SIGNORAGGIO E RISERVA FRAZIONARIA, LE VERE CAUSE DELLA “CRISI”

Da http://mercatoliberonews.blogspot.com/2008/10/signoraggio-e-riserva-frazionaria-le.html:

L’attuale crisi economica ricorda quella del 1929 che ha dato origine alla lunga e “grande depressione”. Allora venne realizzata spingendo prima una forte circolazione monetaria mediante l’immissione sul mercato di una grande liquidità con aperture di credito a basso costo dei tassi per: mutui, anticipazioni d’ogni tipo, per acquisire titoli, derivati, ecc. ecc. La corsa all’indebitamento si velocizzò poiché la rendita predisposta degli investimenti era superiore ai tassi richiesti per le anticipazioni. Successivamente si ridusse drasticamente la circolazione monetaria utilizzando qualsiasi tecnica, compreso il violento ritiro degli affidamenti prima facilmente concessi, provocando una violentissima deflazione su tutto il mercato. La massa monetaria si contrasse del 30%: il prodotto interno lordo americano cadde in termini reali del 29%, e la disoccupazione salì di oltre il 25%, con conseguenti fallimenti a catena di banche ordinarie, imprese, aziende e società d’ogni tipo sparsi in tutto il mondo, L’apparato politico, su occulta strategia delle banche centrali propose di curare il crack debitorio-speculativo spingendo gli Stati , dopo essersi indebitati con le banche centrali, a garantire credito e liquidità alle banche ordinarie nella speranza che queste a loro volta fornissero investimenti a sostegno della produzione e dei consumi interni. (allora come oggi gli unici a trarne profitto furono le banche centrali)

Invece un gruppo di economisti di Chicago propose un piano di riforma che era l’esatto contrario della «inadeguata medicina» adottata (causa primaria della prolungata depressione) e, se fosse stato accettato dalla leadership politica, avrebbe risanato rapidamente l’economia di allora e scongiurata quella attuale, evitando le guerre successive strumentali all’egemonia americana. Nel 1933 il «Piano di Chicago» fu vivamente raccomandato al governo dal professor Irving Fisher di Yale. Fisher era il più grande economista americano dell’epoca; fu lui il primo a capire e a spiegare che il meccanismo del credito così concepito porta alla creazione di massa monetaria; ci scrisse persino un libro: «100% Money»

Il Piano di Chicago proponeva che fosse restituito allo Stato il monopolio esclusivo dell’emissione monetaria e che fosse vietato alle banche la creazione di pseudo-denaro dal nulla con le riserve di fantasia, imponendo alle banche l’obbligo di riserva del 100%.

Oggi, le riserve obbligatorie sono ridicolmente basse, anche del 3%. Immaginiamo per semplicità un obbligo di riserva del 10%. Ciò significa (grosso modo) che, quando un risparmiatore deposita sul proprio conto corrente cento euro, la banca con quella «riserva» può concedere fidi e prestiti per 1.000 euro; mille euro che non ha, pseudo-capitale creato dal nulla. Questo consente enormi guadagni indebiti alle banche (che lucrano gli interessi sul denaro che non hanno e che creano dal nulla) ma le rende perennemente e ciclicamente instabili esposte agli umori del mercato: se la maggior parte dei depositanti andasse infatti a ritirare i depositi, si vedrebbe che la banca è insolvente.

Così facendo ci sarebbero risorse per l’economia reale e non per quella creativa ; le anticipazioni sarebbero determinate non già dalla percentuale di riserva permessa, bensì dalla quantità di risparmio esistente nell’economia reale e dalla quantità di denaro messo a disposizione alle banche ordinarie, sotto controllo dal Ministero del Tesoro, mediante operazioni pronto contro termine a tassi estremamente bassi corrispondenti ai costi d’amministrazione.

Irving Fisher infatti scriveva: «L’essenza del piano è di rendere la moneta indipendente dai prestiti; ossia separare il processo di creazione e distruzione di moneta dal business bancario. Un effetto collaterale sarebbe di rendere le banche più sicure e profittabili; ma l’effetto di gran lunga più importante sarebbe la prevenzione di successioni di grandi boom e depressioni, ponendo fine ai cronici cicli di inflazione e deflazione che sono stati sempre la maledizione dell’umanità e che sono nati, in genere, dall’attività bancaria» Tutto ciò Fisher e la scuola di Chicago (e Keynes era d’accordo) lo rese noto alla politica sin dal 1933 fornendo anche il metodo per controllare l’emissione monetaria per scongiurare decisioni discrezionali della «politica» che tenderebbe ad alluvionare di liquidità il mercato per ragioni elettorali o clientelari. In sintesi il concetto era semplice: mantenere costante il rapporto tra circolazione monetaria e beni da misurare, per non
creare squilibri e per poter finanziare la produzione a bassi costi
. L’altro economista, James Angell, dimostrò che il sistema proposto poteva essere effettivamente imposto ed applicato per legge. Tutto ciò ovviamente, fu respinto dal sistema bancario poiché non voleva rinunciare agli immensi guadagni-indebiti che lucrava creando denaro dal nulla: le banche ordinarie mediante la gestione dei debiti costruiti sulle spalle del mercato e dei privati, le banche d’emissione mediante quelli costruiti sulle spalle degli Stati in gran parte realizzati proprio dall’emissione monetaria di costo tipografico addebitata a questi al costo facciale.

Persino Milton Friedman, a cui si imputa la responsabilità della finanza senza regole, era a favore alla riserva obbligatoria al 100 % da parte delle banche ordinarie. Come Allais, anche Friedman sosteneva che la crescita della circolazione monetaria doveva essere proporzionale alla crescita dell’economia reale, con un tasso d’inflazione moderato del 2% annuo, (da non confondersi con l’aumento dei prezzi) per stimolare e sostenere la produzione e quindi i consumi.

Ovviamente queste teorie trovarono sostegno nel costatare che mentre tutto il mondo era in recessione, uno dei pochissimi Paesi come l’Italia si trovava con l’economia in espansione. Non si tardò molto a comprendere che ciò era dovuto all’emissione monetaria diretta da parte dello Stato il quale monetizzava il mercato realizzando, con la moneta acquisita a titolo originario e quindi senza debito, le opere pubbliche di comune interesse. (ricostruzione di tutto il territorio nazionale senza aumentare le tasse o il debito pubblico)

La bolla debitoria responsabile dell’attuale crisi economica non è determinata tanto dai mutui americani non pagati, quanto dalla sommatoria dell’indebitamento che si realizza con l’attuale emissione monetaria. Pertanto pensare di rifinanziare banche e mercato collassati dal debito con strumenti monetari forniti dallo Stato, che si indebita a sua volta nei confronti delle banche d’emissione, equivale ad intestardirsi a voler spegnere gli incendi con la benzina.

Per uscire dai ricatti causati dalle programmate crisi economiche, è necessario quanto segue:

lo Stato in nome e per conto dei cittadini deve riappropriarsi della funzione monetaria, battere moneta in proprio e per ciò non ingenerante debito, acquisirla per titolo originale incamerandone i signoraggi attualmente distratti dalla Banca Centrale.

Ricondurre la riserva delle banche ordinarie al 100 % dei propri attivi reali.

Ripristinare il divieto prima esistente nei confronti delle banche ordinarie, fondazioni e finanziarie collaterali di possedere quote di partecipazione di qualunque attività produttiva.

– Il credito e le attività creditizie debbono essere a disposizione del mercato e della produzione sottoposte alla sorveglianza del Ministero del Tesoro.

– Nelle more “occorre uno strumento – supplementare per l’iniezione di liquidità a livello nazionale” (Giulio Tremonti), da cui trapela che è arrivato il tempo di ripristinare lo strumento monetario che supplisca all’attuale emissione extra nazionale, gravata per sua natura dall’inversione contabile di produrre debito, emesso dal governamento nazionale scevro da debito.

– E’ necessario che la politica ritorni ad assolvere la sua funzione primaria al servizio delle persone. Ai politici che non possono o non se la sentono di adeguarsi consigliamo pronte e lodevolissime dimissioni a scanso di ristoro delle prebende percepite per servizi mal forniti. Non può essere più consentito distogliere risorse alla: sanità, istruzione, ricerca, produzione, mercato ed al sociale per conferirle ai banchieri.

10 risposte a “SIGNORAGGIO E RISERVA FRAZIONARIA, LE VERE CAUSE DELLA “CRISI”

  1. Credo sia difficilissimo ma non impossibile, togliere il monopolio alle banche centrali di emettere di moneta ; l’unica possibilità , sta nelle mani di noi cittadini che abbiamo il dovere morale ( perlomeno nei confronti dei nostri figli ) di informarci ; perchè oggi ci sono gli strumenti; internet in primis.Solo una cittadinanza informata, puo impedire che i delinquenti di turno, e di ogni razza , possano ridurre i cittadini onesti in schiavi del terzo millennio; indebitandoci fino al collo e facendoci credere con le informazioni ufficiali
    che tutto va bene e che c’è solo un po’ di crisi…
    ma passerà….dicono; passerà sta’ M..C..A, passerà solo quando questi delinquenti ,criminali, mafiosi ,bancarottieri,faccendieri,spariranno nelle celle di qualche galera o meglio ancora ammazzati da qualcuno che si è rotto le palle.
    Sveglia italiani …SVEGLIATEVI…o tra poco sarà troppo tardi. Un augurio a tutti i cittadini di buona volontà di informarsi; scavate nel profondo delle questioni e delle apparenti notizie che vi vengono confezionate da chi ha un grande interesse ; FARVI FESSI …E SCHIAVI.
    ciao Claudio da Brescia

  2. Italiani, ritirate tutti i soldi dalle banche e mettetelo sotto le mattonelle….tanto la banca chiede solo denaro per tenervi i soldi! Mandiamo le banche in malora! E’ ora di finirla con l’essere fregati. Rivogliamo di nuovo l’emissione del denaro alla zecca dello stato.

  3. Pensate solo a questo dato ! Siamo un popolo di indebitati, in ogni famiglia vi è un mutuo od un prestito da pagare adinteressi stratosferici ! meditate gente meditate!!!!!

  4. Ho solo una cosa poco chiara. quando la banca si trattiene il 10% come riserva il restante 90% lo da in prestito, ok. solo non capisco perchè si dice che quel 90% viene creato dal nulla. perchè in realtà resta sia nella banca che emette il mutuo che su quella dove accredita?

  5. Ecco come avviene la creazione del denaro dal nulla con un esempio semplice:

    – all’inizio tu hai 100 euro e il sistema bancario ha 0 euro in cassa.

    – tu depositi 100 euro in banca

    – la banca presta 98 euro (la riserva frazionaria è al 2%)

    – i 98 euro prestati vengono spesi e chi li riceve li deposita in banca. Il totale dei depositi che all’inizio erano solo i tuoi 100 euro adesso sono 100+98.

    – La banca che ha avuto il deposito di 98 euro presta il 98% di essi, circa 96 euro.

    – I 96 euro vengono spesi e chi li riceve li deposita in banca. Adesso il totale dei depositi è di 100+98+96=294 euro dai soli tuoi 100 iniziali. La banca che all’inizio aveva 0 euro in cassa, ha prestato 98 + 96 = 194 euro

    andando avanti così tra prestiti e depositi che si riducono del 2% ad ogni passo, dai tuoi 100 euro iniziali alla fine il sistema bancario avrà prestato 5000 euro (100 euro / 0,02).

    Quando tutti i prestiti saranno stati restituiti, tu avrai i tuoi 100 euro iniziali più gli interessi sul deposito mentre il sistema bancario che all’inizio aveva 0 euro in cassa si ritroverà 5000 euro + gli interessi sul prestito.

    questi 5000 euro + gli interessi che adesso sono della banca, prima non c’erano e sono stati creati dal nulla dal sistema bancario grazie al meccanismo appena spiegato della riserva frazionaria.

  6. mentre scrivevo la risposta ho capito. in realtà io pensavo: ma se ne presta 98 rimane con 2 quindi quando rientrano i 98 saranno sempre 100 e non 198. però ora ho capito che è questo il problema, infatti sono sempre 100 ma ne risulteranno 198 quindi quei 98 sono una farsa. grazie. ciao.

  7. Un’ultima domanda. ma se dal 1971 il valore del denaro non è più correlato a quello dell’oro, come se ne calcola oggi il valore? perchè anche se viene creato o stampato denaro alla fine genera solo inflazione quindi un valore di base ci deve essere. grazie.

  8. RON PAUL Revolution

    Nel 1969 una giuria del Minnesota (USA) si trovò a decidere la causa intentata dalla “First National Bank of Montgomery ” contro Jerome Daly portando alla luce alcuni dei retroscena più salienti del c.d. signoraggio bancario. La banca chiedeva il pignoramento della casa dell’imputato in quanto su di essa gravava una ipoteca di 14.000 dollari. Ma cionostante Jerome Daly presentò opposizione al provvedimento esecutivo sulla base del fatto l’istituto di credito non aveva mai versato alcun effettivo corrispettivo di quel debito. Il “corrispettivo” infatti (ovvero la cosa scambiata) è un elemento essenziale per la validità di un contratto e J. Daly che era un avvocato lo sapeva bene. Egli sosteneva pertanto che la banca non aveva scambiato vero denaro per il suo prestito e che quindi sia il negozio giuridico che l’ipoteca erano da ritenersi nulli. Gli atti processuali furono verbalizzati dal giudice ausiliario Bill Drexler nel massimo dello stupore per l’apparente assurdità della teoria difensiva avanzata dall’imputato. Ma quando venne chiamato a testimoniare il signor Morgan , ovvero il presidente della banca in questione, la causa cominciò a prendere una direzione inaspettata. Tutti i presenti in aula rimasero sorpresi quando Morgan ammise candidamente che la banca creava abitualmente “dal nulla” il denaro per i propri prestiti e che si trattava di una procedura bancaria standard. E a quel punto fu lo stesso giudice Martin Mahoney a commentare: “A me sembra un imbroglio ” tra i cenni d’assenso dei giurati. Nel suo memorandum, il giudice Mahoney affermò inoltre quanto segue: “Il querelante ha ammesso che, in collaborazione con la Federal Reserve Bank di Minneapolis, … l’intera somma di 14.000 dollari in denaro alla base del presunto diritto di credito vantato fu creata nei propri registri con annotazioni contabili e che questa era il corrispettivo utilizzato sia per avvalorare la distinta datata 8 maggio 1964 che l’Ipoteca emessa nella stessa data. Come se non bastasse il signor Morgan riconobbe che non esisteva alcuna legge o statuto degli Stati Uniti che gli avesse concesso il diritto di farlo. Il giudice sentenziò quindi che affinchè la distinta in questione potesse ottenere validità legale occorreva l’esistenza di un legittimo corrispettivo a suo fondamento.

    Grazie al coraggio e alla correttezza espressa da tutti i membri dell’organo giudicante la corte respinse così la richiesta di pignoramento da parte della banca e l’imputato conservò la propria abitazione. La vittoria di Daily però era sestinata ad avere implicazioni enormi anche nel disvelamento pubblico dei meccanismi che regolano la scandalosa truffa del signoraggio. Inutile quindi aggiungere che il giudice Mahoney morì sei mesi dopo il processo in un misterioso incidente

    http://www.altrainformazione.it/wp/la-fonte-del-potere-2/

    http://www.grupthink.com/answer/121239/Jerome_Daly_1969

  9. Pingback: 2010 una ripresa che sa di sconfitta | Periodico Italiano

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