi solo su 10. Inoltre, i loro interessi attivi sono molto superiori a quelli passivi. Se pagano l’1% di interessi passivi alla banca centrale per le riserve, e si fanno pagare mediamente l’8% dai loro clienti, allora guadagnano, di interessi, (8 x 10 ) – 1 = 79. In realtà, però, la percentuale di riserva non è un limite alla creazione di liquidità, perché portano a riserva sia i depositi che ricevono, che i crediti corrispondenti ai “prestiti” che erogano (cioè, se ti prestano 10 si registrano a credito 10 di capitale più gli interessi a scadere). Il limite alla creazione di liquidità mediante la concessione di crediti è posto dalla capacità del sistema di richiedere e sostenere il credito, oppure da accordi di cartello tra le banche (Basilea I, II, III). Oggi la massa monetaria complessiva (M3) è costituita per il 92% da liquidità creata dalle banche di credito. E qui va fatto il secondo rilievo: le banche di credito, nel modo suddetto, creano a costo zero o minimo enormi quantità di liquidità – ossia incrementano i loro patrimoni. Su questi incrementi anch’esse, come la banca centrale, non pagano tasse, perché anch’esse, come la banca centrale, compensano contabilmente quegli incrementi patrimoniali facendo figurare pari uscite di capitale dal loro patrimonio, che però non avvengono, appunto perché la banca di credito non presta il denaro della raccolta, ma crea liquidità nello stesso atto di erogare il credito. Anche questa è elusione o evasione, e siccome molte banche centrali, come quella italiana, sono di proprietà di banchieri privati, che godono di questo doppio privilegio (aumentare la propria ricchezza a costo zero e senza pagare le tasse su tale aumento), i governatori di quelle banche centrali non sono legittimati a parlare di evasione.

Andiamo avanti. Il sistema bancario nel suo complesso realizza grandi profitti siccome crea a costo zero denaro  con cui compera i titoli del debito pubblico emessi dallo Stato e gravati da interesse. Il sistema bancario, come abbiamo detto, usa i titoli di Stato come copertura e riserva frazionaria per emettere la cartamoneta, il denaro legale (8%), e il denaro creditizio (98%). I contribuenti devono pagare le tasse allo stato affinché lo Stato possa pagare gli interessi al sistema bancario. Ma, se lo Stato è in grado di emettere titoli a copertura e riserva del denaro legale e del denaro creditizio, allora è in grado di emettere in proprio anche il denaro legale e il denaro creditizio, anziché prenderlo in prestito pagando interessi e finendo per accumulare un debito pubblico enorme, che non riesce a ripagare, e che può mantenere solo imponendo tasse crescenti per pagare gli interessi passivi. In effetti, lo Stato italiano emetteva in proprio il biglietto da 500 Lire, ed emette tuttora in proprio le monetine metalliche. Altri Stati hanno emesso o emettono denaro senza prenderlo a prestito dalle banche. Alcuni sostengono che la politica sia demagogica e inaffidabile, e che quindi sia preferibile lasciare ai banchieri privati il potere e il monopolio di creare il denaro, di regolarne la quantità in circolazione e il tasso di interesse. Ma di fatto i banchieri usano questo potere nel loro interesse e per aumentare i propri profitti a spese della società e dei produttori di ricchezza (i banchieri non producono né beni né servizi; quindi la crescita dei loro patrimoni avviene a spese dei patrimoni e dei redditi degli altri, che li producono).

E con questo possiamo formulare il terzo rilievo: Draghi e i suoi colleghi non sono legittimati a parlare di evasione, perché buona parte delle tasse che lo Stato raccoglie vanno a pagare interessi sul debito pubblico in favore del sistema bancario. Debito pubblico e interessi passivi che esistono e crescono solo perché lo stato, senza alcuna ragione, ha donato al sistema bancario il potere sovrano e politico di creare dal nulla denaro, di regolarne la quantità disponibile all’economia, di fissarne il tasso di interesse, di incassare in proprio gli interessi.

Adesso vediamo il quarto punto. Il sistema bancario crea denaro usato dalla società – supponiamo 100 – interamente mediante operazioni di credito: crea il denaro legale scambiandolo contro titoli del debito pubblico (cioè facendo credito allo Stato); e crea il denaro creditizio erogando credito ai clienti che lo richiedono a prestito. A ciascuna unità monetaria creata corrisponde un’unità di debito capitale. Quindi, se il denaro complessivamente creato è 100, il debito capitale è pure 100. E, siccome il debito è gravato di interesse passivo, dopo un anno avremo che il denaro esistente è sempre 100, ma il debito è cresciuto a 110 (posto 10% il tasso finale di interesse). A questo punto si avvia un meccanismo la cui azione è, inizialmente, leggera, poco avvertibile, quindi esso viene accettato. Ma dopo 5 anni, avremo che il denaro esistente è 100 e il debito è 200. Oppure, se la società paga annualmente l’interesse, dopo 5 anni il denaro disponibile per l’economia è 50, e il debito è 100; quindi l’economia va in deflazione per effetto del calo di liquidità. In realtà, prima che ciò avvenga, la società, per poter servire il debito, ossia pagare gli interessi, prende a prestito ulteriore denaro, sui cui pagherà interessi in aggiunta a quelli che già paga. E così più e più volte. In tal modo però non risolverà il problema, ma soltanto lo differirà fino al punto in cui il reddito non sarà più sufficiente a pagare gli interessi e il patrimonio non sarà più sufficiente per ottenere nuovi prestiti. Una crescente quota dei redditi dovrà essere spesa per pagare gli interessi dei debiti pubblici e privati, e tasse destinate al servizio del debito pubblico. Il margine di profitto delle aziende si contrarrà sino ad azzerarsi, come sta già avvenendo in molti settori produttivi. Lo Stato, in particolare, per tirare avanti, cioè per pagare i crescenti interessi sul debito pubblico, dovrà continuamente aumentare la tassazione, tagliare i servizi e gli stipendi, vendere i propri beni. I banchieri, in tal modo, attraverso l’opera del governo, rastrellano tendenzialmente tutto il reddito, tutto il prodotto del lavoro e degli investimenti del corpo sociale.

Questo è il meccanismo del denaro-debito messo su e gestito dalla comunità bancaria mondiale, di cui fanno eminentemente parte le banche centrali. Ed è questa la quarta ragione per la quale Draghi non ha diritto di parlare di evasione fiscale.

Creando denaro-debito gravato di interessi, cioè creando più debito che liquidità, la comunità bancaria costringe la gente e le imprese, per sopravvivere, alla rincorsa disperata del profitto, alla lotta di tutti contro tutti, perché ciascuno, essendo il denaro disponibile meno di quello dovuto, per pagare gli interessi passivi che gli competono (sia come interessi diretti, sia come tasse), deve togliere denaro a qualcun altro ad ogni costo. Questo è il fattore che costringe gli uomini alla rincorsa del profitto per il profitto, alla sopraffazione, allo sfruttamento radicale. Che li disumanizza. Ma è anche il fattore che costringe ad evadere per sopravvivere, per conservare un reddito, per limitare i costi e non chiudere, licenziare, fallire. Si può dire, quindi, che molti evadono le imposte e i contributi sociali per poter pagare gli interessi alle banche. Per poter pagare gli stipendi ai lavoratori, sia pure in nero. Per poter pagare le materie prime. Per poter contenere i costi di produzione così da non finire fuori mercato e dover chiudere. Quindi questa evasione potrebbe esser considerata una legittima difesa per l’evasore, e un bene per la società, perchè la protegge contro una spoliazione mortale e le consente di sopravvivere.  Ma, alla luce di quanto detto sul sistema monetario, va riconosciuta una realtà più profonda: l’evasione, il denaro evaso, è, in larga parte, denaro che non c’è, che il corpo sociale non ha, e che quindi non potrebbe dare allo Stato nemmeno volendo, nemmeno se volesse togliersi il sangue pur di fare il proprio “dovere”. Non potrebbe, proprio a causa del sistema monetario congegnato e diretto dalla comunità bancaria, del debito perpetuamente crescente che esso genera in automatico, aumentando inarrestabilmente il debito e gli interessi passivi rispetto alla liquidità, e portando altrettanto inesorabilmente alla recessione, ai fallimenti, ai licenziamenti, al commissariamento di interi paesi, a sacrifici tanto duri quanto non dovuti.

Se tutto questo non è “macelleria sociale”, e della più lucida e spietata, allora Draghi aveva il diritto di parlare come ha parlato e sottoscrivo pienamente ciò che ha detto.

Marco Della Luna
Fonte: http://nuke.lia-online.org/Default.aspx
1.06.2010

ComeDonChisciotte – INGANNO E DEPRESSIONE INDOTTA

Fonte: ComeDonChisciotte – INGANNO E DEPRESSIONE INDOTTA.

DI MARCO DELLA LUNA
nuke.lia-online.org

La crisi è alle spalle – Non ci saranno nuovi sacrifici – Qualcuno ha pagato il mio appartamento a mia insaputa – Al Salaria Sport Village mi curavano l’ernia del disco.

Hanno mentito e mentono ancora. Hanno Mentito quando dichiararono che l’Euro avrebbe protetto il potere d’acquisto, e all’opposto lo ridusse del 40%. Era così sicuro e conveniente – dicevano – che non solo era superflua una consultazione popolare, ma anzi la gente doveva assolutamente pagare tasse aggiuntive per meritare il privilegio di entrare nell’Euro, nella Moneta Unica.

Mentirono sulla quantità di tasse da pagare per entrare nell’Euro: prima erano 5.000 miliardi di Lire, poi 10.000, poi 20.000. A un certo punto ci dissero che finalmente eravamo nell’Euro, nella Moneta Unica. Ma anche qui mentivano, e ora ce ne stiamo accorgendo: l’Euro non è una moneta unica. E’ una cosa molto diversa: è un insieme di parità fisse di cambio tra le varie monete partecipanti. E’ come il vecchio Sistema Monetario Europeo, saltato nei primi anni ’90, solo che ha introdotto banconote e spiccioli comuni, per corroborare l’illusione che sia una moneta unica.

Non è una moneta unica perché l’Euro viene prodotto dalla BCE e “venduto” ai singoli paesi contro titoli del debito pubblico dei singoli paesi. Ogni paese emette e vende i suoi propri titoli. Ogni paese, ogni debito pubblico, ha il suo rating e paga il suo tasso di interesse: più i suoi conti sono affidabili, meno paga. E le differenze possono essere elevate. Inoltre, le agenzie di rating possono giocare, e hanno giocato, a dividere l’Eurozona ribassando artatamente il rating di questo o quel paese finanziariamente in difficoltà. Si può arrivare a una situazione in cui la BCE dichiari che i titoli di un dato paese dell’Eurozona non siano più utilizzabili per acquistare Euro.

Affinché più paesi facciano una moneta unica, comune, è necessario che emettano titoli del debito pubblico comuni, ossia che unifichino i loro rispettivi debiti pubblici. Che paghino un unico tasso di interesse. Il che ovviamente non è avvenuto e non può avvenire: Germania e Francia non unificheranno mai i loro debiti pubblici con quelli di Italia, Spagna, Portogallo, Grecia.

Quello che è avvenuto e che era prevedibile e inevitabile, e da alcuni è stato voluto, è che costringere sistemi economici poco efficienti a servirsi della medesima moneta dei sistemi economici più efficienti con cui avevano rapporti di concorrenza e/o di scambio commerciale, ha causato il declino e lo smantellamento dei sistemi economici inefficienti: Grecia, Meridione, Portogallo… Tanto più che, al contempo, arrivava l’attacco competitivo nei nuovi paesi comunitari est-europei nonché della Cina, dell’India, del Pakistan, del Marocco… Tra aree economiche aventi livelli di efficienza e di indebitamento molto distanti tra loro, non ci può essere una moneta comune. Ma non può nemmeno sopravvivere una parità comune, senza ammazzare le aree deboli. A meno che queste non prendano il potere politico sull’Unione e non sfruttino colonialmente quelle forti. Quindi l’Euro salterà, in un modo o nell’altro.

Intanto i banchieri portano avanti la loro politica e i loro affari. Ricordate quando le banche, la BCE, erogavano prestiti facili e a minimi tassi? E poi, quando famiglie e imprese si furono indebitate, strinsero i cordoni con Basilea I e Basilea II, mandando a rotoli l’economia? Causando una marea di insolvenze? E, quando i costi maggiori finanziari prodotti da questa stretta creditizia, cioè monetaria, e le insolvente, pure da essa prodotte, si tradussero in un generale rincaro dei prezzi, gridarono all’inflazione monetaria, e strinsero ancora di più i cordoni della liquidità, e alzarono ripetutamente i tassi, fino a ottenere il crollo dei mercati finanziari e dell’economia reale nel 2008? Vi ricordate che, allora, diciamo a fine luglio, dall’oggi al domani, contraddicendosi spudoratamente, “scoprirono” che c’era un drammatico bisogno di liquidità, e buttarono i tassi a zero? E usarono i governi per far rifinanziare banche e simili coi denari pubblici, cioè con pubblico indebitamento, togliendo i soldi all’economia reale e ai redditi e alla spesa pubblica? E avete notato come, con quei rifinanziamenti, le banche hanno imbastito tra loro un frenetico scambio di titoli finanziari per far risalire artificiosamente i mercati, inducendo risparmiatori fondi previdenziali e di investimento a metterci i loro soldi per rifarsi delle perdite del 2007-2008? E come hanno riportato i bonus dei loro CEO a livelli superiori al crollo delle borse?

Adesso la cosa si ripete: nuovo sacco dei redditi e dei risparmi per trasferire ricchezza al sistema bancario, anziché far pagare le banche autrici e beneficiarie di truffe e speculazioni distruttive.

L’inflazione rialza la testa e la BCE assicura che non tollererà che ciò avvenga. Ossia preannuncia e pregiustifica rialzi dei tassi. Ma sa benissimo che, oggi come prima del 2008, non c’è alcuna inflazione monetaria, proprio perché, al contrario di quanto assume (in ovvia mala fede) la BCE, l’economia reale sta morendo di scarsità di denaro disponibile. Quella falsamente presentata come inflazione da eccesso di moneta, in realtà è l’aumento dei costi finanziari (e conseguentemente dei prezzi di beni e servizi) dovuto appunto alla stretta creditizia di Basilea I, II e III , alla pratica sistematica dell’usura da parte delle banche di credito col tacito consenso delle banche centrali, all’aumento dei costi unitari industriali dovuto a diseconomie di scala (a loro volta dovute alla minor produzione e alla concorrenza cinese). Ma anche al fatto che banchieri e governanti hanno dirottato le risorse monetarie dai consumi, dai redditi, dagli investimenti al sostegno delle banche e della speculazione finanziaria, demonetizzando l’economia produttiva a favore di quella speculativa, e diffondendo insolvenze, fallimenti, licenziamenti.

Ora, con le manovre di aggiustamento dei conti, con nuove tasse, con ulteriori tagli dei redditi e della spesa pubblica, e insieme col rialzo dei tassi, è chiaro che puntano deliberatamente a produrre una depressione economica di prim’ordine e di lunga durata (una manovra che io interpreto, nel mio recente Oligarchia per Popoli Superflui, come finalizzata a salvare la Terra dall’inquinamento industriale e civile, dall’esaurimento delle materie prime, dalla sovrappopolazione). Ci sono precedenti: come provato dal prof. Richard Werner nei suoi saggi Princes of the Yen e New Paradigm in Macroeconomics, una cosa analoga il sistema bancario internazionale ha già fatto nel 1991 al Giappone, per tagliare le gambe alla sua economia mediante una brusca ed economicamente ingiustificabile stretta monetaria, che bloccò l’espansione industriale e commerciale di quel paese, e ancora oggi lo mantiene nella stagnazione. E così facendo consentì l’ascesa dell’astro cinese, designato a comperare l’incessante emissione di t-bonds degli USA – USA che erano all’inizio di una lunga e costosissima serie di campagne belliche.

Quale che sia il fine reale della manovra bancaria per mandare l’Occidente in depressione economica, la realtà di tale manovra è tangibile, comprovata. E i politici, i governi, i parlamenti assecondano tale disegno depressivo. Se si volessero realmente opporre, i governi potrebbero facilmente farlo con operazioni sotto copertura nei confronti della grande finanza e delle sue agenzie di rating, analoghe a quelle che conducono nei confronti del terrorismo non finanziario.

In Italia e in altri paesi ci stupiamo che la classe dirigente (politici, grand commis), rubano, o mangiano, o arraffino, in modo non accidentale, non isolato, ma sistemico. Ma che altro potrebbe fare, se non questo, una classe dirigente che, nel sistema effettivo dei poteri, è sottoposta al potere finanziario, che è il braccio esecutivo e la maschera sporca di questi interessi, e che in questo ruolo saccheggia e boicotta i popoli che sulla carta dovrebbe rappresentare e amministrare? E’ inevitabile che arraffi in proprio, oltre a saccheggiare per essi. In Italia, con la tangentopoli bis, stanno sviando l’opinione pubblica dal male grande al male piccolo ma più accettabile all’opinione pubblica, che quindi viene condizionata a vedere il problema come di una classe dirigente diffusamente corrotta: un problema da risolvere con indagini e sanzioni e più richiami a valori etici.

I popoli, le masse, non sono, proprio perché numerosi, in grado di imparare, di capire, di evitare. Agiscono secondo emozioni, abitudini, imitazione. Altrimenti non sarebbero caduti nella trappola dei prestiti facili né in quella della crisi alle spalle. E non sono nemmeno in grado di coordinarsi, altrimenti avremmo già avuto una rivoluzione violenta negli USA come in Grecia, in Italia etc., contro questi parlamenti e questi governi che depredano le loro popolazioni su mandato dei banchieri, mentendo e ingannando sistematicamente in materia economica. Ma queste rivoluzioni sarebbero del tutto inutili, perché non vi è alternativa, nei nostri tempi, al governare i popoli attraverso lo strumento monetario e bancario, e agli strumenti più specificamente manipolatori. Quindi, se non scoppia la rivoluzione, non perdiamo nulla, tranne il sanguinoso spettacolo del popolo che sfoga la sua indignazione sulle piazze, facendo in pezzi ministri, onorevoli e senatori, boiardi di Stato e tutti gli altri da cui crede di essere stata ridotta in miseria.

Marco Della Luna
Fonte: http://nuke.lia-online.org/

ComeDonChisciotte – VASTO PROGRAMMA: AMMAZZARE DI TASSE I COMMENSALI DI SOROS

Fonte: ComeDonChisciotte – VASTO PROGRAMMA: AMMAZZARE DI TASSE I COMMENSALI DI SOROS.

DI PINO CABRAS
megachipdue.info

L’accelerazione della crisi in Italia è stata davvero brusca, se persino il governo che più di tutti al mondo liscia il pelo agli evasori fiscali si è trovato costretto a proporre misure economiche detestate dal blocco dei suoi elettori. Gli Stati hanno tutti sfondato i tetti dell’indebitamento, e fra di loro si apre una lotta concorrenziale immediata per piazzare ciascuno i propri buoni del tesoro. Amputano i propri modelli sociali, i propri progetti, le proprie clientele, con l’urgenza chirurgica di chi si sottopone a malincuore a un intervento dal risultato incerto: sempre meglio che morire certamente dissanguati. Così Berlusconi farà atti contro natura, fino a promettere di combattere l’evasione da lui finora glorificata. Questo per non perdere il regno, il cui trono traballa sopra il cumulo del terzo debito pubblico del pianeta.

La Grecia ha dimostrato quanto devastante e rapido possa essere il precipitare della crisi. Tutti i governi sono costretti a compiacere i crudeli capibranco che decidono dove far fluire l’acquisto dei titoli di Stato. Tutti cercano di riequilibrare in modo drastico entrate e spese, tanto da toccare subito interessi organizzati. In ogni singola realtà nazionale scossa dai piani di sacrifici i portatori d’interesse lotteranno in modo acceso per non rappresentare l’interesse più sacrificato.

Però, parafrasando Danny De Vito, sotto l’attacco della speculazione non ci sono vittorie, solo gradazioni di sconfitte.

L’urgenza porta a riscoprire cose dimenticate: che quelli che non pagano le imposte valgono decine di miliardi, che l’economia ha una quota troppo grande in nero, e così via. Il problema è che l’emergenza, per definizione, si concentra su certi aspetti immediati e visibili della realtà, ma trascura altri aspetti importanti. Durante l’alluvione vai a salvare chi è sul tetto di una casa, lì e allora, doverosamente, ma non stai operando la manutenzione degli argini del fiume che avrebbero evitato il debordare delle acque.

Durante l’emergenza finanziaria ci si concentra sull’evasione presente nell’economia reale, grave per le sue distorsioni, iniqua quanto si voglia, ma assai meno determinante di un’evasione molto più vasta che pure sarebbe raggiungibile dalla mano degli Stati: ossia le transazioni che avvengono sui derivati, che si compiono prevalentemente senza alcuna trasparenza, fuori dai mercati aperti al pubblico. Nel gergo finanziario, questa enorme massa di transazioni parallele, da cliente a cliente, viene definita «Over The Counter» «Over The Counter» (OTC). È il mondo ideale di chi non vuol farsi raggiungere da alcuna investigazione tributaria. In questo mondo parallelo le transazioni valgono – almeno nominalmente – decine di volte il PIL degli USA e dell’Europa.

La bolla delle moltiplicazioni del PIL è anche la bolla del connubio fra tutte le liquidità criminali, politiche e speculative. Una bolla gonfiata da operatori senza responsabilità, e perciò una bolla esentasse, del tutto priva di ricadute positive sul mondo reale. Influentissima invece in qualità di sistema bancario ombra, capace di lucrare e manovrare una contabilità devastante per chi ne subisce il flusso, fra frodi titaniche e assalti speculativi voluminosi, in mano a un clan ristretto di individui e istituti finanziari opachi.

Nonostante i membri del Superclan costituiscano una porzione così soverchiante della vera evasione fiscale, sono i primi a mettere sotto pressione “morale” gli Stati sovrani, a distribuire pagelle e ammonizioni sul debito eccessivo e i disavanzi insostenibili, da riaggiustare in qualche modo, altrimenti c’è il castigo del mancato acquisto dei bond, l’esplodere dei tassi d’interesse, infine il default.

Eppure un’imposizione fiscale su questa massa sterminata di transazioni e superprofitti parassitari – a loro modo in nero – ridimensionerebbe l’emergenza finanziaria. Si tratterebbe di ammazzare di tasse i commensali di George Soros.
v L’ostacolo però è politico. Gli Stati dovrebbero mettersi d’accordo, creare il meccanismo impositivo, mettere fuori legge certe operazioni speculative, armonizzare l’estrazione di un gettito colossale dagli intermediari che trafficano con i paradisi fiscali. Riportare insomma alla luce – ecco la vera emersione dal nero – gran parte della liquidità ombra creatasi negli ultimi decenni. Vasto programma. L’amministrazione Obama e il governo britannico non faranno passare riforme di questa portata. Non osano affrontare davvero i burattinai del sistema Over The Counter. Come Berlusconi riscopre obtorto collo chi non vorrebbe scoprire, gli evasori, allo stesso modo Obama è costretto a non ignorare il problema dei Padroni del’Universo, ma lo fa con provvedimenti molto deboli, rosicchiati da aggiustamenti lobbistici che li rendono inadatti a combattere gli speculatori.

Il comportamento dei banchieri ombra è slittato via via verso una direzione paradossale. Prima spingevano la massa del debito contando sulla funzione di garante di ultima istanza da parte dello Stato, perché lo Stato non poteva fallire. Ora scommettono proprio sul default degli Stati, se non di interi continenti.

Le probabilità di collasso sistemico a questo punto si accrescono, con scarti imprevedibili e repentini. Qualsiasi gestione “nazionale” della crisi – con tutti i prevedibili scontri fra interessi “locali” – sarebbe in partenza perdente. Il bersaglio grosso, nelle sue casematte globalizzate, se ne starebbe lì, come in effetti sta, a godersi lo spettacolo degli illusi che sognano il ritorno della crescita e intanto si disputano i denari per le cambiali.

Pino Cabras
Fonte: www.megachipdue.info/
Link: http://www.megachipdue.info/tematiche/kill-pil/3813-vasto-programma-ammazzare-di-tasse-i-commensali-di-soros.html
29.05.2010